domenica 29 maggio 2022

AGGRESSIVITA’ E VIOLENZA UMANA



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AGGRESSIVITA’ E VIOLENZA UMANA

Di Franco Libero Manco

“Finchè gli uomini si ciberanno come le tigri in essi permarrà la natura della tigre” (Anne Kinsford)

Gli alimenti sono in grado di condizionare il biochimismo cerebrale, il pensiero e quindi il comportamento delle persone.

Vi è un legame profondo tra il causare violenza agli animali ed essere inclini alla violenza verso gli esseri umani. Il 34% dei criminali che hanno commesso violenze sui bambini hanno sperimentato la propria violenza sugli animali.

Cause sociali. Se aumenta la popolazione aumenta la richiesta di cibo. Se aumenta la richiesta di cibo deve aumentare la produzione agricola. Se aumenta la produzione agricola aumenta l’inquinamento del suolo per l’uso di pesticidi e concimi. Se aumenta l’inquinamento del suolo per l’uso di pesticidi e concimi aumentano le malattie. Se aumentano le malattie diminuiscono le risorse umane ed economiche. Se diminuiscono le risorse umane ed economiche vengono a generarsi tensioni che spesso sfociano in conflitti anche armati. Statistiche comparative documentano un aumento parallelo tra consumo di carne e incremento della violenza e della criminalità specialmente nei paesi più sviluppati.

La carne, compresa quella di pesce, fa aumentare i livelli dell’aminoacido tirosina e l’accumulo nel cervello dopamina e adrenalina che sono i due neurotrasmettitori responsabili della grinta e dell’aggressività tipica degli animali predatori, mentre fa diminuire il livello di serotonina (la cui produzione viene stimolata dagli alimenti vegetali) e di triptofano, con conseguente nascita di un comportamento energico, aggressivo e violento.

Gli alimenti vegetali, essendo ricchi di amido e fibra, influenzano la concentrazione di triptofano nel cervello aumentandone la disponibilità ad essere trasformato in serotonina la quale ha la caratteristica di predisporre l’uomo alla serenità, alla tolleranza, alla creatività, alla socievolezza, al superamento degli stadi d’ansia e di depressione, al controllo del desiderio smodato di dolci, al rilassamento, alla calma, al comportamento pacifico, alla gioia, al gioco ecc. Inoltre l’alimentazione vegetariana ha la peculiarità di indurre il ritmo di base “alfa” che caratterizza un cervello cosciente e vigile accompagnato da un senso di benessere generale analogo allo stato di meditazione che permette all’individuo di entrare in contatto con le realtà più profonde della sua vera natura favorendo immaginazione e creatività.

Da molti decenni la scienza dell’alimentazione ha evidenziato il fattore adrenalina, cioè l’enzima dell’aggressività secreta dalle ghiandole surrenali quando un organismo è in pericolo di vita. Coloro che mangiano la carne introducono nel loro organismo questa adrenalina che si trova nelle carni degli animali terrorizzati nel momento della macellazione. Ed è proprio questa adrenalina che provoca il carattere bilioso, violento, aggressivo, antisociale, diffidente, chiuso, egoista.

Anche la sottrazione di calcio operato da parte degli alimenti scompensati sotto il profilo acido/basico genera aggressività nell’individuo. Il latte della specie umana ha una percentuale di 1 a 3 nel rapporto calcio-fosforo, mentre la carne ha un rapporto di 1 a 50. Un eccesso di fosforo comporta la caduta del tasso di calcio con conseguente instaurazione nel comportamento umano di irritabilità e aggressività.

Con oltre 30 gr di proteine al giorno si acidifica il pH del sangue. Il nostro organismo non tollera una diminuzione di tale livello di alcalosi e cerca di neutralizzarla attingendo alle sue riserve alcaline.

Alimenti acidificanti sono carne, cereali, formaggi, uova, zucchero industriale, i nervini, le bevande alcoliche, lo yogurt. Sono invece alcalinizzanti la frutta fresca, gli ortaggi, alcuni semi come le mandorle.

Ricercatori dell’università di Oxford, dopo una lunga serie di test condotti sugli studenti, hanno individuato il rapporto esistente tra pH del sangue che nutre il cervello e l’acume intellettivo rilevando che tale acume aumenta proporzionalmente alla “basicità” del sangue che arriva al cervello.

La mente influenza il corpo attraverso i neurotrasmettitori (acetilcolina, dopamimina, serotonina, istamina, adrenalina e noradrenalina). I pensieri e le emozioni sono uno dei fattori centrali della salute. L’ansia per es. colpisce lo stomaco, la rabbia il fegato, la paura i reni e i polmoni. Quando si abbassano le difese immunitarie restano compromessi anche i processi mentali.

Il premio Nobel Alexis Carrel fin dal 1930 ha messo in relazione alimentazione carnea e aggressività umana, di cui trattarono nelle loro opere pedagogiche Locke e Rousseau. Carrel divideva l’umanità in orientali prevalentemente vegetariani e nonviolenti e occidentali prevalentemente carnivori e violenti.

Alcuni versi delle Georgiche del mite Virgilio, il poeta amante della natura, degli animali, della pace e della vita semplice. Dice Virgilio che una convivenza pacifica e serena caratterizzava l’umanità nell’età dell’oro, in cui non ci si cibava della carne e non vi erano guerre. (Virgilio, Georg. II° vv.536-540)”. Anche prima che regnasse Giove e prima che esseri empi si cibassero di giovenchi uccisi, l’aureo Saturno conduceva questa vita sulla Terra; gli uomini non avevano ancora udito suonare le trombe di guerra o il crepitio delle spade poste sulle dure incudini”.
A Glucone che chiedeva della carne Socrate spiegò la relazione tra alimentazione carnea e guerra. Gli allevamenti sottraggono terreno all’agricoltura, richiedono nuovi spazi e costringono la città ad invadere i paesi vicini.

Las Casas dice che gli Indios del Sud America erano vegetariani e di essi dice “Questi popoli si nutrono alla stessa maniera dei nostri eremiti nel deserto; sono dolci, servizievoli, umani, leali, docili”.

Le popolazioni per tradizione vegetariane sono notoriamente pacifiche e non conoscono la guerra. Come gli Hunza del Kashmir, i russi del Caucaso, gli indiani del Toda (India), gli indiani dello Yucatan (centro America), i Vilcabamba nell’antico Perù, gli indigeni del Monte Hagen nella Nuova Guinea, i Carani Guaranti dell’America del Sud, certe tribù dell’Africa o gruppi di Indios del Brasile nord-occidentale o gli Indios Piaroa in Venezuela, queste hanno saputo costruire una società molto pacifica volta alla cooperazione. Non c’è traccia di aggressività nell’educazione dei loro bambini e l’odio è sconosciuto.

Il Corriere della Sera, 7 gennaio 07: I più intelligenti scelgono la dieta vegana. “Chi ha un buon quoziente intellettivo (QI) a dieci anni ha maggiore probabilità di diventare vegetariano da grande. Lo suggerisce uno studio pubblicato sulla rivista British Medical Journal. La rivista “Viversani” riprende l’argomento con un articolo dal titolo “Vegetariani, da bambini erano più intelligenti” in cui si dice: “Secondo uno studio pubblicato sul British Medical Jiurnal chi diventa vegetariano prima dei 30 anni, probabilmente da bambino aveva un quoziente intellettivo superiore al normale (con una media di 5 punti in più)”. Lo studio ha coinvolto più di 8.000 persone che all’età di 10 anni erano state sottoposte ad un test di intelligenza. Dopo 20 anni è stato preso in considerazione il loro tipo di alimentazione. Si è scoperto che i maschi vegetariani avevano totalizzato 106 punti, contro i 101 dei non vegetariani, mentre le donne vegetariane 104 punti contro i 99 delle non vegetariane. I ricercatori sostengono che questa è la dimostrazione scientifica del fatto che le persone più intelligenti sono anche le più sane.

Se basta essere vegetariani per aumentare la propria intelligenza con l’essere vegani non si può che ottenere il massimo dei benefici. Il prof. Armando D’Elia nel suo libro “Miti e realtà dell’alimentazione umana” dichiara: Ricercatori dell’Università di Oxford, dopo una lunga serie di test condotti su studenti, hanno individuato il rapporto esistente tra il pH del sangue che nutre il cervello e l’acume intellettivo rivelando che tale acume aumenta proporzionalmente alla “basicità” del sangue che arriva al cervello.


“Le grandi idee arrivano nel mondo con la dolcezza degli uccelli. Forse, se ascoltiamo bene, udiremo, tra il frastuono degli imperi e delle nazioni, un debole frullìo d’ali, il dolce fremito della vita e della speranza” (Albert Camus)
Volare alto sopra il rumore prodotto incessantemente non è per nasconderlo alle nostre orecchie, ma per ricondurci al silenzio che concilia e rigenera. Il silenzio non è assenza di parole, ma è la Luce sommersa dell’Inconscio che, venendo in superficie, porta a consapevolezza l’Animale Naturale che soffochiamo dentro di noi fino a non saperlo più neppure riconoscere né individuare. Il silenzio è comprensione interiore che ci fa riscoprire che l'<<altro da sé>> è parte viva e vivente di noi stessi.
A tutti l’augurio di una serata serena che predisponga lo spirito alla quiete e allontani la violenza, anche verbale, a cui sembriamo talvolta quasi assuefatti.
La gentilezza chiama gentilezza, e riverbera il riflesso di un mondo di pace e amorevole.
Namasté.

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