sabato 10 giugno 2017

Manifestazione Nazionale per la Libertà di Scelta vaccinale a Roma.



Art 32 della Costituzione:
“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.”

Il vaccino obbligatorio e immediato deve essere quello contro la follia del ministro della Salute Lorenzin. Chissà se un giorno verremo a sapere quanti Rolex ha ricevuto il ministro per scrivere questo decreto? La coercizione su 12 vaccini è senza senso, in Italia non c'è nessuna emergenza per giustificare questi vaccini obbligati. Impongono il Tso ai nostri bambini.





I CRIMINI DELLA BAYER

“Gli affari delle maggiori case farmaceutiche includono azioni da crimine organizzato”

Intervista col Prof. Peter Gøtzsche, direttore del Nordic Cochrane Center e autore di "Farmaci che uccidono e crimine organizzato. Come Big Pharma ha corrotto il sistema sanitario", la cui traduzione italiana sarà pubblicata nell'aprile del 2015 da Giovanni Fioriti Editore di Roma.

Perché paragona l'industria farmaceutica al "crimine organizzato"?

Perché ho scoperto che il modo di fare affari delle 10 maggiori case farmaceutiche include azioni da crimine organizzato.

Che cosa intende esattamente?

Gli imbrogli sui test e i silenzi sui pericoli dei farmaci sono molto comuni. E i soldi dell'industria farmaceutica arrivano dappertutto. L'industria farmaceutica cerca di comprare chiunque abbia influenza nel settore della sanità ed è riuscita a corrompere persone di ogni tipo, anche ministri della sanità. La pubblicità dei farmaci è particolarmente dannosa e le bugie sono spesso così sfacciate che le compagnie sostengono esattamente l'opposto della verità sui loro prodotti.

Gli studi sui farmaci finanziati pubblicamente danno risultati diversi da quelli degli studi finanziati dalle multinazionali. Perché?

Non è salutare che una compagnia che ha la possibilità di guadagnare milioni di dollari interpretando tutto in chiave favorevole, sia di solito l'unica ad avere a disposizione i dati degli studi. Nel nostro sistema, le compagnie farmaceutiche sonogiudici di sé stesse. E' una cosa molto strana. In altri ambiti non viene accettata. Se andassi in tribunale e dicessi al giudice "Ecco le prove, le ho fatte tutte io", sarebbe ridicolo. Ma questo è il sistema che noi abbiamo accettato. La stessa industria fa gli studi sui suoi farmaci. Spesso li manipola a un livello orribile e dunque sappiamo di non poterci fidare di quello che pubblica l'industria farmaceutica nelle nostre più prestigiose riviste mediche. Lo sappiamo da molto tempo.

Esiste una stima di quante persone muoiano a causa degli effetti collaterali dei farmaci?

Studi fatti in tutto il mondo mostrano dati piuttosto consistenti tra loro. Nei soli Stati Uniti si stima che muoiano circa 200.000 persone all'anno a causa dei farmaci che prendono. Nella metà dei casi i farmaci sono presi secondo le istruzioni del medico. Nell'altra metà dei casi la morte è dovuta ad errore, per esempio una quantità eccessiva, oppure il medico non era al corrente di interazioni pericolose con altre sostanze. Ma non possiamo prendercela troppo con i medici. Ogni farmaco porta con sé 20 o più avvertimenti e controindicazioni. E' assolutamente impossibile essere a conoscenza di tutto.

Qual'è la percentuale di farmaci veramente utili sul mercato?

Potremmo eliminare il 95% delle nostre spese per i farmaci e avere oltretutto una popolazione più sana. Se usassimo sempre il farmaco più economico che ha gli stessi effetti di quello più caro, potremmo spendere ben meno della metà. E molto spesso sarebbe meglio non prescrivere un farmaco, perché tutte le medicine procurano qualche danno e, messe assieme, producono un orribile costo in vite umane. Per esempio si usano troppi antidolorifici. Dovremmo anche usare una minuscola frazione dei farmaci psichiatrici che usiamo oggi, poiché sono in generale dannosi quando usati per più di poche settimane.

La BAYER spende circa 10 miliardi di euro all'anno per farsi pubblicità, considerando i campioni gratuiti, i corsi di aggiornamento per medici, le spese dei rappresentanti, le donazioni ad associazioni mediche. La Compagnia si rifiuta di fornire i dati in dettaglio. Pensa che si dovrebbe costringere l'industria farmaceutica a pubblicare dettagliatamente le sue spese di marketing?

Naturalmente sì, ma soprattutto si dovrebbe bandire completamente la pubblicità sui farmaci, proprio come si è fatto per il tabacco. La pubblicità sui farmaci causa gli stessi danni della pubblicità sul tabacco. Se ci sono farmaci validi, si può star certi che i medici li useranno. I farmaci buoni, non hanno bisogno di pubblicità per essere accettati. Se il marketing venisse messo al bando non ci sarebbero più i rappresentanti a corrompere i medici, e i direttori delle riviste mediche non avrebbero paura di pubblicare articoli che vanno contro l'interesse delle case farmaceutiche. Con questa riforma si potrebbero liberare le riviste mediche dalle grinfie dell'industria farmaceutica.

Le pillole contraccettive Yaz/Yasmin, sono associate a un rischio di embolia che è almeno doppio rispetto a quello dei vecchi prodotti. Come mai queste pillole non sono state ancora bandite malgrado la BAYER abbia pagato quasi due miliardi di dollari di indennizzi?

Quando uno dei miei colleghi danesi ha pubblicato dati convincenti che mostravano che le nuove pillole contraccettive Yaz/Yasmin causano più embolie delle vecchie pillole, è stato duramente attaccato da altri colleghi nel ruolino paga della BAYER. La BAYER ha anche finanziato degli studi per dimostrare che le nuove pillole non erano più pericolose delle vecchie.

La BAYER è tra i i leader di mercato nei farmaci da banco e integratori alimentari. Quali sono i principali problemi in questo campo?

La maggior parte non serve a niente se non ad alleggerire le tasche di chi li compra.

Come giudica gli sforzi costanti per promuovere l'Aspirina come prevenzione quotidiana contro i disturbi di cuore o certi tipi di cancro, anche per la popolazione sana?

Pochissimi beneficeranno della profilassi mentre molti ne avranno un danno. Non mi sembra una buona idea quella di trattare tutti per il beneficio di pochi. Il trattamento eccessivo delle persone sane è uno dei problemi maggiori nella sanità odierna ed è anche una delle maggiori fonti di lucro per l'industria farmaceutica.

La nostra coalizione ha monitorato la BAYER per oltre 30 anni. Dall'Eroina al Baycol, la compagnia si è resa responsabile di molti scandali farmaceutici. Qual'è la sua esperienza con la BAYER?

Come le altre grandi compagnie farmaceutiche, la BAYER è impegnata nel crimine organizzato, che include corrompere i medici e commettere frodi come quella dei prezzi eccessivi praticati a Medicaid. Durante la seconda guerra mondiale la BAYER faceva esperimenti sui prigionieri dei campi di concentramento. Una lettera del tempo testimonia che il lager di Auschwitz vendette 150 donne prigioniere alla BAYER per 170 Marchi l'una. La BAYER scrisse poi al comandante del lager spiegando: "Gli esperimenti sono stati completati e tutte le persone sono morte. Torneremo presto a rivolgerci a voi per un altra consegna". Alcuni esperimenti condotti sui prigionieri dei campi di concentramento dalle compagnie farmaceutiche tedesche, consistevano nell'iniettare loro il tifo per via intravenosa e poi usare vari farmaci per vedere se funzionavano.

Nel 2008, la BAYER e l'Ospedale Universitario di Colonia, iniziarono una stretta collaborazione. Abbiamo cercato di ottenere una copia dell'accordo, ma entrambe le parti si sono rifiutate di mostrarcela. Lei è d'accordo sul fatto che queste cooperazioni segrete porteranno a una ricerca medica dettata solamente dal profitto?

Sono molto contrario a questi accordi di collaborazione perché la storia dimostra che ciò che avviene quasi sempre è che la compagnia riceve sia i guadagni che il credito di tali "cooperazioni", mentre il contribuente è destinato a pagare il conto rimborsando farmaci eccessivamente costosi.

E' forse accettabile fare accordi con un'industria le cui azioni sono spesso criminali e che, per puro profitto, causa la morte di un così grande numero di pazienti? La ricerca clinica dovrebbe essere fatta del tutto indipendentemente dall'industria farmaceutica, non in collaborazione con essa. Nella sanità non dovrebbero esistere gli accordi segreti.

Cosa si dovrebbe fare per migliorare la ricerca farmaceutica?

L'industria farmaceutica non pubblica i dati dei suoi studi. Quindi dovremmo chiedere che vengano fatti degli studi pubblici sui farmaci. L'industria dovrebbe pagare questi studi, ma non aver niente a che fare con i test sui farmaci. Anche i medici non dovrebbero essere pagati dall'Industria farmaceutica.

Sfortunatamente molti medici accettano che il loro nome sia aggiunto ad articoli scritti dalle compagnie farmaceutiche anche se è stato loro negato l'accesso ai dati generati da loro stessi e dai loro pazienti, senza i quali gli articoli non avrebbero potuto essere scritti. Questa è corruzione di integrità accademica e tradimento della fiducia dei pazienti nella ricerca. I medici e le associazioni dei pazienti dovrebbero semplicemente dire di no al denaro proveniente da un'industria così corrotta.

Il Professor Peter Christian Gøtzsche, direttore del Nordic Cochrane Centre, è specialista in medicina interna. Ha lavorato su test clinici e sulle regolamentazioni nell'industria farmaceutica (1975 - 1983) e negli ospedali di Copenhagen (1984 - 1995). Nel 1993 è stato co-fondatore di The Cochrane Collaboration. Nel 2010 è diventato professore di Progettazione e analisi della ricerca medica, all'Università di Copenhagen.
Fonte: AVA Associazione Vegan Animalista


12 vaccini obbligatori per decreto: non sarebbe stato meglio il confronto? (Dolce Vita Magazine)


Partiamo dall’inizio: il decreto legge, nella giurisprudenza italiana, è un provvedimento legislativo di carattere provvisorio, adottato in casi straordinari di necessità ed urgenza dal Governo, che si sostituisce al Parlamento nell’atto di legiferare. Infatti, nonostante il decreto entri in vigore dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, è il Parlamento a doverli convertire in legge entro 60 giorni dalla loro pubblicazione per fare in modo che la legge diventi effettiva.

Ed è proprio un decreto legge quello che è stato annunciato dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin, è che è stato firmato dal capo dello Stato, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, con la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale avvenuta il 7 giugno. E’ stato approvato dal consiglio dei Ministri il 19 maggio scorso e rende obbligatorie 12 vaccinazioni: antidifterica, antitetanica, antipoliomielitica e antiepatite virale B (già obbligatorie), anti-pertosse, anti-meningococco B e C, anti-morbillo, anti-rosolia, anti-parotite, anti-varicella e il vaccino contro l’Haemophilus influenzae.



La mancata presentazione della documentazione di vaccinazione completa preclude l’iscrizione dei bambini da 0 a 6 anni ad asili nido e scuole materne pubblici, mentre per i più grandi (dai 6 ai 16 anni) è garantito l’accesso alla scuola dell’obbligo, ma scatteranno per le famiglie una serie di sanzioni. A seguito della segnalazione degli istituti scolastici, che saranno costretti dalla legge a notificare alle Asl l’eventuale infrazione, le famiglie che non avranno fatto vaccinare i propri figli verranno contattate dalle aziende sanitarie locali, per concordare un periodo per effettuare la vaccinazione.

In caso di inadempienza, i genitori potranno andare incontro a multe dai 500 ai 7500 euro (teoricamente ripetibili ogni anno) a meno che non facciano al figlio le vaccinazioni mancanti entro il termine indicato dalla Asl. Trascorso quel termine, la stessa Asl “provvede a segnalare l’inadempimento dell’obbligo vaccinale alla procura della repubblica presso il Tribunale per i minorenni per gli eventuali adempimenti di competenza”. Non si parla più, come nelle prime bozze del provvedimento, di togliere la potestà genitoriale, misura rimessa alla valutazione dei giudici. Il decreto sarà in vigore già dal prossimo anno scolastico ed è prevista “una norma transitoria per questa fase del 2017”.

Se a un bambino mancano dei vaccini ma i genitori dimostrano che hanno una prenotazione alla Asl per farli non ci sono problemi, stessa cosa se il bambino ha già avuto una malattia vaccinabile e quindi è immunizzato, ma in questo caso deve essere presentato un certificato medico che lo dimostri. Altra eccezione è quella di chi ha problemi di salute che rendono pericoloso fare il vaccino. Anche in questo caso ci sarà l’iscrizione a scuola. L’ultima novità del decreto è che i genitori potranno presentare un’autocertificazione dove si dichiara che i vaccini sono stati fatti. In quel caso entro il 10 luglio dovranno documentare l’effettuazione dei vaccini.



In tutto questo che cosa è successo? Che il governo ha preferito obbligare i cittadini a vaccinarsi, piuttosto che provare a convincerli che fosse una cosa giusta e necessaria, senza che ci fossero le condizioni d’urgenza che un decreto richiederebbe. Secondo noi, è il modo peggiore in cui si poteva affrontare la situazione. In uno Stato spaventato dove si leggono ogni giorno i proclami degli anti-vaccinisti con articoli allarmanti, sicuramente l’approccio più sbagliato in assoluto è quello di reagire con una legge così violenta come quella prevista dal decreto.

Forti reazioni contrarie sono arrivate dal Moige (Movimento Nazionale Genitori Onlus), che ha fatto un appello al Parlamento perché bocci quello che loro chiamano il “decreto strappafigli” della Lorenzin: “Nell’Italia presente nella top ten mondiale degli stati migliori per la salute dell’infanzia, con il più basso tasso di mortalità infantile, per il Moige, il ministero ha lanciato allarmi ingiustificati, per giustificare scelte illiberali e coercitive, con decreto di urgenza”. Molto critico anche il Codacons: “Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha posto la sua firma su un provvedimento che va contro i più basilari principi costituzionali. E’ un miscuglio di cose che non c’entrano nulla con la salute e con le vaccinazioni. Un provvedimento varato in fretta e furia, contenente misure che cozzano con la nostra Costituzione e che rappresentano un danno per le famiglie a tutto vantaggio delle aziende farmaceutiche. In tal senso riteniamo del tutto sbagliata la scelta di Mattarella di avallare un simile decreto, che sarà impugnato dal Codacons allo scopo di ottenerne l’annullamento dinanzi la Corte Costituzionale e in sede europea”.

Ed era stato proprio il Codacons a diffondere i dati sulle reazioni avverse ai vaccini ottenuti nell’ambito di un’inchiesta avviata dalla magistratura a seguito di una denuncia della stessa associazione dei consumatori. Dai dati emerge che tra il 2014 e il 2016 le reazioni avverse ai vaccini segnalate sono state in totale 21.658, di cui per il solo esavalente 3.551: 454 gravi e 5 decessi.
“I dati – ha spiegato il Codacons in conferenza stampa – erano noti al ministero della Salute ma non sono stati sottoposti all’attenzione del Consiglio dei Ministri in sede di esame del decreto legge annunciato che prevede l’obbligatorietà per 12 vaccinazioni pena il mancato accesso ad asili e scuole. Il Codacons ha quindi denunciato il ministro Beatrice Lorenzin per abuso d’ufficio, omesso controllo e favoreggiamento delle case farmaceutiche interessate alla somministrazione dei vaccini, in relazione alla morte di cinque neonati”.

La presentazione dei dati è avvenuta durante una conferenza stampa in cui è stato ricordato che la libera scelta vaccinale esiste in 15 paesi europei su 29: Austria, Danimarca, Estonia, Finlandia, Germania, Irlanda, Islanda, Lituania, Lussemburgo, Norvegia, Olanda, Portogallo, Spagna, Svezia e Regno Unito non hanno alcuna vaccinazione obbligatoria, eppure hanno una buona copertura vaccinale volontaria. Negli altri paesi le vaccinazioni obbligatorie variano da 1 a 3 o 4, mai 12 come si vuole introdurre in Italia. Il Codacons ha poi sottolineato che: “Nel 2014 il presidente di AIFA ed il ministro Lorenzin sono stati alla Casa Bianca, dove hanno ricevuto l’incarico di capofila delle campagne pro-vaccini su scala mondiale per il Global Health Security Agenda. Da allora i dati AIFA sulle segnalazioni non sono più stati diffusi ed è iniziata un’intensa campagna pro-vaccini, sino ad arrivare al recente decreto”.

E questo è uno dei punti fondamentali della vicenda perché, al di là della questione medico-scientifica, tutto nasce da un accordo politico.

La Global Health Security Agenda (GHSA), un accordo patrocinato nel 2014 dagli USA con oltre 50 Paesi, organizzazioni ed enti non-governativi con l’obiettivo di rendere il mondo sicuro dalle malattie infettive e di porre la sicurezza sanitaria fra le priorità nazionali e globali, ha individuato nell’Italia e nel Portogallo i Paesi capofila a livello mondiale della vaccinazione contro il morbillo e contro le malattie infettive per gli anni 2014-2019 (GHSA Action Package Prevent-4). L’intento è di arrivare in Italia alla copertura vaccinale del 90% in cinque anni per i bambini di 15 mesi. Ovviamente, il piano si inserisce in un progetto globale degli USA che mirano a vaccinare 4 miliardi di persone in 30 Paesi entro 5 anni, come dice con enfasi l’infografica del GSHA.

Come raccontato sul sito dell’Aifa, l’Agenzia Italiana del Farmaco, “A ricevere questo prestigioso incarico alla Casa Bianca a Washington, alla presenza di Barack Obama, il ministro Lorenzin e l’allora presidente dell’AIFA Sergio Pecorelli (che si è dimesso nel 2015 dopo le accuse di conflitto d’interessi sui legami dubbi con aziende farmaceutiche e società di venture capital) che commentarono sottolineando l’importante riconoscimento scientifico e culturale internazionale per il nostro Paese.

La questione, quindi, non è strettamente medica. È una questione soprattutto politica e comunicativa. Perché la trasparenza fa così paura? Perché i danni post-vaccinali – sia pure talvolta difficili da correlare causalmente alla vaccinazione – sono considerati meri effetti collaterali, quasi una triste necessità? Uno Stato davvero imparziale non dovrebbe essere più preoccupato di questi dati, tra l’altro spesso sottostimati, che dei pochissimi casi di morte per morbillo? E in che cosa consiste questa così enfatizzata epidemia di morbillo in Italia? Forse gli Italiani meriterebbero un’informazione più completa, approfondita e razionale, senza dimenticare che la Legge dello Stato 210/92 prevede esplicitamente l’indennizzo economico per i danni da vaccino, riconoscendo quindi implicitamente che è una possibilità concreta.

Dal punto di vista economico, la vaccinazione obbligatoria rappresenta un costo per lo Stato (cioè per noi contribuenti) e una certezza di introiti per le case farmaceutiche.

Come ricorda il blog del Movimento Roosevelt, “il sospetto che i principali beneficiari dell’obbligo vaccinale (ripeto: non dei vaccini in sé, che a certe condizioni sono utilissimi) siano proprio le ditte produttrici e chi le favorisce appare perciò giustificato, data la manipolazione propagandistica dei dati da parte delle autorità, i toni da Santa Inquisizione nei confronti dei medici che osano avanzare qualunque tipo di dubbio non sui vaccini, ma sulla pratica vaccinale indiscriminata, come Roberto Gava, le minacce in stile mafioso che ricevono alcuni scienziati recalcitranti come Stefano Montanari, che mettono in dubbio la purezza e la sicurezza dei preparati vaccinali, l’accanimento con cui vengono negati o minimizzati i danni vaccinali – e il diniego non è certo sintomo di atteggiamento scientifico.
In chi ha qualche anno in più è ancora vivo il ricordo della tangente pagata dalla GlaxoSmithKline nel 1991 all’allora ministro De Lorenzo per rendere obbligatorio il vaccino antiepatite B, che da allora è rimasto obbligatorio (la sentenza di colpevolezza della Cassazione è del 2012). Non si tratta certo di un precedente rassicurante. A ragione o a torto, i conflitti di interesse esistono e non possono essere assiomaticamente negati. Perciò appaiono così odiose le sanzioni irragionevoli stabilite per i genitori che non intendano sottomettersi all’obbligo vaccinale e che, evidentemente, i nostri decisori politici non sono in grado di convincere. Forse i politici nostrani non percepiscono fino in fondo quanto sia profondo il risentimento degli Italiani verso una classe politica così scadente, priva di credibilità e in larga misura corrotta, ma pronta a bastonarli come degli Arlecchini qualunque”.

“La realtà sociale”, conclude l’articolo, “è assai più complessa di come se la rappresenta la nostra ministra, nemmeno laureata, ma molto attaccata alle sue certezze, ed esploderà molto presto. Purtroppo, in mezzo ci andranno proprio i bambini, oltre alla fiducia dei cittadini nelle istituzioni, sia politiche sia sanitarie. Speriamo, a questo punto, anche il decreto con la sua imperiosa arroganza”.

Nel frattempo la senatrice Nerina Dirindin (Art.1-MdP) aveva depositato un disegno di legge che tentava di imboccare un’altra strada rispetto al decreto vaccini del governo: niente obbligo, investimenti su prevenzione, corretta informazione e vaccinovigilanza, ma è caduto nel vuoto.

Intanto il Consiglio provinciale di Bolzano ha approvato all’unanimità un voto “contro le misure coercitive previste dal decreto sui vaccini” mentre il neonato Coordinamento nazionale per la libertà di scelta ha indetto una manifestazione nazionale di protesta contro il decreto a Roma domenica 11 giugno con partenza alle ore 13 da piazza della Bocca della Verità. Il 3 giugno scorso invece, in 25 piazze italiane, si è manifestato contro l’obbligo vaccinale e la cosa è stata totalmente oscurata dai mass media.



Un clima di tensione e di muro contro muro alimentato dal governo in un tema tra i più delicati che ci siano come quello della salute dei bambini. Per dirla con le parole del professor Paolo Bellavite, medico ematologo e docente di patologia generale presso l’Università di Verona, nonché autore dello studio “Scienza e vaccinazioni: aspetti critici e problemi aperti”, “è indubbio che le vaccinazioni abbiano avuto un ruolo importante nel progresso medico e scientifico e che contribuiscano alla riduzioni di molte malattie, per cui è consigliabile, come criterio generale, vaccinarsi. Tuttavia bisogna essere coscienti dei limiti e dei rischi di tale pratica e soprattutto è sbagliato imporla per legge a tutti, senza alcun criterio di selezione”.

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