sabato 27 novembre 2010

Rifiuti, Saviano e Camorra

In alto: Immagine tratta dal blog http://sedutainriva.splinder.com/


I politici hanno una loro etica. Tutta loro. Ed è una tacca più sotto di quella di un maniaco sessuale.


Saviano, i rifiuti della camorra e dei politici

Roberto Saviano nella trasmissione su RAITRE Vieni via con me ha parlato di camorra e di rifiuti tossici sversati in Campania negli ultimi vent'anni, per completezza di informazione è bene leggere la lettera aperta che l'oncologa Patrizia Gentilini ha inviato al blog di Beppe Grillo:

Ricevo e pubblico una lettera dell'oncologa Patrizia Gentilini sulle affermazioni fatte da Roberto Saviano nella trasmissione: "Vieni via con me" sulla camorra e i rifiuti.
"Caro Beppe,la questione dei rifiuti in Campania è troppo importante perchè si possa permettere che vengano date informazioni distorte o comunque non rappresentative della realtà dei fatti. Per questo ti chiedo ospitalità nella speranza che questa mia arrivi all'attenzione di Roberto Saviano - che certamente stimo per tante sue testimonianze - ma che proprio per questo e per il ruolo che ha assunto, non può permettersi "scivoloni" di sorta. Affermare, come Saviano ha fatto in TV con 10 milioni di persone che lo vedono e scrivere su Repubblica (altri 2 milioni circa) che è la camorra colpevole del disastro dei rifiuti urbani in Campania è affermare una cosa non vera: nel processo in corso contro Bassolino e vertici di Impregilo&Fibe non vi sono imputati per reati "di camorra", ma per truffa e falso.Qui le responsabilità non sono della camorra, ma della politica e se si assolvono gli amministratori e i politici che hanno combinato questo disastro si fa un favore lla camorra perchè la camorra si combatte asciugando l'acqua in cui nuota! Ed è bene sapere che le difficoltà a gestire nel modo giusto i rifiuti (raccolta domiciliare, centri di compostaggio e di riciclo) non vengono tanto dalla camorra quanto piuttosto da un intreccio perverso tra grandi interessi e politica, senza distinzione di parte, ne sappiamo ben qualcosa anche noi cittadini di una regione "rossa" quale l'Emilia Romagna... Di certo poi Saviano non è aggiornato e non sa che non sono solo alcuni sparuti studiosi ad esprimere dubbi sulla innocuità degli inceneritori, ma intere associazioni scientifiche ed Ordini di Medici (come quello dell' Emilia Romagna o della Francia). Chi volesse farsi anche solo una idea del problema può leggere quanto pubblicato sul Sole 24 ore Sanità da parte del collega Pietro Carideo, od ancora la lettera aperta di noi medici ai cittadini di Parma, o le dichiarazioni fatte dall'oncologo francese , D. Belpomme, Presidente di ARTAC. E se ancora non bastasse riporto le parole del Prof. David Kriebel del Dipartimento Salute ed Ambiente del Massachussets che ha commentato un recentissimo studio - pubblicato sulla rivista Occup Environ Med - condotto da ricercatori dell’Università di Lione in un'area in cui sono attivi 21 inceneritori (studio che ha evidenziato su 304 neonati affetti da gravi malformazioni all’apparto genitale rischi statisticamente significativi -fino a quasi sei volte l’atteso - correlati all’esposizione alle diossine emesse dagli inceneritori).Queste le parole del Prof Kriebel: “Lo studio.. suscita serie preoccupazioni in relazione ai rischi per la salute dovuti alle emissioni di impianti urbani di incenerimento dei rifiuti. Questo dato, combinato con l’evidenza di altri effetti negativi di questa tecnologia, dovrebbe essere di per sé determinante nella scelta della gestione dei rifiuti. Infatti, oltre ad essere molto pericolosi per la salute, tali impianti infatti:1) provocano la produzione di ceneri pesanti e scorie tossiche comunque da smaltire2) contribuiscono al riscaldamento globale3) impediscono la riduzione dei rifiuti e il riciclaggio, poiché una volta che questi impianti costosissimi sono stati costruiti , i gestori vogliono avere garantita una sorgente continua di rifiuti per alimentarli".Ripeto, non pretendo certo che Saviano sappia tutto di rifiuti , ma spero si renda conto che con il suo intervento - certamente suo malgrado - è stato funzionale alla promozione del "ciclo integrato", ovvero quello che prevede un'importante quota di rifiuti da incenerire e l'utilizzo successivo delle ceneri residue.... nel cemento!


L'informazione è il fulcro della democrazia, chi controlla i media controlla tutta l'opinione pubblica e ne indirizza i convincimenti, in tutti i paesi l'informazione è gestita e controllata dai gruppi di potere politico economico, Luogocomune affronta l'argomento in questo post:

I media e la costruzione della realtà
L’importanza dell’informazione nella nostra società contemporanea è enorme, così come spaventoso si rivela il potere concentrato nelle mani dei grandi media che gestiscono la costruzione della realtà.Quasi tutto ciò che conosciamo e travalica le mura della nostra casa, della fabbrica o dell’ufficio in cui lavoriamo e della ristretta cerchia dei nostri amici e delle nostre conoscenze non esiste nella sua vera natura, bensì in quella in cui i media hanno ritenuto di rappresentarlo.Una protesta, un corteo, una manifestazione, a meno che ci abbiano coinvolto personalmente, faranno parte della nostra consapevolezza solamente se l’informazione ha deciso di darcene notizia, altrimenti per noi sarà come se non fossero mai esistiti.Un progetto come quello dell’Alta Velocità ferroviaria sarà da noi giudicato indispensabile, inutile, dannoso o strategico, in funzione dei vari giudizi che gli esperti e gli uomini politici avranno espresso attraverso i media che sono perciò in grado di filtrarli al fine di ottenere l’effetto voluto.Se non viviamo in Valle di Susa saranno i media a svelarci l’identità e le motivazioni dei contestatori e in funzione della realtà che i media ci rappresenteranno noi li considereremo. Anarco - insurrezionalisti, provocatori, teppisti alla ricerca di ogni occasione che permetta loro di sfogare la propria violenza, oppure onesti cittadini e brave persone che pacificamente difendono la propria terra....Sono i giornali e le televisioni ad offrirci i parametri attraverso i quali leggere il mondo che ci circonda, ...... individuare i buoni e i cattivi, separare i progetti utili da quelli sbagliati, considerare la validità delle scelte di ordine economico, ambientale, etico, scientifico, formarci un’opinione su tutto ciò che accade. Sono i giornali e le televisioni a fornirci le coordinate che ci permetteranno di entusiasmarci, preoccuparci, indignarci, emozionarci, solidarizzare, condividere, contestare, disapprovare, manifestare qualsivoglia genere di emozione funzionale alla realtà che ci viene rappresentata.Ma i media non si limitano a plasmare e costruire la realtà a loro piacimento, essi sono in grado di decidere se un determinato evento è esistito o meno e possono operare in questo senso con molta facilità, limitandosi a rendere pubblica o ignorare una determinata notizia. Tutto ciò che non viene rappresentato dai giornali e dalle televisioni, semplicemente non è esistito, tranne ovviamente per chi è stato direttamente coinvolto nell’evento.Il controllo dell’informazione è perciò indispensabile all’oligarchia di potere, tanto quanto lo è quello della politica, solo attraverso la condiscendenza dei media è infatti possibile gestire l’opinione pubblica, costruire consenso e distruggere eventuali avversari.In relazione a questa necessità ossessiva di mistificare mediaticamente il mondo reale, al fine di orientare l'opinione pubblica in maniera funzionale agli interessi superiori, anche il linguaggio sta cambiando in profondità. Le parole non hanno più una valenza specifica funzionale al proprio contenuto, ma sono diventate gusci vuoti privati di un significato intrinseco, adatti non a rappresentare un concetto ma semplicemente a soggiogare emotivamente l’interlocutore.Quante volte guardando la televisione o leggendo i giornali c’imbattiamo in concetti quali “strategicità di un’opera”, “necessità di sviluppo”, “funzionale agli obiettivi di crescita”, “indispensabile alla ripresa economica”, “democraticizzazione di un popolo”, “recupero di competitività”, “maggiore flessibilità”, “mercato globale”, “grandi infrastrutture d’importanza internazionale”.Si tratta di frasi fatte, luoghi comuni, esternazioni ad effetto che pur essendo prive di un reale significato sortiscono comunque il risultato voluto, poiché tendiamo ad essere influenzati dalla ridondanza del concetto, senza preoccuparci di scavare nel suo contenuto. Chi ha fatto l’esternazione non sarà mai in grado di spiegarci perché quella determinata opera è strategica o le motivazioni della necessità di sviluppo, oppure le ragioni per le quali una decisione è funzionale agli obiettivi di crescita o indispensabile alla ripresa economica. Nessuno sarà in grado di spiegarci come sia possibile esportare la democrazia, cosa significhi realmente recuperare competitività, quale sia l’importanza internazionale di un’infrastruttura o perché sia indispensabile avere maggiore flessibilità e quali siano i parametri di un mercato globale.Nonostante ciò noi avremo metabolizzato l’importanza prioritaria ed imprescindibile del concetto, accettandolo come necessario ed indispensabile.Un altro esempio del condizionamento che ogni giorno ci viene imposto tramite l’uso improprio delle parole è costituito da quei termini che vengono usati come sinonimo di modernità, pur non avendo di per se stessi alcuna valenza specifica.
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Il miracolo della ricostruzione in Abruzzo raccontato dal blog di Piero Ricca:

L'Aquila chiama. Milano risponde

Come la garanzia di soluzione in poche settimane della tragedia dei rifiuti in Campania, che in verità richiederebbe decenni di buon governo per la bonifica dei territori. Come la sbandierata diminuzione delle tasse, che - ipse dixit - sono così alte da autorizzare moralmente l’evasione, eppure in questi ultimi anni sono perfino aumentate. Come la storia delle “città più sicure”, a colpi di tagli alle forze dell’ordine e leggi che depotenziano fondamentali strumenti di indagine. Come queste e altre promesse, così il miracolo della ricostruzione in Abruzzo, propagandato con una spudorata passerella tra le macerie nei mesi dell’ondata emotiva, si è rivelato nient’altro che un numero da piazzista. Eppure molti boccaloni applaudono ancora lo spettacolo, quasi che la realtà li disturbasse e nessun altro messaggio fosse così persuasivo da scuoterli dall’ipnosi televisiva. Il piazzista e i suoi compari della cricca governativa non hanno ingannato soltanto gli aquilani ma l’Italia intera, con metodi visti e rivisti altrove: la delega dei poteri decisionali a un ristretto clan attorno al capo, “in deroga” alle procedure ordinarie, la riduzione e l’aggiramento dei controlli, l’imbonimento mediatico, la gestione paramafiosa degli appalti, la neutralizzazione del dissenso.
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E sul terremoto a L'Aquila il resoconto di Miss Kappa:
Riprendiamoci le nostre città
Sabato pioveva sulle nostre speranze. E sulla nostra rabbia. Sulle nostre rivendicazioni. E sulla verità. L'Aquila si è mostrata, a noi e ai tanti venuti da fuori, in tutta la sua cruda realtà. Realtà alla quale troppi Aquilani rischiano di abituarsi. Realtà che, invece, va gridata, e combattuta. Eravamo tanti. Più di ventimila, al freddo e sotto l'acqua che ci ha accompagnato, impietosa come le nostre macerie, lungo tutto il doloroso tragitto. E le case sventrate, vuote e buie, sono state la scenografia della rappresentazione del dolore dal quale cerchiamo di uscire.
Molti c'erano, molti non c'erano. C'era chi vuole reagire, chi non si accontenta. E chi non delega. C'era chi si rifiuta di credere e far credere che tutto va bene. C'era chi non si arrende.E c'era anche in nome dei tanti che non sono venuti. Dei tanti che non ce l'hanno fatta a ripercorrere e rappresentare il loro dolore. Dei tanti che sono deboli, e stanchi, e rassegnati.
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Il 25 novembre è stata la giornata internazionale contro la violenza sulle donne, alcune testimonianze e considerazioni, da Vita da Streghe:
Poetry Attack: Femminicidio (giornata contro la violenza sulle donne)

Dopo avermi recisa
per giocarti le dita,
dopo,
sarà la tua decadenza.
Ciò che uccidi non si arrende
ma rimane nel ventre
a sussurrarti, piano,
la morte.
(Giorgia Vezzoli - Vita da Streghe)

Dal blog di Arguzia:
giovedì, 25 novembre 2010
No alla violenza sulle donne!
Oggi è la giornata internazionale contro la violenza sulle donne.Si, in effetti ogni giorno dovrebbe essere una giornata contro la violenza sulle donne, ma qua tra omicidi -riusciti o meno-, stupri, botte è una guerra.Lunedì a Vieni Via Con Me tre Donne hanno letto tre elenchi, che sono quello che molte di noi pensano ogni giorno.Ognuna di noi avrebbe potuto scrivere quegli elenchi.Femminismo A Sud ne ha scritto uno e chiede a Saviano e Fazio di leggerlo.E' l'elenco delle donne uccise negli ultimi QUATTRO mesi.Più di sessanta donne ammazzate in quattro mesi.E mancano tutte quelle che sono state stuprate, mutilate, picchiate.Mancano quelle che sono sopravvissute e se andate a fare un giro su Bollettino di Guerra potrete avere un'idea dei numeri.Sono donne normali, non eroine e proprio per la loro normalità vengono dimenticate, perché in troppi ancora pensano che "certe cose" non siano un problema di tutti.Per aderire all'iniziativa di Femminismo a Sud, si può può inviare l'elenco, o direttamente il link al loro post, a info@robertosaviano.it , tramite il form sul sito della trasmissione o lasciare un messaggio sulla bacheca della loro pagina facebook.Per ogni donna uccisa, stuprata e offesa siamo TUTTE parte lesa.


Dal blog Donne Pensanti:
Donne e Pubblicità: come è andata a finire

U-power: la scarpa che dà calci in culo alle donne
Il 15 ottobre 2010 tramite mail, un lettore mi segnala questa pubblicità che si commenta da sola.
Apro una discussione nell’area forum della community: http://donnepensanti.ning.com/forum/topics/upower-ovvero-prendere-a-calci e contemporaneamente scrivo allo IAP usando l’apposito modulo.
In molti abbiamo scritto per segnalare il contenuto offensivo nei confronti delle donne contenuto in questa campagna pubblicitaria.
Oggi mi arriva questa mail:
Spettabile
Associazione Donne Pensanti
alla c.a. Dott.ssa Francesca Sanzo
Segnalazione messaggio pubblicitario “Con le Scarpe da Lavoro U.Power ti puoi permettere “Quasi” tutto!!”
rilevato su affissioni diffuse nella città di Novara nel mese di ottobre 2010
Desideriamo informarLa che il Comitato di Controllo, esaminato il messaggio pubblicitario da Lei segnalato, ha deliberato di emettere ingiunzione di desistenza per violazione degli artt. 9 - Violenza, volgarità, indecenza – e 10 - Convinzioni morali, civili, religiose e dignità della persona - del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.
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Da Mesic la descrizione di alcuni tipi di donne:
Slut machine!
Saranno vere?Ce ne sono molte di donne, migliaia, troppe, perlopiù siamo zoccole, ma ognuna è diversa, ognuna ha un modo di fare la zoccola che ci distingue.Conosco ragazze che amano mettersi in posa nelle foto come avessero solo loro la figa e sproloquiano su quanti ragazzi si fanno e quanto gli piacciono i baci e così via. Sono quelle che poi non fanno pompini. Ok, non a tutte piace farlo, lo posso capire. Sono quelle che non si masturbano. Questo proprio non lo capisco, ma non ci credo neanche. Insomma dici che hai voglia di cazzo ma non ti masturbi che ti fa schifo ed è squallido? In cosa è squallido? Ok toccare la gnagna non è proprio il massimo ma è per un bene superiore che lo fai.Conosco ragazze che non lo fanno se non col proprio uomo. Poi parli con questi uomini e ti raccontano di quanto siano porche a letto. Siete delle fighe, non ve la menate, lo fate solo con chi è nel vostro interesse e vi godete la vostra sessualità e zoccolaggine col partner in questione.Ci sono quelle tontolone, che di sesso proprio non parlano ma nemmeno ci provano con un ragazzo, aspettando qualche manna dal cielo. Sono quelle persone che trovano squallido provarci con i ragazzi. Hai ragione, perché ci sono quelle che se escono è solo per provarci, mentre se te esci è per stare in compagnia e divertirti ma se trovi qualcuno, civetta un po' cristo.
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CherryLotus è una donna che vive in Cina, racconta le sue esperienze in questo sterminato paese:
UNIVERSITA' E FUTURO
Mi è capitato di parlare con studenti universitari cinesi dei loro studi. Ci sono alcune cose che mi hanno davvero sorpresa. Primo, alcuni mi dicevano di non essere contenti dei loro studi, nel senso che a loro non piacciono molto, e uno si chiede perché l'hanno scelto. Secondo, le ragazze mi hanno detto che devono cercare di avere un titolo di studio più basso dei loro ragazzi o futuri mariti, per evitare di guadagnare di più e creare dei problemi ai poveri maschietti. Questo è nettamente in contrasto con la cultura di rispetto verso le donne che c'è in Cina, ma potrebbe essere un ritorno del maschilismo tradizionale, che risale ai tempi di Confucio, e che fa comunque far preferire alle famiglie un figlio maschio piuttosto che una femmina, e cose del genere. Terzo, alcuni mi hanno detto che continuano a studiare per poter avere un lavoro migliore, e che comunque anche con una laurea specialistica trovare un buon lavoro non è facile. Non sembra che parlino di un paese in forte espansione, ma di un paese medio, dove il lavoro scarseggia. Anche questo non so se sia dovuto al fatto che i laureati sono “viziati”, e vogliono solo lavori buoni e pagati bene, o se davvero la forza lavoro cinese richiede meno cultura e più manovalanza.
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L'Irlanda è sull'orlo della bancarotta, ha accettato il prestito offerto dalla Comunità Europea, Lia Celi svela i retroscena:
Ue: «Sì al prestito all'Irlanda, ma solo se si iscrive agli Alcolisti Anonimi»
E’ ufficiale: l’Irlanda accetterà il prestito offerto da Ue e Fondo monetario. L’opinione pubblica europea è sconcertata: solo l’altra mattina il premier di Dublino Brian Cowan sosteneva di non vedere nessuna crisi, mentre la sera, uscendo dal pub, diceva di vederne addirittura due. Fatto sta che l’isola verde è ancora più al verde, e l’unica voce dell’economia irlandese ancora attiva è quella di Enya. Vediamo perché.O’ CONNOR? O’ FAMESecondo un’antica leggenda, la secolare indigenza dell’Irlanda deriv adall’inganno teso dal perfido Fiode na-Mighnothagh, l’elfo delle speculazioni finanziarie, all’ingenuo re celta Poweropirlagh: lo spirito materializzò davanti agli occhi del sovrano una bolla iridescente attraverso la quale si vedevano enormi ricchezze. Affascinato dalla visione, Poweropirlagh abolì le tasse, e la sua gente cominciò ad acquistare case, cavalli e castelli che in realtà non poteva permettersi. Ma un brutto giorno la bolla di Fiode scoppiò, lasciando tutti più poveri di prima. Quando san Patrizio sbarcò sull’isola, gli irlandesi lo scambiarono per un altro promotore finanziario e tentarono di sgozzarlo. Quando Patrizio spiegò di esser esolo un innocuo evangelizzatore arrivato lì per caso furono così sollevati che non solo si convertirono subito al Cristianesimo, ma sottoscrissero con fiducia i suoi derivati «Pozzo di San Patrizio», che promettevano profitti senza fine. Non sapevano che si trattava dei titoli più tossici d’Europa, nati in antigieniche banche d’oltremare infestate da ratti, pulci e analisti di Goldman Sachs...
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Il ministro dell'Interno ha preteso di essere invitato alla trasmissione Vieni via con me su RAITRE per smentire le affermazioni di Roberto Saviano sugli intrecci affaristici fra Lega e 'Ndrangheta al nord, Michele Serra prevede ulteriori sviluppi sulle smentite del nostro uomo al Viminale:
Rai, arrivano le Smentine
Dopo la performance di Maroni e le pretese del Movimento per la Vita, va di gran moda la rettifica forzosa. Ecco i prossimi passi
Dopo l'uomo che ha mangiato 12 angurie in un'ora e il geometra che è riuscito a fare approvare nel piano regolatore due chilometri lineari di villette a schiera, un altro italiano entra trionfalmente nel Guinness dei Primati. Si tratta del ministro degli Interni Roberto Maroni, autore della smentita più lunga del mondo. Per rispondere a una frase di Roberto Saviano, il ministro è stato a "Porta a Porta", "L'ultima parola", "Matrix", "In mezz'ora", "Vieni via con me" e in una ventina di telegiornali, utilizzando anche dei sosia o delle sagome di cartone quando le trasmissioni erano in contemporanea. Complessivamente, sedici ore di replica a una frase di quattro secondi. Il ministro ha in animo anche una risposta a Gomorra: quaranta volumi rilegati in cuoio, un'opera monumentale che verrà inviata a ogni famiglia italiana con pagamento fermoposta, anche rateale. La strategia di Maroni, messa a punto da un ingegnere tedesco specializzato in megastrutture, è comunque appena agli inizi.

Face to face Il ministro suonerà il campanello di alcuni cittadini estratti a sorte, ai quali spiegherà perché Saviano ha torto e lui ragione. Al termine dell'incontro, Maroni consegnerà al cittadino una elegante brochure con le foto segnaletiche dei boss arrestati, da aggiornare a fascicoli.
Varietà Esauriti i talk-show, il ministro sta preparando smentite adatte ad ogni format televisivo. Nei varietà ribatterà a Saviano circondato dalle avvenenti Smentine, un quartetto di tre ragazze selezionato da Renzo Bossi. A Quark, se Piero Angela rispetterà gli accordi, la misteriosa scritta "Smentisco Saviano" dovrà apparire, fotografata da un satellite, nel deserto dell'Arizona, forse tracciata dagli alieni forse da Renzo Bossi, riconoscibile alla fine dell'ultima "O" con un enorme pennello in mano e un correttore di bozze al fianco.
Maturità Con l'appoggio del ministro Gelmini, al prossimo esame di maturità verrà proposto il seguente tema di italiano: "La smentita del ministro Maroni a Roberto Saviano, nel solco della grande tradizione razionalista, recupera molti dei valori formali e sostanziali che sono alla base del pensiero politico e filosofico moderno. Illustra e approfondisci questo nesso, con particolare riguardo al passaggio "mica è vero quello che dice Saviano". Completa l'esposizione facendo riferimento all'arresto di quarantadue dei trenta latitanti più pericolosi".
Latitanti Il camorrista Iovine è stato catturato in casa sua dopo 14 anni di latitanza e dopo 14 ore dal monologo di Saviano. Visto il successo di pubblico, il ministro intende perfezionare il numero arrestando personalmente un boss in diretta, riconoscendolo in mezzo al pubblico di un talk-show. La scena è stata preparata nei minimi dettagli e già provata in gran segreto dal ministro nello studio di Paragone. Conduttore: "Ministro, dei trenta latitanti più pericolosi lei ne ha già arrestati settantanove. Lo giudica un risultato soddisfacente?". Maroni: "Non ancora. Alle sue spalle, confuso nel pubblico, ho riconosciuto il boss Gennaro Proboscide. Arrestatelo!". Conduttore: "Ma quello è il tecnico audio... il signor Pino...". Maroni: "Dicono tutti così".
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Le citazioni su LA PIGRIZIA da Happysummer:
Il lavoro e' il rifugio di coloro che non hanno nulla di meglio da fare.(Oscar Wilde)
Il lavoro mi piace, mi affascina. Potrei starmene seduto per ore a guardarlo!. (Jerome K. Jerome)
I pigri intelligenti hanno sempre grandi ambizioni, per poter così giustificare alla propria intelligenza la loro inerzia.(Fowles)
Sono un pigro altruista: mi stanca pure vedere lavorare gli altri.(G. Vanella)
Una gran quantità di persone ha un'anima che adora nuotare. Volgarmente vengono chiamati pigri.(Henri Michaux)
Ogni mattina mi sveglio e tocco 200 volte le punte delle mie scarpe. Poi mi alzo dal letto e me le infilo.(Max Greggio)
La pigrizia non è altro che l'abitudine di riposarsi prima della fatica.(Jules Renard)



Le immagini di Ninfearosazzurra:



Di OroFiorentino:




Di Romina05:





Alcune opere del grande Vauro:

















Carrellata di vignette da Enteroclisma:
DALLA LORO PARTE
La protesta dilaga in tutta Italia.
Gli studenti si ribellano all'incapacità ed all'inefficienza ( e non solo quello ) di chi sta rubando loro il futuro, preparando una strada di precarietà e buio che giova soltanto ai grassi imprenditori e mazzettari, amici degli amici.
Nonostante le manganellate d'ordinanza, questi ragazzi sono saliti sui tetti e sono entrati nelle stanze del potere. Una piccola rivoluzione che deve far riflettere le mummie del regime.


L'AMARO... IN BOCCA
Di solito al ristorante - se chiedi un amaro - ti portano un bicchierino di liquore scuro ed amarognolo.
Ma se cerchi di trombarti la moglie del produttore, l'amaro te lo porta direttamente lui, sottoforma di cazzottoni in faccia.
Dal produttore al consumatore !!


SEMBRA IERI...
Ci penso io !!
SuperSilvio l'aveva buttata lì ... facile facile.
Sembrava una delle sue solite frottole ed infatti lo era.
Non solo ...
Ora la spazzatura sommerge anche Palermo, ma non se ne parla troppo, forse per non sporcare troppo le pagine dei giornali. I suoi.



PENSAVFATE KE JO' CI AFESSE RIPENZATO???


Pillola del giorno: Da Ehvvivi remember, Sopravvoliamo di Corrado Guzzanti & Co.



lunedì 22 novembre 2010

Chi ha ucciso John Kennedy?

In alto: Immagine tratta dal blog sedutainriva.splinder.com

Un libro, uno solo, può sconvolgere la vita di un singolo individuo. Una biblioteca può arricchire culturalmente una piccola cittadina. Un gigantesco archivio, invece, non cambierà in nulla la vita di una metropoli.

Chi ha ucciso John Kennedy?
Una delle più oscure vicende del mondo contemporaneo c è senz'altro l'uccisione del presidente degli Stati Uniti John Fitzgerald Kennedy,
Luogocomune descrive in maniera dettagliata gli oscuri risvolti e degli intrecci fra mafia, CIA, FBI e servizi segreti:

Da tempo ormai è chiaro a tutti i ricercatori più attenti che Lee Harvey Oswald non uccise John Fitzgerald Kennedy. La montagna di prove che smentiscono questa ipotesi è tale che persino i debunkers più accaniti, come Gerald Posner o John McAdams, hanno rinunciato a cercare di smontarle tutte. (In realtà le loro stesse tesi “ufficialiste” sono state fatte a pezzi dai ricercatori complottisti, esattamente come ha fatto David Ray Griffin con il libro di Popular Mechanics per il 9/11 ).

La vera domanda che rimane oggi sul tavolo è “chi è stato ad uccidere John Kennedy?”

Sappiamo infatti che i fratelli Kennedy – il primo come presidente, il secondo come ministro di giustizia – nell’arco di soli due anni erano riusciti ad inimicarsi tutti i maggiori gruppi di potere in America. Si potrebbe quindi puntare il dito sulla mafia, sulla CIA, sui banchieri, sugli industriali delle armi o sull’FBI, senza rischiare di sbagliare più di tanto.

In realtà la coppia di fratelli si era inserita nel complesso meccanismo del potere americano esattamente come un sasso da 5 chili può andare ad incastrarsi nel cuore di un delicato congegno ad orologeria. A quel punto non puoi più toglierlo, devi prima macinarlo.

Nel ricevere la notizia dell’assassinio di John Kennedy, nel suo ufficio di Washington, Robert Kennedy esclamò: “Immaginavo che prima o poi avrebbero fatto fuori uno di noi, ma pensavo che sarebbe toccato a me”. Gli fa eco il ragionamento espresso da uno dei boss mafiosi, nella riunione in cui fu deciso di uccidere il presidente: “Se tagliamo la coda del serpente, la testa continuerà a cercare di morderci. Se invece tagliamo direttamente la testa, anche la coda morirà”.

Per questo motivo, è importante tenere sempre presente che l’uccisione di John Kennedy va messa in relazione alle azioni congiunte dei due fratelli, e non soltanto a quelle del presidente.

L’elemento determinante di tutta la vicenda fu l’elezione a sorpresa di John Kennedy alla presidenza nel 1960 ...


... (tutti pensavano che sarebbe stato eletto Richard Nixon), ma prima bisogna ricordare brevemente ciò che era accaduto nell’anno precedente. [Estratto dal libro “L’altra Dallas”, pagg. 65-66:]

1959 – ANNO CRUCIALE NELLA STORIA AMERICANA

Nell’estate del 1959 Castro si impadronì di Cuba, creando immediatamente un doppio ordine di problemi, sia politici che economici.

Da una parte l’alleanza di Cuba con i sovietici aveva gettato nel panico gli uomini della CIA, che già vivevano da molti anni in stato di tensione permanente a causa della guerra fredda. Cuba infatti, come avrebbe dimostrato la Crisi dei Missili del 1962, rappresentava una postazione strategica di assoluta importanza nei Caraibi.

Dall’altra i danni economici riportati dalla Mafia, che di colpo aveva perso una delle capitali del gioco d’azzardo e della prostituzione, erano stati enormi.

Nascevano così le premesse per una delle più bizzarre alleanze mai conosciute nella storia della nazione americana, quella fra la CIA e la Mafia, che sarebbe durata per lunghissimi anni.

Vi era inoltre una impellenza di tipo normale economico, soprattutto da parte dell’industria dello zucchero, che spingeva per un immediato ripristino del controllo su Cuba.
... Continua

A proposito di Stati Uniti, forse non tutti sanno che nel nostro territorio sono presenti all'interno delle basi NATO oltre novanta testate nucleari, riusciremo mai ad affrancarci da questo scomodo ed invadente occupante? Da Maurizio Pallante alcune preziose informazioni su questo argomento:

I magazzini nucleari della NATO
In Italia si stima ci siano tra le 70 e le 90 testate nucleari americane, tutte nelle basi di Aviano e Ghedi Torre: bombe B-61 con una potenza che va da 45 a 170 kiloton (ossia fino a 13 volte la bomba di Hiroshima), utilizzabili dai caccia F-16 statunitensi, belgi e olandesi e dai Tornado italiani e tedeschi, e rientranti nella nuclear sharing, la “condivisione nucleare” che coinvolge i Paesi membri nella pianificazione per l’uso di armi nucleari da parte della NATO (che prevede il dislocamento statunitense di armi nucleari tattiche in Europa). Ma ha senso tutto ciò? Ha ancora senso la presenza in Europa dell’Alleanza atlantica, a più di sessant’anni dalla fine della seconda guerra mondiale e a oltre venti dal crollo del blocco sovietico?

L’Europa continua ad essere letteralmente invasa dalle “forze NATO”, le quali, in realtà, sono forze militari americane che occupano in modo più o meno lecito il suolo di altri Paesi sovrani. Tra i quali, ovviamente, l’Italia. Oltre a chiedersi il motivo di una tale presenza sul suolo di Paesi che dovrebbero essere alleati dell’unica “super-potenza” rimasta, viene da chiedersi cosa farebbero gli americani se ci fosse sul loro territorio anche una sola base militare straniera, o una sola testata nucleare non di loro proprietà. Di sicuro, come affermò Beppe Grillo in una delle sue “pillole rosse”, non si arrabbierebbero nemmeno; diventerebbero pazzi!

Quindi perché ci si dovrebbe stupire se migliaia di vicentini, ad esempio, sono contro l’allargamento di quella che dovrebbe diventare la più grande base americana in Europa (la Dal Molin)? O se già diversi Paesi europei ribadiranno oggi e domani a Lisbona il loro desiderio di disfarsi delle bombe americane presenti sul proprio territorio? E perché ci dovremmo mettere ancor più in una posizione problematica sia a livello di possibili attacchi da parte del presunto terrorismo internazionale che di tensioni interne al continente europeo (ad esempio con la Russia)? Per denaro? Non proprio, se si osservano i calcoli riportati sul sito nodalmolin.it, che dimostrano come la quasi totalità dei costi sia a carico dei Paesi ospitanti le basi USA/NATO.

Ma anche se queste basi, al di là della loro utilità o meno, dovessero portare soldi, o “business” come pensano in molti, basterebbe ciò a legittimarne la presenza e soprattutto la possibilità di fare partire ed atterrare aerei che, in barba al Trattato di Non Proliferazione Nucleare sottoscritto e ratificato anche dall’Italia, trasportano testate nucleari? E per scopi ovviamente tutt’altro che pacifici, in barba anche al fatto che l’Italia, stando all’articolo 11 della nostra Costituzione, “ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.

Di questo (si spera) discuteranno oggi e domani i capi di Stato e di governo dei Paesi aderenti alla NATO che si incontrano a Lisbona. Del fatto che già durante la riunione dei Ministri degli esteri della NATO dell’aprile 2010, Germania, Belgio e Olanda (e in ottobre anche Norvegia e Lussemburgo) avevano sollevato obiezioni sulla permanenza di armi atomiche USA in Europa. Ci sono però due nazioni che non hanno mai manifestato il desiderio di disfarsi dell’arsenale nucleare americano presente sul proprio territorio: Italia e Turchia.

Non sembrerebbe quindi una coincidenza il fatto che ora siano proprio queste due le candidate a ricevere le testate nucleari rimosse dal resto d’Europa. Sì, perché nel rapporto “U.S. non-strategic nuclear weapons in Europe: a fundamental NATO debate”, presentato a fine ottobre 2010 da un comitato dell’Assemblea parlamentare della NATO, si parla dell’intenzione dell’Alleanza atlantica di «raggruppare le armi nucleari in meno località geografiche». Le località in questione, cioè quelle interessate a tale ricollocazione, secondo alcuni esperti sarebbero appunto le basi controllate dagli USA di Aviano in Italia e Incirlik in Turchia.
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La Mafia USA e quella italiana sono sempre state legate da un legame indissolubile, ma la Mafia di casa nostra con quali personaggi della politica e dell'economia fa grandi affari? Le dieci domande sulla Mafia da Nonleggerequestoblog al ministro Maroni:

Lega e Mafia: 10 domande al Ministro Maroni.

Diciamocela tutta. Oggi non sei nessuno se non poni 10 domande a qualcuno. E queste sono le mie 10 domande al Ministro dell'Interno Roberto Maroni.

1) Ministro Maroni, per molti anni la Lega Nord non ha avuto alcun dubbio sulla mafiosità del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, arrivando a definirlo "brutto mafioso che guadagna i soldi con l'eroina e la cocaina", "bandito", "lestofante", "delinquente", "il camorrista mafioso di Arcore", uno che ha qualcosa di "nazistoide e mafioso", "Berlus-Cosa Nostra", "un palermitano che parla meneghino", "un palermitano nato nella terra sbagliata", "uno che ha fatto i soldi con la mafia", sostenendo che "Fininvest è nata da Cosa Nostra", che "al Nord la gente è ancora divisa tra chi sa che Berlusconi è un mafioso e chi non lo sa ancora". Nel 1998 Bossi dichiarò: "Fino a quando non sarà fatta chiarezza su che cosa è Forza Italia e su che cosa è la Fininvest, sulle finanziarie e su come pigliavano i quattrini, non ci potrà essere alcun dialogo con il Polo". Oggi, che le connessioni tra i business del Cavaliere e gli investimenti di Cosa Nostra appaiono sempre più marcate, può spiegarci quali sono le prove - presumo schiaccianti, vista la gravità delle accuse - che hanno dissipato ogni vostro dubbio?


2) Ministro Maroni, nel 1998 il quotidiano "La Padania" - organo ufficiale della Lega Nord - ha bombardato Silvio Berlusconi ed i propri uomini con una campagna giornalistica pesantissima, martellante. Alcuni titoli: "Soldi sporchi nei forzieri del Berlusca", "Un teste al processo Dell'Utri: fu Craxi a spingere B. in politica", "Silvio riciclava i soldi della mafia", "Tangenti alla Guardia di Finanza: Silvio condannato a 2 anni e 9 mesi", "Dove sono finiti i 1000 miliardi di Stefano Bontate?", "Un impero di prestanome: caro Silvio, perché li hai usati dal '68 all'84?", "Baciamo le mani", "Così il Biscione si mise la coppola", "Le gesta di Lucky Berlusca: il curriculum giudiziario del Cavaliere farebbe invidia ad un boss della mafia". Tale campagna sfociò in 10 domande chirurgiche (foto a lato): "BERLUSCONI SEI UN MAFIOSO? RISPONDI!". Ministro: il Cavaliere ha mai risposto?

3) Ministro Maroni, come si pone nei confronti di Marcello Dell'Utri - suo compare in maggioranza - recentemente condannato anche in appello per Concorso Esterno in Associazione Mafiosa? Una decina d'anni fa dichiarava: "La richiesta di arresto per Dell’Utri è legittima, fondata e non persecutoria: l’ho valutata con attenzione e anche con sofferenza, ora si può decidere in piena coscienza. Sullo sfondo si intravede lo spettro di Cosa nostra, lo spettro della mafia". Oggi non si parla più di spettri, ma di certezze: sono stati provati i rapporti del Senatore Pdl con la mafia di Bontate prima, e quella di Provenzano e Riina poi. Ora che i giudizi di merito si sono esauriti, e le condanne pesano come macigni, perché la Lega Nord continua a trincerarsi in questo silenzio imbarazzante, in questa decennale omertà istituzionale? Ministro, perché permette al pluri-indagato Dell'Utri di umiliare cittadini ed istituzioni, dichiarando che a lui della politica non gliene "frega niente", e che sta in Parlamento "solo per difendersi dai processi"?

4) Ministro Maroni, perché la Lega Nord ha prima negato l'autorizzazione all'arresto, e poi l'autorizzazione all'uso delle intercettazioni a carico dell'ex Sottosegretario e Deputato Pdl Nicola Cosentino, indagato per Concorso Esterno in Associazione Camorristica con accuse di una gravità inaudita?

5) Ministro Maroni, Roberto Saviano durante la trasmissione "Vieni via con me" ha dichiarato che la 'Ndrangheta al Nord dialoga con la Lega. Un'affermazione che probabilmente andava sviluppata meglio, quasi certamente superficiale, ma quali sono le vostre responsabilità nell'esplosione della mafia calabrese in molte zone del Nord Italia? Cos'avete fatto, in concreto, per frenare questo fenomeno? Il vostro è un partito "radicato sul territorio", "vicino alla gente", giusto?, com'è possibile che in 20 anni di potere schiacciante abbiate permesso tutto questo, spesso negando l'esistenza del problema ed imbufalendovi con chiunque denunciasse infiltrazioni in molteplici settori dell'economia padana?

6) Ministro Maroni, come sa la vera forza delle organizzazioni criminali del nostro Paese è insita nella cosiddetta "Borghesia Mafiosa", e cioè in quell'insieme sconfinato di persone apparentemente per bene che consentono a Cosa Nostra, 'Ndrangheta e Camorra di proliferare, potenziarsi, e debordare nell'economia legale. La Lega Nord in questi anni ha votato una quarantina di leggi-vergogna, provvedimenti che non solo hanno seviziato la Costituzione e permesso al Presidente del Consiglio di mantenere la fedina penale pulita, ma che hanno creato grave danno alla collettività, rallentando i processi, creando ingiustizia, rendendo le indagini più difficili. Sto parlando della riforma dei reati societari - a partire dall'abolizione del falso in bilancio - della riduzione dei termini della prescrizione, dell'infinita serie di condoni, edilizi, fiscali, tombali, della legge Cirami e di molto altro. Senza tralasciare la "riforma" che avrebbe tranciato di netto l'utilizzo delle intercettazioni telefoniche - strumento fondamentale nella cattura di boss mafiosi (pure Iovine!), pedofili, stupratori, politici corrotti e criminali di ogni tipo - "riforma" per fortuna arenata in Parlamento, e non certo per merito vostro. Questa infinita serie di intralci al lavoro della Magistratura, che porta, tra gli altri, il marchio a fuoco della Lega Nord, quanto ha agevolato le mafie del nostro Paese?
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Il 20 novembre a L'Aquila si è svolta una grande manifestazione per ricordare lo stato di abbandono in cui versano i cittadini colpiti dal sisma, l'appello di Miss Kappa:

L'Aquila e l'Italia rispondono



E domani L'Aquila manifesterà. E l'Italia con noi. Le nostre macerie, ancora tutte qui, saranno il simbolo delle macerie dell'Italia intera. La televisione di regime non ne parla. Quella finta di sinistra neanche. Il solito Santoro ci ha voluti, ieri, scenografia per il suo programma di intrattenimento, senza dare appuntamenti. Demolendo persino l'iniziativa della legge popolare, scritta e presentata in parlamento dai cittadini terremotati, per la nostra emergenza e per tutte le emergenze d'Italia. Il piacione Fazio, con il bellimbusto Saviano, ci hanno ignorati, troppo presi a compiacersi di se stessi. E dallo share televisivo. L'Italia che resiste, fra dolore e distruzione, l'Italia solidale, non fanno audience.Ma noi, l'Italia vera, quella che soffre e lotta, quella che non si compiace davanti alla televisione inutile,domani, saremo in piazza. Le adesioni sono tantissime: questo testimonia che la società civile c'è. E risponde. Un piccolo gruppo di cittadini dell'assemblea di piazza Duomo, riuniti in presidio, ha organizzato, con ammirevole sforzo e spirito di abnegazione, la grande manifestazione di domani. E la città ed il territorio hanno risposto. Si sono astenuti i sindaci berlusconiani: otto. E la Provincia, berlusconiana anch'essa. Non gradiscono la presenza di Vendola e Di Pietro e dei comitati di cittadini provenienti da tutta l'Italia. Quelli che, come noi, vivono un'emergenza.Ritengono che la manifestazione sia troppo connotata dalla sinistra. Come se le disgrazie, quelle naturali e quelle compiute dall'uomo, avessero colori. E partiti.
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La Macchina del fango raccontata da Vita da Streghe:

L'articolo di Newsweek, la risposta di Striscia e la macchina del fango
Apprendo in Rete della risposta di Striscia la Notizia all'ormai noto articolo comparso su Newsweek. Il pezzo del settimanale americano denunciava, in sintesi, lo stato brado della nostra tv, specchio dello stile di vita del loro proprietario, a sua volta specchio dei gravi ritardi nell'evoluzione della condizione delle donne nel nostro Paese, con tanto di dati che la certificavano.

Striscia la notizia, citata dall'articolo proprio come esempio del maschilismo della nostra televisione, si è difesa negando le tesi di Newsweek e tirando in ballo le comiche di Benny Hill, quelle sì, piene di toccatine alle donne, sorvolando sul particolare che si trattasse di un programma inglese e non americano, come lo è il settimanale Newsweek, ma del resto sempre di roba "anglosassone" si tratta e tanto basta a Striscia per sferzare il suo pamphlet.

D'altra parte, che risposta potevamo aspettarci da un programma di Mediaset?
Ancora una volta i media italiani minimizzano un grave problema del nostro Paese, che ci ammorba da anni e che è stato cementificato, anzi cristallizzato da una rappresentazione mediatica delle donne in un perenne ruolo di contorno estetico.
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La situazione politica italiana è alquanto ingarbugliata, Michele Serra svela in anteprima i possibili scenari futuri:

Prossima mossa? Un governo Putin
La successione diretta all'amico del premier tra le soluzioni proposte dagli osservatori dell'Onu e pubblicate in un rapporto segreto
La situazione politica nazionale resta molto incerta e tesa, malgrado il premier abbia cercato di sdrammatizzare con l'ennesima barzelletta: quella in cui si vota solo per il rinnovo della Camera, procrastinando a oltranza il Senato con la nomina a senatore a vita di tutti gli attuali occupanti. L'assenza di contenuti volgari e doppi sensi nelle parole di Berlusconi ha generato un equivoco: nessuno ha capito che era una barzelletta. Nel frattempo gli osservatori dell'Onu, in Italia per verificare lo stato della democrazia, hanno preparato un rapporto segretissimo, pubblicato sui principali quotidiani italiani, nel quale anticipano i possibili sviluppi.

Giunta militare Sarebbe insediata da un golpe in alta uniforme, con la partecipazione di tutti i Corpi e le Armi aventi diritto (Esercito, Aviazione, Marina, Carabinieri, Polizia, Pompieri, Guardia di Finanza, Guardia Forestale, Polizia Ferroviaria, Corazzieri) che convergerebbero a Roma occupando il ristorante Fortunato al Pantheon e di conseguenza paralizzando la vita politica e istituzionale italiana. I leader dei partiti, che pur di non mangiare più da Fortunato al Pantheon sarebbero disposti anche alla soppressione della Costituzione e al confino a Ponza, vedono con un certo favore una soluzione autoritaria, ma non riescono a trovare un accordo tra modello cileno e modello birmano. Nel Pd duro scontro tra colonnelli veltroniani e dalemiani.

Governo di unità nazionale Parteciperebbero tutti i partiti, lasciando all'opposizione solo Clemente Mastella, per fargli uno scherzo. L'esecutivo, presieduto da Gianni Letta, avrebbe un solo punto programmatico: trovare un accordo per la nuova legge elettorale e poi dimettersi. Ma questo costringerebbe il governo a rimanere in carica per vent'anni, cosa che contrasta con la Costituzione.

Governo tecnico Ciascun partito è chiamato a indicare un professionista di fiducia per formare un governo tecnico. Il nuovo esecutivo sarebbe così formato da una minorenne (indicata dal Pdl), un venditore di villette a schiera (Lega), uno psicoanalista (Pd), un vescovo (Udc), un democristiano (Futuro e Libertà), un rompicoglioni (Lista Grillo), una mietitrebbia (Di Pietro), un maestro di sci biondo (Volkspartei) e un maestro di sci bruno (Union Valdotaine). La prevalenza di maestri di sci viene valutata con perplessità dal Quirinale, che sembra orientato a chiedere un passo indietro alla Volkspartei, designando un giocatore di hockey. Il governo tecnico sarebbe presieduto da un ingegnere strutturista al di sopra delle parti, oppure da un perito elettrotecnico al di sopra delle parti.

Protettorato vaticano Rileggendo i Patti Lateranensi prima di addormentarsi, Francesco Rutelli ha scoperto un codicillo secondo il quale l'Italia, nel 2011, sarà ufficialmente un protettorato vaticano. Il Papa diventerebbe automaticamente premier, dettando le principali linee di governo e scegliendo i suoi ministri attraverso il concorso "cappelli e copricapo di tutto il mondo". Non cambierebbe niente se non alcune misure formali: le lingue ufficiali diventerebbero il tedesco e il latino, le guardie svizzere avrebbero finalmente una divisa da cristiani e l'ostia diventerebbe la moneta ufficiale. Allo Stato italiano rimarrebbe il diritto di aprire scuole private parificate.
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Che fine farà il nostro amato Piccolo Premier? Lia Celi avanza alcune possibili ipotesi:

E Silvio si arroccò nel maniero di Re Artù

C'è chi evoca il bunker di Berlino, chi la fine lussuriosa di Sardanapalo, chi lo scroscio di uno sciacquone. Una cosa è certa: l'ultimo capitolo della Berlusconeide, quando verrà, sarà spettacolare. E il suo protagonista non lascerà nulla al caso. Anzi, com'è nel suo stile, sta già valutando diversi scenari, uno più grandioso dell'altro, per consegnarsi alla Storia senza consegnarsi alla giustizia. Ecco quelli più accreditati.

IPOTESI DAVY CROCKETT
Un viaggio segreto in Texas, un sopralluogo a El Alamo, un salto in un'agenzia immobiliare. E ora sul citofono del forte dove nel 1836 il mitico Davy Crockett e un drappello di volontari resistettero fino alla morte contro l'esercito messicano, c'è il suo nome: Silvio Berlusconi. Conquistato dalla figura di Crockett, come lui cacciatore infallibile di selvaggina da pelo, il premier avrebbe acquistato l'intero forte per trasferirvi il suo stato maggiore in vista di un eventuale assedio finale da parte di giudici, giornalisti faziosi e squillo ingrate. Le postazioni dove Crockett aveva disposto cannoni che sparavano palle devastanti verranno occupate da Vittorio Feltri e Augusto Minzolini, e Nicolò Ghedini, alla testa del Settimo Cavilleria, cercherà di scompaginare le linee dei pm. Per ora, tuttavia, ad assediare Alamo non sono né magistrati né inviati di «Repubblica», solo orde di texani infuriati per essere stati pelati a poker da Emilio Fede...

IPOTESI RE ARTU’
Suffragato dal recente acquisto di un maniero in Cornovaglia, lo showdown berlusconiano in stile Camelot fa sognare giovane destra fantasy che fa capo a Giorgia Meloni. Seguendo la leggenda di re Artù, il generoso sovrano che passava la vita a liberare donzelle indifese prigioniere in lugubri questure, il premier e il suo seguito verrebbero trasportati in un castello fatato perduto nelle nebbie nordiche, per cadere in un sonno profondo – più o meno quel che
succede durante le feste ad Arcore quando Lele Mora rimane imbottigliato in autostrada con le ragazze e la bumba. Marina Berlusconi starebbe già battendo i mercatini dell’usato in cerca di armature originali per i paladini più fedeli: Dell’Uther Pendragon, il prode Lancicchitto, il purissimo Gasparsifal e Alemanno, il cavaliere romano che combatté valorosamente contro il pedaggio sul Sacro Gra.

IPOTESI REV. JONES
Durante il suo ultimo suo soggiorno ai Caraibi il premier ha visitato la Guyana, dove nel 1978 il reverendo Jim Jones, un mandrillo megalomane filostalinista accusato di vari crimini, si avvelenò insieme ai suoi seguaci per sfuggire all’arresto. Panico tra i berlusconiani, al pensiero che il capo volesse ripeterne la nemesi suicida; ancora più terrorizzati i superstiti della setta di Jones, che alla vista di un Berlusconi abbronzatissimo, in completo bianco e parrucchino tropicale, si sono nascosti nella giungla urlando: «Ma allora è vero che non era morto». Offeso per essere stato confuso con un filo-stalinista come Jones, il Cavaliere ha lasciato
frettolosamente il Paese. «Ho sempre avuto il sospetto che questo Jones fosse un coglione,» ha spiegato, a bordo del suo aereo privato. «Si è suicidato pur avendo ancora 900 seguaci, quando gliene bastavano 315 per ottenere la fiducia alla Camera e farla franca.» Comunque, a scanso di brutte sorprese, ora gli invitati alle feste del premier si portano le bevande da casa.

IPOTESI SUBCOMANDANTE MARCOS
Il crepuscolo del premier Berlusconi potrebbe essere l’alba del subcomandante Silvios. Ad avvalorare i sospetti, la sua nota passione per il Chiapas, oltre per le Tetas, e voci insistenti sull’acquisto di una foresta non lontana dalla capitale, in cui rifugiarsi in caso di tracollo politico. Berlusconi come il guerrigliero Marcos? «Sì, ma lui crede si tratti di Ferdinando Marcos, l’ex dittatore filippino,» confidano quelli del suo staff, «e poi indossare sempre il passamontagna gli consentirebbe di diradare i lifting». Nessun progetto utopistico alla Robin Hood: la presenza del ministro Tremonti (che avrebbe suggerito il nome di “Selva Lacondona”) garantisce che i guerriglieri di Silvios continueranno a rubare ai poveri per dare ai ricchi. Ma la fuga nei boschi potrebbe non essere imminente: malgrado i tagli del governo all’ambiente, le foreste italiane sono ancora piene di alberi disposti a caso dalla Natura, mentre Berlusconi ha in mente una foresta hi-tech, con ruscelli riscaldati, usignoli che cinguettano canzoni napoletane, scoiattoli-barman e Cappuccetti rossi in topless. Il progetto c’è già, ma per realizzarlo ci vorranno almeno due anni e una congrua tangente ai fratelli Grimm.
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L'Italia futura vista da Alessandro Robecchi:

Cronache dall’Italia futura
In ordine sparso, le notizie di cronaca politica che leggerete sui giornali la prossima settimana.
Undici tonnellate di rifiuti lasciano le strade di Napoli per passare a Futuro e Libertà. Appello dei vescovi perché Mara Carfagna scenda dalla gru. Dell’Utri presenta a un boss mafioso il termovalorizzatore di Acerra. Bobo Maroni va in tivù da Fazio e Saviano a fare l’elenco delle fiaccolate leghiste organizzate negli ultimi anni contro la ‘ndrangheta: sei minuti di silenzio, 28 per cento di audience. Settanta tonnellate di macerie de L’Aquila lasciano il centro storico per approdare all’Mpa di Lombardo. Il Pd perde le primarie a Castagnito (Cuneo). Bompiani pubblica i falsi diari di Hiro Hito, inspiegabilmente scritti in sardo. I radicali offrono appoggio al Klu Klux Klan, ma solo se verranno ascoltati sulla giustizia. Daniela Santanché si spara in un piede: “mi sono sbagliata, mi sembrava un finiano”. Il Pd perde le primarie a Perarolo di Cadore (Belluno). I fiumi straripati in Veneto allagano Pompei e protestano per l’incuria del sito archeologico. Consiglio dei ministri: il cinque per mille destinato agli avvocati di Dolce & Gabbana. Bompiani pubblica i falsi diari di Calderoli, inspiegabilmente scritti in italiano. Carovita: il deputato centrista arriva a toccare i settantamila euro al chilo. I Tonton Macoutes e la milizia privata di Bokassa firmano un appello in difesa di Vittorio Feltri. Orrore a Roma: le colombe di Futuro e Libertà usate per esperimenti scientifici. Il Pd perde le primarie a Ortucchio (L’Aquila). Da Sotheby’s a Londra offerta record per un deputato del gruppo misto: ventisei milioni di euro. Festa a Milano per l’arrivo di un treno pendolari da Novara, era partito nel 1949.
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Le citazioni da Happysummer:
Ho rubato, corrotto, concusso e mentito; la pianti di vantarsi e venga al dunque. (Gino Bramieri)
"Si dice che il denaro non è tutto nella vita. Si parla sicuramente del denaro degli altri." (Sacha Guitry)

"Se solo Dio mi fornisse un segno evidente della sua esistenza! Potrebbe depositare una grande somma di denaro a mio nome in una banca svizzera." (Woody Allen)

L’uomo che si spoglia di tutti i suoi averi per aiutare i poveri è un santo Quello che spoglia tutti i poveri per aiutare se stesso è un milionario.(Giusi Vanella)

La banca ha fiducia in te; pero' ti chiedono i documenti per accettare i tuoi soldi e ti prestano una biro legata a una catenella!" (Beppe Grillo)

Epitaffio sulla lapide in un cimitero scozzese: "Qui giace Fred Mc Guire. Gli cadde un penny: morì nella mischia.
Pensieri e Parole da Azalea Rossa:

Il piacere è peccato,
e qualche volta
il peccato è piacere.
(George Byron)

Quella specie di coraggio ridicolo
che si chiama rassegnazione,
il coraggio d'uno sciocco
che si lascia pigliare
senza dir parola.
(Stendhal)

Non tutto ciò che può essere contato
conta,
e non tutto ciò che conta
può essere contato.
(Albert Einstein)

Mentre si ride,
si pensa che c'è sempre tempo
per la serietà.
(Franz Kafka)


Da Kayblu una splendida poesia sulle donne:

Donne

Ah! Quanto siamo belle noi donne,
quando ascoltiamo il mormorio
e il contorno delle nostre voci antiche
e sappiamo cogliere il bagliore autentico
di ogni attimo pallido e smorto della vita..
siamo così belle
accarezzate dal tremore
e dal battito che ci dondola nel tempo
semplicemente belle
con gli occhi fieri
ostinatamente aggrappati al desiderio
di essere felici
stanche e sfinite
dell'infinito che non basta
con le nostre fughe impetuose
i nostri leggiadri ritorni
i nostri giochi di lampo
e il nostro riso che esplode
e l'anima che vaga
in boschi, campi
monti e valli
siamo così tenere noi donne!
con le nostre lacrime chiuse in conchiglie
il nostro cuore nel ventre
le nostre bocche fiorite
piene di tanta bellezza, di troppi incanti
e le nostre canzoni che vanno bramando
sete
e le nostre parole d'amore
come spirali di fuoco
che ballano di pioggia.
Kay
Pillola del giorno: Maurizio Crozza imita Zichichi


sabato 13 novembre 2010

Il Parlamento della Paura

In alto: Immagine tratta dal blog http://infiniteoblivion.splinder.com/


Dio prese del fango, ci sputò su e nacque Adamo. E Adamo, asciugandosi il viso, disse: "Cominciamo bene...".
Giobbe Covatta.


Il Parlamento della Paura

In questi giorni da fine impero, fra alluvioni a nord e a sud, il crollo di Pompei, storie di coca e di veline, tutto il personale politico si agita e cerca di smarcarsi dal piccolo premier, da Luogocomune una lucida analisi di quello che sta succedendo:

I miasmi della melma mefitica in cui sta sprofondando ogni giorno di più la politica italiana emanano un lezzo insopportabile, una puzza che odora d'ideologie in avanzato stato di decomposizione, di partiti putrescenti che dopo lente agonie muoiono, per rinascere già morti, di leader o presunti tali impegnati in quelle stesse operazioni di riciclo che si guardano bene dall'applicare alla gestione dei rifiuti.

Futuro, sinistra, libertà, democrazia, valori, sono parole vuote, appiccicate alla rinfusa per ricoprire il fango delle consorterie più svariate, conscie della necessità di dover nascondere, almeno in superficie la loro reale natura. Gruppo per una migliore gestione del protettorato USA, amici alle dipendenze della BCE, progressisti per lo sviluppo delle multinazionali, futuro sulla poltrona senza doversi alzare mai e altre definizioni sui generis non garantirebbero certo grande appeal presso l'elettorato. E allora ecco una mano di vernice fresca, qualunquista, populista, perbenista, ottimista, ed il gioco è fatto. Anche un cassonetto dei rifiuti può arrivare a somigliare ad una Morgan d'epoca, ma il puzzo, quello, continua a sentirsi lo stesso.

Se non fosse per il fatto che tutti noi paghiamo e pagheremo sulla nostra pelle ...


... le conseguenze dell'azione/inazione di questa banda di cialtroni "ubriachi", intrisi di democratica libertà e costretti a destreggiarsi fra un coca party e una "ripassatina" alla escort o al transessuale di turno, si potrebbe anche cogliere il lato comico costituito da tante "scimmiette parlamentari" che si agitano in preda alla paura di non riuscire a conservare all'infinito il proprio status quo....

Si, perchè proprio la paura è una delle componenti fondamentali che contribuiscono al ristagno della melma. Tutti sanno che è sporca e puzza, ma tutti sono consapevoli del fatto che non appena la si smuova, inevitabilmente puzzerà di più ed è concreto il rischio di cascarci dentro, compromettendo inesorabilmente la fiducia degli elettori che, finchè resterà in piedi la farsa del voto, per la scimmietta politica costituisce l'unica vera assicurazione sul proprio status quo.

Ecco allora che tutti si agitano, ma premurandosi con attenzione che il fango resti al proprio posto.

Si agita Silvio Berlusconi, cosciente di essere ormai giunto alla fine di un'era, ma consapevole del fatto che si può cadere a tempo indefinito senza mai toccare terra, quando di fronte all'impero che crolla non esiste un'alternativa.

Si agitano le tante anime del camerata pentito Fini Gianfranco e del berlusconiano pentito Gianfranco Fini, un uomo che sul pentimento e la ritrattazione ha costruito la propria carriera politica, nell'eterno ruolo di "delfino" di qualcun altro. Si agita, Fini, dibattuto fra l'aspirazione ad imboccare una strada che lo possa portare a diventare Presidente del Consiglio e la paura di ritrovarsi solo su un sentiero di montagna, dopo avere perso la poltrona di Presidente della Camera. Si agita convulsamente, producendosi nella creazione d'improbabili futuri dove incanalare una destra neoliberista che strizzi l'occhio alla sinistra neoliberista, con ampi richiami retorici modello prima Repubblica e altrettanto ampio ricorso alla demagogia del nuovo che avanza, ma che tanto nuovo non è a giudicare dal fetore, degno di una discarica abusiva.
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Alluvioni esondazioni frane, le catastrofi annunciate raccontate da Il Cambiamento:

Alluvioni: se l'Italia è in ginocchio non è colpa del maltempo

Alluvioni, esondazioni, frane. Dopo il Veneto l'emergenza raggiunge anche il Sud della penisola. Per l'ennesima volta l'Italia è completamente impreparata ad affrontare il maltempo stagionale. Interi territori in stato di calamità, interi comuni distrutti. Eppure la pioggia da sola non basterebbe, se solo i centri abitati fossero pianificati tenendo conto del rischio idrogeologico che caratterizza molte zone dello stivale.

alluvione
Bastano ormai semplici temporali a provocare non solo allagamenti ma vere e proprie calamità

Dal Veneto alla Calabria, bastano semplici temporali a provocare non solo allagamenti ma vere e proprie calamità, che mettono sotto assedio le città, piccoli comuni, servizi e attività primari.

Soltanto in Calabria, secondo i dati del Ministero dell’Ambiente e dell’Unione Province Italiane, sono esposte a rischio frana e alluvione almeno 185 mila persone. Infatti, secondo il rapporto Ecosistema Rischio di Legambiente, in Calabria il 100% dei comuni è a rischio frane e alluvioni. L’83% dei comuni ha abitazioni nelle aree golenali, negli alvei dei fiumi e in aree a rischio frana, il 42% delle amministrazioni presenta addirittura interi quartieri in zone a rischio, mentre il 55% ha edificato in tali aree strutture e fabbricati industriali, mettendo a rischio l’incolumità delle persone anche per gli eventuali sversamenti di prodotti inquinanti nelle acque e nei terreni. Inoltre, nel 26% dei casi, le strutture sensibili come scuole e ospedali sono presenti in zone a rischio.

"Purtroppo, la tragica frana dello scorso febbraio a Maierato (Vv), lo straripamento del torrente San Biagio a Reggio Calabria in settembre e ottobre, la drammatica alluvione che ha colpito Tropea solo alcuni giorni fa e i forti disagi che si ripetono puntuali ad ogni pioggia – commenta Giorgio Zampetti, coordinatore scientifico Legambiente – dimostrano come la Calabria sia divenuta una regione estremamente fragile. È necessario iniziare ad agire concretamente e utilizzare i fondi a disposizione per interventi efficaci, a partire dalle situazioni di rischio maggiore".

Ci spostiamo in Veneto e la situazione non cambia. Qui ci sono 161 i comuni con aree a rischio idrogeologico, pari al 28% del totale regionale, di cui 41 a rischio frana, 108 a rischio alluvione e 12 a rischio sia di frane che di alluvioni. Il primato negativo del rischio idrogeologico in questo territorio va alla provincia di Venezia che ha il 50% dei comuni ad elevato rischio.

messina alluvione
La pioggia da sola non può giustificare il continuo stato di allerta in cui si trova l’intero territorio italiano

Anche quattro dei sette capoluoghi di provincia veneti sono considerati a rischio idrogeologico, restano fuori solo Venezia, Rovigo e Treviso. Malgrado la porzione di territorio esposta a rischio frane sia minore rispetto a quella di altre regioni, è evidente che il pericolo non può essere sottovalutato. Anno dopo anno le aree diventano sempre più fragili e questo anche a causa degli effetti dei mutamenti climatici, con precipitazioni sempre più intense e concentrate in brevi periodi, ma anche e soprattutto per una gestione poco attenta del territorio.

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E l'alluvione che ha colpito Vicenza ha un colpevole, il raddoppio della base militare americana Dal Molin, leggere per credere, dal blog Climatrix:

Alluvione? Non per tutti: gli statunitensi all’asciutto grazie ai nostri soldi

Fonte: No Dal Molin *

La nuova base militare statunitense in costruzione al Dal Molin non ha provocato l’alluvione che ha colpito Vicenza; è quanto continuano a ripetere, con insistenza, rappresentanti istituzionali e politici in maniera trasversale e unanime. Assoluzione piena, dunque, per lo scempio territoriale voluto dall’esercito statunitense e avvallato dal governo italiano.

L’acqua è arrivata da nord; sono state precipitazioni eccezionali; si sono sciolte rapidamente le nevi in montagna. Sono, queste, alcune delle argomentazioni con le quali si tenta di giustificare un disastro che, invece, è prima di tutto umano. «Un territorio verde – ricorda Ilvo Diamanti su La Repubblica – urbanizzato senza limiti e senza regole»: sta in queste poche parole la spiegazione di un evento che ci ha colto di sorpresa, distruggendo e devastando interi quartieri delle nostre città.


E’ evidente: la nuova base militare in costruzione al Dal Molin non rappresenta l’unico esempio dello scempio territoriale del nordest; strade e villette, capannoni industriali e tangenziali, aree commerciali e residenziali: la cementificazione e l’impermealizzazione del territorio passano anche per queste opere, spesso inutili, che hanno trasformato il Veneto da territorio agricolo a reticolo metropolitano.

Ma escludere – come alcuni vorrebbero fare – la cementificazione statunitense del Dal Molin dai fattori che hanno contribuito all’alluvione significa voler difendere a priori un’imposizione che gran parte della cittadinanza non voleva, consapevole dei danni che avrebbe prodotto.

Gli abitanti del quartiere Produttività, di fronte al Villaggio del Sole, non ricordano di essere stati inondati anche quando altrove l’acqua entrava nelle case. Non si era mai visto Viale Diaz trasformato in un torrente. Cosa è successo?

Un anno fa abbiamo segnalato che l’argine sinistro del Bacchiglione, lungo il percorso che costeggia la costruenda base, era stato rialzato a scapito di quello di destra. Nella mappa prodotta il 7 marzo 2007 dal Genio Civile di Vicenza, Distretto Idrografico Nazionale dei fiumi Brenta-Bacchiglione, a firma del Dirigente responsabile Dott. Ing. Nicola Giardinelli, si vede come l’area del Dal Molin è zona di esondazione in due specifici punti indicati da una vistosa freccia nera. Un punto è nel cono di volo nord dell’area, all’altezza della presa che va verso la zona del Maglio, ed un punto è a ovest in località ponte del Bo. Entrambi i punti sono interni all’area della costruenda base.
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La testimonianza di un abitante del Veneto, Natalino Balasso:

L’alluvione non ha colore politico
E’ da quando ho 3 anni che sento parlare di alluvioni, essere nato nel delta del Po significa sapere cosa vuol dire l’acqua in casa. I miei si sono sposati nel ’58 all’asilo, perché la chiesa era sott’acqua. Il collegio di Feltre in cui ho iniziato le elementari aveva diviso i bimbi in tre categorie: permanenti, estivi e alluvionati. L’acqua invade da sempre case e strade. Si può evitare? Forse no, anche se a volte sì. Si può prevedere? Forse sì. Alcune delle vie inondate a Padova dall’esondazione del Bacchiglione si erano già allagate a maggio e amici mi dicono che era già successo altre volte con piogge abbondanti.

Qualcuno ha sbagliato qualcosa. Sicuramente la gestione del territorio è disastrosa anche in una regione governata da gente che del territorio si riempie la bocca fino a divenire stomachevole. La cosa più interessante di questo dramma, perché di dramma si tratta, di attività chiuse, di case abbandonate, di gente che avrà problemi per mesi se non per anni, è che i giornali e i telegiornali non l’hanno trovata una notizia interessante. Al punto che gli stessi veneti che non erano toccati direttamente dalla cosa hanno continuato a non preoccuparsene finché qualcuno (per lo più testate locali) non ha aperto loro gli occhi. E’ triste renderci conto una volta di più che viviamo in un paese nel quale se una cosa non la dice la tv non esiste. Certo, non ci sono stati i morti che rendono così succulente le nostre serate di news, e nemmeno quel gusto pecoreccio che è ormai caratteristica fissa dei nostri programmi di approfondimento politico riempiendoli di bagasce e magnaccia. Forse qualche amministratore leghista ha anche sovieticamente pensato che non era il caso di diffondere l’immagine un po’ retrò di un Veneto sommerso e piangente. Ora, persino chi ha votato Lega credendo alla balla dei politici fuori dal coro, tocca con mano cosa significa essere parte debole del paese, avere bisogno dei soldi degli altri.

Devo dire che non è comunque edificante il coro di quelli che, anche a sinistra, dicono “Volete tenervi tutto? Tenetevi l’alluvione e non rompete le balle”. Non c’è in queste dichiarazioni niente di diverso da chi, a destra, dice che l’immondizia a Napoli se la meritano perché hanno votato la Jervolino. E’ come se l’idea della punizione del cielo sopravvivesse anche fuori dalle chiese di stampo medievale. Nessuno si merita l’alluvione, nessuno si merita di finire nel fango, nemmeno se ci sta antipatico, nemmeno se lo riteniamo un nemico.
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Dal blog Icecimatti la lettera inviata al quotidiano La Stampa da un abitante colpito dall'alluvione in Veneto:

solidarietà al veneto

bacchiglione-cresole-2sono attaccata alla mia casa come una chiocciola.

non alla casa in sè,
ma a tutto quello che c'è dentro,
che è il sunto della vita mia, di mio marito e dei miei figli.

i disegni, le foto , i vecchi giocattoli, i libri, i ricami, le lettere....troppe cose avrei da salvare in caso di calamità.

guardare le immagini delle alluvioni in veneto mi fa star male.
non posso non pensare ai bambini privati delle loro cose.
ai quaderni da buttare.

penso ai bambini e alle persone.
non a chi hanno votato. alle autonomie. alla lega. a quello che si sono andati a cercare con l'arroganza.

penso anche alle mucche.
che annegano sempre.

questa è una lettera inviata alla Stampa.
leggetela perchè è straordinaria !
( grazie infinite a LGO che l'ha segnalata )

Gentile Direttore, ho imparato che gli animali sono i primi a scappare, sotto l’alluvione. Le coccinelle si inerpicano sul muro. I gatti salgono in alto. I labrador nuotano verso la banchina della strada, così come le talpe, sorprendenti mezzofondiste a pelo d’acqua. Le vacche no. Quelle vanno a fondo.

«Affogano per il culo», precisa un allevatore. Piange. Sta cercando di mettere in salvo le mucche da latte della sua stalla a conduzione familiare. «Non riescono a chiudere lo sfintere, si riempiono d’acqua, e vanno sotto». Verità o leggenda? Non lo so, ma cosa non si sente, durante un’alluvione. E gli uomini? Loro provano a mettere in salvo un po’ di roba, prima di scappare.
Siamo a Casalserugo, provincia di Padova, 12 chilometri e 100 metri esatti da piazza dei Signori, il centro del capoluogo veneto, una delle città più ricche d’Italia, ma sembra un altro mondo.
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L'altra grande tragedia ormai dimenticata dai media, il terremoto in Abruzzo, il Cavaliere si è recato a L'Aquila ed è stato contestato pesantemente dalla popolazione, dal Blog di Miss Kappa:

Di botte. E di cialtroni. All'Aquila


Lo so, lo sappiamo, che viviamo in uno stato dove la libertà di espressione viene repressa. Dove la libertà individuale esiste solo se ti uniformi al pensiero unico. Dove la maggior parte delle persone a quel pensiero si uniforma. Ma viverlo, riviverlo, constatarlo ancora una volta, sulla propria pelle, anche se hai sulle spalle tante primavere, è desolante. Eravamo pochi, un centinaio. Sotto la pioggia. Gli striscioni, i cartelli, le carriole con le macerie della nostra città, un orinatoio che evocava Duchamp e facsimili di banconote tagliuzzati, a mo' di coriandoli: queste le nostre pericolose armi. Aspettavamo l'imperatore, in seconda passerella del giorno, dopo quella veneta. Ma è vietato dimostrare. E lo abbiamo capito subito. Loro, i celerini, erano più di noi. E determinati. E i poliziotti locali, quelli che , a volte, ci hanno mostrato la faccia buona, erano scuri in volto. La consegna era quella di picchiare. E lo hanno fatto. L'imperatore si è asserragliato al sicuro, nella scuola della guardia di finanza. Ed ha fatto il suo show, tra millantati meriti del governo e la solita barzelletta. Senza rispondere a nessuna delle domande che la cittadinanza gli aveva posto. Gli imperatori non devono render conto a nessuno. Men che meno ai sudditi. E il nostro sindaco ringraziava.
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Sull'alluvione in Veneto il commento di Alessandro Robecchi:

La Lega straripa e il territorio annega
Mentre a Roma i gloriosi padani appoggiano il governo Bunga Bunga, nelle loro terre, in Veneto, i fiumi straripano alla grande, le città si allagano tipo Venezia, capannoni, laboratori e fabbrichette sono inagibili. Niente male come controllo del territorio, la tanto sbandierata specialità dei leghisti, che questa volta, perdonerete la metafora, ha fatto acqua da tutte le parti. Il governatore Zaia con il cappello in mano chiede un miliardo all’odiato stato centrale: il Veneto ai veneti, per carità, ma gli schei che vengano da Roma. Certo, un’alluvione è un’alluvione ovunque, e siccome l’Italia c’è ancora e la Padania non esiste, è giusto che all’emergenza si corra ai ripari con soldi di tutti. E questo anche se sulla Padania, un leghista di Varese ha vantato opere lombarde che in Veneto non si sono fatte: magra goduria vedere i barbari che si insultano tra loro. Quella che manca all’appello, però, è proprio quella parolina magica che i giannizzeri della Lega sventolano in ogni istante: territorio. Già, cos’hanno fatto per il territorio, la sua bonifica, la sua messa in sicurezza, la sua salvaguardia tutti quei sindaci e amministratori così impegnati a scrivere cartelli in dialetto? Crescere, urbanizzare.
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I telefonini cellulari sono dannosi per la salute? Un interrogativo che ci poniamo da anni, le industrie e i governi minimizzano, un consiglio comunque è doveroso darlo: Parlate al cellulare il meno possibile, rischiamo che le prossime generazioni crescano con le branchie al posto delle orecchie... Dal blog Anticorpi:

La Trappola dei Cellulari

di Joel Hirschhorn
Traduzione a cura di Anticorpi

Il nuovo libro di Devra Davis "Disconnect", meriterebbe la attenzione di chiunque utilizzi il telefono cellulare.

Al giorno d'oggi è difficile immaginare il nostro mondo senza i 5 miliardi di telefoni cellulari usati a livello globale. Sembrerebbe inoltre inconcepibile il dato secondo cui la industria miliardaria dei telefoni cellulari, insieme ai governi di tutto il mondo abbiano sostenuto tale tecnologia senza essere mai pervenuti a risultati definitivi circa lo studio della sua sicurezza per l'utilizzatore finale. Se fosse vero, sarebbe spaventoso.

Tutto ciò, purtroppo, è la realtà.

Si tratta di un bizzarro slittamento verso l'alto oppure di una cospirazione intenzionale tra governo e interessi corporativi? Quanto più certi meccanismi si conoscono, tanto più si temono. Il problema è che la industria dei cellulari è diventata troppo grande per fallire, ed i suoi rischi sono stati relegati in secondo piano.


Permettetemi di dire che personalmente uso raramente il mio cellulare. Pochissime persone conoscono il mio numero, ed io lo accendo raramente, giusto quando ho la impellenza di fare una telefonata. Quale ex professore di ingegneria ho sempre guardato alla tecnologia, oltre che dal punto di vista dei benefici che offre, continuamente pubblicizzati, anche da quello dei rischi che inevitabilmente comporta, i quali troppo spesso sono poco considerati o semplicemente ignorati.

Al livello in cui siamo, chiunque dovrebbe avere imparato come né i regolamenti del governo, né la responsabilità delle imprese ci tutelino gran che bene dai cibi dannosi, farmaci con troppe controindicazioni e prodotti realizzati senza adeguata sperimentazione.

Sebbene la verità sia spesso dolorosa, se ti interessa proteggere la tua salute e quella delle persone che ami, allora questo (Disconnect) è un libro che dovresti leggere e fare leggere. I dati in esso riportati non mancano di sconvolgere, tuttavia al di là dell'inveire contro le aziende ed i governi per non stare garantendo una adeguata protezione al cittadino, bisognerebbe essere motivati nel cambiare il nostro comportamento. Il sottotitolo del libro riassume il tema: La verità sulle radiazioni dei telefoni cellulari e su ciò che la industria ha fatto per nasconderla, e come proteggere la vostra famiglia.

Di seguito vado ad illustrare alcune considerazioni a cui sono giunto leggendo questo libro.
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Lunedi' scorso è andata in onda su RAITRE la seguitissima trasmissione di Fabio Fazio e Roberto Saviano, con la strepitosa performance di Roberto Benigni, riportata integralmente a margine del post, Giovanotta ha postato i passaggi più importanti:

Una boccata d'ossigeno



.. ieri sera a "Vieni via con me"

Così funziona la macchina del fango

Vendola legge 27 sinonimi di gay

Benigni canta le proprietà di Berlusconi


Fazio-Saviano, vado via perché.. resto perché


Benigni ha anche cantato la canzone di Paolo Conte che dà il titolo alla trasmissione
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Da Donne Pensanti un appello da firmare e diffondere contro la mercificazione del corpo delle donne:

IO NON CI STO: Basta con il voyeurismo mediatico sui corpi delle donne (firma e passaparola)

Lettera aperta ai mezzi di informazione italiani

Siamo stanche e siamo indignate.

Non solo siamo state offese dai recenti comportamenti dei politici nei nostri confronti, ma anche e soprattutto dall’atteggiamento ipocrita di molti mezzi di informazione che, anziché limitarsi alla denuncia, hanno ossessivamente diffuso immagini e video soft-pornografici, nell’ennesima profusione gratuita di corpi di donne svestite in pasto agli sguardi di tutti.

Ci e vi chiediamo: dove finisce il corretto dovere di cronaca sulle vicende di chi ci dovrebbe rappresentare politicamente e dove comincia il perverso gioco al solletico del voyeurismo del pubblico?

Se non iniziamo a comprendere che è, in primis, attraverso i media che si perpetra la subcultura pruriginosa e sessista che da tempo ci ammorba (siamo al 74° posto per le pari opportunità nel mondo e definirci anche solo civili da questo punto di vista sta diventando un problema), in questo Paese non cambierà mai nulla. Muteranno le facce, ma non la sostanza.

Vi chiediamo di smetterla di sfruttare il corpo delle donne in modo così massiccio e gratuito e vi chiediamo coerenza. Non è mercificando o approfittando dello squallore che lo si potrà combattere, poiché questo è il modo migliore per riprodurlo all’infinito.

Siamo stanche e siamo indignate. Di chi con una mano denuncia e difende i nostri diritti e con l’altra usa il nostro corpo svestito come specchietto per le allodole per attirare il suo pubblico.

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Si parla tanto delle veline e ragazze minorenni alla corte del piccolo premier, di seguito la testimonianza di una donna in gamba, Chiara di Notte:

Che cos'e' una escort oggi?


Riporto di seguito un articolo che mi riguarda apparso oggi su AgoraVox Italia, su Facebook e pubblicato da Cogito Ergo Vomito, blogger con il quale intrattengo rapporti fin da quando scrivevo su Mentecritica, che nei giorni scorsi ha voluto scambiare con me quattro chiacchiere a proposito di quella che e’ stata la mia esperienza di escort, di come sia interpretata oggigiorno la figura della prostituta d’alto bordo e di tutto quel mondo che gira intorno alle notizie di cui si parla tanto a proposito dei recenti accadimenti che coinvolgono la politica italiana e non solo. Buona lettura.


Ma che cos’ è una escort oggi? Intervista a Chiara, ex escort e blogger

Ma che cos’è una escort oggi? Una vittima della società, del velinismo e dei mass media, una persona debole drogata di benessere, una martire contemporanea, oppure è una persona capace astutamente di intendere e di volere, che usa il proprio corpo per raggiungere secondi fini e che ama vendere il proprio corpo? Per provare a fare un po’ di luce su questi ed altri quesiti, ho provato a fare qualche domanda a Chiara, ex escort e blogger da alcuni anni.

Allora Chiara, che cos'è un’escort oggi, e quali differenze noti con il passato?

Innanzi tutto devo precisare che la mia “avventura”, durata un paio di lustri, è terminata già da alcuni anni, per la precisione nel 2001, per cui molte cose nel frattempo potrebbero essere cambiate. Oltre a ciò non risiedo neppure più in Italia seppure non mi sia stancata di seguire con costanza le vicende che riguardano un Paese che continuo a sentire ancora un po’ anche mio. Detto questo, posso dire che la escort oggi è, né più né meno, ciò che è sempre stata cioè una prostituta che rivolge i suoi servigi sessuali – ben pagati – ad una clientela in grado di permetterseli. Non credo perciò che ci sia una sostanziale differenza fra una escort di dieci anni fa, com’ero io, ed una di adesso, come del resto non credo ci sia diversità fra una escort di oggi ed una cortigiana della Venezia del ‘500. Si tratta in fondo dell’esercizio del più antico mestiere, nel caso della escort, però, a differenza di chi esercita in strada o in appartamento spesso in modo frettoloso e freddo, il servizio è rivolto a persone che chiedono un’esperienza più coinvolgente e quindi sono in grado di ripagarla con molto più denaro. Si può parlare dunque di una prostituta di lusso. Le escort sono normalmente modelle, veline, attricette o anche aspiranti tali che, pur ritenendo di avere caratteristiche fisiche adatte, magari sono rimaste fuori dai giochi. Ma possono anche essere prostitute che, dalla strada o l’appartamento “evolvono” e cercano di salire di livello nella loro clientela indirizzandosi verso chi può pagarle di più. Un’importante caratteristica delle escort è che scelgono liberamente di esercitare senza altri obblighi se non la loro esigenza di denaro. Lo fanno quando vogliono e soprattutto fino a quando decidono di farlo. Non hanno padroni o lenoni alle spalle, o almeno non dovrebbero averne perché gran parte della loro reputazione e quindi del prezzo che possono chiedere per le loro prestazioni dipende molto dalla sensazione di “indipendenza” che riescono a dare in quanto i clienti delle escort tendono ad evitare ragazze che si suppone abbiano motivi coercitivi che le spingono a prostituirsi.
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Pitunpi racconta le sue disavventure nell'acquisto di un oggetto indispensabile alle donne:

L'OGGETTO DEL DESIDERIO
Anch’io, sì. Ho acquistato quelli con le ali, imbevuti di anti stress, con omaggio il
portassorbenti dal design “giusto”.
Trullallà, arrivo a casa, apro il pacco degli amici della chips e mi dico che alla sera, con la mia compagnia, farò un figurone. Voi lo sapete quale incubo perseguiti noi donne, no?
No??
E’ che non se ne parla mai, argomento troppo scabroso. Ve lo dico in confidenza: Gli assorbenti sono la prima cosa che cade per terra in ufficio, sul tram, in pizzeria, appena cerchiamo di tirar fuori qualsiasi altra cosa inutile che è dentro quella sacca di babbo natale che ha il peso specifico di un morto adulto, che noi pulzelle, con un eufemismo, chiamiamo borsa.

Il porta assorbenti serve a mimetizzare questo imbarazzante aggeggio. Ma solo quelli esterni. Già, perché dovessero inventare il portatampax, l’arnese avrebbe le dimensioni e la forma di un… ci siamo capiti.
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Le gustose ricette di CuordiScarogna:

Quando la depressione giunge a livelli di guardia è cosa giusta e buona cimentarsi con un piatto mediterraneo dalla fama internazionale quale la parmigiana.

Ingredienti:
Prendete un ragazzo Anonimo ferrarese ed una donna selvatica delle Murge che non abbiano nulla in comune tra loro eccetto l’aver trascorso parecchio del loro tempo sullo stesso blog e chiudeteli insieme nella stessa casa per un interminabile weekend durante il quale lui abbia appena scoperto di essere affetto da una nevrosi e lei sia in procinto di perdere il lavoro.
Serviranno inoltre: 3 melanzane, 4 uova non marce, pomodori, aglio, cipolla, mozzarelle e prosciutto. Carta assorbente quanto basta, ovvero un paio di chilometri.
N.B. Il fatto che tutti questi ingredienti siano simultaneamente presenti in casa1971 è dovuto ladrocinio perpetrato ai danni della Regina Madre il pomeriggio precedente.

Preparazione del sugo:
Scaldate l’olio in una pentola e aggiungete cipolla e aglio. Dimenticare il tutto sul fuoco il tempo necessario affinché nella cucina si sviluppi un principio di incendio. A questo punto asportate con rapidità e maestria la pignatta e gettatela nel lavandino sotto il getto di acqua fredda. L’eruzione che ne seguirà ricorderà Pompei: proteggetevi dai lapilli lanciando per aria tutto quel che avete in mano e sbraitando in malo modo. L’Anonimo accorrerà premuroso offrendo aiuto. Insultatelo in dialetto (non capirà) e chiedetegli di pulire mezza cucina mentre voi tagliate con nervosismo le melanzane. Buttate tutto nel cassonetto e ripartite dal primo rigo lasciando l’Anonimo a guardia dell’olio. Buttate nella pentola i pomodori e mezzo vasetto di passata comprata in offerta una decina di anni fa. Aggiungete zucchero e sale q.b. per contrastare l’acidulo sapore di stantio.

Preparazione delle melanzane:
Sbattete le uova nel piatto e lasciate le melanzane a ristagnare nello zabaione appena ottenuto. Insultate l’Anonimo per non aver coperto la pignatta del sugo e stavolta abbiate cura di farlo in italiano affinché si renda conto con che genere di donna paturniata si ritrovi ad avere a che fare.
Intimategli di pulire i fornelli mentre voi, che siete nate chef, andrete a fumarvi un sacrosanto sigaro sulla sediola impagliata, manco foste in un bar di Ragusa.
In un mistico profumo di Raid collettivo (avete dato da poco l’antiparassitario ai cani) ripensate ai momenti in cui avevate in casa Geghe e Jay. Coraggio, effettivamente, anche se sembra difficile crederlo, nella vostra vita siete state persino peggio. Tornate in cucina zoppicando grazie ad un principiare di unghia incarnita e con una eco più sinistra di quella del Krakatoa immergete le melanzane impregnate di uovo nell’olio bollente.
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Dopo il crollo della caserma di Pompei il Cavaliere si è recato sul posto per prendere i primi provvedimenti urgenti, Michele Serra racconta le soluzioni previste per rilanciare il sito archeologico:

Una New Town sugli affreschi


Basta con questi luoghi storici italiani così polverosi, cadenti e poco funzionali. Ecco il piano del governo per ricostruire Pompei con i videocitofoni in tutte le case e mettere le finestre in pvc al Colosseo

Crollo della casa dei Gladiatori a Pompei
Crollo della casa dei Gladiatori a Pompei
Il crollo della casa dei Gladiatori a Pompei non ha colto impreparato il governo. Berlusconi ha immediatamente chiesto notizie sulle condizioni dei gladiatori, e subito dopo si è recato sul posto per portare conforto ai parenti. È rimasto molto scosso dalle condizioni della città: "Sembra abbandonata da secoli", avrebbe confidato ai collaboratori più stretti. L'unità di crisi, da lui presieduta, ha stabilito un piano dettagliato di interventi.

Pompei bis La ricostruzione di Pompei così com'è, osserva Berlusconi, non è ritenuta un percorso praticabile. Solo per dotare tutte quelle case di videocitofono e autorimessa, la spesa sarebbe astronomica. È stato dunque deciso di fare come all'Aquila costruendo, accanto alla vecchia Pompei, una moderna new town di villette a schiera e condomini. Per tutelare e anzi rilanciare la vocazione turistica della città, gli abitanti di New Pompei indosseranno la toga. Per le ragazze, lo speciale peplo disegnato dallo stesso Berlusconi: ogni volta che si chinano si vedono le tette. Come ha spiegato lo stesso premier ai giornalisti, "abbiamo calcolato che in media una ragazza si china sei volte al giorno. Contiamo di arrivare almeno fino a 12 attraverso una modifica degli arredi urbani: i bancomat e i parchimetri saranno al livello del suolo". Il premier ha poi raccontato la barzelletta della pompa di benzina di Pompei.

Rifiuti Al primo posto, tra le priorità del governo, la rimozione dei cadaveri
dalle strade, dopo quasi 2 mila anni di colpevole inerzia delle amministrazioni locali. Il premier ha disposto l'immediato trasferimento delle vittime pietrificate nella discarica di Terzigno, fatta eccezione per la celebre "Fanciulla nuda" che è stata invitata a Villa Certosa e sarà candidata al consiglio comunale di Napoli. "È un po' rigida", ha confidato il premier agli amici, "ma mi dicono che è sicuramente maggiorenne".
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Tante bellissime immagini per rifarsi dalle brutture di questo disastrato paese, da Ventidiprimavera:




Nei tralci del tempo
gravido di attese
in una tasca intessuta
nei suoni del cuore
parole taciute
nascoste dai battiti
aspettano silenziose

[...il richiamo del vento
uno sguardo pulito
fresche lenzuola
un tetto di stelle
una notte
dove il buio è luce...]

Michelle


Da Daphnuti:

M
marilyn smoking

Da Romina05:

Fantasy






Da Kayblu:

...



A che serve la luce se non a dilatare
il buio delle viscere?

Kay


Da DalfusodiTaiwan il trionfo della bellezza:

Zeng Chuangxing



































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Da Vauro il trionfo delle vignette:









Va tutto bene! da Enteroclisma:

SERVE AMPLIFON ??

Va tutto bene.
Veneto ? Due gocce d'acqua ...
Abruzzo ? Tutto ricostruito ...
FISCHI ??
SENTITO NIENTE !!

Ave Caesar, muratura te salutat!

Dove non potè manco il Vesuvio


















Potè lui!