giovedì 20 agosto 2009

Cuore di manager. Dal racconto La tribù di Moro Seduto. Di Stefano Benni.

In alto: Immagine tratta dal blog http://cdv.splinder.com/



C'è solo un modo di dimenticare il tempo: impiegarlo.
Charles Baudelaire.



Il brano di oggi del racconto La tribù di Moro Seduto, di Stefano Benni, parla delle scalate alle aziende a partecipazione statale da parte di manager senza scrupoli, sembra un racconto dei giorni nostri, a seguire una spietata analisi di Daniele Martinelli sulla crisi economica che nei prossimi giorni alla riapertura dalle ferie estive esploderà e ci saranno molte vittime, andiamo sempre più verso il baratro ma con allegria.

Cuore di manager. Dal racconto La tribù di Moro Seduto. Di Stefano Benni.

Il pretore di Viterbo ha ordinato il sequestro su tutto il territorio nazionale del film Viaggio nell’Italia industriale, sotto l’accusa di oscenità. Il pretore ha fatto anche sequestrare tutti i manifesti e le locandine del film. In esse, secondo il rapporto dei carabinieri, apparivano le seguenti scritte:
«Pornorroreconomico! Mai il cinema aveva osato tanto. Non crederete ai vostri occhi. Bancarotte, crolli, dimissioni, sesso, aggiotaggio, corruzione, violenza in un film di rara intensità drammatica. Il film che vi farà dire: meglio investire in francobolli. Vedrete tra l’altro: il crollo dell’Egam, i dirigenti ribelli dell’Iri, la collera di Petrilli, i riti pagani della Montefibre, il Cefis che sbrana le sovvenzioni statali, gli insani connubi tra Iri, Eni e Efim, la cerimonia d’iniziazione in una banca democristiana, il rito pagano del bacia-Moro, gli scambi culturali tra Agnelli e Harvard, gli scambi culturali (figurine di calcio) tra De Carolis e Washington, le orge dell’Hilton, il professore pazzo Andreatta e la sua mostruosa teoria economica, sesso in collegio, il crack Weisscredit, la verità sulla Lockheed, il mistero della Finmare, Credito romagnolo, il tempio del nudo: tutti scoperti.»
La trama: Roger (Enrico Maria Salerno) è un giovane manager che si è fatto una certa fama cadendo all’indietro dalla sedia durante un consiglio d’amministrazione Bastogi. Egli è innamorato di Ella (ente lavorazione legno alpino), un ente facente parte dell ’Egam, di cui è perdutamente consigliere delegato, e di cui vorrebbe diventare presidente. Ma Ella è l’ente preferito da Einaudi (Maurizio Merli) che è protetto dal potente Piccoli (Tomas Milian). Roger si reca allora a Roma da Moro (Eleonora Giorgi) e chiede protezione. Moro gli risponde chiaramente e Roger non capisce se gli ha detto che lo aiuterà, che lo ostacolerà, o se deve uscire a comprargli delle medicine. Comunque Roger si dà da fare. Si iscrive alla Dc, impara l’inglese e l’arabo, impara a giocare a golf, va sempre all’Hilton, ai concorsi ippici, in barca a vela, va alle conferenze, studia marketing, mangia molto budget crudo e alla fine del mese vince il titolo di giovane manager del mese battendo in volata un figlio di Leone, Luca di Montezemolo e Bitossi.

Ma Piccoli si rifiuta di lasciargli Ella, ed Einaudi si fa legare alla poltrona con 20 chili di nastro adesivo. Roger chiede aiuto a Cefis (sempre Tomas Milian) che gli dà alcuni consigli economici. Roger li mette in atto ed entro due settimane deve vendere la macchina, la sacca da golf, i libri di inglese, e tutto il guardaroba pesante. Solo, senza una lira e sconsolato, tenta il suicidio comprando 2000 azioni dell’Alemagna. Salvato all’ultimo momento con dieci voti favorevoli e dieci contrari, dimentica Ella e si mette in affari con l’Arabia. Imbosca petrolio, licenzia dipendenti e diventa ricchissimo. Ma non è felice. Un giorno viene a sapere che l’Egam (Tomas Milian) verrà sciolto, e che Ella verrà trasformata in una succursale dell’ente termale, e il legno imbottigliato con grandi sforzi. Corre da lei. Intanto (questa è la scena più oscena) Einaudi chiede un miliardo di liquidazione. Roger trova Ella ormai morente, con gli uffici in dissesto e i telefoni staccati. Invano cerca di rianimarla con un’iniezione di capitale. Ella muore. Einaudi viene vicino a Roger e dice: «È finito il tempo dei grandi boiardi, ora è il momento dei grandi giovani manager come te». E scompare, lasciando dietro di sé un gran vuoto (2000 miliardi). Roger, col cuore gonfio di pena, riprende a lavorare. L’ultima scena lo mostra, col viso triste, mentre in un ristorante alla moda arrotola spaghetti alla carbonara e poi li stipa in bocca a un arabo (Tomas Milian).
Fin qui la trama: ma bisogna dire che il racconto è interrotto e movimentato da flashback, da inseguimenti, mandati di cattura, colpi di scena ed esportazione di capitali, degni del miglior Raymond Chandler. La colonna sonora è di Ennio Morricone. Gli esterni sono girati a Porto Marghera, Seveso e Porto Torres, con speciali filtri e fazzoletti davanti alla bocca. Al film sono abbinati, a scelta, il documentario Tarquinia necropoli etrusca o 40 diapositive di La Malfa su una sedia a sdraio.

Alla notizia del sequestro il produttore dei film, Tarcisio Grana, ha protestato difendendo il valore artistico dell’opera, e annunciando una serie di film economico-industriali che appariranno sui nostri schermi nel 1977. Un kolossal sulla storia della democrazia cristiana dal titolo Tentacoli e un film di Tinto Brass, di cui niente si sa, se non che il protagonista maschile sarà Tomas Milian e quello femminile un’azienda consorziata del gruppo Finmeccanica. Il pretore di Viterbo ha annunciato che sarà, in ogni caso, spietato anche con queste opere.

Un autunno caldo ci aspetta al rientro dalle ferie estive, la spietata analisi di un lucido giornalista, Daniele Martinelli:

Crisi, Berlusconi e Bossi "a dà vià 'l cul".

La stagione di prosa dei politici è in pieno calendario. Gli italiani in cassa integrazione e i pochi in ferie sono più attenti a ciò che accade. E’ il momento di rincoglionirli con i giochi di prestigio ma purtroppo Bossi e il corruttore non sono proprio dei maghi. Non lo sono nemmeno con i giochi di lingua. La boutade del dialetto e l’inno da parte di Bossi che attacca i giornalisti “che dovrebbero andare in galera perché inventano le storie dell’inno” non fa ridere. Fa solo ribrezzo. Se Bossi fosse un uomo manderebbe prima in galera il corruttore, libero grazie al voto che la Lega ha messo al lodo alfano. Inoltre raglierebbe contro la Mostra del cinema della leghista Venezia, dove Giuseppe Tornatore presenterà in apertura “Baaria” il suo film in dialetto siciliano che significa Bagheria.

Intanto il corruttore va in Tunisia dal presidente “Bela lì” per fare “affari” e fa outing sul suo settimanale “Chi” per servire alle sciure marie il gusto del diverso. Le cassintegrate potranno leggere la vita castigata del “niente festini e puttanelle” in un servizio senza domande, dentro il lettone del direttore Alfonso Signorini tutto lingua e flesso a 90 gradi per mantenersi il posto.

Esauriti i dialetti e gli inni ci prova il corruttore a sconfiggere il “male”. Ma è solo un’illusione. Il migliaio di cassintegrati lombardi della Donora di Cortenuova, della manifattura di Legnano, della Brandt di Brescia e del linificio di Villa D’Almè in procinto di rimanere senza lavoro e senza stipendio perché le loro aziende hanno finito i soldi, non sentono ragioni. Se vedessero lui e il fido Bossi li manderebbero entrambi “a dà vià ‘l cul“.

... Continua


La situazione dei cittadini abruzzesi colpiiti dal terremoto diventa ogni giorno più esplosiva, il famigerato piano C.A.S.E. partorito dal governo si sta delineando come un affare per pochi, Miss Kappa ne parla in questo drammatico post:

Costruzione, non ricostruzione



Lascio la parola a Sara, fondatrice e colonna portante del comitato 3e32,l'unico spazio di democrazia che al momento esiste nella nostra città. E' bravissima nel raccontarci come stanno realmente le cose e nell'analisi lucidissima e puntuale della nostra condizione. E parla dando voce a quanti di noi chiedono chiarezza, trasparenza e onestà.E riescono a guardare oltre la siepe del rimbambimento mediatico. Rimbambimento talmente potente da obnubilare persino la mente di quanti, Aquilani, vivono lo scempio in prima persona.
Il diabolico piano di disgregazione della nostra comunità, perseguito dalla prim'ora smembrandoci fra tendopoli ed alberghi, viene ancora portato avanti con l'assegnazione di queste C.A.S.E. Sarà una guerra tra poveri e disgraziati. L'intento è quello di farci azzannare fra di noi, di dividerici fra più o meno disgraziati, fra più o meno fortunati,impedendoci così di fatto di organizzarci per ricostruire la nostra comunità. Allontanando da noi quell'obiettivo che non vogliono ci veda protagonisti.Sempre più sudditi, sempre più sottomessi. E sempre più pedine inconsapevoli delle vergognose speculazioni che stanno consumando sulla nostra pelle. Dalle costosissime sistemazioni negli alberghi e nelle tendopoli ( ben cinquanta euro procapite al giorno), al costo spropositato dei mostruosi alveari di cemento, al denaro pubblico profuso per mantenere foraggiati, a suon di stipendi sostanziosi e diarie altrettanto corpose, i nostri protettori.
Ma un presidente che arriva qui a metter bandiere e a firmar caschetti, con una regia ben architettata da professionisti che selezionano pubblico e politici, riesce a far apparire chi reclama i diritti della propria città e della propria gente, senza tornaconto personale, un inutile facinoroso. La situazione è gravissima. E noi siamo soli.


Chi Ricorda più Onna, il paese in provincia de L'Aquila quasi completamente distrutto dal sisma, dal Blog Terremoto09.wordpress:

Riparliamo un po’ di Onna

Perchè riparlare di Onna? Innanzi tutto perchè ho deciso, dopo lunga riflessione, che tutti hanno il diritto di vederne le foto, le abbiamo fatte con il massimo rispetto per il luogo e, in seconda battuta, perchè sono testimonianza diretta di tante cose che andiamo dicendo. Intanto vediamole:

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Avete notato? C’è una sola cosa, a parte il passaggio iniziale per poter entrare in paese, che è stata puntellata, ovvero la chiesa del paese, o meglio, quel che resta della stessa. Le case non sono state toccate. Nè quelle distrutte, sulle quali poco si può fare, nè quelle che sono ancora in piedi, magari appoggiate a case che crolleranno a breve.

In ogni paese che abbiamo visitato la situazione è la stessa. Case che sarebbero anche agibili, o agibili con pochi lavori, rischiano, da un momento all’altro, di crollare sotto l’ennesima vibrazione del terreno. Capiamo perfettamente la problematica del patrimonio storico da salvare, ma ci chiediamo se sia vero che le case non siano altrettanto importanti.

Il centro storico de L’Aquila, tutta la zona all’interno delle mura, è nelle stesse condizioni, completamente devastato, non puntellato, a continuo rischio di ulteriori crolli. Ci hanno detto che, il 22 giugno, dopo la scossa di magnitudo 4.7, non era cambiato nulla, non c’erano stati crolli: hanno mentito.

Vi lasciamo a questa riflessione con la foto dell’unica cosa che il nostro amico Veronel è riuscito a recuperare dalla sua casa ad Onna, un caro ricordo ha detto, magari chi glielo ha regalato ci legge e sarà felice di saperlo.

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Ringraziamo Vito e Luca, e i loro colleghi vigili del fuoco di Roma, che ci hanno accolto e accompagnato a Onna, speriamo vi sia piaciuta la cena che vi abbiamo preparato quella sera.

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Le guerre in Irak ed Afghanistan continuano con il loro quotidiano bagno di sangue, nella totale indifferenza dei media, Giovanotta ne parla qui:

Una guerra fatta di errori

Nel giorno delle elezioni in Afghanistan, con le immagini di stragi e sangue che ci perseguitano, così come quelle dell'Irak, l'incertezza, tante donne impedite ad andare a votare nei seggi dove le scrutatrici non siano donne.. e il coinvolgimento italiano che prosegue nonostante tutto, credo doveroso abbandonare un attimo lo squallido teatrino berlusco-bossiano & co. per cercare di capire qualcosa in più di questa guerra (e magari su tutte le guerre!: chi le pensa, chi le fa, chi le appoggia, perché: mediamente non sono comunque donne, che sempre mediamente ne sono in genere le vittime maggiori..)

BARBARA SPINELLI

Vale in particolare per le guerre, e più che mai per le guerre che non riescono a finire e periclitano, la regola semplice secondo cui l’errore è maestro, e il lavorio della memoria un giudice severo. Così per il conflitto in Afghanistan, che il governo Usa ha iniziato dopo l’11 settembre, che ha visto un’ampia coalizione di Stati solidarizzare con Washington contro Al Qaeda, e che tuttavia sta andando in avaria. Così per l’Iraq, dove il conflitto continua a produrre morte e la sua fine è un inganno. Nate per portare democrazia e luce, le nuove guerre antiterrorismo hanno generato notte, nebbia, e quel mostro che promettevano di combattere: lo stato fallito, il failed state di cui il terrorismo si ciba.
... Continua


Dal blog di Oro Fiorentino, una poesia e un'immagine sul mese di agosto:

SUSSURRI D’AGOSTO

Sussurri che entrano stregati

nel cuore troppo solo.

Bugie sorridenti questi sussurri d’agosto.

Solo cattive,bastarde

fiamme d’illusione.

Una solitudine divisa in due

intrisa di aspro sapore.

Fra questi sussurri d’agosto

un unico desiderio:

Morire

Orofiorentino



A proposito di guerre, l'opinione di Vauro:





...e sulle elezioni in Afghanistan:

http://www.vauro.net/vauro190809.gif


Dopo la trionfale visita (si fa per dire) del colonnello Gheddafi di qualche settimana addietro nel nostro paese, in Libia si continua a massacrare civili inermi rimpatriati dalle infami leggi del nostro paese, Mauro Biani ne da' notizia:

Associazione Italia-Libia (a delinquere)


Oggi la vigna su Liberazione (che, unico quotidiano, svolge sul tema un'ottima inchiesta).

Fulvio Vassallo Paleologo, Università di Palermo: denunciare la Libia al Comitato contro la tortura dell'Onu. Decine di migranti somali, torturati ed uccisi in Libia. (...) Nessun mezzo di informazione italiano ha riportato notizie su quanto avvenuto a Bengasi, come nessun mezzo di informazione dà più notizia degli sbarchi a Lampedusa o dei respingimenti collettivi verso la Libia praticati in acque internazionali da unità militari italiane.


Dalla Svizzera alcune banche cominciano a far circolare i nomi dei loro correntisti più facoltosi ed in odore di riciclaggio di denaro, il commento di Maramotti:






















E' ormai tristemente risaputo, gli inceneritori o termovalorizzatori, sono delle enormi mostruosità portatrici di tumori, non servono assolutamente a far fronte alla soluzione del problema dei rifiuti e nei terreni circostanti a queste mega opere non cresce più un filo d'erba, Monetalbum ha pubblicato un libro con la collaborazione del professor Stefano Montanari dove si spiega in maniera esauriente questa colossale truffa ai nostri danni:



Circa un anno fa, presso il teatro civico di Dalmine (bg), il dottor Stefano Montanari, (qui su youtube, c'è un video girato da arcoiris relativo ad una spiegazione sulle nanopolveri), e il dottor Federico Valerio ( qui il dr Valerio spiega come gli inceneritori siano una bufala), tennero una conferenza su tutto quello che succede nell'ambiente e nelle persone a causa degli inceneritori.

A quella conferenza partecipai anch'io come uditore, e come uno dei tanti che diedero una mano per la serata, soprattutto per la realizzazione di immagini dal forte impatto che si incontravano all'ingresso del teatro. Nonostante le immagini forti, nonostante
la poco lungimirante consapevolezza dei cittadini di avere sul loro territorio (Dalmine), un inceneritore a pieno regime a pochi metri dall'autostrada più trafficata d'Europa e a pochi chilometri dall'aeroporto, mi stupì la quantità di dati negativi che fuoriuscirono dai due interventi, ma quello che mi fece rimanere ancor più sconcertato furono una serie di personaggi inseriti nella politica locale, che incontrati molto velocemente fuori dal teatro a fine serata, mettevano in dubbio la negatività del loro caro mortalizzatore (come iniziai a chiamarlo io pochi giorni prima).

Poche ore prima della conferenza, in quel pomeriggio, ebbi la fortunata occasione di incontrare il dottor Stefano Montanari nella piazza principale di Dalmine. Scoprii la sua carica e la sua notevole capacità comunicativa e ci raccontammo un pò di passato e presente prima di veicolare il discorso su un progetto comune il cui obiettivo era, e finalmente è, quello di veder realizzato un libro, semplice ma rigorosamente scientifico, sul tema.

La ricerca dell'editore non mi è stata affatto facile, ma posso dire che persistendo e resistendo qualcosa prima o poi accade. Ne ho trovato uno entusiasta in Gianluca Ferrara. Un cocciutissimo Napoletano d.o.c che dal 2005 sta sfoderando tutte le energie per far crescere la sua edizioni creativa.

Bene. ora quel libro c'è.
Se volete far sapere, in modo facile e diretto, cosa sta accadendo alla salute anche a quelli di duro comprendonio, un modo esiste. Regalate loro questo libro. Fateci sapere cosa ne pensate quando l'avrete terminato.
Io e Stefano ne saremo grati... e se rimanete troppo sconvolti... beh... è capitato anche a noi!



Pillola del giorno: Alla periferia di Napoli hanno riportato alla luce una statua greca raffigurante un mostro metà uomo e metà Peppino Di Capri.
Gene Gnocchi.

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