Una nuova vita che si affaccia al mondo è il segno della continuità, della speranza.
Foto by Renata Mallarini
LA NOTTE IN CUI SONO NATA MAMMA VEGANA...
La ragione per cui dovremmo esserlo tutte, e tutti.
Dopo aver messo al mondo la mia bambina venni lasciata in una stanza della sala parto con sei letti separati da tende dove dormivano le puerpere insieme alle gravide che non avevano trovato un posto libero in reparto. Trattandosi della sala parto nessun parente poteva entrare e fare compagnia a queste donne che avevano vissuto o stavano per vivere uno dei momenti più sconvolgenti della loro esistenza. Io mi ritrovai fra loro senza sapere chi fossero né vederle perché le luci erano già spente e giusto filtrava un po’ di chiarore dalla sala adiacente e dalla finestra sotto la quale per mia fortuna mi avevano collocata e da cui potevo osservare una luna luminosa e grande.
La mia testa era come svuotata ed avevo quasi dimenticato di avere una figlia quando arrivò un’ostetrica porgendomi un fagottino vestito di bianco e quel fagottino mi pareva proprio di conoscerlo e sicuramente gli abiti erano quelli che avevo comprato io e lavato e stirato con le mie mani e poi piegati e messi in un sacchetto su cui avevo scritto a caratteri cubitali 1° GIORNO affinché le infermiere non sbagliassero sacchetto né vestiti nei tre giorni previsti di permanenza in ospedale.
Stesa sul fianco accolsi tra le braccia quel pulcino umano che non aveva ancora schiuso gli occhi ma sapeva già come assicurarsi la sopravvivenza, con la piccola bocca protesa come un beccuccio non appena fu vicina al seno afferrò il capezzolo voracemente e un suo pugnetto stringeva il mio dito così forte che non sarei mai potuta fuggire da nessuna parte, sembrava volermi dire.
Se non che questo primo delicatissimo contatto fra mamma e figlia venne interrotto dieci minuti dopo dall’ostetrica venuta a riprendersi la bambina perché era quasi mezzanotte e bisognava dormire, io nella sala parto e la bambina in un altro posto chiamato nido dove stavano tutti i pulcini appena nati mentre le madri riposavano da sole nei loro letti sperando che qualcun altro si prendesse cura dei loro figli, ma io ero troppo stanca anche solo per sperare così riconsegnai la mia poppante o aspirante tale senza opporre alcuna resistenza perché ero nelle mani dell’ostetrica e lei aveva studiato come vanno gestiti i rapporti fra mamma e neonato invece io in quel momento non riuscivo nemmeno a stare su con la testa per quanto mi girava e fu proprio per questo che chiesi qualcosa da mangiare ma a quell’ora non c’era nulla da mangiare in ospedale ovviamente e siccome io insistevo perché mi girava la testa per tutto il sangue perso e che continuavo a perdere e l’ossitocina ancora in circolo e le spinte e sommando che ero a stomaco vuoto dalla sera precedente con molta probabilità sarei svenuta nel letto prima dell'arrivo della colazione, allora l’ostetrica permise a mio marito di entrare un minuto nella sala parto per prendere l’ordinazione e chissà lui qualche bar aperto lo avrebbe forse trovato.
Avevo chiesto un latte di soia ma il neopapà tornò con un latte di mucca perché quello di soia non c’era e ringraziassi iddio che aveva trovato quello e sebbene io non bevessi più latte di mucca pur continuando come già confessato sopra a mangiare qualche volta parmigiano e mozzarella sulla pizza dovetti berlo e ricordo benissimo con quanto disgusto perché fu l’ultima volta che presi il latte della mucca in qualsiasi sua forma mettendo fine così alla ridicola distinzione operata dalla mia coscienza tra latte e derivati. E se smisi è perché in quel momento sentii che non potevo più rendermi complice dell’ingiustizia a cui erano sottoposti individui senzienti come anche sono definiti dal Trattato di Lisbona gli animali e madri come me a cui venivano tolti i figli appena nati e che avevano procreato a seguito di una inseminazione artificiale che in realtà potremmo chiamare più propriamente violenza sessuale perché nessuna mucca ha mai chiesto di essere intrappolata in un bloccatesta e farsi fecondare attraverso l’inserimento di un braccio umano (chissà se almeno lubrificato) nel retto e una lunga pistola nella vulva per raggiungere la cervice che la mano nel retto deve afferrare sicché la barra della pistola penetri l’utero per depositare lo sperma di un toro precedentemente bloccato nel gioco di una gabbia di contenimento che pure subisce la penetrazione della mano nell’ano e poi di una sonda il cui manico deve restare fuori per spingere sulla coda e una persona collegata a una centralina deve inviare scariche elettriche tramite la sonda e in questo modo il toro è forzato a eiaculare e pensare che l’eiaculazione dovrebbe rappresentare l’apice del piacere mentre per il toro è solo il momento clou di una tortura che si ripeterà tante e tante volte ma il mercato non guarda in faccia a queste cose, per il mercato esistono solo la domanda e l’offerta e in questo business gli animali partecipano loro malgrado come numero o codice a barre ossia come merce e questa è la peggiore condanna per un individuo senziente dotato appunto di sensibilità.
Però questa drammatica realtà gli animali non sanno spiegarla a parole e anche se l’Homo sapiens potrebbe intuirla piuttosto agevolmente grazie al suo cervello molto sviluppato e ai sentimenti capace di provare ecco che chi trae vantaggio da questo mercato opera con astuzia e sottigliezza di argomentazioni per alterare la verità affinché l’Homo sapiens pensi che sia giusto non preoccuparsi della tragica sorte degli animali privati della libertà e torturati per la produzione di un latte fra l’altro a lui non necessario perché appartenente a una specie diversa dalla sua e la cui composizione nutrizionale è adatta all’allevamento del vitello e non certo di un bambino che invece dovrebbe bere il latte della sua mamma ma la nostra società è a tal punto snaturata da essere riuscita perfino a trasformare la mamma umana nell’unico mammifero incapace di allattare e così i cuccioli umani vengono allevati con un latte artificiale sottratto alla mamma mucca.
D'improvviso dentro di me il sentimento aveva incontrato il pensiero creando direbbero oggi un gap ossia un divario tra il prima e il dopo parto ora che avevo conosciuto il mio cucciolo da proteggere allattare e amare non tolleravo più l’idea di altre madri private dello stesso mio privilegio né le violenze tra cui e forse più di tutte la separazione della mamma dal cucciolo e del cucciolo dalla mamma, e in verità di questa ingiustizia io ero stata complice per trentaquattro anni.
(di Arianna Fioravanti)
"In natura non esiste Animale più feroce dell'Uomo. Ancor più temibile è colui che non riconosce le colpe della propria specie verso tutte le Creature figlie di Madre Terra. Arduo e doloroso è il compito di Coloro che combattono l'orrore perpetrato dai loro stessi simili. Le Anime di Costoro sono in Armonia con l'Anima Universale, e il loro Spirito palpita all'unisono con ogni forma di Vita Senziente" (cit )
Namastè! 🙏💙💜❤🙏
Molte regioni italiane sono piegate dal maltempo e dallo stato d'allerta e d'emergenza proclamato in diverse città. Il nostro pensiero va a coloro che stanno vivendo ore difficili e agli sfollati del terremoto di due anni fa (e non solo loro) che sembrano fantasmi dimenticati da tutti, in primis dalla Politica. Se troviamo qualcuno in difficoltà (umano o animale non fa differenza), soccorriamolo o chiediamo aiuto. Grazie! 💓
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