lunedì 25 agosto 2008

Capodanno. Un nuovo racconto di Stefano Benni.

Nella foto: El Escultor, Pablo Picasso (http://it.wikipedia.org/wiki/Pablo_Picasso)

Non è propriamente periodo natalizio, ma dato che siamo appena tornati dalle vacanze, (spero non vi siano capitate le avventure descritte nei racconti precedenti), bisogna cominciare a prepararsi alle prossime vacanze di Natale. Questo nuovo racconto di Benni, descrive alcuni personaggi della nostra vita quotidiana.

Capodanno. Di Stefano Benni.

In quanti modi, piacevoli e no, si può passare il trentun dicembre? Ecco un breve elenco di coloro che non esiterei a definire gli ardimentosi eroi del capodanno.

Il Solitario. Il Solitario, una settimana prima della notte fatidica, viene colto dalla sindrome di San Silvestro, uno strano miscuglio di spleen, misantropia e odio per le ricorrenze. Dichiara agli amici che non parteciperà a questo rito noioso e sempre uguale, e che per lui Capodanno è una notte come tutte le altre. A tutti coloro che gli chiedono "cosa fai il trentuno" risponde con omelie ed invettive.
Questo stato di orgogliosa autonomia dal clima di festa dura fino alle nove della sera fatidica. A questo punto il Solitario viene colto da pensieri tristissimi. Spia alla finestra i festosi preparativi di tutti, e i primi petardi gli feriscono il cuore come stilettate. Lascia il frugale pasto e il libro con cui aveva preventivato di passare la serata e parte in macchina, senza orologio, sperando di non pensarci più. Ma tutto gli ricorda la sua solitudine. Frotte d'auto con gente vestita da sera lo sorpassano, comitive armate di bottiglie di champagne lo salutano, botti gli esplodono intorno. Ed egli si rende conto che la città si è riempita di giganteschi orologi luminosi. alle dieci e mezza la sua tracotanza si è trasformata in una resa dolorosa, e farebbe qualsiasi cosa per brindare con un essere umano.
Davanti a lui ci sono alcune ultime, disperate soluzioni: a) telefonare agli amici appena snobbati; b) comprare una bottiglia di moscato e passare il capodanno col casellante dell'autostrada, fingendosi un camionista; c) entrare in un bar con una bottiglia di champagne e gridare "è nato mio figlio, offro da bere a tutti"; d) entrare in un ristorante, fingendo di aspettare qualcuno, poi alle undici e cinquantasei scoppiare a piangere gridando "Quella maledetta senza cuore mi ha lasciato solo, me lo aveva giurato e invece non è venuta", dopodichè sperare nella pietà dei presenti; e) telefonare a una compagna di scuola brutta e mondanissima, da lui respinta trent'anni fa e dirle che improvvisamente ha capito di amarla follemente, e che vuole correre a casa sua a dirglielo; f) andare a casa di Gazzoli, come il noiosissimo Capodanno scorso, durante il quale il Solitario aveva giurato agli amici: "Se mi vedete un'altra volta a casa di Gazzoli, sputatemi in faccia".
Tutte queste ipotesi si rivelano impraticabili. Gli amici sono già usciti, al casello c'è sciopero, nel bar si è ammessi solo su prenotazione perchè c'è un cenone di ottantasei portate con anguille al posto dei grissini. Il ristorante è guardato a vista da buttafuori che hanno già respinto decine di Solitari disperati. Al vecchio numero della compagna di scuola risponde un ristorante cinese che ripete "è tutto plenotato". Da Gazzoli c'è la segreteria con Jingle Bells. Non resta che una soluzione. Alle undici e mezzo il solitario sterza l'auto contro il guard-rail. A mezzanotte trascorrerà il Capodanno con una gamba ingessata, insieme al medico di turno e a un'infermiera sorridente, con due gocce di Chardonnay nella flebo. " E pensare che stavo andando a una bellissima festa in campagna" - dice. "Anche noi" gli rispondono dai letti vicini sette Solitari ingessati, alzando i calici.

L'ansioso. Per lui il problema del Capodanno nasce ai primi di ottobre. Da quel momento, egli comincerà a organizzare la serata, massacrando gli amici, consultando orari, prenotando ristoranti, e comprando un arsenale di fuochi artificiali. Per stare tranquillo, si farà firmare un impegno scritto dagli organizzatori di almeno sei feste, tutte a orari diversi. La settimana prima di Capodanno, l'Ansioso viene evitato come la peste. E' agitato perchè per problemi di approvvigionamento gli è saltata la festa delle tre e mezzo, e inoltre c'è un problema di neve per raggiungere una baita sul Cervino. Ma tutto si aggiusta con l'acquisto di tremila pizzette e di un gatto delle nevi. Anzi, il trentuno pomeriggio, egli riceve numerose telefonate di amici dell'ultima ora, che vengono smistati in varie feste della regione. Vestito di tutto punto e con quattro megatoni di botti nel cofano, l'Ansioso parte in macchina. Ha appuntamento alle dieci con una comitiva di amici in camper per andare a un ristorante dove si farà mezzanotte per poi andare a una festa al mare da cui alle tre si prenderà un treno speciale per andare alla festa nella baita in montagna da cui si scenderà in slitta fino all'autostrada dove un pullman riporterà tutti in città per prendere il cappuccino e concludere la nottata a casa di Gazzoli. Tutto procede bene, a parte la deflagrazione di un petardo che gli incendia metà macchina, ma il nostro eroe riesce a giungere al ristorante alle undici e mezzo, e qua inizia a mangiare in piedi tenendo i collegamenti via cellulare con vari gruppi sparsi e con la baita del Cervino. Ma alle undici e cinquanta lo stress degli ultimi giorni si scarica in una violenta colica renale.
Imbottito di antidolorifici, viene scaricato dagli amici irriconoscenti al Pronto soccorso, dove il medico, mentre lo palpa, fa esplodere il petardo che teneva in tasca. Medicato d'urgenza, brinderà nel letto vicino al Solitario.
Fine prima parte.

Pillola del giorno: Er pane è bono cò...

Senza cità Bruschetta e Panzanella,
è bono in ogni tipo de spuntino,
a comincià dar classico crostino
fatto cò buro, alice e mozzarella.

E' bono cor guanciale a Pantonella*,
cò le noce, cò l'uva, intinto ar vino,
cor miele, cò la fava e 'r pecorino,
e indorato cor buro a la padella.

E' bono ner caffè, cò la ricotta,
cor gelato, l'aranci in insalata,
cor prosciutto, li fichi e la caciotta.

Cò tonno e cipolletta, cor salame,
cò le castagne, cò la cioccolata,
ma soprattutto è bono cò la fame.
Aldo Fabrizi.

*Panunto, pane unto col grasso del guanciale o delle braciole di maiale arrostite sulla graticola.

1 commento:

Unknown ha detto...
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