domenica 24 gennaio 2010

Cambiare l'idea del lavoro, dal sito delle donne woman.it

In alto: Immagine tratta dal blog http://vistanca.splinder.com/

Le cose più belle della vita o sono immorali, o sono illegali, oppure fanno ingrassare.
George Bernard Shaw.


Uno dei temi che saranno in discussione durante la manifestazione a Faleria sarà il lavoro all'interno delle mura domestiche, al 99% svolto dalle donne, e la necessità che le istituzioni gli diano finalmente la dignità che merita concedendo uno stipendio a chi materialmente si occupa della pulizia della casa, della cucina, dell'accudimento dei figli, un tema di grande attualità, ripreso dal sito:


women.it storica testata giornalistica delle donne bolognesi, nell'incontro tenuto a Milano presso la libreria delle donne:

Cambiare l'idea di lavoro: a confronto con precarie, intermittenti, autonome


Il Sottosopra-lavoro vuole mettere in discussione radicalmente il concetto di lavoro. E lo fa a partire dall'esperienza delle donne che, mentre lavorano per il mercato, quindi per realizzarsi e per garantirsi un reddito, sanno che altrettanto lavoro è necessario per avere relazioni e figli. Non sempre le donne hanno figli.

Non sempre hanno un lavoro garantito. Ma questo non elimina l'urgenza di ribadire la necessità pratica e teorica di cambiare l'idea di lavoro. Oggi però il lavoro è sempre più caratterizzato, specialmente per le/i più giovani, da una relazione di precarietà, e contemporaneamente da una "confusione" tra vita e lavoro: sono due fatti nuovi e probabilmente non transitori. Contemporaneamente si moltiplicano i casi di donne che scelgono volontariamente di lavorare in condizioni di autonomia. Tutte queste realtà modificano, specialmente per le donne ma non solo, l'esperienza personale del lavoro, le aspettative, l'immaginario/simbolico legato al lavoro?
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Le ultime notizie dall'Abruzzo dal blog di Miss Kappa, che fa parlare il primo cittadino:

Parla il bell'addormentato nel bosco

Il sindaco Cialente, sorvolando ovviamente sulle sue precise responsabilità circa le scelte operate fino ad oggi dal governo, dichiara parte della verità, e fa precise richieste a Berlusconi e Bertolaso. L'esito sarà tutto da vedere, probabilmente nullo, vista la mancata incisività dimostrata a tutt'oggi, ma le parole, almeno quelle, restano.

"La mancanza di fondi per la ripresa economica è il vero buco nero di questo terremoto. Non riusciamo a comprendere le ragioni per le quali L’Aquila non ha avuto neppure un centesimo dei fondi, già stanziati, per il rilancio delle attività produttive ormai al collasso.
Vogliamo almeno una quota parte dei fondi già stanziati, 300 milioni di euro in questa fase potrebbero bastare, perché è assolutamente necessario far partire il piano che abbiamo messo a punto.Sulla gestione dell’ emergenza non si può dire nulla, ma registriamo un fallimento totale per quel che riguarda le iniziative volte a sostenere la ripresa dell’economia. Una situazione che non è frutto di incapacità, bensì di una assoluta mancanza di interventi.
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La ministra dell'Istruzione è convolata a giuste nozze, un'insegnante della disastrata scuola pubblica LaNoisette ne dà la lieta notizia:

RIFORMA DI NOME, GELMINI DI COGNOME


Questo post nasce a seguito di un perfido scambio di battute su FB col mio caro amico e collega Kali.
A lui vanno i miei più sentiti ringraziamenti per l'ispirazione.


La Mariastella, si sa, è una donna moderna, al passo coi tempi: si è sposata in comune, dopo aver sperimentato un po' di convivenza, con un uomo divorziato e più grande di lei e mostrando un bel pancione a tutti gli invitati – anche se, scusa se te lo dico, Mariastella, ma al giorno d'oggi li producono, gli abiti da sposa che ti fanno sembrare una principessa anche con la pagnotta in forno, mica come una volta, quando il matrimonio riparatore lo dovevi celebrare in fretta e furia, senza neanche il rinfresco (altro che villa principesca in riva al Garda) e con indosso lo smorto taiòrino color pastello che ti prestava un'amica grassa.
Quindi, Mariastella, tu che sei una donna moderna, al passo coi tempi, tira fuori di nuovo quella bella proposta di legge di cui si parlava un po' di tempo fa, quella per cui si può scegliere di dare al pargolo il cognome della madre e non quello del padre. Così le dai il tuo, alla marmocchietta: Gel-mi-ni. Senti come suona bene! E poi, magari, non la chiami Emma, che fa tanto romanzo dell'Ottocento; ci vuole un bel nome moderno, al passo coi tempi, un nome che lasci imperituro segno nella memoria, un nome foriero dei grandi cambiamenti ai cui il nuovo millennio ci pone di fronte: chiamala Riforma. Ecco, sì, Riforma Gelmini! Così ce l'avresti lì, bella pronta e partorita di tutto punto, la tua Riforma Gelmini di cui occuparti giorno e notte – e l'allattamento, e le colichette, e il primo dentino... – e magari lasceresti un po' in pace noi professori, che le abbiamo al posto tuo, le nausee, ogni volta che leggiamo una nota ministeriale o una tua dichiarazione ai giornali. E poi, per par condicio, per essere moderna e al passo coi tempi, non le vorresti dare, alla tua pargoletta, al cuore del tuo cuore, anche il nome di papà suo? Così, giusto per far capire bene al mondo di che cosa è fatta la tua prole, per ricordarle sempre qual è la sua origine e quale sarà il suo destino: Riforma Gelmini in Patelli. Controllando bene, però, che siano quelli con le barriere anti-fuoriuscita.

E a proposito di scuola pubblica, un'altra insegnante Alidada racconta in maniera divertente il suo ritorno al lavoro dopo la pausa natalizia:

Ya terminaron las vacaciones para muchos y es la hora de volver al trabajo y a la rutina..

Perchè parlo spagnolo? Bohhhh.. lo spagnolo mi piace

Ebbene, ho tolto gli addobbi, ho finito di correggere i compiti, ho preparato la roba per domattina.. direi che sono pronta. Da domani il blog tornerà ad essere più silenzioso, come accade sempre quando la sottoscritta sta lavorando.. ma statene certi che non vi libererete di me!

Orami sono 6 anni che sono qui con voi, come potrei lasciarvi? ..

Vi saluterò i niños ok? . Buon 7 Gennaio a voi e auguri a Fabio, il mio nipotino prediletto che domani compirà due anni!


Il parere sugli uomini da parte di un'altra amica Splinder, Tushy:

Handle with care.




http://womanopole.blogspot.com/2010/01/shower.html

Gli uomini sono in genere più delicati, più fragili, più suggestionabili delle donne. e in tal senso l'abuso del potere o della forza fisica, tutte le strutture, le armature, le convinzioni che indossano, servono a proteggerli da loro stessi, da quelli che sono, servono per dimenticarsi di essere i più deboli. ah se le donne smettessero di flagellarsi, adeguarsi, plastificarsi per compiacere un mondo che le sottomette senza alcuna ragione valida, mentre pretende di incoronare, per circostanze meramente storiche e culturali, un dio d'occasione senza alcuna autorità e autorevolezza. uomini più autentici sarebbero più amabili e saprebbero anche amare meglio.

Sistercesy è una cara amica, scrive in maniera incantevole, in questo post ricorda gli anni settanta, un periodo insuperabile per le conquiste acquisite in quel periodo:




In una casa gli armadi non bastono mai, questo pensava Mara mentre quasi con rabbia cercava di trovare uno spazio per la giacca che si era regalata con i saldi.
Facendo passare gli abiti si trovò tra le mani il suo eskimo, lo prese e l'adagiò sul letto.
Che ci faceva nel suo armadio?
Ricordava la battaglia di sua figlia per averlo, un eskimo originale anni 70, chi ne aveva uno così?
Lo guardò come si guarda un amico, guardava il suo passato, la sua adolescenza e si trovò il sapore delle lacrime in gola.
Lacrime stemprate in uno scroscio di risa pensando alle situazioni buffe, era proprio con quell'esckimo che era andata a Desenzano a fare casino al comizio di Almirante. Erano in tanti a urlare e fischiare, in prima fila sempre, contro la "pula" che li tenevano a stento, ragazzi come loro, stessa età e magari stessi sogni.
C'era anche il mitico Fabio, mingherlino tutto occhi e capelli, naturalmente il più agitato, forse fu proprio la sua esile figura a invogliare due celerini a prenderlo.
La risata di Mara esplose nella camera da letto riportando la scena al presente, Fabio che scalciava all'aria mentre i due delle forze dell'ordine lo tenevano saldamente per le braccia.
Fabio che gridava come un guerriero ferito a morte : " Gnari, tutti con meeeeee", naturalmente non lo avevano abbandonato, tutti fuori dalla caserma a picchiettare fino alla sua "liberazione"!
Accarezzava piano quel tessuto verde sentendo ancora le risate e le lacrime dei suoi amici.
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In questi giorni si santifica la figura di un figuro non proprio impeccabile come Bottino Craxi, in questo post Floria1405 rende l'idea del personaggio e di quello che succedeva negli anni ottanta:

Ma che stavo facendo negli anni Ottanta?



Insomma, tutta questa faccenda di Craxi, riassumibile nell'alternativa secca "grande statista (eventualmente con l'opportuna correzione "fra luci e ombre") o ladro matricolato" mi ha fatto pensare. Che stavo facendo, io, nei fatidici e famigerati anni Ottanta, mentre si consumava l'aurea parabola del Bettino nazionale? Perché, se penso a Craxi, giuro, la prima cosa che mi viene in mente a colpo sicuro è questa canzone di Antonello Venditti, e non è granché.




Insomma, ero in altre faccende affaccendata e l'attualità politica proprio non mi scaldava il cuore. Negli anni Ottanta ... mi sono laureata (1983), ho cominciato a lavorare (1983) mi sono innamorata (1985), mi sono sposata (1987), ho messo al mondo una figliola (1988), ho vinto qualche concorso a cattedra (tre, il quarto nel 1992) e sono entrata in ruolo (1986 - 1987). Nella prima metà del fatale decennio, ho persino trascorso una fase di (blanda) trasgressione, fra discoteche e aperitivi (doveva essere la Stimmung del periodo, evidentemente).

Insomma, parafrasando Moretti, ho visto gente e fatto cose. Ma di Craxi rammento poco: se non, come
giustamente sottolinea Leonardo, che tutto sommato mi sembrava parecchio antipatico e di certo non mi suggeriva affatto, così, a pelle, l'idea del grande uomo di Stato. Per la verità, l'intera classe politica di allora, a occhio e croce, mi comunicava un'impressione di irrimediabile mediocrità: tipo il flaccido De Mita, l'incolore Forlani, il sudaticcio De Michelis, il baffuto Occhetto ... e via così.
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Avatar l'ultimo kolossal che sta furoreggiando su tutti gli schermi, dà lo spunto a Michele Serra per elencare i nuovi film che usciranno nei prossimi mesi:

L'Avatar Uniplus sgomina il virus
di Michele Serra
In arrivo dagli Usa kolossal sempre più tecnologici da vedere con prolunghe nasali per gli odori e schermi deformabili per i bassorilievi

Manifesto pubblicitario del film

Il grande successo di 'Avatar' spiana definitivamente la strada al cinema super-tecnologico. Negli Usa fervono i preparativi per nuovi kolossal sempre più costosi e stupefacenti.

Avatar Due Per il secondo episodio di 'Avatar', James Cameron ha voluto superare se stesso. Il 3D di nuova generazione prevede per gli spettatori, oltre agli appositi occhiali, una prolunga nasale per sentire gli odori, enormi orecchie di cartone per la ricezione stereo, un sondino gastrico per provare la fame e la sete come gli eroi del film e un papillon fosforescente per esaudire un desiderio del regista. La storia: sul pianeta Pandora i buoni indigeni vengono colpiti da un virus che li fa uscire di senno. Si ubriacano, picchiano i bambini, giocano a poker e vogliono intitolare una strada a Craxi. Per fortuna Uniplus, un avatar immune dal contagio, sgomina il virus e salva il pianeta. A chi gli fa osservare che sembrerebbe un'enorme cazzata, Cameron ha risposto che una trama più complessa era impossibile, perché distrarrebbe gli spettatori dagli effetti speciali.

La carica dei marines Il kolossal bellico, firmato da Steven Spielberg, sperimenta la tecnologia 'bassorilievo', evoluzione del 3D basata su uno speciale schermo deformabile, che si protende all'interno della sala dando forma concreta all'azione cinematografica. Durante la scena madre,
i marines arriveranno fino alla quinta fila della platea coinvolgendo gli spettatori nell'azione bellica. La Croce Rossa Internazionale, sponsor del film, monterà in ogni sala un ospedale da campo.

Save the World Prodotto da Al Gore e diretto dal regista indipendente Max Tipinek, già icona della beat generation, 'Save the World' è il primo vero echo-movie della storia. Girato su pellicola riciclata, consente allo spettatore di vedere due film sovrapposti, quello nuovo, la storia di una foca alla deriva a causa dello scioglimento dei ghiacciai, e quello già impresso sulla pellicola, che varia da sala a sala. Si potrà dunque vedere, per la prima volta, 'Via col vento' o 'Cabaret' o 'Mezzogiorno di fuoco' confuso con le immagini sovrapposte del nuovo film. Ne risulta un cast prodigioso: la foca Smarty, interpretata da una bravissima Meryl Streep, apparirà di volta in volta con Liza Minnelli, Clark Gable, Gary Cooper e altre star di Hollywood. Allo spettatore sarà fornito un cappuccio oscurante per coprirsi la testa durante gli attacchi di emicrania.
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Splendide immagini che l'amica Irene, blog Dalfusoditaiwan, ci regala per la gioia dei nostri occhi:

Eccoli... puntuali!!!!







lo sapevo che non mi avrebbero tradito : )



La conferma in appello della condanna per favoreggiamento alla mafia a Cuffaro in un commento di Vauro ed altre sue opere:















La drammatica situazione economica nella quale versa il paese vista dal corrosivo Altan:


Le comunicazioni in famiglia nell'era del computer viste da PV64:

Comunicazione 2010

http://www.unavignettadipv.it/public/blog/upload/Web%20generation%20Low.jpg


Pillola del giorno: Ragazza: Una persona di giovane età del cosiddetto gentil sesso con un'inclinazione a un atteggiamento e opinioni imperscrutabili che possono far infuriare fino al delitto. La specie è geograficamente piuttosto diffusa; dovunque la si cerca, la si trova, e dovunque la si trova, uno se ne pente. In linea di principio la ragazza non dispiace all'occhio e (senza il suo pianoforte e le sue opinioni) non è insopportabile all'orecchio. Anche se non può competere con la bellezza dell'arcobaleno e la sua componente udibile viene superata dal canarino che, oltre tutto, è anche più facilmente trasportabile.
Ambrose Bierce.

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