Libertà ed umanità sono terminate nel momento in cui lo Stato, meccanismo burocratico-militare relativamente recente, ha preso possesso di tutto. Lo Stato è la negazione della vita, per sopravvivere deve negare la libertà, che è il suo opposto. Lo Stato non ha nulla di umano. Lo stesso Bakunin diceva che lo Stato è la negazione dell'umanità. Quindi, se da una parte è inverosimile pretendere di ricevere diritti e libertà da chi queste cose ce le ruba, dall'altra non dobbiamo stupirci se nel mondo vediamo tanta disumanizzazione. Ma oggi come oggi, distruggere lo Stato significa anzitutto distruggerselo dentro, perché il pericolo maggiore, ormai, non ci arriva più dall'archibugio del soldato che ci impone di pagare il pizzo al sovrano, ma ci giunge da quella cultura che ci fa dire che pagare quel pizzo ed onorare il sovrano è segno di civiltà e di benessere comune.
C’è posta per lui
di Alessandra Daniele
Dopo un decennio di proclami giustizialisti, la Banda degli Onesti grillini si ritrova socia d’un partito in bancarotta per truffa, che in pieno stile berlusconiano accusa la magistratura di trame golpiste.
Il loro ministro dell’Interno, Matteo Salvini, è indagato anche per sequestro di persona, un reato che prevede fino a 30 anni di galera. Come in un reality Mediaset, Salvini ha aperto in diretta la busta dell’avviso di garanzia, bevendoci su (product placement) e coinvolgendo in una chiamata di correo tutti i suoi elettori.
Nessuno però, neanche gli stessi magistrati, s’aspetta davvero che venga processato, né tantomeno condannato, perché tutti sanno che allo stato attuale delle cose, la sua condanna provocherebbe una crisi di sistema, un esplosivo conflitto istituzionale, e forse addirittura scontri di piazza.
Grazie alla sua popolarità, dovuta a una serie di promesse irrealizzabili, e di ferini appelli ai peggiori istinti fascio-razzisti del paese, oggi Salvini è di fatto al di sopra della legge.
L’Italia non è uno Stato di Diritto, né una Democrazia moderna, e non lo è mai stata.
È un’oligarchia tribale nella quale il Cazzaro che la spara più grossa, e diventa più popolare, acquisisce così totale impunità.
Finché è popolare.
Questo quindi non significa che Salvini non possa essere rimosso. Significa che prima di essere rimosso dev’essere disinnescato.
Che quegli stessi media che l’hanno reso popolare facendogli da megafono, dovranno smascherarlo. Se e quando i loro proprietari lo riterranno conveniente per i loro interessi. Berlusconi, Zuckerberg, Murdoch.
Finora il cosiddetto Governo del Cambiamento è di fatto in totale continuità col governo precedente. Sull’Ilva è passato l’accordo stipulato da Calenda, sull’immigrazione si prosegue la linea Minniti, sui vaccini resta in vigore il decreto Lorenzin.
Il Reddito di Cittadinanza s’annuncia come un semplice ampliamento del renziano Reddito d’Inclusione, la presunta Flat Tax sarà soltanto un’agevolazione fiscale per le imprese come quella del governo Gentiloni.
Tutti i grilloverdi ora promettono il rispetto d’ogni vincolo economico imposto dall’Unione Europea.
TAV e TAP restano confermati.
Le concessioni autostradali restano ai Benetton.
Nell’incontrare Salvini, Tony Blair aveva senz’altro di che sorridere.
La vulgata mediatica però rimane quella dei Nuovi Barbaridistruttori del Vecchio Ordine, e secondo i sondaggi gli elettori continuano ad abboccare.
Il compito affidato a Salvini è quello di dirottare qualsiasi malumore popolare su profughi, mendicanti, e sfrattati.
In Italia – e non solo – non esiste più la montesquiana separazione fra i poteri, perché c’è rimasto un solo vero potere, controllato dal denaro, ed è la Propaganda.
L’unica vera sovrana d’un paese rincoglionito che vede invasori alieni dappertutto, e continua ad acclamare un Cazzaro dopo l’altro.
La capacità di manipolare il prossimo dall’interno della sua stessa mente è l’essenza del potere.
È quello l’interno che conta amministrare.
“Chi controlla la percezione della realtà, controlla la realtà” – Philip K. Dick
Esattamente come Renzi, Salvini non ha in realtà nessun controllo sulla fonte della sua impunità, e del suo potere.
Quella che la magistratura gli punta alla testa per adesso è una pistola scarica. Saranno i media a decidere se e quando metterci le pallottole.
Chi controlla la percezione di Salvini, controlla Salvini.
E l’Italia.
Fonte: Carmilla On Line
Dopo le esternazioni sui giudici del Ministro dell'Interno Matteo Salvini, si sono registrate tante reazioni, di cui abbiamo cercato di dare conto in questo portale, citando le più significative, da quelle del vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura a quelle dell'Associazione Nazionale Magistrati e da quelle, ancor più recenti, della presidenza e della segreteria nazionale di Magistratura Democratica.
Adesso, vogliamo dar voce e parola al post scritto da Andrea Lembo, 32 anni, Avvocato, che nella propria bacheca Facebook ha scritto una breve lettera aperta al ministro, precisando di farlo semplicemente come figlio di un magistrato (il padre, per inciso, è Corrado Lembo, procuratore della Repubblica di Salerno). Un post che, in poche ore, ha accumulato decine di migliaia di like e che riportiamo nella sua interezza. Ciascuno potrà, con autonomia di giudizio, farsi un'idea.
Non prima, tuttavia, di dare atto che lo stesso ministro dell'Interno Matteo Salvini, intervenuto questa mattina nell''Indignato speciale' su Rtl102.5, ha smentito di aver ricevuto una telefonata dal vice premier Di Maio dopo la polemica con i magistrati per i fatti legati alla Diciotti.
"Non ho fatto né un attacco alla magistratura il giorno prima, né una retromarcia il giorno dopo - ha spiegato il vice premier -. Mi sono semplicemente detto sorpreso che una procura siciliana, con tutti i problemi di mafia che ci sono in Sicilia, stia dedicando settimane di tempo a indagare me, Ministro dell'interno, che ho fatto quello che ho sempre detto che avrei fatto e cioè bloccare le navi. È una decisione politica".
"Per carità di Dio - ha aggiunto - non ce l'ho con i magistrati, come non ce l'ho con i dentisti o i tassisti. Se un tassista ti frega, non vuole dire che tutti ti fregano. Ma che ci sia qualche magistrato con chiare e evidenti simpatie politiche non svelo il mistero di Fatima". Concetto poi ribadito sui social, con un post dedicato a Magistratura Democratica, che "sposa la campagna pro-immigrazioneinsieme, tra gli altri, a: Ong, Arci, Potere al Popolo, Rifondazione Comunista e coop varie (compresa la 'Baobab Experience' dove si erano rifugiati gli sbarcati della Diciotti). Poi quello accusato di ledere l'autonomia dei magistrati - scrive - sono io...".
"Caro Salvini, è il figlio di un giudice che ti parla.
Tu dici "io sono stato eletto dal popolo e i giudici no", ed hai ragione. Tu, con il tuo populismo da 4 soldi ti sei presentato alle elezioni, riempiendo la testa della gente di chiacchiere e false promesse (che fino ad ora non hai mantenuto) ingannandola e convincendola a votarti.
I giudici passano la vita a studiare ed a fare concorsi, vengono sbattuti lontani dalle loro famiglie per anni, costretti a non vedere crescere i loro figli per servire lo Stato ed i cittadini; i giudici non si fanno i selfie con la Ferrari o con le granite in mano, ma passano le giornate e le nottate a combattere contro delinquenti da strada e contro mafiosi veri, senza scrupoli, che qualche volta, quei giudici, non li fanno tornare vivi a casa.
Perciò hai ragione, tra te ed un giudice non c'è alcuna somiglianza.
Né di onestà, né di moralità, né di onore"
Andrea Lembo
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