venerdì 10 giugno 2022

LA GRANDE FOLLIA


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LA GRANDE FOLLIA

di Franco Libero Manco

La specie umana da sempre ha l’attitudine a distruggere se stessa. Pare che almeno metà delle sue risorse vengano dissipate in tal senso. Oggi si vive nell’illusione di essere liberi, di vivere in una società di diritto, di democrazia; una società in cui si crede che lo Stato tuteli il bene personale e collettivo: in realtà la politica, l’economia e la cultura, umanistica, scientifica e religiosa, è profondamente condizionata dai grandi centri di potere, dalle lobby petrolifere, chimiche, farmaceutiche, zootecniche, alimentari il cui principale obiettivo è il profitto: vendere a qualunque costo e con qualunque mezzo i loro prodotti, anche al prezzo di tensioni e di epidemie planetarie.

Uno stato di cose che genera sonnolenza morale, mentale, malattie, dipendenza, insicurezza (che stronca ogni progetto futuro), materialismo, egoismo. E i governi, i media, le università, (se non totalmente, in parte) sono conniventi con questo sistema da suicidio collettivo. Avere una propria coscienza critica, essere in buona salute e la tendenza al quieto vivere è contro il sistema che vuole una popolazione ignorante, bisognosa, frastornata, malata, violenta perché solo in questo modo si è funzionali al meccanismo. Diversamente a che servirebbero gli eserciti, tutte le polizie, le industrie delle armi (fatta la bomba bisogna provarla), i tribunali, le carceri, gli istituti di sperimentazione, gli ospedali, i medici ecc.? Meglio la guerra che la mancanza di lavoro.

Questa umanità, di ciechi e di sordi, corre veloce verso un precipizio: è come tagliare il ramo su cui si è seduti. L’essere umano, con la sua perniciosa presunzione, si è posto in antitesi con l’ordine naturale delle cose ed è riuscito ad alterare tutti gli equilibri biologici del pianeta: dubito che sarà in grado di ripristinare la condizione perduta. L’umanità, come un melanoma per il pianeta, sta divorando le ultime risorse naturali nella più totale irresponsabilità di chi governa.

Lo stato di inquinamento ha raggiunto livelli letali: produce ogni anno più vittime della guerra. Il sollevamento dei mari, a causa dello scioglimento progressivo dei ghiacciai, inghiottirà coste o intere aree geografiche. Gli equilibri politici tra stati minacciano ogni momento di precipitare in una guerra definitiva. L’Occidente non ha la possibilità di bloccare l’immane esodo biblico delle popolazioni più povere, sempre più affamate e sfruttate. Tutto questo si verifica ora, nel 2022, con una popolazione mondiale di quasi 8 miliardi. Ma che cosa succederà quando tra qualche decennio la terra dovrà ospitare e sfamare 10 miliardi di individui? Se un orto può sfamare al massimo dieci persone se queste diventano venti, dieci dovranno morire. E’ nell’ordine naturale delle cose. Che ne sarà delle ultime foreste depredate per far posto alle monoculture e agli allevamenti intensivi?

L’incremento demografico è la più sottovalutata quanto minacciosa spada di Damocle che grava sul genere umano; ma c’è chi ancora crede che crescere e moltiplicarsi sia una benedizione di Dio. Ogni capo di bestiame di grossa mole consuma giornalmente derrate alimentari quanto 9 persone; ma c’è chi spinge al consumo di prodotti carnei: “mangiare la carne fa bene”, lo dice il medico, lo dice la televisione, lo dice il prete. “Consumate più pesce perché fa bene alla coronaria”, così dicono i nutrizionisti del sistema, anche se tra pochi anni gli oceani saranno pozzanghere senza vita.

La nuova era geologica, detta antropocene, caratterizzata dall’influenza negativa dell’uomo sul pianeta, si manifesta nel cambiamento climatico che genera enormi aree desertiche, fenomeni atmosferici estremi in cui si passa da siccità roventi a settimane di piogge alluvionali. Presto l’acqua sarà più importante del petrolio, così diceva Boutros Ghali, ex segretario generale dell’Onu e le prossime guerre saranno per l’acqua. Dal 1948 al 2017 le Nazioni Unite hanno registrato 37 incidenti politici che hanno portato a conflitti aperti legati a questo bene vitale. E che importa se per produrre un solo kg di carne di manzo si abbattono 12 mq di foresta, si consumano 50 mc di acqua potabile ed emette 36 kg di Co2? L’importante e non rinunciare alla bistecca: si rischia la guerra civile da parte degli allevatori, dei macellai e dei mangiatori di animali e soprattutto da parte di chi trae profitti dalle cura delle malattie che questo sistema produce.

Solo da una cultura libera dai condizionamenti economici dei grandi capitalisti è possibile sperare in una rinascita. Cambiare i sistemi non serve a nulla se prima non cambia la coscienza e il pensiero della gente comune e soprattutto dalla capacità di sentirsi personalmente responsabili.

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