lunedì 7 luglio 2025

LA FARSA DELLA LEGGE A PROTEZIONE DEGLI ANIMALI

 

Proteggere è la più bella voce del verbo amare..

B. Ferrero

Butterfly

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LA FARSA DELLA LEGGE A PROTEZIONE DEGLI ANIMALI

di Franco Libero Manco

Con la legge Brambilla a tutela degli animali d’affezione è stato fatto un passo avanti verso la civiltà umana mediante il riconoscimento di quei diritti inalienabili che ogni essere vivente ha per legge naturale. Peccato che all’appello mancano “soltanto” le milioni di altre specie, miliardi di individui nei confronti dei quali l’uomo è autorizzato a farne quello che vuole. Se gli animali potessero esprimere il loro pensiero in merito direbbero che è “una presa per i fondelli”. E in effetti è una penosa elemosina di giustizia elargita soltanto a quelle creature che hanno la (s)fortuna di convivere con gli umani che è come tutelare solo gli schiavi che vivono con i loro padroni, con la presunzione di tutelare tutti gli umani.

            Nella sua pratica attuazione succede che se una persona dà un calcio ad un cane è condannato penalmente, ma lo sperimentatore che sta torturando un animale simile, per i suoi disumani interessi, non solo non è imputabile ma autorizzato dalla stessa legge: è come permettere di prendere a colpi di machete il condannato a morte ma proibire di offenderlo con parolacce. Allo stesso modo, se si lascia il gatto in macchina sotto il sole arrivano i vigili e sanzionano il responsabile, mentre il turpe cacciatore è autorizzato dalla legge e farne strage di ogni sorta di volatili, e non solo.

            Le più crudeli violenze agli animali non si commettono per strada ma nell’inferno degli allevamenti intensivi, nel trasporto degli animali verso il luogo del patibolo, nei lugubri scannatoi legalizzati, voluti da quanti mangiano la carne e benedetti dalla stessa Chiesa cattolica; negli allevamenti dei cosiddetti animali da pelliccia dove gli animali impazziscono nei loro serragli prima di essere soppressi col gas; nei boschi e nelle campagne con quello sport disumano che i nostalgici della guerra chiamano caccia; nei circhi equestri dove gli animali selvatici vengono costretti ad eseguire innaturali esercizi pena la frusta, le scariche elettriche, il bastone o la fame; nelle arene dove i tori dopo essere stati torturati e fiaccati a forza di bastonate sono condannati a non uscire vivi dall’arena; nella pesca dove le vittime vengono considerate a peso;  negli stabulari dove i vivisettori  non risparmiano neppure i primati.

            E il nobile cavallo? L’infaticabile mulo? Il paziente asino? Ci puoi fare benissimo delle bistecche o del macinato dopo avergli perforato il cranio con un proiettile captivo e aperto l’addome con asce e seghe micidiali: è come sfruttare fino all’ultima stilla di energia il proprio schiavo per poi farlo a pezzettini e darlo in pasto agli sciacalli quando non è più in grado di lavorare. E il mite vitello? Adatto a farci fettine o polpette. E il tenero coniglio? Va bene al forno con le patate. E i tacchini, le galline, i polli, le anatre? Ottimi fatti allo spiedo. E l’intelligente e sensibile suino? Ma vuoi che abbia diritti?! Ottimo fatto a braciole o a fettine di prosciutto. E la volpe, il visone, il cincillà…? Stanno benissimo addosso alle signore. E l’elegante capriolo? Liberissimi di farlo salmì. E le rane, i criceti, le cavie, i roditori…? Ma che c’entra, queste servono alla scienza: puoi inchiodarli su un tavolaccio e aprirli come scatole di sardine…(meno male che ci sono gli sperimentatori che scavano tra le viscere doloranti degli animali per dare a noi umani felicità e salute); e i pesci, i crostacei, i molluschi? Figuriamoci! Una bella frittura in olio o acqua bollente (preferibilmente da vivi), sono una leccornia. Ma nel paese degli ipocriti si dice che è meglio poco che niente. E ora, per fortuna, c’è la legge a tutela degli animali.

Mi sorprendo ogni giorno ad ammirare i dettagli nella bellezza di specie sconosciute. E’ il mio superpotere 😉
Nella foto una coppia di Uria aalge “dalle redini” che presenta una variante del piumaggio, caratterizzata da un anello bianco attorno agli occhi e una striscia bianca che si estende dietro di essi.
Foto di @Warren Price

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