martedì 30 marzo 2010

Elezioni regionali: Primo partito chi non vota!

In alto: Immagine tratta dal blog http://sedutainriva.splinder.com/, Giusy Montalbano ha pubblicato il suo libro Seduta in riva al lago, una raccolta di liriche e prosa poetica che puoi trovare sul sito www.Boopen.it sezione poesia, anche il video di presentazione è una poesia...


Il denaro è come il letame che non serve se non è sparso.
Francis Bacon.


Presentazione Video di KayBlu:




Elezioni regionali: Primo partito chi non vota!

In questa tornata elettorale se si guardano le dichiarazioni dei rappresentanti dei partiti, tutti hanno vinto, nessuno si prende la briga di constatare che come è successo in Francia, anche nel nostro paese il primo partito è quello degli astensionisti, di quei cittadini che non si sentono rappresentati da nessuno di questi personaggi che intrallazzano allegramente tutti insieme alle nostre spalle, esprime bene questo concetto Marco Cedolin su Luogocomune:

Ha vinto chi non vota

QUIZ: SEI UN MARZIANO ARRIVATO IERI SULLA TERRA. GUARDA IL VIDEO E INDOVINA CHI HA VINTO LE ELEZIONI.



Ha vinto chi non vota- di Marco Cedolin

Non possono esistere dubbi sul fatto che il dato più emblematico uscito (o sarebbe meglio dire mai entrato) dalle urne di queste elezioni regionali di marzo 2010 sia costituito dai quasi 3 milioni e mezzo in più di cittadini che non si sono recati a votare, portando il “partito” dell’astensione a sfiorare il 37%, diventando di fatto il maggiore partito del Paese. Un incremento nell’ordine dell’8%, con punte fra il 14%, il 12% e il 10% in Puglia, Lazio e Toscana, che qualifica il partito del non voto come l’unico reale vincitore di questa tornata elettorale.

Una vittoria, quella del non voto, determinata da una campagna elettorale sincopata, nevrotica al limite del parossismo, giocata esclusivamente intorno allo screditamento dell’avversario, totalmente priva di qualsiasi abbozzo di programma credibile.

Una campagna elettorale nel corso della quale i problemi reali del paese, che si chiamano crisi occupazionale, disastro economico, crollo del potere di acquisto delle famiglie, inquinamento del territorio, sono stati lasciati a margine da parte delle due coalizioni impegnate a contendersi il governo delle regioni.

Una campagna elettorale imperniata sulla violenza verbale ...

... dispensata a piene mani, vissuta fra litigi ed animosità al limite dello scontro fisico, sempre incentrati su differenze artificiali e prive di fondamento, utilizzati per nascondere l’assoluta mancanza di differenze reali fra i due poli che si contendono il governo regionale.

Un italiano su tre ha dunque preferito non recarsi a votare nonostante (o forse anche a causa) la quantità industriale di materiale pubblicitario che ha riempito le buche delle lettere, l’ossessiva tempesta delle telefonate a domicilio, la massa dei manifesti ad abbruttire i muri delle città, la marea di “santini” con faccioni sorridenti e cravatte multicolori. Tutto materiale che a dispetto degli sforzi esperiti dagli esperti del marketing è apparso intriso di un vuoto cosmico, tanto era infarcito di slogan demagogici che sarebbero parsi artificiosi anche agli occhi di un bambino di 5 anni e miravano unicamente a fare leva sulla tanto stantia quanto ormai sempre più improponibile scelta di campo fra destra e sinistra.

Anche in Italia, come nella maggior parte dei paesi occidentali, la distanza fra i partiti politici ed i cittadini continua perciò a farsi sempre più siderale, dimostrando in maniera inequivocabile l’inadeguatezza di un sistema come quello della democrazia rappresentativa, soprattutto qualora gestito in termini di bipolarismo. Anche il clima da “guerra civile” creato nell’occasione e gli “epici” inviti a scelte di campo presentate come decisive, non sembrano avere sortito l’effetto voluto.

I cittadini stanno continuando ad allontanarsi ed i partiti politici parlano ogni giorno di più un linguaggio alieno a chi vive e soffre nel paese reale, un linguaggio autoreferenziale che ben presto rischierà di trasformarsi in una lingua morta.

Per quanto riguarda i risultati elettorali non sono mancate le sorprese e neppure gli elementi che meritano di diventare oggetto di riflessione.
Il centrosinistra, nonostante l’operato del governo Berlusconi non sia stato fin qui entusiasmante, ha nuovamente subito una sconfitta cocente. Se la perdita di regioni come la Calabria e la Campania e il Lazio può trovare la spiegazione all’interno degli scandali di varia natura che hanno caratterizzato le amministrazioni esistenti, ben più grave appare la debacle in Piemonte. Dove Mercedes Bresso si è vista costretta a cedere il passo a Cota, nonostante fosse riuscita ad incamerare nella propria coalizione tanto l’UDC di Casini quanto la Federazione della sinistra radicale. E’ indicativo il fatto che l’unica regione “a rischio” nella quale il centrosinistra ottiene un risultato positivo sia proprio quella Puglia dove Nichi Vendola ha difeso con i denti la propria candidatura, imponendo una lista più “di sinistra” rispetto al listone in alleanza con l’UDC che era stato imposto da D’Alema.
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Sempre sul tema elezioni l'unica autentica vittoria è quella di Nichi Vendola, dal sito Voglio scendere:

D’Alema, lo skipper

bertolotti de pirro

Si dà il caso che la sola, autentica, originale vittoria sulla destra, in queste catastrofiche elezioni del non voto e del voto espresso, l’abbia conseguita Nichi Vendola in Puglia. Una impresa che sembrava non solo temeraria, ma addirittura impossibile: sconfiggere contemporaneamente i due berlusconismi italici, quello autentico della destra scesa in campo con la diretta investitura del sultano di Arcore, e quello speculare degli apparati del partito democratico che agivano con la diretta investitura di Massimo D’Alema, lo Stratega, il Machiavelli del Salento, la Mente Più Lucida della Sinistra, lo Skipper.

Ricorderete le rotte che un paio di mesi fa il volitivo D’Alema aveva cartografato con brevi e imperiosi segni sulle mappe del nostro mare sociale: “La situazione è resa difficile non dalle nostre trame, ma dalla decisione di Vendola di candidarsi” (29 novembre). “Sono stato chiamato per affrontare una situazione estremamente difficile creata da Vendola”. (27 novembre). “Il suo personalismo ha avvelenato una vicenda politica che doveva svilupparsi diversamente. Potevamo puntare su Boccia senza fare nemmeno le primarie, come ci chiedeva l’Udc di Casini” (21 gennaio). “Vendola non è in grado di realizzare ciò di cui la Puglia ha bisogno, cioè quella coalizione democratica con l’Udc che stiamo sperimentando. Non è una improvvisazione, ma una strategia politica”. (18 gennaio). “Ha messo il partito con le spalle al muro”. “Come leader ha fallito”. (24 gennaio)
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In Abruzzo le elezioni ce le racconta una reporter sul campo Miss Kappa:

Vi prego.....

A L'Aquila la sinistra ha ottenuto il 58% dei consensi. Nonostante tutto. Nonostante il comportamento criticabilissimo avuto prima e dopo il terremoto. Nonostante la politica di spartizione di potere e di privilegi. Nonostante non si sia mai posta dalla parte dei bisogni dei cittadini. Nonostante non abbia avuto mezzi, né possibilità, di fare campagna elettorale. Nonostante non siano stati approntati i collegamenti con i seggi per gli elettori lontani dalla città. Nonostante i seggi fossero dislocati nei posti più impensabili, e fosse difficile capire dove conferire le proprie scelte. Non chiedetemi, quindi, perché gli Aquilani hanno preferito la destra. Così non è. Anche gli Aquilani di destra hanno votato Stefania Pezzopane, poiché sapevano che l'altro candidato era impresentabile e sarebbe stato pernicioso. Del Corvo, voluto fortemente e sapientemente da Berlusconi, è marsicano. E la Marsica è territorio esteso e popoloso. Avezzano da sempre richiede di fare provincia a sé. Il voto di quella gente è stato volgarmente funzionale alle loro aspettative. Il terremoto dell'Aquila, ché così si chiama, poiché ha colpito solo L'Aquila ed i paesi limitrofi, non ha sfiorato la Marsica. I marsicani ritengono che non sia problema loro. Vi prego, non caricateci di un ulteriore peso che non dobbiamo portare. Ne abbiamo già troppi.
Berlusconi e i suoi emissari, qui, nella terra del terremoto, hanno perso.


E sulle elezioni e la campagna elettorale che le ha precedute, un divertente commento di Ritarella sui manifesti che ci hanno circondato in questi mesi passati:

Ad urne chiuse...
Diciamocelo, per fortuna almeno la campagna elettorale (diretta e indiretta) è finita, credo che tutti ne avevamo le tasche piene. C’è da dire, però, che certi aspetti della battaglia per conquistare un posto sono divertenti: in primis le foto dei candidati, in genere abbondantemente ritoccate, al punto che quando poi li vedi nature la delusione è cocente. Ma anche la guerra degli slogan: chi se li ricorda più i vecchi manifesti con scritto solo “Vota Tizio” sotto il simbolo del partito? Adesso scendono in campo i pubblicitari di grido, e chi non se li può permettere si arrangia a livello artigianale: vedremo nei prossimi giorni, come se la sono cavata. Ad urne chiuse (e non per problemi di par condicio, chi vuoi che se lo fili quello che scrivo io) mi diverto a fare una mini antologia.
Se ti chiami D’Addario e ti candidi in Puglia, sul manifesto elettorale te la giochi: “Non sono una escort ma mi candido lo stesso” e l’immagine non è quella solita della faccia del candidato… (NB: notare le scarpe… assomigliano tanto a quelle del manifesto di Rifondazione ma sicuramente è solo un caso). L’omonimia in effetti può essere rischiosa, e allora Michele Dell’Utri ci tiene a chiarire, e sul manifesto precisa “Non sono parente” mentre Angelo Gava fa l’esatto contrario e scrive “La storia ci ha dato ragione” e a seguire la lista dei parenti illustri (Silvio Gava, Antonio Gava ecc.).
Giocare con il proprio cognome è cosa comune: Rocco Palese tira fuori slogan come “Basta chiacchiere è Palese” o “Basta bugie è Palese” che ricordano quelli di Carosello, forse perché vanno ad opporsi agli slogan in rima di Nichi Vendola, che assomigliano tanto alle filastrocche degli spot degli anni ’60 (ma anche lo slogan della Bonino…). Niente al confronto di un certo Francesco Piccolo (che magari è pure bassino) che propone un “Fai grande il Veneto”, o di Fabio Desideri che dice “Diamo vita ai nostri desideri” o ancora di tale Davide Traverso che lancia “At-Traverso me si può”; invece il candidato Luigi Nieri butta lì un “Per Nieri non per caso” mentre tal Roberto Fico celebra sé stesso con “Votofico”, sicuramente più accattivante di chi scrive “Vota uno come te: Pasquale Finocchio”, quantomeno imbarazzante.
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La cocente delusione di un'altra cara amica, ArtmisiaHate:

Non ho parole per commentare.
Posso dire una cosa?
Italiani coglioni.
Se potessi me ne andrei da questo schifo.
E dite che sono anti-italiana?
mm...ora si, lo posso dire.
Sono per L'Italia, ma contro gli italiani.
Abbiamo gridato troppo in questa campagna, ma ci sono persone
come me che volevano sul serio una svolta, volevano
ricominciare a credere in questa nazione.
La cosa più sgradevole sono Piemonte, Veneto, Lombardia e Lazio.
Davvero, ci sono rimasta malissimo.
Pensavo che dopo tutto, saremmo riusciti a far entrare qualcosa
nelle menti becere di molti italiani.
Formigoni non poteva essere ricandidato e ha vinto, la polverini non
doveva esserci proprio per il macello per cui la sinistra serebbe stata
CERTAMENTE esclusa in caso contrario. In Piemonte
sono impazziti, il Veneto era già andato (leghisti al massimo)...
la Campania e la Calabria...beh, si sa come hanno vinto.
Ma L'Aquila? Sono rincretiniti?
IO SO che là Berlusconi non ha fatto NIENTE.

(e sfido chiunque a dire il contrario)
Ho visto testimonianze e il vero stato in cui è la città.
PERCHE' HANNO VOTATO PDL????
Qualcuno me lo spieghi.
... Contunua


Rimaniamo in Abruzzo per parlare di una bella iniziativa dal blog di Terezita:

Abruzzo

A pochi giorni dal primo anniversario del drammatico terremoto dell'Abruzzo vi propongo un'iniziativa, cui ha già aderito tempo fa Marina con un suo post. Si tratta di un'idea partita attraverso un blog, detto delle 99 colombe, tante quante le cannelle della storica fontana de L'Aquila. L'obiettivo è andare a cercare ed acquistare gli ottimi prodotti dolciari della Nurzia, ditta che sta tentando di risollevarsi e rivivere dopo la catastrofe del 6 aprile.

Dietro ad ogni marchio, ma soprattutto dietro a quelli delle produzioni artigianali, ci sono persone, comunità, lavoro, dignità, rispetto, sapienza artigianale e amore, tutte cose preziose, recuperate e portate in salvo dal sisma dai piccoli grandi eroi della memoria Donne di HORVATquotidiana,quella che salva sé stessa recuperando le piccole cose e salvando, nel contempo, il senso di tutto e di tutti. I piccoli grandi eroi della memoria quotidiana sono tanti, sparsi e dispersi, spesso con poca o nulla visibilità: Eppure, benché invisibili, costoro sono capaci di prove di eroica tenacia nel ricostruire il tetto sotto il quale mettere a riparo il tesoro della memoria di tutti, compresa la memoria pasticciera ché, alla fine, la storia di una comunità è fatta di tutto e ogni cosa ne è parte, nel pregiato incastro del patrimonio comune.

Vi basti sapere che il marchio Nurzia vive e produce le sue ottime specialità dal 1835, che è caratterizzato da un logo bellissimo, tanto antico quanto raffinato, e che i suoi prodotti sono più che buonissimi: hanno dentro quella combinazione perfetta tra l’artigianalità di antica scuola e la cura attenta, devota e preziosa che veniva prestata alle cose in un tempo che non è più il nostro, purtroppo, un tempo che pare essersi nascosto nelle bellissime confezioni dei prodotti Nurzia e nel loro meraviglioso contenuto.

Di quei prodotti ne parlo conoscendoli, mentre non conosco ma sento vivi e presenti tutti quelli che per Nurzia lavorano e che hanno bisogno di tornare a crescere come prima di quel terribile 6 aprile. A loro auguro una buona Pasqua e un aprile che sappia solo di primavera e di rinascita.

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Un'altra grande donna, un'amica Sistercesy, racconta:

Fantasy Woman Pictures, Images and Photos Se dovessi dire a quale animale assomiglio direi senza esitare a un'ape.
Sono un'ape, mi sento un'ape.
Sono quella che guarda e annusa, mi avvicino piano e ascolto le vibrazioni che emanano le persone.
Chiudo gli occhi e lascio che la mia aura spazi in cerchi senza freni, cerco il nettare più buono, quello che mi fa vivere.
Come una ladra succhio il miele della vita in ogni suo essere.
Sono quella che vaga alla ricerca del sapere e del vivere piano.
Volo da persona a persona e prendo quello che mi offrono, la loro allegria diventa la mia, il loro dolore lo metto sulle spalle e li aiuto nel difficile cammino.
Li aiuto sapendo che il torna conto sarà alto, una consapevolezza del vivere giorno per giorno come meta da raggiungere assieme alla gioia di avere vissuto.
Come un'ape cerco il sole ma amo la notte più buia e fredda, perchè nel gelo vivono i ricordi più lunghi e antichi.
Come un'ape mi ubriaco di serenità e di certezze, salvo poi buttarle al primo dubbio che mi strazia il cuore.
Come un'ape cerco rifugio in arnie non mie, credi fatti su misura e per i quali non ho mai pregato.
Da sempre inginocchiata all'altare del chiedere, del dubbio e del sapere, snobbata da sempre dalla verità, come un'ape cerco furibonda di fare male.
Restia a pungere sapendo che ne morirei, ma sempre pronta a partire in guerra.
Come un'ape succhio il disagio di essere così, sbagliata e ingombrante nella mia sola e sempre mille vite.....



Le donne a letto fingono l'orgasmo? la risposta da perte di Aria1986:

Sessuologia

A letto lei finge?
Ecco come capirlo

La metà delle donne ammette di aver simulato l'orgasmo. Signori uomini, quello vero funziona così...

Come insegna la celebre sequenza del film Harry ti presento Sally (1989), dove Meg Ryan lascia di stucco Billy Crystal fingendo un orgasmo dentro a un fast food, le donne sanno alla perfezione come e quando mentire in fatto di piacere. E gli uomini ci cascano.
L'ultima conferma arriva da un recente sondaggio britannico svolto su 3mila donne. Il 48% delle intervistate ha infatti dichiarato di aver recitato almeno una volta, il 10% di farlo sempre. E, secondo il 38%, il partner non se ne accorge affatto.
Già nel 2008, in un'indagine condotta su oltre 15mila intervistate, il 54% delle italiane aveva ammesso di aver mentito a letto almeno una volta nella vita: per noia, per comodità, per non deludere il partner o per compiacerlo. Tra queste, anche alcuni noti volti televisivi.
Ma come fa un uomo a smascherare una partner provetta attrice?

Le pupille si dilatano
Il culmine del piacere femminile si accompagna ad alcune modificazioni fisiche. La più importante è quella legata alle contrazioni dei muscoli perineali intorno alla vagina. L'intensità varia ma la loro assenza può essere un segno che qualcosa non sta andando per il verso giusto.
«Durante l'orgasmo è poi percepibile una leggera tachicardia, compare un velo di sudorazione sulla schiena e sul petto, mentre gli occhi acquistano una colorazione più brillante, le pupille si dilatano e accade che si inumidiscano e a volte scenda una lacrima», spiega Salvo Caruso, direttore del centro di ricerca sessuologica dell'Università di Catania.
Le nobili dell'Ottocento sapevano camuffare un finto godimento instillandosi negli occhi, prima del rapporto, alcune gocce di estratto di belladonna.
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Da Magena Yama alcune stupende immagini:

Lilithian Magena - brand new shots !

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ph. by Aldo Stefanni
MUA Ilaria make-up

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Dall'amica Capelli Blu una poesia e un'immagine delicate:

...oltre


Bocca di donna,

- C'era un carillon tra le mani,
girava su pieghe meccaniche.-

so che cancelli memorie ormai guaste.

- Luccicava di magia fin dentro gli occhi,
suonando a tratti, sciolto.-

Uccidimi con le labbra, se puoi.
Non farmi andare via.

- E c'era la sensazione che nulla sarebbe potuto sfuggire di lì.
E girava il carillon.
Una danza sua, ce l'aveva.-



Le elezioni regionali raccontate da Vauro ed alcune sue opere:













Elezioni il commento di Mauro Biani:

Dopovuoto Pd


E da Mamma, la furba e geniale soluzione di Bersani:

Un'occasione storica si presenta per il PD

Non va tutto male

Occasione ghiotta per il PD del nord


Da Inserto Satirico la delusione del Cavaliere:

Che barba, che noia...


Pillola del giorno: Video di Stefano Benni: "Anima".

Video


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