venerdì 2 marzo 2018

Uomini d’Odore





Il rumore del ghiaccio

Poiana, creatura del vento
strilla grandine e burrasca
schianta in solitari slanci su altura

Talpa buca e graffia senza indugi 
riattiva il coraggio smarrito
in rugiada di campo si addormenta

Su argine sottile di rio 
la nutria tocca corde inespresse
sinfonie silenziose in abbracci acquatici

Sola la volpe, testarda ribelle
chiama le foglie secche di bosco
in corse mozzafiato, imprendibile selvaggia

Cura il gatto, baffi sottili da equilibrista
scruta l'orizzone con occhi verdastri
attento agli stagni, dimora del tritone

Muggisce la mucca con forza poderosa
infiamma la valle e richiama alla lotta
non cede al tramonto, non smette all'alba

Figli e fratelli, sorelle e compagne
ascoltate l'ululato del lupo
dalle labbra al cuore, dalle labbra al cuore

Si alza maestoso il tasso montano
scavando la terra e soffiando le pietre
non conosce il timore che vira in pianura

In crinali aspri come la sete
bramisce il cervo, signore della neve
muscoli audaci, sguardo severo

Lontano dal larice spoglio
osserva le stelle, il cinghiale azzoppato
resiste al dolore, caparbio e splendente

Seduto in disparte il mio corpo ghiacciato
capelli legati, maglione consunto
crepacci di pensieri in parole soffocate

Ritorno ai miei passi salutando il crepuscolo
Infiniti istanti segnatemi il sentiero 
infiniti sbagli portatemi via


Uomini d’Odore
di Alessandra Daniele

“Tappatevi il naso e votate PD”
Matteo Renzi

Esaurite le balle (e le ecoballe) il sedicente rottamatore megalomane e arrogante che voleva riscriversi la Costituzione su misura è ormai ridotto a mendicare voti, ammettendo esplicitamente il fetore che emana il suo partito. Il tanfo di corruzione e decomposizione.
Secondo il Daspo urbano, Renzi andrebbe denunciato per accattonaggio.
Il suo fallimento è tale che forse a Berlusconi toccherà addirittura governare coi suoi attuali alleati per un po’, prima di comprarsi i deputati sfusi che mancheranno al PD per il Governissimo.
Come Berlusconi, anche il PD cerca di spacciarsi per improbabile argine al Movimento 5 Stelle, il cosiddetto “Partito del No”, ma a cosa dice “no” davvero il M5S?
Non dice più no all’Euro, né alla NATO, né alla TAV, né all’Ilva. E dice sì a Confindustria, alle lobby di Washington, alla City di Londra. Di Maio è proprio andato a dirglielo personalmente.
Come anche le giunte Raggi e Appendino hanno dimostrato, il M5S in realtà non è affatto una minaccia per lo status quo.
Per quello che la presenza in parlamento dei grillini ha cambiato davvero, lo stipendio avrebbero dovuto restituirlo tutto.
Di Maio è solo un altro sedicente rottamatore.
Il capitalismo s’è dimostrato incompatibile con qualsiasi forma di democrazia che non sia solo un inutile Beauty Contest che si limita a sostituire un frontman con un altro.
Un Cazzaro con un altro.
Nessun reale cambiamento può più scaturire dall’urna elettorale, perché è una slot machine truccata.
Nessuno dei partitini fuori dalle coalizioni farlocche a parte LeU ha qualche possibilità di superare lo sbarramento al 3% del Cacarellum, che sta lì proprio per questo. L’appello al “voto utile” però non ha senso, perché nessun voto è utile.
E l’astensione è altrettanto inutile.
Lo sarebbe anche se raggiungesse il 100%.
Il governo uscente resterebbe in carica con una prorogatiod’emergenza, poi si tornerebbe a votare.
E stavolta magicamente dai computer del Viminale salterebbe fuori qualche milione di voti equamente distribuiti per consentire la formazione d’un altro Governissimo di salvezza nazionale. Poi una riforma elettorale bipartisan introdurrebbe il voto elettronico.
E il problema sarebbe definitivamente risolto.
Come tutti gli altri. Il fascismo è morto, la mafia non esiste, la crisi è finita. Ce lo assicurano i ministri del PD, e possiamo fidarci.
Dopotutto, sono uomini d’odore.

Nessun commento: