giovedì 22 agosto 2019

La foresta Amazzonica sta bruciando a ritmi vertiginosi e il fumo è visibile dallo spazio

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Ma vi rendete conto, voi che continuate a mangiare carne, che Bolsonaro sta distruggendo l'Amazzonia, il polmone verde del mondo, i suoi abitanti e tutti gli animali che vi abitano solo per poter avere a disposizione più terreni per coltivare foraggio da dare da mangiare agli animali che poi voi mangiate???
Ma non ci pensate al vostro futuro, a quello dei vostri figli e del mondo intero???
E non trovate la scusa che tanto il Brasile è lontano, perché quello che sta avvenendo là ci riguarda eccome!!!
Non è vero che voi potete fare poco; potete fare tanto: basta smettere di mangiare carne!!! E anche alla svelta, prima che sia troppo tardi!
Ma è mai possibile che il vostro stomaco conti più della vostra vita, di quella dei vostri figli se ne avete, di quella dei vostri nipoti se ne avete???



La foresta Amazzonica sta bruciando a ritmi vertiginosi e il fumo è visibile dallo spazio

L’agenzia di ricerca spaziale brasiliana ha registrato quest’anno un numero record di incendi nella foresta amazzonica.
Secondo i dati diffusi dal National Institute for Space Research (Inpe) brasiliano, infatti, quest’anno gli incendi che hanno interessato la foresta pluviale sono stati più di 74mila, l’83% in più rispetto a quelli registrati nel 2018.


Solo dallo scorso giovedì l’Inpe ha osservato più di 9500 incendi boschivi, il cui fumo è ben visibile dai satelliti della NASA.
Le fiamme stanno interessando soprattutto le aree boschive in Rondonia, Bolivia e Brasile: il fumo nero e denso trasportato dai venti ha raggiunto anche le città e oscurato completamente San Paolo per circa un’ora lo scorso lunedì.
Gli incendi si verificano spesso nella stagione secca in Brasile, ma secondo l’Inpe un numero così elevato di roghi non è il linea con le medie normalmente registrate e l’aumento degli incendi non dipende dal clima. Il caldo e la siccità favoriscono la diffusione degli incendi ma i fuochi sono appiccati dall’uomo, deliberatamente o per caso.
Incendi foresta amazzonica 2019Incendi Amazzonia 2019
L’elevato numero di roghi registrato quest’anno sarebbe da attribuire all’uomo, per liberare la terra dagli alberi che impediscono l’allevamento di bestiame, l’agricoltura e altre attività produttive.
Il governo brasiliano guidato dal presidente Bolsonaro anziché intervenire a protezione della foresta incoraggia taglialegna, agricoltori, allevatori e minatori ad abbattere gli alberi, così da poter utilizzare la terra per le proprie attività.
La politica di Bolsonaro sta lavorando per favorire lo sviluppo economico del paese a scapito della conservazione della foresta pluviale e questo provoca perdite di alberi a un ritmo accelerato, annullando gli sforzi dei governi precedenti, che negli ultimi dieci anni erano riusciti a ridurre la deforestazione grazie a controlli mirati e sanzioni.
La foresta amazzonica è la più grande foresta pluviale del mondo e oltre ad ospitare circa tre milioni di specie animali e vegetali e un milione di indigeni, rappresenta un deposito di carbonio indispensabile per rallentare il riscaldamento globale.
La perdita di un polmone verde come l’Amazzonia non potrà che peggiorare gli effetti del riscaldamento globale e questo avrà ripercussioni su tutti noi, ma come spesso accade la salute della Terra e dei suoi abitanti sembra contare meno degli interessi economici.
Da quando Bolsonaro è in carica la deforestazione in Brasile è cresciuta dell’88% e gli incendi sono aumentati in modo vertiginoso. Il presidente Bolsonaro ha accusato l’Inpe di divulgare informazioni false in merito alla portata della deforestazione, con lo scopo di minare la credibilità del governo e la reputazione del paese all’estero.
Il lavoro dell’agenzia spaziale è stato difeso dai principali istituti scientifici e dall’ex direttore dell’Inpe, Ricardo Galvao, licenziato dopo aver assicurato che dati diffusi dall’agenzia sono precisi e accurati.
Fonte: Green Me
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RIASSUMENDO...
1] La Groenlandia perde 11 miliardi di tonnellate di ghiaccio al giorno
[2] Entro pochi decenni potremmo dire addio ai ghiacciai delle Alpi
[3] La Siberia sta andando a fuoco mandando tonnellate di gas serra nell'atmosfera (e continua). Tonnellate? Sì. La CO2 emessa in atmosfera ha raggiunto le 166 milioni di tonnellate, un valore pari all’emissione annuale di tutte le 36 milioni di auto presenti in Italia. Ma non finisce qui, perché all’emissione diretta va aggiunta anche quella indiretta dovuta al fatto che i milioni di alberi bruciati non potranno più assorbire anidride carbonica e rimpiazzarla con ossigeno. Una volta che le ceneri si depositeranno sui ghiacci artici, inoltre, diminuiranno la loro albedo facilitando così la loro fusione. E sapete cosa c'è sotto quei ghiacci? Altro carbonio pronto a diventare anidride carbonica e metano. 
[4] Lo scorso luglio è stato il mese più caldo mai registrato. Di sempre.
[5] Tra una ventina di anni l'artico potrebbe restare senza ghiacci
[6] Il nuovo governo brasiliano ha duplicato il disboscamento dell'Amazzonia
[7] Presto un quarto della popolazione mondiale rimarrà senza acqua
[8] Il cambiamento climatico destabilizzerà la geopolitica nel breve termine
[9] Parti del pianeta densamente popolate saranno invivibili a causa del caldo

Notate che fino a qualche anno fa si parlava di fenomeni attesi per il 2100, mentre adesso stiamo parlando del 2030-2050, cioè di dopodomani.
E parliamo di estinzione - veramente - con un finale davvero poco piacevole.
Nell'agenda politica della maggior parte dei paesi questi problemi non vengono nemmeno sfiorati, mentre noi assuefatti non abbiamo idea di dove iniziare per cambiare le cose, a conferma che «così finisce il mondo / non in un baccano ma in un piagnisteo.



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