lunedì 13 agosto 2018

La libertà e la conformità

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La fiaccola

Inferiore, superiore. Straniero, patriota. Termini pesanti come il piombo che hanno diviso, nella storia, milioni di individui. Quando basterebbe dire: Ognun@ con le proprie possibilità, ognun@ con le proprie sensibilità, ognun@ con le proprie peculiarità, ognun@ con le proprie capacità.
Per semplificare: 
"Dal libero concorso di tutti, mediante l'aggrupparsi spontaneo degli uomini secondo i loro bisogni e le loro simpatie, dal basso all'alto, dal semplice al composto, partendo dagli interessi più immediati per arrivare a quelli più lontani e più generali, sorgerebbe un'organizzazione sociale, che avrebbe per scopo il maggior benessere e la maggiore libertà di tutti, abbraccerebbe tutta l'umanità in fraterna comunanza e si modificherebbe e migliorerebbe a seconda del modificarsi delle circostanze e degli insegnamenti dell'esperienza". (Malatesta)
Se io mi sentissi solo per un attimo superiore, se io mi sentissi solo per un attimo inferiore, se io mi sentissi solo per un attimo straniero, se io mi sentissi solo per un attimo patriota, se io mi sentissi, solo, per una frazione di secondo, meglio del mio fratello e della mia sorella, in cammino verso la libertà, io sarei soltanto un lurido secchio di petrolio in un lago di montagna. Nessuna superiorità, nessuna inferiorità, nessun straniero, nessun patriota. Solo braccia, gambe, zampe, mani, zoccoli, nervi, muscoli, cuore, che vanno in direzione dell'aurora. E' l'aurora che ci indicherà il sentiero, non il ragionamento secolare del pregiudizio. Quindi: non c'è famiglia, non c'è scuola, non c'è stato, confine, gabbia, non c'è indottrinamento, non c'è assoggettamento tali che possano frenare lo stelo. Lo stelo abbraccia il fiore, ed il fiore sboccia in ognun@ di noi. Se veramente si ha desiderio di solidarietà. Ma che rimanga chiaro il concetto incontrovertibile dell'Ideale: Sia da soli o in compagnia avremo sempre, liberamente, al fianco l'altra. Che ci terrà per mano, se lo vorremo, nei momenti più difficili.
E l'altra ha un nome: si chiama anarchia...




La libertà e la conformità

La società in cui siamo costretti, nostro malgrado, a vivere (lo staccarsi definitivamente aprirebbe concetti che vanno al di là del "normale" aspetto di vita. Le scelte della "sopravvivenza" sono per pochi, e anche quell* che cercano di allontanarsi il piu' possibile, devono fare i conti con le regole costituite del Sistema. Sempre. Anche se solo per gli aspetti quotidiani) detta "binari" che estirparli fisicamente o nel linguaggio presuppone radicalità esistenziale (pilastro sempre più raro). Non tutt# sono disposti a rischiare, e quelli che lo fanno sono spesso ghettizzati, emarginati e derisi. Questo aspetto della "decisione" del cambiar vita, acquista valenza profonda, poi, quando si parla di libertarismo. Quanti libertar* dicono di voler cambiare lo stato delle cose? E quant* lo fanno?. Ci sono, eccome, individui che dedicano la propria vita a far conoscere l'anarchia, il suo messaggio universale, ne trasportano l'idea in giro ogni giorno dell'anno. Personalmente ne conosco, giovani e meno giovani. Ma sono individui che danno fastidio e oltretutto diventano "nicchia" quando cominciano, seriamente, a "toccare" (fosse anche solo con la parola, figurarsi con l'azione) lo Stato e i suoi apparati. Senza timori. Purtroppo, come sempre accade, "vincono" gli slogan sterili e le ribellioni alla moda, di cui il suolo politico ne è pervaso. Anche quel suolo che possiamo chiamare "universo libertario". Ma questo accade da sempre. "Eserciti" di libertari per gioco hanno attraversato i tempi passati e lo faranno in futuro. Anarchici la domenica e reazionari il lunedi in ufficio. Senza giudizio, è la realtà. Io non ci bado troppo, il mio interesse non coincide con queste mode adolescenziali del "farsi belli" a qualsiasi età. O ribelli per "appartenenza". Mi interessa, invece, la sensibilità oggettiva di ognun*. Senza visioni di "massa" critica (che non esiste, oggi). Si può essere creature meravigliose e piene di empatia a 18 anni, come essere dei coglioni patentati a 60. Viceversa si può essere meraviglie di 60 anni e coglioni, senza cura, a 18 o 20. E intendiamoci, lo sappiamo tutt*, le persone non cambiano con l'età (se non in piccoli aspetti dettati dalle esperienze personali). Se sei un conforme a 20 anni lo sei a 60. Sei sei un ribelle, genuino, a 20 anni lo sei anche a 60 e più. Chi cambia è perchè ribelle non lo è mai stato. La società crea soldatini di pongo e poi li veste con i colori che piacciono. Certo, gli aspetti sociali possono "cambiare" l'individuo nel tempo, (come dicono gli alternativi con il conto in banca a 10 cifre: Svegliarsi!) ma resta condizione che si ha nel cuore. Se cambi perchè la società non ti sta bene, è perchè lo avevi dentro. Nessuno lo insegna. Alle volte penso che questa società, cosi escludente, abbia degli strumenti indistruttibili. Non per materiale ma per indottrinamento. E qui veniamo all'aspetto "ecologico" del libertarismo (quando si parla del "cambiamento"). "l'armonia della natura è madre del tutto" disse il Guru con la Rolls-Royce. I cambiamenti, per quanto mi riguarda (per quanto possa interessare) sono legati indissolubilmente al concetto di vita e terra, al rispetto degli animali altri, al delicato equilibrio del tutto. Ma non come dicono i Guru, con la loro visione spirituale, dal divano morbido e il camino in marmo, ma semplicemente perchè è la casa che ci ospita. Anarchia e ecologia (nel termine correto, non quello che danno i manager dell'energia alternativa) non possono andare divisi. Il pianeta crolla ogni secondo, gli animali muoiono a milioni e spiegare che la "loro" salvezza è la "nostra", è obbligo morale. Se anarchia significa: Difesa di tutti gli sfruttati!, ecco, allora che siano proprio tutt*. A prescindere dalla specie. Non ci sono anarchie diverse, quella per gli uomini, e quella per l'ambiente e gli animali. Sono la stessa cosa. Finchè esisteranno queste divisioni all'interno del movimento libertario, esisteranno sempre meno interessati all'argomento e sempre più adepti "illuminati". Per il resto, io sono stanco, mi sono rotto di spiegare quello che in realtà è palese, e cioè che il predominio e lo sfruttamento valgono per tutt*, (tutt* ne sono colpiti) non solo per chi ha due gambe e un linguaggio (ridicolo. Sul linguaggio si potrebbe scrivere per mesi). Oggi mi hanno detto che un filosofo antispecista libertario, tra i più noti nel panorama dell'argomento, una volta scriveva bene e in modo radicale, e oggi invece è un conforme. Care amiche, conforme lo era da quando giocava a biglie nel giardino. Gli individui non cambiano. L'anarchia non "converte" e non lo vuole fare, ma i concetti sono chiari, e non si possono fraintendere per proprio opportunismo. L'ecocidio in atto riguarda tutt*.
Ma proprio tutt*...


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Non seguirmi,
laddove tu costruisci muri, confini, reticolati
io ci vedo orizzonti smisurati...

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