venerdì 31 gennaio 2025

I DANNI DEI PRODOTTI ANIMALI ALLA SALUTE UMANA


La dolcezza
ti piega in due
e qualcuno osa ancora
chiamarla debolezza.
Massimo Bisotti



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I DANNI DEI PRODOTTI ANIMALI
ALLA SALUTE UMANA


Il consumo di carne, pesce, formaggi, latticini e uova

condanna alle cure farmacologiche perché…

generano radicali liberi,

leucocitosi digestiva,

crisi enzimatica,

carenza di vitamine,

aumento di colesterolo,

aumento del battito cardiaco,

acidificazione del sangue,

prelazione di calcio.

Causano: uricemia, ipertensione, reumatismo, gotta, cancro..

accorciano la vita,

avvalorano la legge del più forte,

rende aggressivi,

inclina alla violenza e al deprezzamento

del valore delle diversità e della Vita,

rendono insensibili all’altrui dolore,

degradano moralmente,

precludono la conoscenza e l’evoluzione dello spirito,

si contrappongono alle legge dell’amore e del “Non ammazzare”,

abbassano le frequenze energetiche dei chakra,

causano sofferenza e morte agli animali,

impoveriscono economicamente,

distruggono l’ambiente,

inquinano il pianeta,

affamano il Terzo Mondo.



MA SE DIVENTI VEGAN…

1): vivrai in ottima salute e più a lungo della media;

2): avrai più serenità interiore, maggiore sensibilità d’animo,

maggiore entusiasmo, ottimismo e gioia di vivere

e inoltre si svilupperanno le tue percezioni più sottili;

3): avrai la mente più libera e maggiori capacità di concentrazione,

avrai pensieri positivi, più fiducia in te stesso

e maggiore capacità di autodeterminazione;

4): avrai la gioia di aver contribuito a creare

una società più giusta e senza violenza;

5): avrai risparmiato la vita e la sofferenza

a migliaia di animali innocenti;

5): avrai contribuito a non affamare il Terzo Mondo;

6): avrai risparmiato 4.000 mq di foresta ogni anno;

7): avrai contribuito a disinquinare l’ambiente;

8): avrai risparmiato fiumi di acqua potabile;

9): avrai contribuito a ridurre i consumi di energia;

10): avrai ridotto le spese familiari.

(Franco Libero Manco)

Si va in montagna per essere liberi; per sentirsi liberi. Per strapparsi dalla pelle tutte quelle catene sociali che la convenzione impone. Si va in montagna per imparare a non inciampare sui sassi della vita e controllarne l’equilibrio. Finalmente senza imposizioni e proibizioni.
Si va in montagna per respirare e riempirsi i polmoni ormai ammuffiti da codici e norme. per scardinare la consuetudine della morale e osservare gli spazi infiniti fuori da gabbie legislative.
Si va in montagna per correre; si per correre anche senza correre. Per superare il concetto di “bellezza” imposto. In montagna siamo tutte singolarità. In montagna non abbiamo vergogna, paura dei giudizi, dei pregiudizi, timore degli sguardi, apprensione nel parlare. In montagna siamo noi, entità senza tempo. Fratelli delle cengie, sorelle degli appigli.
Si va in montagna per scrollarsi di dosso le malelingue costruite da individui che hanno tempo da perdere; mentre la vita vola via.
Si va in montagna per conoscere l’ignoto, per apprezzare la diversità, per comprendere la delicatezza, per osservare la curiosità. In montagna non c’è superiore e inferiore (se non nelle altitudini), non c’è professore e scolaro, non c’è padrone e schiavo, non c’è politico e suddito, non c’è ricco e povero, non c’è intellettuale e ignorante, non c’è condottiero e carne da macello, non c’è vincitore e sconfitto.
Siamo solo corpi che si accarezzano, si annusano, si rispettano, si toccano, si baciano. Solo corpi profumati.
Si va in montagna per tornare animali, per ritrovare l’animalità smarrita.
(racconti della neve)
Foto all’interno del Parco Nazionale del Gran Paradiso

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