sabato 6 ottobre 2018

Liberazione Totale di Steven Best




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Il discorso integrale, pronunciato al presidio di Roma del 29 settembre 2018, da Johan Martinez, attivista dell'associazione francese 269 Libération Animale (traduzione di Barbara Balsamo)

"Proprio adesso 1900 animali vengono massacrati ogni secondo nel mondo indifferenza totale. 
Si tratta del più grande sfruttamento, della più grande schiavitù che il nostro mondo abbia mai conosciuto.

Veganizzare la nostra società invita alla passività e a non partecipare a questa oppressione, ma consumare non equivale a militare.
Astenersi dal consumo di cadaveri è il minimo che si possa fare.

La militanza oggi deve diventare strategica e orientarsi verso nuove strategie che non rendano invisibili le vittime.
Abbiamo marciato, discusso e negoziato già a sufficienza.

Sono qui di fronte a voi come attivista della associazione francese "269 Libération animale" per rendervi partecipi della assoluta necessità di azione diretta.

Non si combatte per la liberazione "veganizzando" le grandi marche dell' agro alimentare, simbolo e piaga di una società iper-capitalista che mercifica viventi e nemmeno collaborando con coloro che istituiscono l'ingiustizia sociale: lo stato e l'industria.

Lottiamo co-resistendo al fianco degli oppressi, bloccando il sistema produttivo e divenendo una minaccia per l'ordine specista.

Il movimento antispecista è diventato inoffensivo, istituzionalizzato e cooptato dal sistema economico che si arricchisce sulle spalle di miliardi di individui.

Diventiamo dei reali oppositori politici del sistema specista, smettiamola di elemosinare empatia dai nostri concittadini e di parlare in nome di un popolo che non abbiamo nemmeno il coraggio di conoscere.

Il nostro posto è accanto agli animali, il nostro posto è davanti ai coltelli.

Quando si lotta contro una oppressione, mettersi tra l'oppressore e l'oppresso sembra scontato, ma pochissimi lo fanno.

L' azione diretta permette di includere gli animali nella nostra lotta rendendoli visibili.

Non siamo più lì per loro, ma con loro.

È tempo di agire nei luoghi di oppressione, ovunque nel mondo perché l'oppressione non ha frontiere.

Nessun movimento di emancipazione ha agito esclusivamente in modo pacifico, che si trattasse del movimento dei diritti civili negli Stati Uniti o delle suffragette in Inghilterra.

Come diceva Martin Luther King "Quando una legge è ingiusta, abbiamo la responsabilità morale di disobbedire".
Allora disobbediamo ed agiamo per gli animali.

Rifiutiamo di collaborare alle leggi e con le istituzioni che prevedono benessere per gli animali.

Oggi siamo noi che portiamo in strada la resistenza ma non dimentichiamo che in ogni allevamento, in ogni macello, in ogni laboratorio anche gli animali resistono.
Resistono!

Ogni animale che mostra la sua volontà di vivere è un resistente.

Pertanto oggi a Roma non siamo centinaia ma miliardi.

È tempo di dirsi che ogni secondo vengono uccisi 1900 animali, 1900 individui, 1900 personalità.

Resistenza e obbedienza le due qualità del cittadino.
Con l'obbedienza si assicura l'ordine, con la resistenza la libertà.

Oggi noi siamo la resistenza per gli animali

Allora vi dico, è arrivato il tempo dell'azione. 
Vi sto proponendo un radicalismo.

Siamo antispecisti.
Difendiamo l'idea di fare parte del vivente, l'idea che siamo abitanti della stessa terra, che siamo parte di un tutto.

Quindi se uno di noi nel mondo non è libero, nessun altro senziente può sentirsi libero.

Non agiamo per conto di altri, per l'altro. 
Agiamo per noi, perché siamo tutti animali.
Perciò in nome della libertà, dell'uguaglianza dei diritti, nessuna terra dovrà mai più ospitare schiavi.

Lotteremo affinché tutte le oppressioni scompariranno."

Foto di Bruno Stivicevic



Liberazione Totale di Steven Best
(29 settembre 2018 Giornata mondiale per la fine dello Specismo)

Il giorno 29 settembre ultimo scorso si è celebrato a Roma l'evento fine dello Specismo, ringrazio le amiche che mi hanno permesso di esprimere alcuni concetti tratti dal libro di Steven Best "Liberazione Totale", in particolare ringrazio Rossana Mianulli, Pasqualina Bonifacio, Barbara Mugnai, Francesca Chiara, Flavia Fechete, Barbara Carrie Balsamo Badu, Silvietta Antispecista, Marina Kodros e le tante altre persone presenti all'evento, nei precedenti post (qui) e (qui) ho evidenziato gli interventi rispettivamente di Flavia Fechete e di Marco Maurizi, ecco il testo dell'intervento:

Stiamo vincendo qualche battaglia nella lotta per costruire un mondo dignitoso e vivibile per gli esseri umani, gli animali e l’ambiente.
Però stiamo perdendo la guerra.
La guerra contro l’avidità, la violenza, l’accaparramento, il profitto e il dominio.
La guerra contro la supremazia classista, il potere gerarchico, la repressione statale, le multinazionali, le banche mondiali, l’aggressione imperialista e il militarismo.
La guerra contro i sistemi in metastasi della crescita economica, dello sviluppo tecnologico, della sovrapproduzione e del consumismo.
La guerra per fermare il tracollo biologico e l’eco-disastro planetario.
La guerra per salvare le foreste, gli oceani, i fiumi, le paludi, le montagne e il suolo.
La guerra per tutelare la biodiversità.
La guerra contro l’olocausto animale.

Dal punto di vista degli animali il “progresso” è regresso, la scienza è sadismo, l’umanesimo è barbarie e i “lumi della Ragione” portano tenebre e follia.

Il movimento per la difesa degli animali nel suo insieme è oggi il frutto di un vasto processo culturale e di apprendimento che dura da duemilacinquecento anni e che si rifà a culture sia orientali, sia occidentali, dalla gloriosa antichità all’era postmoderna.
Il punto di vista vegano e animalista reca i germogli di un profondo cambio di paradigma, deviando dalle culture dominatrici, dalla violenza predatoria e dall’umanismo patologico, per orientarsi verso una nuova etica e cultura della complementarietà, dell’interconnessione e del rispetto per tutte le forme di vita e, in ultima analisi, per armonizzare la società umana con la natura e la biocomunità.
Nonostante la loro fragilità, i movimenti vegani e quelli per i diritti animali e liberazionisti hanno le potenzialità per far progredire come mai nella storia i diritti, la coscienza democratica, la crescita psicologica e la consapevolezza dell’interconnessione biologica.

Non basta infatti democratizzare il potere, se in questo modo non si fa altro che redistribuire l’autorità e i mezzi per sfruttare e uccidere.

Si deve dunque superare la mentalità strumentalista, trasformare la sensibilità che vede gli animali come mere risorse ad uso umano, indurre profondi cambiamenti nell’identità umana e promuovere il rispetto e l’interconnessione con tutte le forme di vita e con la Terra in generale.
I mutamenti sociali, politici ed economici, per quanto significativi, da soli sono insufficienti, a meno di non essere accompagnati da altrettanto profonde trasformazioni psicologiche.
Ciò richiede una RIVOLUZIONE COPERNICANA nell’etica, nell’identità, nei valori e nella visione degli esseri umani, per mezzo della quale le persone comprendano di APPARTENERE ALLA TERRA E CHE LA TERRA NON APPARTIENE A LORO.

La liberazione umana, quella animale e quella della Terra sono progetti interrelati che devono essere portati avanti come un programma unico; contemporaneamente, bisogna riconoscere la centralità del veganismo nella costruzione di società pacifiche, sane ed ecologiche.
Data questa relazione simbiotica, olistica ed inscindibile, non si deve più pensare alla liberazione umana, alla liberazione animale e alla liberazione della Terra come a lotte sganciate l’una dall’altra, ma bisogna invece parlare di LIBERAZIONE TOTALE.

Steven Best attivista antispecista, questo testo dovrebbe essere distribuito e letto in tutte le scuole del regno!...

Tutti noi antispecisti vorremmo che tutti gli animali fossero liberi, ma al momento attuale l'unica soluzione auspicabile sarebbe che l'essere umano sparisse dal pianeta terra, nel frattempo che questa eventualità si concretizzi (e dai cambiamenti climatici in atto, non dovrebbe essere un momento tanto lontano).

Bisogna pensare agli animali liberati dagli allevamenti e dai macelli, in Italia e nel mondo esistono tanti rifugi o santuari per animali liberati, e bisogna aiutarli.

I rifugi si possono aiutare in tanti modi, il più semplice è destinare il cinque per mille sulle dichiarazioni dei redditi (Non diamo l'otto per mille ai preti!), oppure organizzare delle cene benefit nelle vostre città a favore dei rifugi in ristoranti e locali solo vegan (Non finanziamo gli sfruttatori di animali), ma soprattutto si possono visitare e conoscere gli umani e non umani ospiti delle strutture.

Questi santuari per animali liberi, non traendo reddito dagli animali ospitati, si sostengono – purtroppo il più delle volta con molta fatica – grazie alle sole donazioni dei privati sensibili al tema, che si avvicinano e innamorano alle fattorie.

Come potrete immaginare, mantenere gli animali ha un costo. Fieno, mangimi, verdure e cure veterinarie sono i principali.

Visitare questi rifugi è un’esperienza unica sia per i bambini, che per gli adulti. Si potranno vedere e conoscere da vicino animali che tipicamente non si vedono nei contesti domestici, come maiali, capre, mucche, asini e cavalli.

Per conoscere davvero gli animali da fattoria, l’unico modo è quello di conoscerli e viverli in un ambiente naturale, privo di gabbie e costrizioni.




ISCRIVI, INVITA AMICHE E AMICI, AIUTAMI A FAR CRESCERE IL GRUPPO!

Questo gruppo nasce con l'intento di contribuire alla diffusione di informazioni sulla filosofia vegan e sulla canapa, per un'alimentazione senza l'utilizzo di esseri viventi, per la salvezza di tutti gli animali e la salvaguardia dell'ambiente e anche l'utilizzo della canapa può aiutare al raggiungimento di questi obiettivi, questo gruppo supporta e contribuisce al sostentamento dei rifugi per animali liberati;
E, particolare non da poco, a differenza di alcuni altri gruppi e pagine, qui non c'è alcuna attività commerciale né ritorno economico, non promuoviamo aziende, locali, o eventi commerciali.

Elenco di alcuni dei rifugi supportati


Da Lecobottega una breve descrizione dei santuari ed un elenco aggiornato con i relativi dati per poterli aiutare o per andare a visitarli.

Li chiamano Santuari per animali liberi, oasi o fattorie vegane. Si tratta di luoghi in mezzo alla natura, dove gli animali vivono liberi, senza subire alcuna forma di sfruttamento.

Sottratti dal più triste dei finali, dall’industria della carne e del latte, questi fortunati animali possono vivere la loro intera vita in un habitat naturale adatto alle loro necessità. Qui, possono vivere liberi e in pace, circondati da affetto e amore.

A prendersi cura di questi animali, salvati da sofferenza, paura e maltrattamenti, sono i volontari dei rispettivi rifugi. Persone, anime gentili che nella loro vita il più delle volte hanno già fatto o stanno facendo una scelta cruelty free, per una vita senza alcun tipo di sfruttamento animale. Nell’alimentazione – niente carne, pesce e derivati, per preferire un’alimentazione naturale ricca di cereali, legumi, frutta, verdura e semi. E nel vestire – niente cuoio, lana, piumini e seta.

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