martedì 5 maggio 2009

La tribù di Moro Seduto. Di stefano Benni. Quindicesima parte.

In alto: Immagine tratta dal blog http://l-incantatrice.splinder.com/



Un libro, uno solo, può sconvolgere la vita di un singolo individuo. Una biblioteca può arricchire culturalmente una piccola cittadina. Un gigantesco archivio, invece, non cambierà in nulla la vita di una metropoli.
Arthur Schopenhauer.




Giancarlo Berardi il creatore del mitico personaggio Ken Parker e di Julia, altro grande personaggio, una donna con le fattezze di Haudrey Hepburn, un fumetto che è come un libro illustrato, con delle storie molto intriganti, nella storia di questo mese in edicola racconta delle insidie nelle quali possono incappare le donne nel web, una storia molto realistica putroppo, penso alle migliaia di ragazze presenti nelle diverse piattaforme, Stratosfera nel suo post parla dell'anoressia e di come possano essere irretite e circuite in rete le persone affette da questa sindrome che colpisce soprattutto le donne, Berardi inoltre risponde ad un lettore che consiglia di regalare libri agli ospiti delle patrie galere affinchè possano "evadere" dicendo:
..."Al di là dello svago, la lettura è soprattutto un efficace stimolo al pensiero. Si sa che l'istinto e la violenza dilagano laddove latita la riflessione. L'aggressività nasce dall'impotenza di chi non possiede argomenti dialettici, di chi non è abituato a pensare e non trova altro modo di esprimere il proprio punto di vista che attraverso la forza. Certo un libro non risolverà il problema della delinquenza in Italia, ma forse può aprire uno spiraglio in qualche mente. Una lettura tira l'altra...E' cosi' che si combatte l'ignoranza, la grande nemica dell'uomo" ... Queste sagge parole potrebbero aiutare quei personaggi che imperversano nel web sempre a caccia come cani da tartufo...

A proposito di letture la quindicesima parte del racconto di Benni è perfettamente allineata con il pensiero di berardi, "una lettura tira l'altra:

La tribù di Moro Seduto. Di Stefano Benni. Quindicesima parte.

Per un King Kong italiano.
King Kong vive in una grotta del Nuorese, contento del poco che ha. Quattro anni prima era un cucciolo di cocker, che le radiazioni della vicina e innocua base Nato hanno fatto crescere sano e forte. Catturato mentre cerca di introdursi alla Mensa Ufficiali della base, viene esposto sulla Costa Smeralda ai turisti curiosi. Gli viene messa in mano, per le fotografie, una donna in bikini, che egli continua ostinatamente a lasciar cadere. Preferisce mettersi le mani nel naso e scagliare sui presenti pidocchi grandi come Volkswagen. Viene picchiato, costretto a posare, e monetizzato.
De Laurentiis lo assume per il film King Kong. Lo scimmione è sottoposto a un ritmo massacrante: distruzione di Mottagrill, sradicamento di condomini popolari, scontri con l’aviazione e con reparti di celerini. Esausto, si ribella e incrocia le zampacce.
Il suo caso divide l’opinione pubblica. Kong viene invitato a Ring dove alcuni giornalisti spaventosamente liberi gli sparano domande che cavano la pelle come «Ma possiamo fidarci delle promesse della Dc?» o «Qual è la capitale della Bolivia?» o «Un Cesare famoso patriota, otto lettere». Kong è in difficoltà perché Falivena continua a tirargli la coda e perché la sedia sta cedendo. Kong crolla al suolo.
Per punizione viene portato a un contraddittorio con Paolo Grassi che però non vuole essere contraddetto. Senza aspettare la prima domanda, dà uno schiaffo al moderatore e caccia lo scimmione fuori dallo studio con urla e calci, dicendo che uno non può far dialettica con tutti quei peli addosso. Kong viene tenuto a digiuno.
Kong impazzisce e sale sul grattacielo Pirelli tenendo nella manona un disoccupato in pigiama, cinquant’anni, padre di quattro figli. Disappunto dei fotografi. De Laurentiis chiede l’intervento della polizia, che manda la squadra lirica. Kong, dall’alto del grattacielo, chiede una casa un posto in un circo e quattro tonnellate di banane. Andreotti, giunto sul posto, gli dice che il momento è molto difficile: non può garantire né la casa né il lavoro, ma metterà una buona parola per una macedonia, a patto che Kong sgobbi sodo nel film.
Kong, furibondo, si batte il petto ferocemente dando il via a una serie di fragorose scatarrate (quaranta gauloises al giorno!).
Viene chiamata l’aviazione. Otto aerei Lockheed. Sei esplodono alla partenza, il settimo, che è quello personale di Moro, si dirige istintivamente verso la Fiera del Levante. L’ottavo giunge sul grattacielo Pirelli, ma il portello non sgancia in tempo la bomba, che fortunatamente cade in una zona di dormitori operai.
Finale: i cecchini cecchinano Kong sparandogli in punti non vitali, quali gli occhi. Lo scimmione ribelle precipita dal grattacielo Pirelli e resta morto al suolo, come un grosso monito. I giornali ne traggono spunto per fare un parallelo tra Kong e la nostra economia. Grassi annuncia una rappresentazione popolare dell’Otello in cui Jago sarà uno scimpanzè. Zaccagnini, nonostante abbia quasi trentasette e mezzo di febbre, si alza e dichiara: «Povera bestia». Il giudizio dell’«Unità» è estremamente cauto.
È opinione comune che Andreotti esca dalla vicenda notevolmente rafforzato.


Le notizie dall'Abruzzo arrivano dal blog di Fiorenascosto che racconta come si vive nelle scuole:

A scuola si vive una situazione irreale. E' tutto molto strano e io mi sento sfasata.
Stiamo in un altro stabile. Non ci ci ritrovo. Mi scopro più abitudinaria di quanto vorrei. Mi manca la biblioteca, che io curavo. E più che curare, io mi nascondevo dentro. Tra i libri. Mi scoprivo ad accarezzarli. Mi nascondevo nelle ore buca, così non avevo intorno a me nessuno che parlasse senza il mio consenso. Nessuno a cui rispondere senza che ne avessi voglia. Anche i libri parlano, dolcemente e sommessamente, ma la loro voce è di una dolcezza infinita.
Ora quando voglio stare da sola non so dove andare. Non posso neanche rifugiarmi in macchina perchè la devo parcheggiare lontano.
Non so come stiano i miei colleghi. Ma dai loro volti mi sembrano persi.
I ragazzi, invece stanno bene. E' tutto un gioco. Anche perchè è stato chiaramente detto che non c'è più l'obbligo di frequenza e loro l'hanno intesa che non c'è più l'obbligo di studiare. La loro capacità di semplificarsi la vita è sconvolgente. Forse dovrei imitarli.


Marina5 ha avuto una bella idea, portare il cinema nei paesi dove si vive sotto le tende, diffondere questa magnifica iniziativa è il meno che si possa fare:

Nuovo Cinema Paradiso Abruzzese

Una buona idea, concreta, attuabile.
Qui sotto il copia-incolla del progetto
Per tutti gli altri dettagli QUI

Venerdi’ 10 Aprile

Mi era venuta idea di portare un "cinema" nelle tendopoli dell'Abruzzo. Ho parlato con il sindaco Pierluigi Biondi di Villa Sant'Angelo, uno dei centri più colpiti. Il sindaco è rimasto entusiasta dell'idea e mi ha detto di andare quando volevo. Ieri 9 aprile sono stato a Villa Sant'Angelo, ho parlato con il sindaco e con assistenti sociali. Tutti felici dell'idea anche perché uno dei problemi che hanno è cercare di "far distrarre" i paesani quando scende il buio. Una cosa che ho notato ieri, è che nelle tendopoli, si vedono molti più volontari che paesani. Questi preferiscono evidentemente stare chiusi nelle tende con il loro dolore.
Farli uscire, farli stare insieme può essere un primo passo per tornare alla "normalità".
Io speravo di fare la prima proiezione già ieri sera, avevo tutto con me, ma insieme con il sindaco, che pensava di fare queste proiezioni nella mensa, si è deciso che la cosa non sarebbe stata possibile, infatti per tutta la gente che viene qui a mangiare, tra paesani e volontari, la cena viene servita fino alle 23, quindi troppo tardi per iniziare una proiezione.
Ora hanno richiesto una nuova tenda da dedicare a questa iniziativa.
Ma dall'esperienza di ieri mi piacerebbe, con l'aiuto di tutti voi, di fare di più!
I centri colpiti sono circa 26, non dico di coprirli tutti, ma perché non provarci?
Proviamo a raccogliere fondi o aiuti per realizzare in più paesi possibili un "NUOVO CINEMA PARADISO". Questa struttura la mattina potrebbe essere usata per le attività scolastiche e sociali dei più piccoli. Nel pomeriggio potremmo proiettare cartoni animati, e la sera film per i più grandi.
NIENTE TELEVISIONE! Dovremmo proprio allontanarli da queste continue visioni di disastro!
... Continua


Durante la manifestazione del primo maggio a Milano, si è consumato l'ennesimo stupro ai danni di una donna, Wonderely ne dà notizia con un commento sul comportamento dei media nei confronti della vittima:

A Milano durante la MayDay Parade una ragazza di 23 anni di Roma è stata stuprata. Sui giornali troviamo diversi racconti e interpretazioni dell’accaduto, perché come sempre uno stupro deve essere strumentalizzato, altrimenti non siamo contenti. Chi se ne frega della ragazza, chi se ne frega di come sta, chi se ne frega di tutto, l’importante è strumentalizzare: diamo inizio alla gara a chi strumentalizza di più e meglio!

L’importante è dire che “lui era straniero”, l’importante è sottolineare che “lei era ubriaca”, l’importante è ribadire che abbiamo bisogno di soldati per impedire gli stupri; ci accorgiamo di come per gli organizzatori è importante difendere la MayDay, mentre per gli uomini di destra è importante trovare uno spunto per parlar male della sinistra, per altri è importante infierire sostenendo che le donne si cercano lo stupro, perché per loro è cosa buona e giusta che un uomo si approfitti di una ragazza incosciente…finisce sempre così. E scusate se vi dico che ho la nausea, ma non posso farci niente.

Nessuno ci informa sullo stato di salute della ragazza, nessuno spreca nemmeno una parola di solidarietà per lei (nemmeno i quattro idioti che hanno scritto il comunicato della MayDay, di cui parlerò tra breve), a nessuno importa che una ragazza sia stata STUPRATA. Tutti si stanno muovendo e scrivendo per i loro interessi, nei quali non rientra il benessere di una vittima di stupro. Questo non viene MAI preso in considerazione.

Veniamo al comunicato, leggiamo quello che hanno scritto gli organizzatori dell’evento del primo maggio, leggiamo in che modo si chiamano fuori da qualsiasi tipo di inconveniente e rendiamoci conto di come stanno SOLO ED ESCLUSIVAMENTE difendendo il loro cazzutissimo corteo.

(...)

Come potete leggere NON è stata sprecata nemmeno una parola di solidarietà per la vittima dello stupro. Questo è un comunicato paraculo in cui si è più preoccupati di salvaguardare l’immagine della MayDay, piuttosto che interessarsi delle condizioni di salute fisica e psicologica di una ragazza che ha subito una violenza terribile.

Troviamo le solite frasi di rito, in cui si ribadisce che non bisogna fare differenze di nazionalità, le solite parole al vento in cui si parla della cultura di sopraffazione e poi basta. Scusate eh, ma dopo questo incipit non si può evitare di esprimere la propria solidarietà nei confronti della vittima, non si può. Altrimenti quelle sono solo FALSITÀ: quattro parole di uguaglianza, usate giusto per riempire un foglio e per dare il contentino alle donne, e poi basta.

Chi se ne frega se alla MayDay hanno partecipato “120 mila persone, combattive e propositive”, chi se ne frega se lo stupratore non faceva parte del corteo, chi se ne frega dei giornalisti e dell’immagine della MayDay. È stata stuprata una ragazza: come sta? Ve lo siete chiesti? NO! Semplicemente perché non ve ne frega niente. E non dite che è “sottinteso” perché la solidarietà, quando è sincera, non si sottintende.

Avrei preferito il silenzio piuttosto che un comunicato schifoso come questo, dico davvero.


Al diavolo la MayDay e tutto quanto.

Solidarietà alla ragazza, questo sì. Solidarietà a lei, vittima di uno stupro prima e della strumentalizzazione poi. Solidarietà, tanta solidarietà. Di cuore.


Anna Nappi Stratosfera ha realizzato due post che consiglio di leggere, uno sull'anoressia e quello che scrivono le ragazze in rete, e un'altro altrettanto inquietante sui giochi di ruolo, leggere e indignarsi è il minimo che si possa fare:

Rapelay, lo stupro è un videogame!

Rapelay, lo stupro è un videogame - L'ultimo "passatempo" proveniente dal Giappone: il giocatore deve stuprare la prima ragazza minorenne che incontra, le sue due sorelle e, infine, anche la madre. Tra urla, pianti, lividi e abiti strappati. E c'è pure chi dice che è educativo

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L'ultimo "passatempo" proveniente dal Giappone: il giocatore deve stuprare la prima ragazza minorenne che incontra, le sue due sorelle e, infine, anche la madre. Tra urla, pianti, lividi e abiti strappati. E c'è pure chi dice che è educativo


A proposito di "rape" c'è la storia per certi aspetti divertente di quel cuoco italiano che andò su Google a cercare ricette a base di questo ortaggio e trovò soltanto siti porno sulle violenze sessuali. Rape infatti in inglese vuol dire stupro. Meno divertente è la notizia di un videogame giapponese. Si chiama Rapelay (mix di rape e replay, ovvero stupro ripetuto).
Il protagonista è un maniaco con l'obiettivo di stuprare la prima ragazza minorenneche incontra, le sue due sorelle e, infine, anche la madre. La scena del videogioco hentai si apre in una stazione della metropolitana. Bisogna precisare che in Giappone le molestie all'interno della metropolitana sono all'ordine del giorno. Tornando al gioco, una ragazza giovane e formosa (oltre la realtà) aspetta il metrò e osserva il giocatore il quale, usando i comandi, le si avvicina, la palpa, la sveste, la molesta e infine la stupra. Il tutto tra urla, pianti e lamenti. Le scene sono molto realistiche e in alcuni casi anche molto crude e spinte.
Il "gioco" è stato creato dalla Illusion, una società di Yokohama, che lo ha lanciato nel 2006. Inizialmente era destinato al solo mercato nipponico, ma grazie al web è riuscito a varcare i confini e ora è in vendita su Amazon e eBay. Nemmeno le proteste di associazioni in Usa e Regno Unito sono riuscite a farlo bandire dai due celebri siti.Ma c'è anche chi difende il videogame, sostenendo che - trattandosi di una simulazione - potrebbe salvare numerose potenziali vittime da violenze reali. L'argomento ha scatenato il dibattito su blog e forum e qualcuno sostiene che una certa funzione preventiva il gioco potrebbe averla, se a giocare fossero le ragazzine che potrebbero fare il gioco al contrario, cercando di evitare le molestie. Resta da vedere quale donna si cimenterebbe mai in un gioco simile. Posto che di gioco si tratti.

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Tornando alle miserie spicciole di casa nostra, un caso di ZTL a Carrara con affare per i soliti noti raccontato da Sajonaradreams:

Carrara

L'alibi dell'Area Pedonale per un affare da milioni di euro

A proposito di ZTL in città, ci sono ancora i soliti nostalgici della venerabilità ad ogni costo, che si ostinano a non capire la differenza fra Aree Pedonali e Zone a Trafico Limitato e Regolamentato.

E' ora di finirla di voler far passare la ZTL così come progettata con la scusa della vivibilità del Centro storico.

L'unica cosa certa, in questa cittadina, è che si ha bisogno di uno spazio vitale per i pedoni e per una rivalutazione del piccolo centro storico che è fagocitato dal traffico.
Da qui a dire che si ha bisogno di una ZTL il passo è lungo e tirato per i capelli.
Inoltre questo tipo di ZTL è palesemente vergognosamente sta costruita su un progetto che ha come unico scopo quello del profitto economico per na ben nota compartecipata.
Sono stati creati posti auto in ogni pur piccolo spazio, in prossimità di incroci, di vicoli, di monumenti, di spazi inimmaginabili finora.

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Infine come non parlare del fatto del giorno, sbandierato ai quattro venti da tutti i media: Il divorzio annunciato dalla signora Veronica Lario dal Cavaliere, ma nessun giornale ha messo in risalto due frasi dette dalla suddetta:
"Non posso vivere con un uomo che seduce le minorenni" e "Avevo avvertito le persone a lui vicino di controllarlo affinchè non facesse qualche sciocchezza" mettendo in dubbio le capacità fisiche e mentali del proprio marito... alcune blogger hanno scritto delle lettere all'interessata:

Dal blog di Agnese Pozzi:

LETTERA APERTA A VERONICA LARIO


Gentile "Signora", come ama definirla suo marito, non mi sembra che il nome le calzi proprio a pennello.. lei non si è tolta alcun panno di dosso per asciugare il volto insanguinato di qualche nuovo Cristo di passaggio nella storia; lei a quanto pare, da brava moralista ben predicante & mal razzolante si è spogliata per ben altri scopi che quelli cristiani del soccorso a chi soffre. Eccola nelle foto del suo spettacolo teatrale "il gran cornuto" come ci informa "Libero", con le tette al vento; altro che veline! Mi dispiacerebbe molto che questo titolo teatrale (gran cornuto) debba oggi applicarsi a quel gran cornuto (in senso amichevole) di suo marito che, innamoratosi di lei ed avendola raccolta non dalla strada nè da un canale televisivo ma da un palco di teatro, ne ha fatto l'attrice principale della sua favola personale, mettendosi in casa non solo una carta da parati molto pesante, ma anche allevando una serpe in seno.


Bel ringraziamento, stronza! Come mai ce l'ha tanto con quest'uomo che ne ha fatto una principessa, assecondandola in tutti i suoi capricci, coprendola di regali e di lusso e di amore folle? Da dove proviene questo rancore? Forse perchè con lei fa sempre lo stanco e non la tromba più mentre riserva la sua focosità alle bellezze che lo attorniano? Ma lei non aveva certo scelto un frate francescano...sapeva benissimo chi era Silvio Berlusconi e quali fossero i suoi vizietti nell'ambiente...o sbaglio? Perchè vuole colpirlo in modo cosi' sciocco? Eh si, perchè lo sciocco fa male agli altri senza trarre alcun vantaggio per se stesso..

... Continua


Dal blog Didaquellavera:

divorzio all'italiana


"qualunque sia il motivo di una rottura [...] , la versione che se ne dà agli amici e ai conoscenti deve essere impersonale e senza commenti: . e pazienza se nessuno ci crederà. intanto lui si affretta a restituire lettere e fotografie, lei rimanda gli anelli e gli altri doni di valore. poi, se ne ha la possibilià, partirà per qualche settimana. "

a pg. 60 de IL SAPER VIVERE DI DONNA LETIZIA,
ma correva l'anno 1960 e il divorzio ancora non c'era


SuzieQ indirizza la sua lettera alla signora B. con dei retroscena inediti:

Mi cala la palpebra.......

...ma devo scriverti, sento che proprio devo! Allora vediamo, una bella tazza di caffè forte ed andiamo a cominciare.

Cara Sig.ra B.,

uso solo l'iniziale del cognome, tanto tu sai benissimo che mi rivolgo a te. Quanto tempo è passato....io ero una ragazzina petulante, però ti piacevo, dicevi che ti ricordavo un'ape che ronza in continuazione. Ricordi quando venivo a casa tua con mia madre? Girellavo per la casa e guardavo le foto di tua figlia che abitava a Milano dove lavorava, infatti io non l'ho mai vista in casa tua. Era bella tua figlia, di una bellezza intensa e solare e bella lo è tutt'ora, anche se il tempo che passa ha inevitabilmente appesantito i suoi lineamenti. Se non ricordo male è più giovane di mia madre di 6 anni e ti giuro che a volte ho desiderato tanto poterle toccare i capelli, perchè lei li portava lunghi, al contrario di mia madre che li portava cortissimi. Sua figlia per me era l'incarnazione della classica fata delle favole, vestita d'argento con lunghissimi capelli biondi, quella con la bacchetta magica. Venivamo abbastanza spesso da te, ricordi? Tu parlavi sempre di lei ed era bello starti ad ascoltare. Si capiva che le volevi molto bene e desideravi per lei il meglio del meglio...Bè, non sei contenta, signora B.? Meglio di così, avresti mai pensato che saresti diventata la suocera di....chi l'avrebbe mai detto? Sì, è vero, tua figlia ha dovuto rinunciare alla sua carriera di promettente attrice ma a qualcosa bisogna rinunciare....E' anche vero che lui è divorziato e che l'ha sposata solo con rito civile in seguito, ma non possiamo soffermarci su certe quisquilie. Lo so, sig.ra B., lui non ti è mai piaciuto troppo, sorvolo per educazione sugli aggettivi che usavi per riferirti a lui....Chissà dove sei ora, se sei ancora tra noi o se passeggi tranquillamente in Paradiso aspettendo che Bonolis ti offra un caffè. Sbrigati a berlo, perchè tra poco tuo genero si comprerà anche il Paradiso, così come a suo tempo comperò i grandi magazzini STANDA di Bologna, licenziando tutti quelli che ci lavoravano, te compresa che eri una capo-cassiera.

Sai una cosa? Ho sempre pensato che lui avesse plagiato tua figlia, invece, da quanto sento dire gli tiene testa benissimo ed ha le sue idee che difende a spada tratta. Che gran donna!! Ha tutta la mia ammirazione!

Però c'è una domanda che mi piacerebbe di farle: con tanti uomini che ha conosciuto, perchè proprio quello? Ti lascio e spero proprio che tu riesca a leggere questa mia lettera. Con affetto...

Eleonora


Sulla patetica storia anche Contropensiero dice la sua:

Veronica Lario scarica Berlusconi: reazioni

fini3
































fede2




























berlusconi arrabiato




























... E Staino:

























Nonchè Ettore Frangipane:




Pillola del giorno: Sono contrario ai rapporti prima del matrimonio; fanno arrivare tardi alla cerimonia.
Woody Allen.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Grazie per aver pubblicato il mio articolo!
Bellissimi post!
ciao sajonaradreams

nino malgeri ha detto...

Cara Sajonaradreams grazie a te per la gradita visita...
A presto
Nino