martedì 18 luglio 2017

Cena benefit per Agripunk onlus a La Capra Campa!

Piccolo promemoria per chi vuole aiutarci!!
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Intestatario Agripunk Onlus
IBAN IT47 C050 1802 8000 0000 0216 509
Causale: erogazione liberale
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Agripunk onlus c.f. 90032580517
Cena benefit per Agripunk onlus a La Capra Campa!

Cena benefit per Agripunk onlus a La Capra Campa!

Mi rivolgo te che stai leggendo, partecipa a questo evento e se non puoi, condividi, metti Mi Piace, invita amici e fai passaparola, puoi anche fare una donazione a favore di Agripunk e datosi che ogni euro è destinato agli ospiti non umani del rifugio l'evento non verrà sponsorizzato ma verrò personalmente in questi giorni nella tua bacheca per ricordartelo, è importante supportare Agripunk ...
Perchè Agripunk è un ex lager del fantomatico Mister "Parola di Francesco Amadori";
Perchè Agripunk è il più grande rifugio per animali liberi d'Italia e forse d'Europa;
Perchè ad Agripunk oltre agli umani ci abitano e saranno lieti di conoscerti tanti amici non umani, fra gli altri:
Le maiale Coco, Tormenta e Tempesta, i cinghiali Bufera e Pablo, le maialine vietnamite Lucy, Castagna, Primula e Nocciola, le capre di Anna, le altre capre Capri, Mona, Wilma, Spawn, Kessler e Setter, le pecore Anselmo, Ilario, Mela, Nuby, Tina, Naomi, Bruto, Gianduia, Spumina, Meringa, Faustina, Sole, gli asinelli Antonio e Zefiro, l'allegra banda dei polli, le gatte Maria, Raia, Mistica, Ginevra, Isotta, Morgana, i cani Diablo, Zena, Bisbe, le mucche Polzi, Io, Verdena, Stella e Scilla, il Tenente e tutte le creature volanti (piccioni, colombe, ghiandaie, rondini, falchi, aironi, upupe, cuculi, gazze ecc ecc ecc) nelle discussioni dell'evento puoi leggere alcuni post con le storie di alcuni di loro;
Perchè mi piace pensare che in questo luogo unico e speciale forse un giorno non lontano potremmo finalmente tornare a comunicare telepaticamente con i nostri fratelli a due e a quattro zampe;
Perchè l'affitto è a riscatto e un giorno il rifugio sarà totalmente nostro, cioè di tutti noi;
Agripunk potrebbe essere "nostro" per sempre,
"Nostro" per noi che vogliamo vedere gli animali liberi e felici.
"Nostro" per noi che siamo contrari alla schiavitù, alla mercificazione, allo sfruttamento ed alla sofferenza.
"Nostro" per noi che vogliamo cambiare questo sistema corrotto che non ha interesse delle necessità dei singoli individui
Una realtà come Agripunk, nelle mani di persone che vogliono creare un mondo migliore, dove persone umane ed animali potranno rifugiarsi ed essere accolte a braccia aperte, potrebbe voler dire molto per un futuro migliore.
Ti invitiamo a visitare il rifugio in qualsiasi momento ed in particolare il 28,29,e 30 luglio prossimi sono previsti incontri, dibattiti e cene benefit e potrai conoscere di persona tutti gli abitanti di questo luogo magico.
Ecco la storia di Agripunk raccontata da Desirèe:
Cinque anni fa io e David ci conoscemmo e vidi per la prima volta dove abitava: accanto ad un allevamento intensivo di tacchini.
Insieme iniziammo un percorso di vita, di consapevolezza e di lotta.
Dopo un anno riuscimmo ad alzare il velo dell'omertà sulle condizioni in cui questi animali venivano allevati e sulle menzogne degli allevatori e delle associazioni ambientaliste e pseudoanimaliste relative al cosìdetto "benessere animale".
Dopo un altro anno la nostra voce fu ascoltata e l'allevamento chiuso...
Furono portati via, purtroppo, tutti i tacchini.
Meno 2 però, alle quali fu regalato un nome e una nuova vita.
E i capannoni furono vuoti.
Un altro anno ancora di trattative, lacrime, proposte, ricerca di aiuto...qualunque cosa per impedire che questi capannoni venissero di nuovo riempiti di pulcini condannati a mesi di sofferenza e poi a morte.
E finalmente la certezza che tutto questo non è stato vano.
Grazie a tantissime persone che hanno creduto in noi, ci siamo riusciti.
Nell'allevamento intensivo dell'Isola ad Ambra non verra più allevato, rinchiuso, sfruttato, deriso, umiliato nessuno.
Gli animali che sarebbero stati destinati ad essere uccisi per far fronte a false esigenze umane qui possono avere uno spazio tutto per loro dove ricominciare a vivere.
lo scopo degli umani deve essere quello di assicurarsi il loro benessere e la loro serenità.
Tutto questo in uno scambio reciproco di emozioni, sentimenti, sguardi ma soprattutto rispetto.
Nessuno nuoce a nessuno e tutt* si prendono cura di tutt*.
Il fatto di poter guardare quelle 7 prigioni vuote, sarà la più grande spinta per non sentire la fatica.
Questo è quello che ci ha dato forza fin'ora: vederli vuoti.
E voler continuare a vederli così.
Non potevamo tollerare, non potevamo permettere che riprendessero il loro triste e macabro scopo.
E ci siamo riuscit*, insieme a tutt* voi che ci avete aiutato e supportato.
Ad aprile del 2015 abbiamo fondato la Agripunk onlus, la nostra associazione per la tutela di animali e ambiente, con lo statuto incentrato sulla conversione e rinascita di questo podere composto da 3 appartamenti, 2 case, vari fondi, i 7 capannoni dell’ex allevamento, 5 ettari coltivabili inclusi vigneti per fare il vino ed ulivi per fare l’olio, oltre ad altri 20 ettari di prati, boschi, sorgenti, torrenti e un lago dove poter lasciar pascolare liberi gli animali liberati e dove dare riparo dalla caccia a quelli selvatici.
Per un totale di 26 ettari ossia 260.000 metri quadri.
Il tutto dedicato a quegli animali e umani che riescono a liberarsi o essere liberati dallo sfruttamento e dall’uccisione.
Il tutto senza mai sfruttare o usare nessuno di loro, mai.
A novembre 2015 abbiamo stipulato un affitto a riscatto con i proprietari del podere, non con l'allevatore.

Agripunk così è diventato un rifugio per animali di ogni specie: polli e papere, maiali e conigli, pecore e capre, mucche e asinelli.
Attualmente vivono qui oltre un centinaio di animali e molti altri ancora potrebbero arrivare.
Ma non solo. E' anche un laboratorio di autoproduzioni e creatività.

Abbiamo tantissimi progetti in cantiere: sala prove per le band, recupero tecnologia usata, recupero mobili, sciroppi e preparati con le erbe spontanee, organizziamo eventi informativi sulle lotte contro il dominio e contro ogni forma di sfruttamento animale, umano e non umano, facciamo recupero e riproduzione di semi e piante, vogliamo creare laboratori di artigianato e artistici insomma vogliamo creare tutta una serie di cose che ci permettano tra qualche anno di essere autosufficienti fino ad arrivare ad aiutare anche altre realtà e persone bisognose.Non è un traguardo il nostro o, per lo meno, è il primo di una lunga serie.
Tanti, troppi posti come questo sono sparsi in tutto il mondo e sentiamo la necessità di portare alla luce tutto quello che abbiamo scoperto qui per fare in modo che la lotta a questo sistema si intensifichi.
La gente deve venire qui ed entrare in uno di questi 7 mostri, deve provare quello che prova un animale chiuso lì dentro, deve provare il sollievo nell'aprire la porta e poter finalmente uscire.
Questo posto ha una storia fatta di anni e anni di sofferenza e noi vogliamo essere qui per raccontarla.

Però da un pò di mesi parte di quel supporto iniziale è venuto meno nonostante la nostra continua disponibilità e siamo in difficoltà.
Tutto quello che è stato fatto fino ad ora non ha avuto il sostegno che meritava.
In pochi hanno compreso che le spese che affrontiamo per l’affitto le affronteremo comunque se gli animali fossero 10, 100 o 1000.
Dico 1000 perché questo è il potenziale di questo posto, tra grandi e piccoli animali, e se ognuno di coloro che ha a cuore la questione animale, l’antispecismo o anche solo se ognuno di coloro che hanno contribuito a salvare gli animali che già abitano qui ci supportasse con una quota minima mensile, ce la faremo in un attimo.

Se ognuno di coloro che ci seguono donassero anche solo un euro a testa, potremmo far fronte tranquillamente alle spese per l'affitto ed avere in più altri fondi per pagare il cibo per gli animali, i materiali per i lavori, le attrezzature per iniziare tutte le attività che abbiamo in progetto (ad esempio una cucina a norma asl, impianto per serigrafia, un forno per il pane, altri pozzi per l’acqua, attrezzi per coltivare, materiale per recintare l’intero perimetro, ciò che serve per rifare i capannoni e trasformarli per bene in stalle, fienili, serre).

Inoltre il potenziale abitativo è per almeno 10 persone con le quali suddividersi i vari compiti.
Nel giro di un pochi anni si arriverebbe all’autosufficienza, con la possibilità di dare un tetto anche a chi ne ha realmente bisogno ma non ha nulla da dare, se non la propria buona volontà.
Se avessimo qualcuno che ci aiuta anche fisicamente costantemente sarebbe tutto più semplice sia la gestione quotidiana sia la realizzazione di tutti questi progetti.

Ho visto con i miei occhi cos’è un allevamento a terra.
Ho guardato piangendo gli occhi lucidi dei tacchini che erano qui rinchiusi.
Ho visto come arrivano gli animali dagli allevamenti e ho fatto tutto ciò che è in nostro potere per ridare loro la dignità che in quei luoghi perdono.

Insieme a David abbiamo lottato per far finire tutto questo e far iniziare qualcosa di unico.
Abbiamo lottato con asl e istituzioni per cambiare le loro regole e non risultare “allevamento”.
Abbiamo lottato per le mucche di Suzzara, per far segnare loro come animali non più sfruttabili e di conseguenza anche tutti coloro che entrano nel nostro rifugio.
Abbiamo lottato per salvare Scilla.
Abbiamo lottato anche per tanti altri, a volte riuscendoci e a volte no perchè e che cazzo siamo umani.

E vogliamo essere qui, ancora e sempre, per continuare a lottare ancora perché tante altre lotte sono in corso.
Per altri che possono farcela ad essere liberati.
E vogliamo esserci anche per dare disponibilità ad altri che vogliono lottare e che riescono a liberare.
Siamo qui per questo!

Poi se vuoi aggiungere anche e alcuni di voi lo sanno.
Agli altri che non lo sanno voglio dire che se falliamo noi, fallite tutti.
La nostra è una piccolissima vittoria ma che vuol dire molto.

Volete avere l’opportunità di poter dire che nel vostro paese esiste il rifugio per animali da reddito e per persone più grande, forse, d’Europa?
E allora aiutateci!
Siate al nostro fianco!


Stella's Story



Ciao! Io sono Stella e sono un vitello nato libero.
No, non sono una vitellina anche se il nome inganna, sono un bel torello di mukka Frisona, nato qualche giorno prima dell'equinozio di primavera.
Mi hanno dato questo nome perchè quando sono arrivato ero piccolo, brillante e pulsante come una stella.
C'erano grosse aspettative su di me.
La zia Io purtroppo aveva perso il suo cucciolo qualche mese prima e i suoi amici avevano sofferto molto, la perdita di Siria ha fatto a tutti molto male...quindi erano tutti molto in ansia per mia mamma Polz e per me, anzi direi che erano abbastanza nel panico!


Anche Siria era un vitellino.
I nostri nomi con la lettera iniziale e quella finale, richiamano inconsciamente o forse no, la parola Suzzara o il nome Sara...parole e nomi che per le zie sono stati molto importanti e che significano tante cose.
I nostri amici ancora non avevano raccontato la mia storia, forse perchè aspettavano che crescessi un pò e che fossero sicuri che andava tutto bene oppure semplicemente perchè questi primi mesi li hanno passati seguendomi in silenzio per assicurarsi che mi adattassi bene a questa vita così piacevole.


La mia mamma viene da Suzzara, Mantova, e la sua storiaormai la conoscono un pò tutti.
Però la sua scontrosità iniziale tramutata in estrema fiducia, le sua cicatrici sul collo ricordo di come era incatenata, come respira per prima l'aria la mattina e come decide da che pascolo iniziare... queste cose le conoscono in pochi, quei pochi che hanno il privilegio di godere della sua fiducia.
Tante persone ci vengono a salutare, tutte carine, ma io non mi avvicino molto, non riesco a fidarmi di tutti.
Vero, io non conosco nulla di quello che accade fuori di qui, ma la mamma e le zie mi hanno raccontato che dove erano prigioniere prima, le persone che stavano lì non erano per nulla come i nostri amici!
Mi hanno raccontato che prendevano i vitellini appena nati e li allontanavano dalle loro mamme... chissà quante volte è successo a loro e chissà quante volte succede a tutte le zie nelle stalle... che cosa cattiva... mi rendo davvero conto di essere fortunato.
"Se puzzano troppo di civiltà, di carne o di latte, non ti fidare!" Mi dice sempre la zia Verdena.
E io la ascolto... mi fido solo di chi ha odore buono, di fieno e legumi, di erba e di fiori.

Io sono nato il 17 marzo.
La mia mamma è stata ingravidata artificialmente nella stalla dove stava, anche se era sotto sequestro.
Forse pensavano di riuscire a non farle andare via, come purtroppo è successo a tre vitelline.
Poi il viaggio, la nuova vita, la nuova casa che l'ha accolta, un nuovo inizio fatto di prati e boschi, di caprette e pecorelle amiche, di persone al suo servizio per curarla, pulirla, aiutarla a rinascere.
Polz ama talmente tanto questi boschi che ha creato dei nuovi sentieri e nel mentre ha trovato dei bei posti dove fermarsi a riflettere.
Uno di questi è il passaggio segreto per la cisterna dell'acqua, usato un tempo per assaltare l'orto, che al suo interno racchiude una piccola radura rocciosa in mezzo agli alberi dove regnano il silenzio e il beccare del picchio.
Mia mamma voleva partorirmi lì, in mezzo al bosco come fossi un capriolo (a furia di pascolarci insieme le son venite le crisi di identità..) però questo avrebbe costretto i nostri amici a stare con noi tutta la notte nel bosco terrorizzati da qualsiasi rumore... così si è lasciata accompagnare dolcemente verso la stalla.
Io ero dentro che spingevo e sballonzolavo nella pancia e mi ricordo una carezza, un bacio ed un sussurro: dai stellina, esci, esci stanotte e mostra al mondo quanto sei forte...
Era un invito così dolce che non sono riuscito a resistere e dopo mezz'ora ho rotto le acque.
La zia Io subito si è improvvisata ostretica, leccandomi il muso per farmi respirare quando solo gli zoccoli e il naso erano usciti.
Poi sono riuscito a far uscire un pò di testa e ho aperto un occhio.
Ho visto così chi prima mi aveva sussurrato quelle parole e che ora in lacrime mi supplicava di uscire.
Poi vedo altre persone, tutte indaffarate a incoraggiarmi e a schivare una Verdena nervosissima.
Qualche contrazione ed eccomi, in tutto il mio splendore!

Finalmente Verdena si placa, si accovaccia accanto a noi e inizia a soffiare un vento caldo che mi asciuga il pelo mentre Polz e Io mi puliscono leccandomi e cercano di farmi alzare.
In effeti Io non è proprio una zia, è una seconda mamma in verità.
Ecco, così è come sono nato.




I primi 3 giorni li ho passati nella stalla con la mamma, che doveva un pò riprendersi, ma già dal terzo giorno sono uscito fuori e quello che ho visto mi ha riempito gli occhi e il cuore.

Qualcuno con tono molto serio mi disse: Vedi Stella? Tutto questo ora è tuo!


Che soddisfazione!
Subito ho iniziato a sgranocchiare legnetti, assaggiare la terra, rosicchiare radici, leccare sassi per dare i giusti stimoli al mio super complicato stomachino per poter funzionare al meglio.
Non mi è stato dato mangime di nessun tipo, mangio solo il latte della mamma, un pochino di fieno la sera e le erbette buone che trovo nel pascolo e che mi dice la mamma di mangiare perchè mi fanno bene.



La mattina presto esco con le mucchine e rimango tutto il giorno in giro per il bosco o per i pascoli, ogni tanto mi appisolo sotto agli alberi per ruminare o gioco con le capre e le pecore.
A turno ogni tanto compare qualcuno dei nostri amici che viene a fare la legna, potare qualche albero, ripulire il bosco e ovviamente che non resiste dal sedersi accanto a me un attimo per riflettere su come va il mondo.
Prima dicevo che sono fortunato perchè non ho conosciuto gli orrori di fuori, però i miei amici ogni tanto li vedo che arrivano nel pascolo con gli occhi lucidi, nervosi, tristi e allora cerco di confortarli come posso, con una leccatina o con una corsetta o anche facendomi raccontare che succede.
Mi hanno raccontato di 900 agnellini che sono stati portati al macello, un macello che uccide 1000 animali l'ora per fare abbacchio e tanto pellame.
Mi hanno raccontato di 32 mucche, mamme come la mia, che potevano essere salvate ma che non ci sono riusciti.
Mi hanno raccontato di un camion che ha preso fuoco e che era pieno di mucche e tori.
Mi hanno raccontato di quanti miei fratelli sono stati uccisiperchè hanno tentato la fuga.
Mi hanno raccontato di cosa fanno ai maialini, ai polli, ai tacchini...mi hanno raccontato cos'è la caccia.
Senza contare tutti i miei fratelli e amici che ogni giorno muoiono o soffrono per mano dell'animale uomo o a causa della devastazione che causa ogni volta che deve costruire o creare qualcosa.
Quando mi raccontano queste cose, la notte mi addormento sognando pecore, mucche, capre, scrofe tutte con il pancione e tutte in viaggio verso una nuova vita, sapendo però che questo accade (migliaia di madri vengono davvero trasportate ogni giorno) ma non per arrivare in posti come questo...anzi, per arrivare in mercati bestiame, macelli, stalle, centri di ricerca... e tutto ciò è molto triste.
Mi hanno raccontato però anche delle altre 3 mucchine di Suzzara che presto lasceranno l'orribile stalla per una vita bella come la nostra e mi hanno anche promesso un fratello, Scilla che dicono sia un bel tipino, per il quale li vedo sempre preoccupati perchè è tutto in mano alla burocrazia di un sistema che non ci riconosce come amici o come fratelli, ma solo come merce e profitto... carne da macello.

Mi hanno anche detto che come comple-mese mi regaleranno una bella castrazione!
Aiuto che paura! Però mi hanno spiegato che è necessaria sia per farmi stare più tranquillo, sia e soprattutto perchè se non venisse fatta ci sarebbe il rischio di mettere al mondo altri vitellini vivendo insieme a queste 3 belle muccone.
Che sarebbe una cosa bellissima, se fossimo in un mondo dove ognuno di noi è libero, ma non lo siamo e quindi ogni nuova vita nata in un rifugio da animali già salvati, toglie la possibilità ad un altro animale di venire salvato, magari proprio ad una madre gravida che così avrebbe la possibilità di dare a suo figlio quello che ho avuto la fortuna di avere io e di avere per se stessa finalmente un vero riscatto da una vita di sofferenza e sfruttamento.


Per rendere possibile tutto questo, per dare a me ed a tutti noi la possibilità di vivere una vita piena e felice, ci sono delle persone che si stanno impegnando tanto e che stanno mettendo tutte le loro forze, risorse e vita in questo progetto e che hanno bisogno di tanto aiuto per riuscire a continuare a salvare tante mamme come la mia oppure tanti altri amici che hanno la fortuna di sfuggire alle grinfie del dominio.
Adottate un ettaro a distanza, venite a trovarci quando ci sono gli eventi, supportateli con il 5x1000, chiamateli per venire a fare un periodo di volontariato qui con noi insomma... dategli una mano!
Per me Stella, per Scilla, per tutti quelli che ce la faranno e per tutti quelli che non ce la fanno... ogni giorno...

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Per info: Agripunk onlus


COSA SUCCEDEREBBE SE TUTTI DIVENTASSIMO VEGAN NEL 2050?


Lo spiega lo studio del dottor Springmann, ricercatore della Oxford Martin School


Presentata l’anno scorso in occasione del Oxford Martin Programme sul futuro dell’alimentazione, la ricerca di Marco Springmann ha provocato un gran vociferare poiché lo studioso ha proposto, in maniera ponderata, una tassa sui prodotti animali. La proposta deriva dall’analisi globale dei costi derivati dai danni climatici per le emissioni di gas serra prodotti negli allevamenti.

Se dovessimo sostenere il costo dei danni arrecati all’ambiente, la carne bovina subirebbe un aumento dei prezzi, che arriverebbero a raggiungere ben il 40% in più e i prodotti caseari risulterebbero maggiorati del 20%, insieme a quelli delle altre carni. Secondo lo studioso, tale aumento dei prezzi provocherebbe un calo negli acquisti del 10%.


Se tutti diventassimo vegani, le emissioni di gas a effetto serra sarebbero ridotte di due terzi, si risparmierebbero ben 1,5 miliardi di dollari connessi alle spese sanitarie e ai danni climatici, riducendo quindi la mortalità globale del 10%.

Le emissioni di gas ad effetto serra sono generate dal metano che viene prodotto negli allevamenti (in particolar modo di bovini) e dall’aumento dei terreni adibiti ad agricoltura per la produzione di mangimi animali, deforestati per renderli fruibili allo scopo.
Queste potrebbero causare grossi problemi al pianeta, se si tiene conto dell’aumento della popolazione e delle pressioni dei paesi in via di sviluppo, che vorrebbero modificare la propria dieta rendendola sempre più simile a quella dei paesi sviluppati. Limitare il surriscaldamento globale per mantenerlo sotto la soglia minima dei 2 gradi Celsius (come stabilito dalla Cop21 nel 2015) sarà impossibile con questi presupposti. È necessario un cambiamento.
Verso un futuro vegan?

Dalla ricerca emerge che se tutti si attenessero alle raccomandazioni alimentari di base, si potrebbero risparmiare ben 5 milioni di vite. Una dieta vegetariana potrebbe risparmiare 7 milioni di vite, una dieta vegana avrebbe un impatto sulla mortalità ancora maggiore.


«Il fatto che la nostra ricerca abbia attirato l’attenzione dei media dimostra che le persone sono interessate a questo tipo di ricerca», afferma.«Le attitudini e le opinioni della popolazione sugli impatti che le nostre diete hanno sulla salute e sull’ambiente stanno cambiando».

Lo studioso non avrebbe mai immaginato, dieci anni prima, di diventare vegano, sebbene fosse informato sulle proprietà e i danni causati dai cibi. A favorire il passaggio ad una dieta a base vegetale è stato uno studio sui benefici della salute dati da un’alimentazione vegana, effettuato durante il suo dottorato di ricerca in Fisica negli Stati Uniti d’America. L’evidenza risultò abbastanza forte da convincerlo a fare il cambiamento:«Sono un ricercatore. Se mi dai alcuni buoni studi, cerco di cambiare il mio comportamento basandomi su di essi.»

Per lui non si tratta di una moda ma di una semplice dieta salutare, pratica ed economicamente accessibile a tutti.
Cosa fare per cambiare le abitudini alimentari della popolazione?

Secondo Springmann sarebbe opportuno offrire sempre delle opzioni vegegatli all’interno dei locali commerciali, questione tutt’altro che ovvia a Oxford, un semplice fattore che potrebbe facilitare il cambiamento anche di coloro i quali trovano come ostacolo la scarsa reperibilità di alimenti. Anche i supermercati potrebbero adoperarsi e i prezzi dei prodotti a base di carne e latticini dovrebbero riflettere i costi dell’impatto ambientale oggetto del suo studio.


«L’alimentazione a base di prodotti animali è sempre stata parte integrante della società, associata al potere e alla mascolinità», sostiene il ricercatore di Oxford. Gli uomini sono molto aggressivi quando si parla di veganismo, dovrebbero essere informati e istruiti in merito, con la rassicurazione sul fatto che «la loro mascolinità non verrà intaccata mangiando meno carne e più carote».

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