Solo quando saremo diventati non violenti verso tutta la vita, avremo imparato a vivere bene con noi stessi.
Cesar Chavez
(Foto by Gabriella Sorba)
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di Franco Libero Manco
“Finchè gli uomini si ciberanno come le tigri in essi permarrà la natura della tigre”.( Anne Kinsford )
Oggi la biochimica dei neurotrasmettitori è in grado di spiegare scientificamente le radici alimentari dell’aggressività umana. Gli alimenti, infatti, condizionano il biochimismo cerebrale, il pensiero e quindi il comportamento delle persone.
La demolizione delle proteine animali comporta la liberazione di alcuni aminoacidi precursori di neurotrasmettitori che hanno la capacità di condizionare il comportamento degli uomini. Questo avviene perché la carne, compresa quella di pesce, fa aumentare i livelli dell’aminoacido tirosina e l’accumulo nel cervello dopamina e adrenalina che sono i due neurotrasmettitori responsabili della grinta e dell’aggressività tipica degli animali predatori.
La carne fa diminuire il livello di serotonina (neurotrasmettitore sintetizzato a partire dal triptofano) la cui produzione viene stimolata dagli alimenti vegetali. Un eccesso proteico comporta carenza di triptofano e serotonina con conseguente nascita di un comportamento energico, aggressivo e violento.
Gli alimenti vegetali, essendo ricchi di amido e fibra, influenzano la concentrazione di triptofano nel cervello aumentandone la disponibilità ad essere trasformato in serotonina la quale ha la caratteristica di predisporre l’uomo alla serenità, alla tolleranza, alla creatività, alla socievolezza, al superamento degli stadi d’ansia e di depressione, al controllo del desiderio smodato di dolci, al rilassamento, alla calma, al comportamento pacifico, alla gioia, al gioco ecc. Inoltre l’alimentazione vegetale ha la peculiarità di indurre il ritmo di base “alfa” che caratterizza un cervello cosciente e vigile accompagnato da un senso di benessere generale analogo allo stato di meditazione che permette all’individuo di entrare in contatto con le realtà più profonde della sua vera natura favorendo immaginazione e creatività.
Il triptofano, essendo un aminoacido “essenziale” è presente nel cibo vegetale ma anche nella carne. Però il triptofano della carne, come degli altri cibi iperproteici, invece di incrementare nel cervello la serotonina ne provocano la diminuzione, perché all’aumentare nel sangue del triptofano aumentano anche altri due aminoacidi, la leucina e la tirosina in misura maggiore del triptofano i quali impegnano i meccanismi di trasporto degli aminoacidi a scapito del triptofano che giunge nel cervello in dosi molto basse provocando, di conseguenza una diminuzione della serotonina con conseguente nascita di aggressività, angoscia, agitazione, propensione alla lotta. Platone consentiva l’uso della carne solo ai soldati che partivano per la guerra.
Anche la sottrazione di calcio a causa degli alimenti scompensati sotto il profilo acido/basico genera aggressività nell’individuo. Il latte della specie umana ha una percentuale di 1 a 3 nel rapporto calcio-fosforo, mentre la carne ha un rapporto di 1 a 50. Un eccesso di fosforo comporta la caduta del tasso di calcio con conseguente instaurazione nel comportamento umano di irritabilità e aggressività. Statistiche comparative documentano un aumento parallelo tra consumo di carne e incremento della violenza e della criminalità specialmente nei paesi più sviluppati, cioè tra coloro che mangiano più carne, pesce e derivati animali.
Altra causa di aggressività umana è lo zucchero raffinato, vero e proprio ladro di calcio e di vitamine del complesso B (quelle necessarie al corretto funzionamento delle cellule cerebrali. E’ stato più volte sperimentato che all’aumentare dello zucchero nella dieta umana aumenta l’aggressività e l’irritabilità, specialmente nei bambini e l’individuo è più sensibile allo stress; per contro ad una riduzione del quantitativo di zuccheri raffinati diminuisce notevolmente l’ansia, la competizione, il comportamento violento dell’uomo. (Spunti tratti dal libro del prof. Armando D’Elia “Miti e realtà nell’alimentazione umana”.
Le popolazioni per tradizione vegetariane sono notoriamente pacifiche e non conoscono la guerra. Come gli Hunza del Kashmir, i russi del Caucaso, gli indiani del Toda (India), gli indiani dello Yucatan (centro America), i Vilcabamba nell’antico Perù, gli indigeni del Monte Hagen nella Nuova Guinea, i Carani Guaranti dell’America del Sud, certe tribù dell’Africa o gruppi di Indios del Brasile nord-occidentale o gli Indios Piaroa in Venezuela, hanno saputo costruire una società molto pacifica volta alla cooperazione. Non c’è traccia di aggressività nell’educazione dei loro bambini e l’odio è sconosciuto.
“Quelli che negano che i diversi cibi possono rendere un uomo dissoluto o responsabile, mediocre o illuminato, vengano pure da me. Gli farò seguire le mie regole pratiche sui cibi e bevande e prometto che le loro doti filosofiche e morali si svilupperanno notevolmente, che percepiranno un incremento nei poteri della mente, che avranno più genialità, più memoria, più prudenza, più diligenza”. Galeno
“Se mangerete il cibo giusto sarete stupefatti, entrerete in un altro ordine di vibrazioni, vi sentirete legati all’universo ed in armonia con esso, godrete di uno straordinario stato di pace, di pienezza e di felicità” (Omraam Mickael Aivanhov, filosofo e pedagogo bulgaro, 1900-1986).
Con grande entusiasmo vi annunciamo che Domenica 13 Novembre, in occasione del pranzo a sostegno degli abitanti del Rifugio, Rita Ciatti scrittrice e attivista ci presenterà il suo libro “ma le pecore sognano lame elettriche?” un testo che analizza il nostro rapporto con gli animali alla luce dello specismo.
Il titolo, in omaggio al noto capolavoro di Philip K. Dick (“Ma gli androidi sognano pecore elettriche?”), ci mette in guardia da soluzioni future ancora più alienanti e distruttive per gli animali che passano sotto il nome di “benessere animale” e che, nel pretendere di migliorarne leggermente le sorti, ne ribadiscono e continuano a legittimarne il silente sterminio.
Questo libro è sicuramente portatore di una visione radicale, ma ormai non più rimandabile.
La protagonista della foto è Allegra, adottata a distanza da Rita e suo marito Andrea. Una parte del libro è dedicata alla storia di Allegra e della sua mamma Eva: dal dominio dell’uomo alla liberazione.
Non perdetevi questo bellissimo incontro e ricordatevi che per partecipare è necessario dare conferma tramite messaggio.
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