sabato 8 dicembre 2018

La pratica del boicottaggio

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Nessun significato 

Se mai il termine delitto avesse un significato, nessun delitto sarebbe peggiore di quello che la società compie sugli sfruttati. 

Se mai l'espressione crimine avesse un significato, nessun crimine sarebbe più vile di quello che alcuni individui mascherati da dotti e sapienti perpetuano ai danni di creature segregate. 

Se mai la parola giustizia avesse un significato, nessuna giustizia sarebbe oltraggiata quanto lo scempio a cui siamo abituati nei confronti della Terra. 

Se mai la tanto acclamata colpa avesse un significato, nessuna colpa sarebbe superiore del nostro assenso-consenso-silenzio al macabro banchetto del potere. 

Se mai il sentimento di empatia avesse un significato, nessuna empatia avrebbe il coraggio di chiedere più tempo a quello sguardo di infinita dolcezza che attraversa le sbarre di una cella fradicia di morte, per poi scavare nelle nostre carni. 

Giorno dopo giorno, notte dopo notte.



Support Hambi Resistance - Milano
La consapevolezza dell'incoerenza, il desiderio di mettersi in discussione, la ri-costruzione di un concetto come quello di Liberazione Totale reso quanto mai fragile da derive capitaliste che hanno ridotto la Terra a supermercato per le multinazionali e laboratorio di sperimentazione a cielo aperto.
L'urgenza e la necessità di non offrire più al sistema crepe nelle quali potersi infiltrare, questi gli spunti più significativi emersi dalla tappa milanese di #SupportHambiResistance, queste le basi su cui lavorare, proiettando la Resistenza di #Hambach sul quotidiano, costruendo una lotta che sia inattaccabile e una soltanto: Earth Liberation is Total Liberation!
Nel ringraziare il Collettivo Zam per aver permesso la realizzazione di una nuova tappa della campagna e chi ha preso parte alla serata, ri-pubblichiamo alcuni aspetti e strumenti pratici per rinnovare una pratica diretta, di facile impiego ed efficace come quella del #boicottaggio.

La pratica del boicottaggio

Un po’ trascurata e troppo spesso sottovalutata, quella del boicottaggio è una pratica molto efficace se applicata nel quotidiano ed espressa senza tralasciare alcuna vittima di sfruttamento, schiavitù e dominio, oltre a rappresentare uno strumento contro il sistema a disposizione di tutt*.
Il termine boicottaggio (boycott), come la pratica stessa, si diffonde sul finire del 1800 a seguito dell’opera di isolamento condotta da un’organizzazione a sostegno dei braccianti irlandesi contro Charles Cunningham Boycott: amministratore terriero che sottopagava e sfruttava i propri dipendenti.
Utilizzata anche come espressione del concetto di disobbedienza civile, ovvero l’opposizione a pratiche che, normalizzate e rese legali dal sistema per tutelare e giustificare l’operato del sistema stesso, minano la libertà dell’essere e dell’ambiente, negli anni la pratica del boicottaggio si è resa protagonista di numerose lotte di liberazione, integrando l’azione diretta.
Multinazionali, marchi e prodotti rappresentano i primi destinatari del messaggio spedito da consumatori e consumatrici attraverso il boicottaggio.
In quanto espressioni pratiche del monopolio applicato dal sistema capitalista sul quotidiano, aziende, lobby e corporation raffigurano anche quell’obiettivo che permette di esprime il proprio dissenso direttamente al sistema stesso.
Si parla di consumatori e consumatrici perché è così che il mercato identifica le persone subordinandole ad esso: soggetti ai/alle quali destinare prodotti che consegnano l’illusione della scelta, mentre al tempo stesso garantiscono il controllo su chi rappresenta una mera fonte economica.
Al lato pratico si tratta di dare un peso politico a quelle che all’apparenza possono sembrare azioni prive di un particolare significato, esprimendole non più accettando passivamente ciò che il mercato indica di comprare, ma attraverso un’analisi critica di ciò che comporta sul piano globale l’acquisto di quel determinato prodotto: supermercati e discount, più o meno piccoli che siano, vanno visti come urne elettorali.
Ogni volta che si acquista un prodotto si esprime il proprio apprezzamento/consenso verso la multinazionale di riferimento, consegnando ad essa non solo il proprio sostegno economico, ma anche la delega a proseguire con le opere di sfruttamento che possono celarsi dietro la commercializzazione di quel dato marchio.


N:B: se un determinato marchio non compare in questo elenco, non significa che il suo acquisto non determini un qualche tipo di sfruttamento, il boicottaggio è una pratica che va rinnovata ogni giorno, mettendosi direttamente in discussione, ponendosi dei quesiti ogni volta che ci si trova di fronte ad un marchio di cui non conosciamo la verità, perché il proprio consumismo potrebbe consumare altre vite e terre.

La straordinaria efficacia della pratica in questione è concentrata in questa presa di posizione: autodeterminazione!
La consapevolezza di come ogni persona abbia nelle proprie mani uno strumento che può mutare il corso degli eventi, spostando consumatori e consumatrici dal ruolo di complici inconsapevoli delle forme di sfruttamento più svariate, ad elementi attivi del processo di liberazione della Terra e di ogni vivente.
A differenza del passato, il boicottaggio oggi può contare su di una minuziosa informazione virale che permette di identificare con facilità gli obiettivi di tale pratica, spesso applicata non solo su singoli marchi e multinazionali, ma anche nei confronti di governi e stati.
Come nel caso della campagna BDS (Boycott, Divestment, Sanction) contro la repressione di Israele ai danni del popolo palestinese.
Attenzione però a non confondere il destinatario della pratica, non rappresentato dalle singole persone, ma dallo stato di Israele ( in quanto istituzione ed espressione del sistema), dagli enti e dalle multinazionali che contribuiscono il mantenimento del regime fascista in questione.
Una fragilità del boicottaggio può essere attribuita al fatto che molto spesso viene espressa (tramite campagne e mobilitazioni) in modo settoriale, non tenendo presente il destinatario ultimo del messaggio, ma la necessità del momento, finendo per trascurare aspetti importanti.
Il veganismo, punto di partenza del percorso Antispecista, se espresso con cognizione di causa (ignorando le derive salutiste, dietiste e modaiole espressioni di un latente antropocentrismo) e nel rispetto dei valori che dovrebbero contraddistinguerlo, tra cui l’anticapitalismo, racchiude la chiave per prendere definitivamente le distanze da un sistema che, direttamente o indirettamente, punta al dominio di ogni singol* vivente, ripartendoli tra destinatari di un bene in quanto fonte di guadagno da monopolizzare, e chi sacrificabile ai fini della produzione.

Informazione Boicottaggio Azione diretta

Tre aspetti imprescindibili tra di loro, che integrandosi a vicenda costituiscono la lotta di Liberazione, espressione che ormai non dovrebbe più necessitare di distinzioni o specifiche, perché tale solo se prevede quella di tutt*!

Fonte: Earth Riot



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Non tutti conoscono la bellezza del significato del modo di dire “in bocca al lupo”.
L’augurio rappresenta l’amore della madre-lupo che prende con la sua bocca i propri figlioletti per portarli da una tana all’altra, per proteggerli dai pericoli esterni. Dire ‘in bocca al lupo’ e’ uno degli auguri più belli che si possa fare ad una persona. E’ la speranza che tu possa essere protetto e al sicuro dalle malvagità che ti circondano come la lupa protegge i suoi cuccioli tenendoli in bocca. 
Da oggi in poi non rispondete più "crepi" ma "viva il lupo!"

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