domenica 19 dicembre 2010

Il fantasma della crisi e la sudditanza delle masse

In alto: Immagine tratta dal blog http://nelsegretodellanotte.splinder.com/


Gli uomini sono delle creature con due gambe e otto mani.
Jayne Mansfield.


La crisi economica globale continua a crescere e non si intravedono segni di miglioramento, nel nostro paese è ancora più drammatica, disoccupazione e precarietà del lavoro sono sempre più evidenti, ma è davvero cosi'?, da Luogocomune una analisi dettagliata delle vere ragioni di questo stato di cose:

Il fantasma della crisi e la sudditanza delle masse
di Antonio Perrotta

Sono due storie, la storia ufficiale, menzognera, che ci viene insegnata, la storia ad usum delphini, e poi la storia segreta, dove si trovano le vere cause degli avvenimenti, una storia vergognosa - Honoré de Balzac

Le premesse della crisi: banche, usura, schiavitù, illusione e connivenza politica

Quando un governo dipende dai banchieri per il denaro, questi ultimi, e non i capi del governo, controllano la situazione, dato che la mano che dà è al di sopra della mano che riceve... Il denaro non ha madrepatria e i finanzieri non hanno patriottismo, né decenza:il loro unico obiettivo è il profitto. - Napoleone Bonaparte, 1815

1. Il fantasma dell'attuale crisi globale, nel suo trito clichè, è l'ennesima secolare partita fittizia che i soliti bari intentano a danno di popoli e governi. L'ennesimo giochetto, perfezionatosi col tempo, che un manipolo di congiurati settari (sempre gli stessi) organizzano sulla pelle delle persone.

E' talmente evidente antico e collaudato che riesce davvero difficile constatare il consenso che l'ignoranza globale ad esso accorda . Ma, direbbe Chamfort, "ci sono scemenze ben presentate come ci sono scemi ben vestiti"...

Il che non attenua minimamente la responsabilità di ciascuno visto che l'osservazione tende a biasimare l'incapacità divisante delle menti in generale più che lodare le doti trasformiste degli scemi al potere.

Come l'universo, il denaro è un'illusione o, per dirla con Kierkegaard, "pura astrazione".

Ma a differenza dell'illusione originaria indagata da tanta filosofia indiana, oltre che da Platone Berkeley Schopenhauer Ighina o David Bohm, la seconda è artificiosa e interessata.

Il denaro comunemente inteso non esiste, se non nella vostra mente. La sua convenzione strumentale è solo uno tra gli innumerevoli dogmi instillati nel corso dei secoli: riposa sul vostro sonno.

Il sistema monetario viene mantenuto in vita sano (cioè malato) ...

... per consentire l'indebita perpetuazione di una truffa secolare basata sul debito e sui fantasmi percettivi dell'insolvenza che ne derivano. Tutto, oggi più che mai, fondato sul nulla.

Detto sistema, assiomatico come tutti gli altri allestiti nel tempo, non solo non è l'unico, ma semplicemente è il peggiore. Da esso deriva la schiavitù occupazionale, fiscale, reddituale, sanitaria, energetica, istituzionale, mentale, istruttiva, educativa, spirituale etc.

Se non siete beneficiari di questo "nulla" sotto forma di cifre digitali o dell'equivalente in banconote (del valore tipografico di appena 0,30 centesimi cadauna), potete crepare di fame per strada o sotto un ponte. Tanto vale la vostra vita. O meglio: tanto desiderate che valga...
L'essere umano, se non è debitamente ligio alla schiavitù monetaria del lavoro fondata sul nulla, vale meno di quel pezzo di carta che gli consentirebbe di sopravvivere.

La portata globale del panico indotto dall'attuale crisi economica ne è l'enfatizzazione più magniloquente e palese; ed anche più ridicola e grottesca, se non fosse per i biechi intenti sottesi al disegno. La parata d'attendenti camerieri e garzoni sugli schermi è tanto più falsa e simulata quanto più incredibile è la messe di palle divulgate. Mi riferisco in particolar modo ai politicastri, ai ragioneri d'ufficio e ai pennivendoli al soldo.

Le banche centrali sono private associazioni a delinquere che emettono moneta senza alcuna copertura in oro o metalli preziosi, creandola letteralmente dal nulla al costo tipografico. E questo solamente per quella minima parte di moneta tangibile in circolazione che costituisce circa il 10% del volume complessivo di transazioni. Il resto sono semplici numeri su schermi contabili, nulla di più.

Il denaro viene prestato allo stato (con un tasso di sconto deciso dalle banche stesse) il quale indebita la collettività espropriandola di mezzi dignità e libertà grazie al giogo del lavoro e al conseguente prelievo fiscale volto esclusivamente a ripagare quel debito eterno contratto con la banca e gli enormi interessi che ne derivano.

I grassi banchieri nazionali e internazionali si appropriano della vita e del sangue di milioni di persone in tutto il mondo riducendoli in schiavitù con la connivenza dei governi e dei leader politici. Costoro, cedendo la sovranità monetaria alle lobbies massonico-bancarie (che attraverso i loro istituti e la finanza controllano il mondo), hanno deliberatamente espropriato i cittadini di qualunque diritto o libertà in cambio di privilegi personali e garanzie di casta.
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Esiste un modo diverso di affrontare la crisi economica, bisogna cominciare a pensare che la salvaguardia dell'ambiente può essere una ottima opportunità di lavoro per migliaia di persone, lo spiega Marco Boschini in questa intervista su Il Cambiamento:

Comuni Virtuosi

Un'Italia a 5 stelle, intervista a Marco Boschini

Esiste ancora, nonostante tutto, "una fetta di popolazione che pensa di cambiare il Paese, piuttosto che cambiare Paese". L'Associazione dei Comuni Virtuosi è nata 5 anni fa per riunire le esperienze di enti locali amministrati secondo criteri di sostenibilità ambientale e sociale. Abbiamo intervistato Marco Boschini che ci racconta una realtà molto lontana dalla rappresentazione quotidiana della politica nazionale.

marco boschini
"Noi siamo partiti dal basso, crediamo sia l'unica strada oggi percorribile. Certo sarebbe fondamentale in questo momento poter contare su un parlamento complice"

Caro Marco, è un periodo in cui si parla molto di rinnovare la politica, di rinascita della politica, di 'giovani' e di 'vecchi'. In realtà, però, ancora in pochi sanno che da anni esistono una serie di amministrazioni che attuano in pratica una politica diversa, virtuosa. È così?

Purtroppo è proprio così, ancora in pochi conoscono la nostra esperienza ed è abbastanza paradossale... Ciò nonostante è fondamentale procedere nella direzione intrapresa cinque anni fa, con l'obiettivo prioritario di diffondere il 'contagio'.

Come nasce l'Associazione Comuni Virtuosi e perché?

Nel maggio del 2005, nella sala consiliare di Vezzano Ligure - SP, su iniziativa di quattro comuni tra i 3.000 e i 9.000 abitanti, per cercare di mettere insieme le esperienze concrete e di buonsenso sperimentate in giro per l'Italia da decine di enti locali impegnati nella sostenibilità ambientale e sociale dei territori e delle comunità.

Quali i criteri per partecipare?

Il buonsenso, la concretezza, la trasparenza, l'onestà, lo spirito di servizio... Parole apparentemente molto lontane dalla rappresentazione quotidiana della politica nazionale. Nel merito poi noi abbiamo individuato e costruito una sorta di identikit del comune virtuoso, che deve impegnarsi in 5 linee di intervento principali: gestione del territorio, impronta ecologica, rifiuti, mobilità, nuovi stili di vita.

Quanti gli iscritti in questo momento? E quanti vorresti che fossero?

48 comuni iscritti al 13 dicembre 2010, l'obiettivo è di arrivare a 8.101 comuni entro il 2011...

comuni virtuosi
L'Associazione dei Comuni Virtuosi è nata per cercare di mettere insieme le esperienze concrete e di buonsenso sperimentate in giro per l'Italia

Quali le vostre più grandi vittorie e quali le sconfitte?

La più grande delusione l'abbiamo avuta all'indifferenza manifestatasi al nostro invio a tutti i sindaci italiani del documentario video Viaggio nell'Italia dei comuni a 5 stelle (un video con interviste, immagini, e il racconto diretto di alcune delle più significative buone prassi sperimentate in giro per l'Italia). Ci hanno risposto 4 sindaci, su 8.101 non è proprio una buona percentuale... I grandi successi sono i progetti migliori che portiamo avanti, riuscire a dimostrare che si può vivere senza inceneritori, senza centrali nucleari, senza cemento o petrolio...

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Come diceva già a suo tempo Winston Churchill, siamo ormai entrati in un periodo di conseguenze. Figuriamoci quindi oggi. Prima ci renderemo conto di ciò, prima avremo un futuro di cui parlare. Perché non ci sarà governo o banca in grado di saldare i debiti del “crash ecologico”, se o quando ci verrà presentato il conto. Da Maurizio Pallante e Andrea Bertaglio un altro punto di vista sulla crisi economica:

Se si ascoltasse anche Cassandra, ogni tanto
Si sente dire in questo periodo che la crisi economica degli ultimi anni non rappresenti solo la fine di un’era, ma anche la fine degli stili di vita a cui ci eravamo abituati. Speriamo solo sia vero. Il “feticismo delle merci”, per dirla con Marx, ci ha fatto completamente uscire di senno. Fare debiti per comprare una casa, un’auto o una moto non era più sufficiente. Si è sentita (o è stata fatta sentire) la necessità di contrarne addirittura per andare in vacanza, in modo da poter far vedere ai colleghi quanto si era abbronzati al rientro da una noiosissima permanenza dall’altra parte del mondo in un villaggio all-inclusive, magari senza nemmeno essersi presi la briga, dopo venti ore di aereo, di uscire dal recinto di animazione preconfezionata in cui si era per visitare le bellezze e le popolazioni locali.

Debiti per tutto, appunto, dalla casa ai gadget più inutili. Il che ci ha portati alla situazione attuale. Una crisi non economica, non finanziaria, ma strutturale. Il problema è che oggi, le cosiddette Cassandre che mettevano in guardia sui rischi inerenti a questo tipo di atteggiamenti, non possono nemmeno godersi il fatto di avere avuto ragione. Perché stanno pagando di tasca loro, insieme a milioni di altre persone che in molti casi non se la sono nemmeno goduta così tanto, i debiti di tutte le cicale che da qualche anno piangono miseria ed invocano l’aiuto dei governi.

E va bene, non si può lasciare che tutto collassi. Tagliamo pure fondi alla sanità o all’istruzione per aiutare quelle associazioni a delinquere chiamate banche (già che ci siamo insieme a compagnie aeree fallite da anni piuttosto che grandi opere tanto inutili quanto dispendiose). Tiriamo pure la cinghia finché ne siamo in grado, o finchè siamo disposti a farlo, per aiutare chi non ha avuto il minimo scrupolo negli ultimi anni quando si trattava di speculare e di aumentare il proprio profitto. Del resto a tutto c’è un rimedio. O quasi.

Per quanto grave sia un tracollo finanziario, o per quanto cupo sia l’inizio della recessione (e lo sono, vista la totale dipendenza dal mercato della maggioranza delle persone), c’è infatti una crisi molto più grave e dalle dimensioni molto più grandi di quella economica: quella ambientale. Il debito ecologico stimato è infatti di quattro trilioni e mezzo di dollari all’anno, il doppio di quello delle istituzioni finanziarie (fonte). La razza umana consuma il 30% di risorse in più rispetto a quello che la Terra riesce a produrre e a rigenerare. Ogni anno si estinguono a causa nostra tra le cinquanta e le cinquantacinque mila specie viventi.
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Nonostante la crisi devastante che ci preoccupa tutti e non si riescono a trovare soluzioni, Jacopo Fo suggerisce delle valide opportunità di lavoro:

Non si deve uccidere la speranza I giovani hanno un futuro!
Parlare di Generazione Zero è un crimine contro l’autostima dei ragazzi.
Non dite che non c’e’ futuro.
Il futuro ve lo potete conquistare (senza ammazzare nessuno).

Vorrei commentare questa lettera inviata da una lettrice di Repubblica che si firma Martabcn, a Roberto Saviano.

Caro Roberto. Le tue parole sono come sempre bellissime; ma questa volta, ahimé, sterili. Ho 26 anni, due lauree e tanta voglia di fare. Sono arrabbiata, stufa, sconfortata. Non ho più ragione di credere che con “le buone” si ottenga qualcosa, non a questi livelli. Un anno fa mi sarei indignata per Roma, oggi no, oggi sono felice. Perché è vero che la violenza è uno schifo, ma è l’ultima risorsa di chi è disperato. Uso questo termine non a caso: disperato è colui senza speranza. E io sono così. Io non ho futuro: ho 26 anni e non ne ho già più uno. Non potrò mai comprarmi una casa perché non farò mai un lavoro che mi permetta di accendere un mutuo, i miei genitori non possono aiutarmi economicamente e non so nemmeno se potrò mai comprarmi una macchina nuova. Se avrò dei figli non riuscirò a pagare le tasse per mandarli all’università, e quando sarò vecchia non avrò pensione. Non ho più niente da perdere e come me tantissimi, troppi altri.”

Indiscutibilmente in queste parole ci sono alcune verità: i giovani si vedono depredati del loro futuro e questo spinge a una ribellione distruttiva. Saviano e tanti altri hanno cercato di spiegare in molti modi che seguendo questa via non si rafforza il Movimento ma lo si annega. E basterebbe andare a vedere cosa è accaduto a noi negli anni ’70 per averne prova certa.

Così come è certo che l’attuale situazione economica esigera il suo sanguinante tributo in termini di vite annullate, di reazioni popolari di rabbia cieca e di controreazioni del potere ancora più violente e selvagge.
Questo ci racconta il passato e l’unica speranza è che si formi un argine culturale a questa follia: da una parte una classe di malfattori e speculatori butta sul lastrico milioni di persone e dall’altra monta la reazione violenta dettata dall’esasperazione. Oggi ci sono personaggi come Saviano che possono avere un grande peso nel convincere molti giovani a scegliere strumenti pacifici di lotta.

Ma credo che vi sia un altro punto essenziale che dobbiamo affrontare se vogliamo limitare questa tendenza a rispondere alla follia criminale del sistema con la violenza (o la depressione). Si tratta di una questione essenziale che la sinistra non vuole affrontare a causa del vuoto culturale nel quale anch’essa nuota. Questa ragazza di 26 anni, con 2 lauree, che scrive in modo pulito e elegante, ci dice: “Io non ho futuro”. E la sinistra applaude, alla ricerca di nuovi argomenti contro B. Invece io vorrei dire a questa ragazza: sbagli a pensare che di non avere futuro! Sbagli di grosso. Hai accettato uno stato mentale disastroso. Se vuoi puoi convincerti di non avere speranze, ma ti fai un danno, butti via le possibilità enormi che hai davanti.
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A proposito di giovani e di opportunità di lavoro, Liberi Pensieri scrive una lettera aperta al Cavaliere:

LETTERA A SILVIO
caro silvio,
sono una studentessa italiana, sono giovane e con molte prospettive per il futuro.
Ti scrivo perchè sentivo il bisogno di parlarti, perchè io lo so che non è vero quello che dicono di te. Secondo me tu non sei un puttaniere, e ti importa veramente dei problemi degli italiani, dei problemi del popolo che tu rappresenti.
non te la devi prendere quando ti danno del nano pelato mafioso piduista e puttaniere; devi perdonarli, ma devi sapere che tutta la rabbia e la frustrazione con la quale si rivolgono a te, offendendoti in mille modi, è dettata dalle condizioni in cui si trovano a vivere, o pardon, sopravvivere.
loro non ti odiano,sono tutte persone oneste in realtà, oh silvio, se tu li vedessi durante le loro giornate, sono persone così pacifiche, sono padri di famiglia che amano con tutta l'anima le loro mogli ed i propri figli, ridono, scherzano con loro... tu li vedi così arrabbiati con te, ma non sono sempre così, cerca di capirli.
io mi rendo conto che la situazione per te sia stressante, ovunque vai incontri gente che ti urla contro, che sembra quasi pronta ad ammazzarti con le proprie mani, ma tu silvio devi cercare di perdonarli e guardare dentro i loro cuori.
ti sembrerà strano, ma ti assicuro che sono delle brave persone, sono genitori che hanno perso il lavoro, e non sanno più come sfamare i propri figli, giovani che vorrebbero sposarsi o comunque andare a vivere in quella che vorrebbero definire la loro casa, ma dopo i primi mesi, quel mutuo diventa sempre più pesante da sopportare; sono ragazzi e ragazze che vedono sfumare le loro prospettive per il futuro perchè non sanno dove andare a studiare, perchè non hanno i soldi per andare alla bocconi...sono persone con una cultura immensa, giovani laureati che per pagare l'affitto si accontentano di fare i commessi, o di lavorare nei call center.
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Le donne viste dal Cavaliere, dal blog Vita da Streghe:

Berlusconi e le donne: l'articolo di una testata svedese



Come spiegare agli Svedesi perché il premier italiano, con le sue gaffe e i suoi passi falsi, possa essere così popolare in Italia? Un articolo di Kristina Kappelin, che ho letto su ITALIA DALL'ESTERO, lo fa egregiamente attraverso una lucida analisi del nostro Paese, estremamente utile anche a noi per comprendere il solido legame fra il successo di Berlusconi e la condizione delle donne in Italia (dalle quali per altro Berlusconi riceverebbe molti voti). Per ricordarci come un forte movimento femminile potrebbe essere davvero la chiave per sradicare le radici di questa situazione.

"Un movimento femminile forte, intelligente e dinamico sarebbe probabilmente una delle poche forze nella società davvero in grado di far vacillare Berlusconi " scrive la Kappelin "La liberazione delle donne è un terreno totalmente sconosciuto al premier italiano."

Riporto di seguito la prima parte dell'articolo perché il pezzo è molto lungo, invitandovi caldamente a proseguire leggendolo per intero:


"Federica Rossi Gasparrini, presidente dell’organizzazione delle casalinghe italiane Federcasalinghe, mi ha raccontato una volta dello scarso rispetto di Silvio Berlusconi nei confronti delle donne in politica. L’organizzazione, che conta 850 mila membri, subì il corteggiamento di Forza Italia in occasione delle elezioni del 1994 e decise di dare il suo appoggio all’esordiente Berlusconi. “Berlusconi ha promesso di agire in quei settori che più ci stanno a cuore. Ci ha garantito che farà in modo che ogni donna possa scegliere liberamente se lavorare in casa o fuori”, disse la presidentessa in un’intervista del 1994 al Corriere della Sera. Federcasalinghe decise così di mettere i suoi 300 uffici in tutta Italia a disposizione di Forza Italia, contribuendo in modo significativo alla vittoria elettorale.

Federica Rossi Gasparrini diventò deputato parlamentare, e cercò quindi di far mantenere a Berlusconi le sue promesse alle casalinghe. Ad ogni incontro, Berlusconi non risparmiava battutacce. Inizialmente Federica sorrideva un po’ per essere educata, ma col tempo il suo ribrezzo cresceva, finché sentendosi ingannata chiese apertamente se al governo in realtà interessasse qualcosa delle casalinghe e delle loro richieste.
“Certo che ci interessano le casalinghe”, rispose Berlusconi ridendo.
“A patto che abbiano meno di 25 anni e portino la quarta”.


La mia opinione è che la questione che riguarda Berlusconi e il genere femminile sia centrale per comprendere tanto questo bizzarro politico, quanto la società italiana odierna e il modo in cui lui l’ha plasmata. Oggi si usa spesso la condizione delle donne come metro di valutazione della democrazia e dello sviluppo di una società. Da questo punto di vista, l’Italia fa decisamente una pessima figura.
Non è solo colpa di Berlusconi, d’altronde: il maschilismo ha radici profonde e numerosi estimatori in Italia. Questo non toglie che gli si possa rivolgere, a buon diritto, l’accusa di aver riproposto agli uomini italiani la concezione più retrograda della donna, elevandola a norma.


Trascurando il diritto delle donne al lavoro e a servizi sociali funzionanti, Berlusconi fa un grosso sgarbo all’Italia. Finché le donne verranno relegate al ruolo passivo di “delizia per gli occhi” o di lavoratrice gratuita del welfare basato sulla famiglia, una parte importante del potenziale intellettuale ed economico del paese rimarrà inutilizzata. Tenere le donne fuori dal mondo del lavoro frena il benessere, oltre ad essere un fattore che pesa fortemente sulla scarsa natalità. Malgrado l’insistenza di Berlusconi sul fatto che la crisi economica non sia in realtà così grave e malgrado le sue promesse di un futuro scintillante, la sensazione di insicurezza economica è grande e i giovani italiani hanno poca fiducia nel futuro.

Paradossalmente, i voti delle donne sono decisivi per i successi politici di Silvio Berlusconi, ma questo significa anche che le donne possono contribuire alla sua eventuale sconfitta. Un movimento femminile forte, intelligente e dinamico sarebbe probabilmente una delle poche forze nella società davvero in grado di far vacillare Berlusconi. La liberazione delle donne è un terreno totalmente sconosciuto al premier italiano.

L’Italia è uno dei paesi europei con la più bassa rappresentanza femminile in parlamento. Sono donne solo il 21% circa dei membri della camera dei deputati ed il 18% al senato, di fronte a una media del 23% nell’UE e al 45% in Svezia. L’opposizione è più sensibile alle questioni delle pari opportunità rispetto ai partiti di governo e ha più donne tra i suoi deputati. Tuttavia, quando conta davvero, la rappresentanza e le richieste delle donne vengono messe facilmente da parte.
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In Abruzzo con l'avanzare dell'inverno la situazione dei cittadini colpiti dal terremoto si fa sempre più drammatica, il racconto di Miss Kappa:

Update

La mia nuova vita è talmente diversa, sconclusionata, folle, imprevedibile, dura, da non concedermi tempo sufficiente per scrivere sul mio blog come vorrei. Mi capita, durante la giornata, di pensare di volervi raccontare quello che accade qui. "Questo devo scriverlo", mi dico.Ma poi il tempo passa. Ed io mi ritrovo a corrergli dietro. Concludendo, in verità, poche cose. Guadagnando, in compenso, tanta stanchezza e senso di frustrazione. E di impotenza. Mi sento, a volte, come quei topolini che girano a vuoto su una ruota senza senso. Corrono, si agitano, ma sulla ruota sempre restano. Sempre nella gabbia. Sempre ad aspettare. Cosa? E' freddo da noi. Freddissimo. Nel paesino dove vivo, ancora più freddo che nella mia città vuota. Il ghiaccio scricchiola sotto i piedi. E i vetri delle finestre sono appannati. La casa, che Manitù mi benedica per aver scelto di non vivere in una c.a.s.a., è il mio rifugio. Comincio a sentirmi a mio agio vivendola. Ad apprezzarla. A volerle quasi bene. Fuori, il nulla. Se non le mie montagne. E fuori ancora? Aldilà di queste montagne? Anche lì è scoramento profondo. Lo scenario italiano non è meno sconfortante di quello della mia città. E della mia vita. Uomini e donne in vendita. Partiti politici che son fantasmi. Imperatori e saltimbanchi. Figure e controfigure. Vuoto. E una piccola parte della società civile che, forse, si risveglia. Ma il processo sarà lungo. E faticoso. E denso di pericoli. Proprio come quello dell'Aquila e degli Aquilani. Per noi è ancor più dura, ché da gennaio pagheremo più tasse di tutti gli Italiani. E pagheremo la benzina due centesimi in più degli altri: c'è da ripianare il deficit della sanità abruzzese. Una voragine di 360 milioni. E per noi Aquilani sarà ancora più difficile: tutti, indistintamente, percorriamo chilometri e chilometri al giorno, per coprire le distanze che ci dividono da tutto. Nel traffico caotico, come quello di una metropoli. Cittadini senza città. Con i disagi di una grande città e la qualità di vita di un paese del terzo mondo. Però possiamo stare allegri: aldilà della schiacciante realtà, secondo uno studio de La Sapienza, la qualità della vita all'Aquila è migliorata. Ha infatti, in barba al terremoto, scalato la classifica dal 67° al 63° posto. Nonostante l'esplosione della disoccupazione, della cassa integrazione, il consumo dissennato del territorio, l'insostenibile inquinamento di aria, fiumi, terra,la città sventrata, il crollo dei consumi , le persone disperse, quelle che sono andate via, quelle distrutte psicologicamente, i Comuni al collasso economico, saliamo in classifica. Ridere o vomitare? Intanto l'appena insediato vice Commissario Cicchetti, quello condannato per aver lucrato sulla Perdonanza Celestiniana, mostra il primo muso duro. Stretta di ferro sugli abitanti delle c.a.s.e. e dei m.a.p ( che Manitù continui a benedirmi): non sei neanche padrone di allontanarti da quei surrogati di abitazioni, ché ti mandano via.
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Sempre da L'Aquila il racconto di Pedro, dal blog di Elenamaria:

mi chiamo Pedro






Mi chiamo Pedro. Adesso mi chiamo Pedro. Prima non avevo nome. Sono un gatto aquilano. Abitavo, prima del sei aprile, nei pressi della scuola della bloggeuse. Non avevo una vera e propria famiglia che si prendeva cura di me ma ogni giorno rimediavo un po' di cibo e qualche coccola. Con me vivevano una miciola e un cagnetto. Chi ci nutriva non era un esempio di dolcezza ma insieme riuscivamo a non sentirci troppo soli. Dopo il terremoto la miciola e il cagnetto sono spariti, come chi ci dava le crocche. La bloggeuse veniva tutti i giorni. Portava crocche e umido, ci faceva anche tanta carezze ma poi andava via e io piangevo. Quando lei scendeva dalla sua macchina io ci salivo, sperando che mi portasse via da quelle macerie. Lei, però, non aveva ancora una casa. Se lei andava a riempire la ciotola di acqua alla fontanella la seguivo. Avevo paura che andasse via senza farmi le carezze. Poi dei suoi amici mi hanno visto e hanno deciso, tutti insieme, che avevo bisogno di una famiglia. Hanno messo questa foto su internet e una signora toscana si è innamorata di me. Ha chiesto, però, che venissi testato, perchè ha altri gatti in casa. Quando Chiara e Gianluca mi hanno messo nel trasportino, però, io non sapevo dove mi avrebbero portato e ho avuto tanta paura. Soon svenuto e allora loro hanno aperto il trasportino, chè avevano paura che fossi morto. Hanno detto alla signora che non si poteva fare. Ci voleva un'adozione sul posto. Ma lei si era tanto innamorata e ha deciso di venire a conoscermi di persona e ha detto pure 'hemmimportadetest.... Ha portato un trasportino suo e quando io l'ho visto non ho avuto più paura, perchè in quel trasportino sentivo odore di casa, di crocche, di coccole e di buono. Sono entrato nel trasportino e mi sono sdraiato bello bello. Siamo partiti e durante il viaggio ho dormito e ho fatto le fusa. A sera siamo arrivati in una casa dove c'erano un gatto nero e un gatto bianco. Questi gatti non erano tanto contenti di vedermi ma pure un po' curiosi. Ci siamo annusati e loro hanno soffiato un po'. Ma solo un po'.
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Durante la manifestazione del 14 dicembre a Roma ci sono stati numerosi episodi di violenza e devastazione da parte di infiltrati fra i manifestanti, Valma75 pubblica alcune foto che danno da pensare:

Un collega giovane ma serio (tra i pochi ancora in circolazione) della giornalistadiserieb ha trovato queste tre immagini in tre posti diversi. Ma viste in serie fanno una certa impressione. La nostra simpatica amica le ripubblica. A voi trarne delle conclusioni.

72027_473348272506_678557506_5825891_6829471_n l'uomo con la pala

72027_473348277506_678557506_5825892_3815340_n l'uomo con il bastone

72027_473348282506_678557506_5825893_2654929_n l'uomo con manganello e... manette!


A proposito di violenza, la violenza sulle donne, il commento di Arguzia:

Puttana, te la sei cercata.

La scusa più amata dagli stupratori è "quella se l'è cercata".

E' un grande classico.
Se hai la gonna corta o porti una maglietta un po' più scollata, sei una che "gioca col fuoco" e se vieni stuprata è perché tu hai provocato lo stupratore. L'hai indotto in tentazione e non puoi stare tanto a lamentarti.

Non è che questa sia una grande scoperta, ma adesso finalmente ce lo dice anche Monsignor Arduino Bertoldo, Vescovo Emerito di Foligno.

Il simpatico emerito pezzo di merda dice che "Se una donna cammina in modo particolarmente sensuale o provocatorio, qualche responsabilità nell'evento la ha e voglio dire che dal punto di vista teologico anche tentare é peccato. Dunque anche una donna che camminando o vestendosi in modo procace suscita reazioni eccessive o violente, pecca in tentazione".

Questa per me è istigazione allo stupro e ovviamente è una perla donataci da
pontifex.roma
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La scelta delle donne di essere single raccontata da Phoebe1976:

Finding love vol. 1

Tu pensi che a trent’anni o giù di lì l’essere single sia una scelta.
Un lavoro, una carriera, una macchina, una casa, un giro di amici, aperitivi, inaugurazioni, viaggi e così tanti impegni che l’agenda non basta.
Corri, corri, corri.

Magari c’è anche il tempo per un eclettico trombamico, nulla di più.

E la sera torni alla tua casetta vuota, animata solo da un gatto ciccione ed un po’ egoista, che adori ma che ti guarda male per la tua prolungata assenza.
E qualche volta, mentre ti togli il cappotto e lui miagola assatanato, pensi che forse dovresti comprargli scatolette più gustose per sopperire l’assenza ed evitare che ti tagli la giugulare mentre stai dormendo.

Ma ti basta, donna trentenne sulla cresta dell’onda?
La mattina passando il fondotinta davanti allo specchio ti dici di sì, specie se pensi alle tue amiche accasate che si lamentano tutte della loro vita da casalinghe disperate e del decadimento della loro vita sessuale.

La sera, togliendoti il fondotinta invece no, perché la casa è un po’ troppo silenziosa. Chiusa la porta sei tu e basta, e anche se non sei casalinga a volte un po’ disperata ti ci senti.

Ed è così che la vede Marta dall’alto dei suoi trentacinque anni.

Marta, sì.

Lei che a tutte le feste comandate, battesimi, compleanni e matrimoni di familiari che non riesce a dribblare con un triplo carpiato in avanti si sente chiedere dalla vecchia zia megera di turno: “Ma tu? Ti sei fidanzata?”.
E lei vorrebbe rispondere all’attempata strega che no, non l’ha trovato il fidanzato, ché mica crescono sui rami degli alberi. E poi, cara zia, ma tu lo sai com’è il mondo là fuori? Lo sai com’è diventata la società oggi? No, non negli anni ’50, quando andavi a messa e il garzone del bar ti occhieggiava mentre passavi col fazzoletto di pizzo in testa, no.
Oggi, cara zia. L’uomo medio ultratrentenne se è single o si sente Dio o si sente Corona (che è pure peggio) o è sotto un treno per lasuaexchel’halasciato’stastronza, e quindi troppo traumatizzato per interagire con te ad un livello superiore a quello della scopata a scopo ludico.
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Il governo del Cavaliere ha respinto la mozione di sfiducia alla Camera per soli 3 voti di differenza, complici i deputati comprati a suon di migliaia di euro, Lia Celi elenca i vari modelli di salvataggi:

barbie.jpg
Gli osservatori sono unanimi: nell’ultimo scorcio dl 2010 ad animare il commercio, più che lo shopping natalizio, è la corsa all’acquisto dei parlamentari in occasione del voto di fiducia del 14 dicembre. Fiutata la tendenza, aziende italiane e multinazionali straniere stanno lanciando sul mercato modelli di deputati per tutte le tasche, i gusti e le età. Ecco le proposte più utili e originali.

BEGHELLI
Il tuo premier è anziano e la sua maggioranza non è più autosufficiente? Hai paura che il governo possa cadere nel bagno e non riesca a chiamare aiuto? Con il Salvagoverno Beghelli puoi dormire tranquillo: è un parlamentare pratico e compatto, alloggiabile in qualunque partito, piccolo o grande, di sinistra o di destra. Dotatodi efficientissimi sensori collocati sulle mascelle, il Salvagoverno riesce ad avvertire puzza di crisi a dieci chilometri di distanza, e la segnala con un allarme acustico percepibile anche dal più imbambolato dirigente del Pd. Una volta in aula, qualunque sia il suo schieramento, basta inserire la funzione “Pionati” e vota la fiducia al governo o al massimo si astiene. E al mese ti costa solo come un arata del mutuo! Salvagoverno Beghelli, e il tuo esecutivo muore solo quando lo vuoi tu!

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Le proposte di Michele Serra per gli acquisti di natale:

E per Natale mi noleggio un deputato


In tempi di crisi si profila un Natale sobrio. Al bando le spese pazze, ognuno cerca per i suoi cari qualcosa di intenso, ma anche di economico. Ecco alcune delle proposte più originali.

Multideputato Ricevere in regalo un deputato: un sogno che non è certo per tutte le tasche. I prezzi si aggirano sui 100 mila euro all'anno più le spese di mantenimento, in genere cospicue, e possono scendere a 80 mila solo per un deputato dell'Idv, che però grida a tavola e si pulisce le unghie con la forchetta. Un'intraprendente agenzia romana, sul modello delle case in multiproprietà, ha ideato il multideputato: con una somma ragionevole (dai 2 ai 3 mila euro) si possiede un deputato per una settimana, nel corso della quale voterà tutti i provvedimenti di vostro gradimento e boccerà quelli sgraditi. Interessante il senatore usato, anche di terza mano, che a fine legislatura può essere noleggiato a soli mille euro, completo di poltrona, per essere esposto durante le cene importanti. Diverte gli ospiti svegliandosi di soprassalto al suono di una campanella.

Wikileaks
Tutti i files di grande richiamo sono ormai in ogni casa, cliccatissimi. Ma sono ancora disponibili in gran numero, e pressoché sconosciuti, pacchetti di files di secondo piano che possono dare grandi soddisfazioni. Scaricate gratuitamente e regalate ai vostri cari il carteggio tra l'ambasciatore olandese in Belgio e l'addetto commerciale francese, 1.200 lettere con acute osservazioni sulla situazione commerciale nel Benelux. Oppure il rapporto annuale della Cassa Rurale di Johannesburg sui suoi correntisti, dieci megabyte di transazioni su 100 mila conti correnti, una lettura piacevole per tutta la famiglia. O ancora, i files della Nasa sul vettovagliamento degli astronauti dal 1962 fino al 1996, con rivelazioni sulle oscillazioni dei prezzi del succo di carota liofilizzato. La Wikileaks mania offre a ogni famiglia del mondo la possibilità di un Natale insolito.

Libri-leaks e dischi-leaks L'idea è di un seguace di Assange. Violando gli archivi elettronici delle case editrici e delle case discografiche di tutto il mondo, ha reso disponibili i testi rifiutati e le canzoni bocciate dalla casta editoriale. Regalare un libro-leak o un disco-leak a un amico è un gesto di disobbedienza civile e al tempo stesso un piacere: gli farà vivere un'avventura sorprendente. Tra i titoli più gettonati l'autobiografia di Renzo Bossi, rifiutata perché di una sola pagina (per giunta un foglio a quadretti) e l'Inno di Mameli interpretato dalla nazionale di nuoto sincronizzato, con la testa sott'acqua.
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Citazioni sparse da Parte di Dario Vergassola sulla situazione politica del nostro paese:

Una settimanella buona (ma neanche tanto)
11 – 17 dicembre
Sabato 11 dicembre

- I Finiani confermano d’essere tutti uniti sulla sfiducia. Bene. Attendiamo sfiduciosi.
- Manifestazione PD. Bersani sale sul palco e si commuove per l’entusiasmo della folla: per così poco.
- Napolitano in visita a Vienna. Un piacevole diversivo: le palle di Mozart anziché quelle di Berlusconi.

Domenica 12 dicembre
- Fini avverte il Premier che, dal 15 dicembre, FLI sarà all’opposizione. “Allora anche noi!” gli ha fatto eco Bersani.
- Dieci anni fa la lobby Alemanno riempì di parenti e amici l’Agricoltura. Serviva concime.
- Berlusconi annuncia ai suoi per domani un discorso di alto profilo. Naturalmente, il profilo non sarà il suo.

Lunedì 13 dicembre

- Voto di fiducia incerto fino alla fine. Non sai mai quando ti arrivano, i bonifici.
- Alla Mussolini che lo interompeva Fassino dà di nuovo della “vajassa”. Alessandra ha reagito come: f.s. (dial.) Donna sguaiata e volgare incline al pettegolezzo e alla rissa.
- Berlusconi: “La notte porta consiglio”. Lui, come sempre, ci tromberà su.
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Si avvicinano le feste di Natale, alcune immagini per augurare buone feste, da Zingara1:

Risultato della foto con cornice



Immagini d' inverno

Gli occhi attratti
sullo specchio la natura,
la neve che respinge
i colori del cielo,
le montagne espresse
su due piani diversi,
il forte brillare dei
raggi di luce.
Lo sgorgare improvviso
di un’ acqua gelata,
primo segnale di una
nuova stagione.
La corsa di cervo,
la fame di un lupo;
il diritto senza l’ uomo
rimesso alle leggi
della sopravvivenza.



Da Solesenzanuvole:


Da RomanticaPerla:

In braccio alla notte


di Romantica Vany & King Lear

Fredda luce quella ch’appare
sulla brina nel primo mattino
d’inverno.

Tra i rami in braccio alla notte
ha dormito il vento scotendoli
un poco appena, e il paesaggio
d’intorno ha ricamato di bianco.

Nascosto il sole in penombra giace
tra declivi e nevosi anfratti;
il sorriso di tanto in tanto scioglie,
ma presto scompare
dalle ombre boschive inghiottito.

S’inarca su di me la notte fonda
per in inutili pensieri di tormento;
ed io sol chiedo che sia l’amor mio
a scaldarmi il core.

Arrivi infine tu, così, per caso
e per caso le chiavi lasci
al segreto dei giorni dell’inverno,
alla sua Casa di Ghiaccio.




Da Dalfusoditaiwan, alla corte di Cenerentola:



Alla Corte di Cenerentola





Da Rocco-Naturephoto immagini della natura:








Con l'arrivo dell'inverno (che non è una "brutta stagione", anzi...) ho allestito un appostamento in un boschetto presso il tronco molto martoriato di un albero, pieno di buchi, frequentato dai picchi, uno rosso e uno verde, in più ho preparato una mangiatoia per le cince, e qualche risultato l'ho avuto (vedi le immagini di seguito); nel frattempo ho fatto qualche escursione in montagna: devo tornarci per scattare altre immagini ma intanto qualcosa è venuto, il gipeto (anzi la coppia di gipeti) mi ha sorvolato a una decina di metri di altezza...





























































Carrellata di opere del maestro della satira Vauro:













La violenza in piazza dalla matita di PV64:
Nulla di personale
http://www.unavignettadipv.it/public/blog/upload/Nulla%20di%20Personale%20Low.jpg
...questa la dedico a quegli "studenti universitari pacifici" della manifestazione di Roma di qualche giorno fa, che si sono trovati "in mezzo" ad un'ondata di violenza inaudita scatenata non si sa bene da "chi" (anche se molti lo sospettano....).
Certo è che l'intolleranza e l'odio di certi estremisti (black-block? infiltrati filo-governativi? semplici teppisti? comunisti?) non si ferma davanti a nulla...

Digiamo.

http://www.unavignettadipv.it/public/blog/upload/La%20Russa%20Low.jpg

... cambio di tratto, più selvaggio e spontaneo, così come la colorazione.
Beh, che dire.... mi escono a volte così e non me ne preoccupo! :)


E per finire i puntuali commenti di Enteroclisma:

NON MI ROMPERE LA PALA

A gentile richiesta del pubblico, torna Silvio Marrone.
Sembra che il colore scelto si abbini meglio al soggetto.
La pala, invece, sarebbe stato meglio disegnarla nell'altro verso,
ma a natale siamo tutti più buoni !!

IN AUTOSTRADA ARRIVI PRIMA ...

Quindici ore bloccati al gelo, rischiando il congelamento.
Questa la bella avventura di migliaia di automobilisti, bloccati nella neve lungo l'A1.
... E meno male che si chiama "Autostrada del Sole" ...



Pillola del giorno: La neve a Roma della settimana scorsa

1 commento:

Bruja ha detto...

bell'Italia che ne viene fuori...:-(