martedì 11 dicembre 2018

Il ponte di Olmo Vallisnera

Nessun testo alternativo automatico disponibile.

L'immagine può contenere: strisce e spazio all'aperto

Il Viaggio

Finiti anche i giorni a Bari. Il Festival internazionalista della poesia rivoluzionaria, senza commenti. Bellissimo. Il centro sociale "Caserma liberata" uno spazio ampio, nel verde, pieno di angoli per fare musica, arte, poesia, dibattiti. Mi ricorda in piccolo il forte prenestino di Roma. Un polmone verde in una città adagiata sul mare. Il teatro della ex caserma, uno scrigno. Leggere le poesie e' stato un vero piacere. E un orgoglio personale. Non esistono Festival di poesie sociali in Italia. Solo a Bari. 
Ringrazio tutti e tutte, con il cuore. 
E una promessa: A presto...
Sono appena sceso ad Ancona, altra città che amo. E non solo perché "Patria" di Errico Malatesta. In realtà le città che amo in italia si possono contare sulle dita di una mano. E Ancona e' una di queste. Tanti ricordi. Il mare, l'occupazione del porto da parte delle anarchiche e degli anarchici alcuni anni fa. E molto altro. La temperatura e' decisamente inferiore a Bari ma sempre gradevole. Sui 16 gradi. Riposero' le ossa qualche giorno e poi continuerò verso nord. Quello vero. Quello del freddo invernale. Il mio viaggio partito da lontano, accarezzando la Sicilia, non e' finito. 
Come avrebbe detto mio padre:

Finirai il viaggio 
quando sarai polvere
prima devi solo viaggiare

I poeti sono viandanti
in direzione
della rivoluzione...




Il ponte di Olmo Vallisnera

Il vero degrado di un popolo è nel comando e nell’obbedienza, non in un intonaco scrostato, una vetrina rotta o in una panchina scarabocchiata. E le grida di rabbia non infastidiscono quanto le preghiere dei fedeli ed il silenzio del consenso. La terra si e' tramutata in un outlet adibito al culto della merce, spazio privato chiuso e programmato per ospitare solo gli acquirenti, i venditori e gli immancabili guardiani. La distruzione che sta avvenendo sotto i nostri occhi non è opera nostra, essa viene realizzata, pianificata e condotta contro di noi, il che costituisce un ottimo motivo per cercare di rallentarla, laddove è ancora possibile. Queste inutili comparse di potere vestite del dolore altrui inquinano e consumano le vite di tutti gli abitanti del pianeta. Spingono il delicato equilibrio dell'esistente fin su l'orlo del precipizio. La loro voracità è pari solo alla loro terrificante visione del progresso. Definizione che acquista valenza di morte. Ci indottrinano a correre invece di camminare, a trascurare invece di contemplare, a dormire narcotizzati invece di agire istintivamente, a urlare di gioia ipocrita invece di silenzi determinati. Finchè non realizzeremo la nostra liberazione e cioè quella dai vincoli mentali indotti non riusciremo mai a creare le condizioni per l'altra liberazione, quella degli ultimi fra gli ultimi. L'anarchia è la migliore ginnastica in questo senso, svela le trappole e i lacci del sistema e soprattutto costruisce i ponti per la fratellanza dei viventi. Tutte insieme in un unico semplice abbraccio.

Olmo

(Il quadro raffigurato, nella sua profonda destabilizzazione e introspettivo disagio e' opera dell'artista Brenda De Almeida. Quel volto disperato e drammaticamente "urlante" spinge a una riflessione: le catene imposte da una schiavitù indotta ma refrattaria. Sconfitta ma in lotta. Il terrore negli occhi strappa le convinzioni di cartapesta verso la società del consumo. Il tritatutto moderno. "L'urlo" genera moltitudini di sensazioni contrastanti e le amplifica fino al dolore fisico della segregazione. Un quadro terrificante e metafisico. Quasi "vivo". Le gocce di tempera "escono" e si tramutano in sangue sul pavimento. Come l'arte può insinuarsi nelle nostre paure più recondite...)



L'immagine può contenere: spazio all'aperto e natura

Hai visto lo scoiattolo
col pelo fulvo e fino
rimbalza come un ciottolo
sgattaiola sul pino.
Hai visto lo scoiattolo
circonda il tronco
a trottola percorre tutto il viottolo
saltella e si appallottola.
(Chiara Carminati)

Nessun commento: