venerdì 23 agosto 2019

MA LA CARNE E’ NECESSARIA? Nessuno ti costringe ad essere crudele



Ai bambini, piacciono gli Animali vivi!
Se fossero informati su ciò che viene chiamato:
prosciuttino, bistecchina, wurstel, hamburger, ecc… si rifiuterebbero di certo di mangiarli!


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MA LA CARNE E’ NECESSARIA? Nessuno ti costringe ad essere crudele

di Franco Libero Manco

Un simile concetto può essere giustificato solo nella necessità di dover scegliere tra due mali quello minore, ma nella decisione di mangiare o no carne dov’è il male minore?

Quello della rinuncia ad un piacere?

E come può essere giustificata un’ingiustizia con un piacere?

La natura non ti costringe ad essere ingiusto, a reprimere il sentimento di compassione e di pietà verso la vittima, se non in casi di estrema necessità di sopravvivenza, diversamente è solo una patetica, ipocrita scappatoia per giustificare la tua volontà a non rinunciare a ciò che ti piace.

Dici che ti dispiace della sorte dell’animale, che sei convinto che uccidere sia un fatto ripugnante, che è un’azione riprovevole, però accetti che si compia questa ingiustizia, mentre certamente non avresti il coraggio di farlo con le tue mani.
Sei consapevole che l’animale soffre ma anteponi il tuo piacere alla vita e al dolore dell’animale.



Tutto ciò che succede all’interno dell’universo resta nel Tutto e nulla si disperde.

Così recita la legge della conservazione degli elementi enunciata da Lavoiser nel 1789.

Ma c’è un’altra legge, quella della meccanica che recita “Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria” e dimostra che tutto è conseguenza, tutto si paga perché come si semina così si raccoglie.

E non bastano le nostre giustificazioni a scagionarci e ad evitare la karmica onda di ritorno.

Non vi è essere vivente che non sia soggetto alla legge del dolore, dall’insetto alla balena.
Tutto ciò che esiste è soggetto al dolore, dal filo d’erba alla sequoia, anche se i nostri sensi non sono così sviluppati da percepire il loro dolore.

L’angoscia dell’animale durante la prigionia e l’angoscia della sua uccisione resta nelle sue carni martoriate ed entrano a portare disordine energetico, spirituale e fisico in colui che se ne nutre.


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“Uccidere gli animali per nutrirsi del loro sangue e delle loro carni è una delle più deplorevoli e vergognose infermità della condizione umana. Questo nutrimento contiene in se i principi irritanti e putridi che agitano il sangue e abbreviano la vita dell’uomo. Verrà il tempo in cui gli uomini aborriranno il consumo di carne come ora noi aborriamo il cannibalismo”.

(Alphonse Lamartine, poeta francese, 1790-1869)

“Quanto più presto ed estesamente noi introdurremo nelle scuole un’educazione più umanitaria e favoriremo lo spirito di giustizia e bontà verso tutte le creature inferiori, tanto più presto ed estesamente raggiungeremo le radici della crudeltà e del crimine”.

(Miriam Ferguson, governatore del Texas)

“Oh mangiatore di carne, tu non sei un essere umano. Non accompagnatevi con un mangiatore di carne, perché anche la sua sola compagnia è dannosa per la devozione al Signore. Credimi, amico, coloro che mangiano carne e pesce e bevono bevande inebrianti, saranno tutti estirpati come le erbacce sono estirpate da un fertile campo e gettati dentro un’oscura valle di morte. Tutta la carne è una che sia di uccello, di cervo o di vacca e coloro che la mangiano andranno direttamente all’inferno con gli occhi aperti”.

(Kabir, poeta Sufi)

“L’uomo è l’essere più simile agli dei per questo deve nutrirsi nel modo più simile a loro”.

(Musonio Rufo)

“Se mostri amore ad un essere umano egli ti ripaga rendendotene grazie e ricambiando il tuo amore, ma se risparmi un insetto, un pesce o un uccello, oppure una pianta o un cespuglio e anzi mostri loro amore, è a Dio che lo offri. E quando Gli starai di fronte Egli magari ti chiederà: Perché hai calpestato quel verme? Perché hai strappato o gettato quei fiori? Perché hai spezzato quel ramo? Tutto questo lo hai fatto a Me”.

(Hermann Hesse)


LE URLA DEGLI #AGNELLI

…Ma in una società come la nostra, totalmente profana, in cui nulla è più sacro e gli unici timori concessi sono legati alla materia, la catena di morte del macello non è che una realtà tra le altre. Le urla degli agnelli sono un rumore di fondo, uno dei mille rumori che frastornano i nostri giorni.
E forse non sapere ascoltare questo lamento è il non saper ascoltare tutti i lamenti — i lamenti delle vittime delle guerre, dei malati, dei bambini torturati, uccisi, delle persone seviziate, abbandonate, dei perseguitati, di tutte quelle voci che invano gridano verso il cielo.

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