domenica 20 febbraio 2011

ZeitGeist Moving Forward il film!

In alto: Immagine tratta dal blog http://lemarichicche.blogspot.com/


Che Dio ci perdoni. E ci perdonerà. E' il suo mestiere.
Marcello Marchesi.



ZeitGeist Moving Forward il film! Da vedere e far girare!



Il 15 gennaio scorso è uscito:

Zeitgeist: Moving Forward è un web film non profit del 2011 diretto, prodotto e distribuito da Peter Joseph. È il terzo capitolo di Zeitgeist: the Movie e segue cronologicamente a Zeitgeist: Addendum.

Il film è stato rilasciato indipendentemente in modo contemporaneo il 15 gennaio 2011 in 60 nazioni e 30 lingue, con 340 proiezioni in tutto il mondo.[1] E' stato definito uno degli eventi indipendenti più grandi della storia del cinema.[2]

Il film è stato rilasciato gratuitamente su internet dal 26 gennaio 2011 e ha ricevuto 300000 visualizzazioni nelle prime 24 ore[3] e oltre 1,4 milioni di visualizzazioni nei cinque giorni successivi. Il 1 febbraio 2011 è stato rilasciato un file torrent per il download gratuito attraverso il network VODO, permettendo la donazione per finanziare i film successivi.[4]


Zeitgeist: Moving Forward identifica alcuni problemi della società, e propone un modo per vivere in equilibrio con l'ambiente, senza inquinare né distruggere le risorse naturali. Nel film vengono intervistati esperti in tutti i settori, come Dr. John McMurtry, filosofo della University of Guelph in Ontario, Dr. James Gilligan, Clinical Professor of Psychiatry alla School of Medicine di New York, Richard Wilkinson, Professor Emeritus della University of Nottingham.

Il film è diviso in quattro parti. Ogni parte è composta da interviste ad esperti, narrazioni e seguenze animate. (fonte Wikipedia)


Il futuro e le tecnologie rapportate alla coltivazione della terra, cosa possono fare gli imprenditori agricoli per preparare al futuro la propria fattoria?
In questo video BBC, Rebecca Hosking si interroga su cosa può fare nella propria fattoria, nella quale si allevano bovini e pecore che sono tenuti al chiuso durante la stagione fredda facendo lievitare i costi. La coltivazione in permacultura e le fonti rinnovabili per la Fattoria del futuro:

A proposito di futuro, l'università di Torino sta sperimentando un nuovo sistema di sfruttamento dell'energia solare, da Il Cambiamento:

Fotovoltaico senza silicio? Si può fare, parola dell'Università di Torino

mirtilli
L'Università di Torino ha da poco presentato un prototipo di pannello fotovoltaico realizzato con materiali organici come l'argilla e i mirtilli

Fotovoltaico senza silicio. Come il solare che funziona di notte sembra una contraddizione in termini e invece la scienza sta facendo progressi anche su questo fronte. Da un'idea di quattro ricercatori della facoltà di Chimica dell'Università di Torino, infatti, è stato messo a punto un prototipo di pannello fotovoltaico realizzato con materiali organici - quindi definiti ecocompatibili perché smaltibili - come l'argilla e i mirtilli.

Un'innovazione, quella nata nei laboratori dell'Università di Torino, che nasce in realtà dalla tecnologia sperimentata dal chimico svizzero Michael Grätzel e che va sotto il nome di dye sensitized solar cells (celle solari al colorante sensibile).

La sostanza che permette a questi pannelli di ricavare energia dal sole, infatti, è proprio una pasta composta di biossido di titanio e colorante organico sensibile alla luce. Un'emulazione di quanto avviene con la fotosintesi clorofilliana, spiegano i chimici dell'Università di Torino, e che consiste prevalentemente nella cattura della luce e nella trasformazione della stessa in energia elettrica.

In pratica, grazie all'utilizzo di questi coloranti fotosensibili posizionati tra due lastre di vetro è possibile produrre energia elettrica tramite qualunque tipo di superficie e senza la necessaria esposizione diretta ai raggi solari, ma anche con luce diffusa. Questo lascia spazio a una serie di applicazioni adesso ancora inesplorate come l'installazione di tettucci fotovoltaici sulle automobili, tessuti capaci di ricaricare il cellulare, tende da campeggio in grado di ricaricare il portatile.

Si tratta di opzioni che sono attualmente in fase sperimentale all'università di Torino. E adesso l'obiettivo è proprio quello di trovare un partner per la messa sul mercato dei dispositivi che entro un anno porti fuori dai laboratori universitari questa ultima generazione di pannelli.

... Continua

Dalla stessa fonte finalmente una buona notizia, la multinazionale Chevron condannata a pagare una somma altissima per danni ambientali nella foresta amazzonica, da il cambiamento:

Ecuador, la Chevron condannata per danni ambientali

È una sentenza storica quella emessa in Ecuador, dopo 17 anni di battaglie legali, ai danni della Chevron, che sarà costretta a pagare un risarcimento altissimo per i gravi danni ambientali provocati alla foresta amazzonica tra il 1964 ed il 1990, con le attività estrattive.

petrolio
La Chevron dovrà pagare un risarcimento altissimo per i danni ambientali alla foresta amazzonica causati dalla Texaco

C’è voluto molto tempo, ben 17 anni di battaglie legali, ma alla fine la compagnia petrolifera Texaco, oggi assorbita dalla Chevron, dovrà pagare 9.510 milioni di dollari (8.646 milioni per multe e risarcimenti, più il 10% che impone la Legge sulla gestione ambientale) per i danni all’ambiente commessi in Ecuador durante la sua attività tra il 1964 ed il 1990. Di questa cifra, 5.396 milioni, saranno destinati alla bonifica del suolo; 1.400 milioni per riparare i danni causati alla salute pubblica degli abitanti della zona; 800 milioni per istituire un Fondo sulla salute e 600 milioni per purificare le acque sotterranee.

Si tratta di uno dei risarcimenti più alti della storia che va a compensare, sempre parzialmente, una sciagura che ha i contorni di un vero e proprio disastro ambientale. Durante la permanenza sul territorio ecuadoregno, infatti, l’allora Texaco ha riversato più di 68.000 milioni di litri di rifiuti tossici nei fiumi amazzonici ed ha abbandonato nella foresta circa 900 pozze stracolme di residui provenienti dalle attività di estrazione petrolifera. Come se non bastasse la compagnia, a causa di cedimenti strutturali dell’oleodotto, ha disperso nell’ambiente 64 milioni di litri di greggio.

Sarebbe stata possibile una cosa del genere negli Stati Uniti, patria della Chevron? No, ecco perché. Nel 1942 lo Stato della Luisiana richiese che le acque reflue ed i rifiuti tossici fossero incanalati nei canali naturali di drenaggio, costringendo la Chevron ad impiegare la cosiddetta reinjection technology, una tecnica che permette di smaltire le acque tossiche attraverso condotti di scarico che le riconducano verso i campi petroliferi esistenti nell’entroterra dello Stato. Stessa cosa fece il Texas nel 1969, impedendo che si scaricassero rifiuti tossici nei fiumi e nei torrenti, anche quelli asciutti.

... Continua


Le multinazionali controllano il pianeta, nel suo nuovo libro Antonella Randazzo racconta dell'enorme potere che le corporation esercitano sul mondo intero:

LA NUOVA DEMOCRAZIA Illusioni di civiltà nell'era dell'egemonia Usa



ANTONELLA RANDAZZO

LA NUOVA DEMOCRAZIA. Illusioni di civiltà nell'era dell'egemonia Usa
(Zambon Editore)


Con la sconfitta del nazifascismo abbiamo creduto di esserci liberati dai più pericolosi criminali. Ma oggi, alla luce di nuovi documenti e di nuove testimonianze, possiamo sostenere che così non è. I crimini sono stati soltanto spostati dall'Europa alle aree del Terzo Mondo, col pretesto di "portare la libertà" ai popoli. In nome della libertà e della democrazia sono stati commessi innumerevoli crimini e genocidi.
Il titolo "La Nuova Democrazia", riprende la definizione che il dittatore Augusto Pinochet dette alla nuova situazione cilena creatasi dopo il massacro di migliaia di persone e la soppressione del governo eletto democraticamente di Salvator Allende. La Nuova Democrazia è una "democrazia senza popolo". Le "Nuove Democrazie" sono oggi tantissime, attuate e ancora, tragicamente, da attuare. Il mondo di oggi è tutt'altro che liberato da coloro che si arrogano il potere di commettere crimini, nel nome di un'ideologia che trova nel profitto e nel potere il suo unico Dio.

Questa sconcertante realtà ci viene resa incomprensibile dai media, che mostrano immagini raccapriccianti di bambini in fin di vita per la fame e non ci spiegano a cosa tutto ciò è dovuto. Impediscono l'emergere del paradosso di un Occidente che si professa evoluto e scientificamente avanzato, ma che non è capace di salvare molti esseri umani dalla morte per fame. Corpi di immigrati vengono mostrati galleggianti, senza vita, nello Stretto di Gibilterra, ma non ci spiegano le ragioni politiche ed economiche che costringono queste persone a fuggire dal loro Paese rischiando la vita. I media ci mostrano guerre e guerriglie ma non ci dicono chi produce e vende le armi che rendono possibile tutto ciò.
E' arrivato il momento di mettere tutti i tasselli del puzzle al loro posto, per rendere possibile la totale comprensione della realtà. E per dire chi sono i responsabili dei crimini.
Questo libro fa luce sulle cause dei problemi più gravi che vessano l'umanità. Senza reticenze indica le cause e i suoi responsabili.
... Continua


E dopo aver parlato di futuro e di multinazionali criminali passiamo alle miserie di casa nostra, il piccolo premier nonostante gli scandali ed il rinvio a giudizio per concussione e prostituzione minorile, nonostante abbia fatto diventare il nostro paese lo zimbello del pianeta, nonostante la grandiosa manifestazione delle donne del 13 febbraio continua a rimanere inchiavardato alla poltrona, ma se lo vedessimo come effettivamente è senza i lifting ed i trapianti? C'è una foto che lo metterebbe definitivamente al tappeto, fatela girare, da Il Fatto Quotidiano:

Niente trucco stasera


C’è una sola foto che farebbe perdere definitivamente a Berlusconi la fiducia degli italiani. È la foto che lo ritrae struccato, nature, magari un momento prima di andare a dormire (quelle tre ore per notte che lui dice di dormire, s’intende), o quando si alza dal letto (magari non proprio quello appartenuto a Napoleone, come suggeriva un gossip di qualche tempo fa). Quella foto sì che avrebbe il potere di farlo crollare in tutti i sondaggi. E in effetti è l’unico scatto di cui neppure si ipotizza l’esistenza. Perché non c’è nulla al mondo che il cavaliere tema di più della sua vera immagine, ossia quella di un uomo di 74 anni, con i segni che madre natura e il tempo gli hanno riservato, le pecche e le rughe che in altri volti e in altri uomini non rappresenterebbero altro che il fiero riconoscimento di una vita degnamente vissuta.

Questa fotografia non esiste. Perché se esistesse, forse, sarebbe conservata in una soffitta, come il ritratto di Dorian Gray, il celebre quadro che patisce le miserie della sorte al posto del vizioso Dorian, e che invecchia sempre più, giorno per giorno. Ma il personaggio nato dalla fantasia di Oscar Wilde restava eternamente giovane perché aveva fatto un patto col diavolo. Mentre Berlusconi, al massimo, il patto lo ha stipulato con gli italiani, siglandolo a Porta a Porta nel 2001 (chi se lo ricorda?) dinanzi al notaio Bruno Vespa.

... Continua

E ancora la vignetta dissacrante che raffigura il Cavaliere come un tacchino spennato che ha fatto il giro del mondo, da Il fatto Quotidiano:

E il mondo ci ride dietro…

Devastante. Per gli inglesi che hanno aperto le loro copie di The Guardian il 16 febbraio, la vignetta di Steve Bell dice molto sulle notizie di questi giorni e su come viene considerato all’estero il capo del governo italiano. Non c’e’ bisogno di parole. Siamo stati abituati a vedere Tony Blair descritto come un bugiardo, ma al presidente del Consiglio, rappresentato come un tacchino spennato circondato, come i romani di una volta, da una corona di alloro, viene dato il semplice titolo WNQR (Wanker). I tanti inglesi che usano gli sms non avevano bisogno di molto tempo per tradurre quella sigla.
... Continua

Se al governo e nelle massime cariche istituzionali di questo paese ci fossero donne, come sarebbe degna di essere vissuta la nostra vita, l'intervento di una grande donna a Piazza del Popolo, dal blog di SilverGirl:

bentornate DONNE!

E' ORA
ORA!



Ascoltate questo bellissimo intervento
di una grande donna
Alessandra Bocchetti


"siamo state troppo timide, troppo fiduciose, troppo conniventi,
troppo deleganti, troppo ubbidienti!
bisogna dare una spallata!"


ADESSO!
Voglio un Paese con un primo ministro donna, con un ministro del tesoro, ministro dell'interno, DONNA.
Voglio una corte costituzionale composta da almeno 3 donne!
Voglio un paese con un presidente della repubblica DONNA!




Ancora sul piccolo premier da Caterina Soffici:


Ora le donne fanno
paura a B.
Berlusconi e le donne. Un destino beffardo accompagna la stagione più buia del premier. C’è il volto tirato e sconvolto di Berlusconi sulle prime pagine dei giornali stranieri. E c’è anche la foto di Ruby the heart stealer, la rubacuori. Più dei titoli (“L’ora più brutta per il premier italiano, la crisi peggiore di Mr Berlusconi a giudizio per la sex saga”, “Rischia 12 anni di galera per aver mentito”), è su queste due foto che va concentrata l’attenzione. Anche ai media stranieri non sfugge che sono le donne il vero problema di Berlusconi.

Ormai quando appare una foto di Berlusconi è sempre accompagnata dalla foto di una donna. E l’accostamento parla da solo. Il leader affabulatore, che si è vantato per anni di essere un grande seduttore, il playboy italiano per eccellenza, adesso viene messo alla berlina proprio dalle donne. Quando faceva il brillante e si atteggiava a gagà da strapazzo, era un suo vezzo farsi ritrarre accanto a una delle sue ministre, “belle e brave”. Nelle foto ufficiali era alla costante ricerca di una donna alla quale accompagnarsi. Nelle convention voleva sentire l’abbraccio, il calore fisico delle sue beniamine. Forse qualche sondaggista, le ricerche di mercato con le quali è fissato, gli avevano consigliato questa tattica: la donna porta bene, porta voti, dà un volto umano. E poi chi se li scorda i mitologici peana alle casalinghe di Forza Italia, quelle evocate di continuo, quelle che facevano le torte, quelle che erano il fulcro della famiglia e il nerbo sano della patria. Loro lo acclamavano, lui era il maschio che le avrebbe protette, difese contro l’assalto dei comunisti, contro la sinistra radical chic che snobba la massaia.

Adesso cosa rimane di tutto ciò? La foto di un uomo anziano, che ha smesso di sorridere, che dimostra tutti i suoi 74 anni, un volto che ormai nessun lifting, cerone e maquillage riesce più a sottrarre alla tirannia del tempo. Dall’altra l’immagine di Ruby, il sorriso beffardo di questa donna giovanissima, poco più di una ragazza, uno sguardo di sfida mischiata a incoscienza. Il racconto degli ultimi due mesi sta tra queste due foto. Nel mezzo, tante altre fotografie, sempre di donne, come una persecuzione, una maledizione al femminile. Le foto di tante veline, letterine, letteronze, escort, prostitute di vario tipo, ragazze rifatte, occhialoni da sole, borse firmate, cellulari con i diamantini, stivali da 800 euro.
... Continua

La sintesi dei discorsi letti a Piazza maggiore a Bologna in occasione della manifestazione del 13 febbraio, dal blog Donne Pensanti:

Se non ora, quando? Le nostre parole per il 13 febbraio 2010.

Socie fondatrici DP 13 febbraio, foto Sara Colombazzi

Socie fondatrici DP

Ancora euforiche per l’ondata di vita, militanza e allegra consapevolezza dell’urgenza di cambiare le cose, abbiamo pensato di pubblicare qui sul sito una sintesi dei discorsi che abbiamo letto in piazza Maggiore a Bologna e, in mattinata, in piazza Matteotti a Imola. Per sigillare questa giornata che ci ha riempito di speranza e di volontà di continuare la nostra battaglia e ricordarcene quando abbiamo qualche dubbio che ne valga davvero la pena!

Il sentimento che nasce davanti a una piazza piena come quella di oggi è doppio. Da un lato prende forma con la presenza di tutte e di tutti coloro che sono qui, la gravità di una situazione ormai intollerabile. Dall’altro si ha la netta sensazione che lo spazio per la reazione comune, per l’espressione massiccia del dissenso è possibile, oggi più che mai! Sentimento di allarme, urgenza, sbigottimento sì, ma anche sentimento di appartenenza, di empatia, di sorellanza.

Come associazione Donne pensanti siamo qui oggi, 13 febbraio, insieme a molte altre donne, in molte altre piazze per difendere un’altra immagine della donna, un’altra concezione del femminile, diversa dal penoso spettacolo di questi mesi, di questi anni, diversa dall’uso mercantile del corpo delle donne. Non si tratta di neofemmenismo o di veterofemminismo, si tratta di femminismo. Un femminismo calato sui mille possibili volti di donne, non di donna. Un femminismo senza retorica fatto delle parole e delle azioni di tutte coloro che cercavano uno spazio di espressione. Donne pensanti é nata proprio così, dalla volontà di accogliere lo scontento e l’indignazione, sempre più diffusa fra le persone comuni, per lo stato di sopraffazione in cui le donne sono costrette nel nostro paese, in un’azione efficace, compatta ma non monolitica, che vuole integrarsi in un movimento trasversale fatto di tanti attori affiatati in una lotta comune.

Siamo convinte che se non facciamo sentire oggi il nostro dissenso, se non lo urliamo, ancora una volta verrà detto ovunque che siamo consenzienti, e si millanteranno ancora sondaggi che inventano un consenso al Presidente del Consiglio del 70 dell’80, del 120 %. Ora no, guardatevi, guardiamoci intorno: qui non c’è consenso, c’é solo dissenso . E si potranno ancora fabbricare sondaggi su misura, ma che non ci si permetta più nel nome del popolo, perché il popolo comincerà ad urlare “dimissioni” come ha urlato “vattene” il popolo egiziano sulla piazza Tahrir.

Per questo oggi chiediamo le dimissioni di Berlusconi. Non perché in lui sia incarnato il male supremo dell’Italia ma perché si tratta del primo e necessario passo per cominciare un processo di ricostruzione culturale, sociale e politica. Le chiediamo come donne, come cittadine, e le chiediamo insieme a tutti quegli uomini e cittadini che non accettano di essere rappresentati da Berlusconi e dalla sua corte di lacchè.

... Continua

Il racconto di George Orwell 1984 è attualissimo, Fabio Scacciavillani ne traccia le similitudini, scioccante!

Il Nano Fratello
Vi ricordate i Due Minuti d’Odio? Nel romanzo 1984 (un tempo fantascienza, ora già quasi storia) erano le manifestazioni collettive organizzate quotidianamente dal governo del Grande Fratello. Orwell ne fa una descrizione fenomenale: Una estasi mista di paura e di istinti vendicativi, un folle desiderio di uccidere, di torturare, di rompere facce a colpi di martello percorreva l’intero gruppo degli astanti. I Due Minuti d’Odio servivano a deflettere la rabbia dei prolet per le condizioni miserevoli in cui versavano, dai governanti (che ne erano responsabili) verso un nemico esterno (che cambiava a seconda delle circostanze, delle alleanze e della propaganda). Il capro espiatorio di tutte le nefandezze era Goldstein, l’individuo spregevole, il controrivoluzionario che aveva tradito il Partito (nessuno sapeva quando e perché) e quindi era diventato un rinnegato verso il cui volto, che campeggiava sui teleschermi giganti durante i minuti d’odio, veniva canalizzata la furia delle masse.

Eccitare l’Odio nel mondo descritto in “1984” era uno dei tanti metodi per consolidare il controllo sui prolet (ignoranti e indigenti) e cementare la fedeltà dei membri del partito, che andava di pari passo con il costante lavaggio del cervello perpetrato dal Ministero della Verità.

Nel regime del Nano Fratello il Ministero della Verità è conosciuto come Minzculpop. Il rito collettivo che svolge una funzione analoga ai Due Minuti dell’Odio (a cui non è obbligatiorio partecipare, ma a cui la stragrande maggiornaza inebetita partecipa ugualmente) si consuma durante i Telegiornali attraverso video messaggi, discorsi su sfondo azzurro cielo e “interviste” fasulle (mitica quella dove le domande erano state montate successivamente alle risposte). Al posto delle potenze di Eurasia o Estasia, i nemici si chiamano con martellante sicumera “Comunisti” a cui fanno da contorno pubblici ministeri, giustizialisti, Corte Costituzionale, Presidente della Repubblica, giornalisti al 90% di sinistra, i terroristi (da arrestare preventivamente). Negli ultimi mesi si è persino materializzato un Goldstein nostrano nella persona di Gianfranco Fini, il reprobo sabotatore del Partito dell’Amore (in 1984 invece c’era il Ministero dell’Amore, ma Orwell puritanicamente non immaginò orge consumate all’interno). Il rito contemporaneo non sempre sfocia in un impeto di esecrazione collettiva, ma spesso si impenna in un crescente delirio di autoesaltazione (il miglior Presidente del Consiglio degli ultimi 150 anni) davanti ai telelobotomizzati destinatari dei videomessaggi.
... Continua

E ancora sulla manifestazione del 13 febbraio, e sulle improvvide e tristi dichiarazioni della pseudo ministra Gelmini, dal blog di Sognatricenata:


C'erano una volta delle principesse un po' radical chic.
Alcune di queste principesse erano belle e giovani, altre lo erano un po' meno, poi c'erano anche quelle bruttine. Ma non se ne facevano un cruccio.
Le belle, poi, curavano la loro bellezza, è vero, ma non se ne servivano per fare carriera: ai colloqui di lavoro andavano vestite col tailleur, poco trucco...
Queste principesse, definite radical chic, puritane e moraliste, avevano un enorme difetto: usavano il cervello.

C'erano una volta delle principesse poco radical e poco chic.
Belle ragazze, per carità, convinte che il loro aspetto fisico dovesse prevalere sul resto.
Queste fanciulle, prevalentemente sotto i 25 anni di età, affollavano il palazzo di un tale Re del Bunga Bunga, pratica mai veramente chiarita e sulla quale è meglio mantenere il segreto.
Il Re, detto anche "culo flaccido", organizzava serate a base di Coca (light), belle fanciulle scosciate e anziani signori arrapati.

Un giorno le principesse radical chic si stufarono di essere rappresentate dalle principesse del Bunga Bunga e decisero di scendere in piazza armate di cervello (quale orrore!!!) per chiedere che venisse rispettata la dignità delle donne. Al loro fianco si schierarono anche principi che ragionavano, anch'essi, col cervello e non con altre parti del corpo a casaccio.
... Continua

Le ultime notizie da L'Aquila raccontate da Trentotto Secondi:

R-ESISTERE




Siamo a L’Aquila a quasi due anni dal sisma, 682 giorni, per la precisione. Ieri un po’ di cittadini si sono riuniti in assemblea, in un bar. Altro luogo, non c’è.
Domenica scorsa un bel po’ di cittadini hanno ripulito una storica scalinata, liberandola dalle erbacce. Ché nessuno lo fa.
E già questo dovrebbe bastare a fare un po’ di luce sulla nostra situazione.
Ma c’è di più: durante l’ assemblea, più o meno positiva, più o meno partecipata, è successo che un signore, che si trovava nel bar con gli amici a farsi una sacrosanta partita a carte, è sbottato, infastidito. E mentre si accennava all’assurda situazione, mai risolta, della residenzialità studentesca, ha cominciato a dire ad alta voce: “Ma chi se ne frega degli studenti, “so’ io che non tengo la casa”!”. E quando si discuteva del masterplan di Piazza D’Armi, non ce l’ha fatta più: “ Ma di che parlate? Non tenemo lavoro, non tenemo le case e voiatri perdete tempo”, si è alzato ed è andato via urlando: “Tutte le sere vengo a farmi una partita a carte, guarda che mi doveva capitare!”
Molti di noi si sono sentiti inutili, autoreferenziali, inopportuni. Me compresa. A non parlare dei bisogni primari di tanti aquilani: quelli che vivono in un garage, ammucchiati, e sbarcano il lunario con il contributo di autonoma sistemazione, persone ancora lontane dalla città. Perché in albergo, tra L’Aquila e provincia e il resto della regione, ci vivono ancora 1397 persone, persone, persone. E in caserma ancora 307 persone, persone, persone.
... Continua
Lo sfruttamento del corpo femminile in pubblicità è una delle operazioni più squallide e deleterie che i pubblicitari abbiano mai potuto concepire, a tal proposito un bell'articolo di Phoebe1976:

Se telefonando

Nonostante tutte le manifestazioni che si possano fare, è innegabile che in Italia il detto più vero e che rispecchia la mentalità maschilista ed italica sia il vecchio: “Tira più un pelo di **** che un carro di buoi in salita.” Lo diceva anche Vulvia, ed io non mi sento di contraddirla.
A corollario di ciò, mi pare evidente che a far vendere giornali e prodotti in genere non sia la bontà del contenuto insito nel prodotto stesso, ma un paio di tette a pubblicizzarlo.
E’ vero?
Mah, diciamo che se non hai mai comprato quella rivista, tu maschio medio ne sarai attratto. Magari la compri anche. Ma se il contenuto è rivoltante, sarà la prima ed ultima volta.
E proprio in virtù di ciò un fulmine a ciel sereno squarcia la cronaca italiana. Macché Ruby, macché Egitto, la vera notizia è che Belen Rodriguez è stata licenziata dalla Tim.
Già. La più italiana delle compagnie telefoniche ha commissionato un sondaggio (è la moda) e ha scoperto che le chiappe in bella mostra dell’argentina non piacciono alle famiglie, che decidono così di cambiare gestore.
Ora, io alla TIM due paroline gliele vorrei dire.

Lungi da me difendere Belen, che trovo una delle più antipatiche creature mediatiche che il blob della televisione italiana abbia mai prodotto, siete sicuri Sigg. Tim che la colpa del calo sia solo sua?
Fatevi un bell'esamino di coscienza, via!

Non mi risulti che si scriva da sola le sceneggiature di quegli odiosissimi spot, anzi a dire il vero non sono nemmeno sicura che sappia scrivere. Quindi, se il suo essere ornamentale e svestita non vende, fatevi una domanda: non è che è colpa dei vostri autori?
La musica di questi caroselli senza né capo né coda ma basati sull’inossidabile binomio tette/culo che, si sa, in telefonia vende un sacco, è così odiosa da trasformare in serial killer la più innocente casalinga di Voghera. Poi vi lamentate degli abbandoni delle famiglie?

... Continua


E finalmente il piccolo premier è chiamato in giudizio in tribunale, il sei aprile prossimo dovrà presentarsi in aula con l'accusa di concussione e sfruttamento di prostituzione minorile, due accuse gravissime, cercando di fare cosa gradita al Cavaliere e a tutti noi Alessandro Robecchi indica il percorso da Arcore al palazzo di giustizia:

Un servizio al Paese: ecco l’itinerario Arcore-Palazzo di Giustizia di Milano

Basta con l’insulto alle istituzioni. Nei momenti difficili i cittadini devono stare vicino a chi li governa. Crediamo dunque di far cosa grata al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nel pubblicare l’itineriario stradale tra Arcore e via Freguglia, a Milano, sede del Palazzo di Giustizia, dove Silvio Berlusconi si dovrà recare il 6 aprile prossimo. Come si è visto nelle ultime vicende, il nostro amato premier non può fidarsi più di nessuno. Non di Emilio Fede che fa la cresta ai soldi che lui presta in giro. Non di Lele Mora che gli ha portato solo qualche centinaio di ragazze invece del milione che è andato in piazza a chiedere le sue dimissioni. Non di Giuliano Ferrara, che chissà perché appena si muove emana un dolce profumo di Hammamet. Perché dovrebbe fidarsi dei suoi autisti? Metti che il 6 aprile quelli si sbagliano e invece che a Palazzo di Giustizia lo portano in qualche night club, o al compleanno di una diciottenne… No, meglio non correre rischi. La cartina che pubblichiamo qui accanto dovrebbe essere sufficiente ad orientarsi. Le indicazioni precise, comunque, sono queste:
1. - Alzati, fai la doccia e vestiti bene. 2. - Parti da Arcore. - 3. Sveglia Ghedini, portalo fuori e dagli la pappa. 4. Procedi in direzione sudest da Via Cesare Battisti verso Via Alcide De Gasperi. - 5. Entra nella Tangenziale Est/A51 attraverso lo svincolo per Tangenziale Est/Bologna/Tangenziale. Strada a pedaggio parziale - 6. Telefona a Sallusti e digli di pettinarsi bene. - 7 Prendi l’uscita 6 per Viale Forlanini.

... Continua


E' iniziato il festival di Sanremo,
Lia Celi ci regala un esilarante reportage della simpatica manifestazione canora:


IO, TU E LE (MO)ROSE ovvero: la patria si serve anche facendo la guardia a un bidone di canzonette/3

images-6.jpeg
- Seconda serata, fisiologico calo degli ascolti: gli immigrati tunisini precettati martedì dalla Rai per guardare Sanremo si sono rifiutati di ripetere l’orribile esperienza e si sono ributtati in mare. «In Italia la vita è molto più dura che in Maghreb,» ha osservato un fuggiasco, impressionato dalla conduzione di Gianni Morandi, «da noi i settantenni se ne stanno tranquilli a casa accuditi dai familiari da voi devono ancora guadagnarsi il pane sgobbando fino all’una di notte in mezzo a giovinastri che li prendono in giro.»

- Luca e Paolo bipartisan: dopo Berlusconi, hanno preso di mira le icone della sinistra. E’ il primo esperimento di «satira on demand», un nuovo servizio a pagamento offerto dalla Rai...

Basta prenotarsi sull’apposito sito e i comici genovesi fanno battute su chi ti sta sulle scatole: il capufficio, il vicino di casa, la rivale in amore. Dopo Saviano e Santoro, stasera il bersaglio sarà Niky Vendola. Un’altra imposizione del Pdl? «No, veramente ce l’ha chiesto D’Alema». Ma per Saviano dall’Ariston non arrivano solo sfottò. Pare che l’autore di Gomorra sarà protagonista di uno show promozionale dell’Eni, intitolato «Eni via con me».

- Belèn e Ely sempre più sexy. Come da programma, la bella argentina ha cantato «Malo», ma la sua prestazione ha superato le attese: ha cantato Malissimo. La Canalis avrebbe voluto unirsi alle ragazze della pole-dance, ma è stata gentilmente dissuasa: di pali di legno ne bastavano due. Momento hot della serata, il bacio fra le due soubrette, parzialmente sciupato dal «clang» prodotto dall’impatto fra la dentatura oversize di Belèn e la mascella a badile di Ely. «Il bacio omosex? Mmmm, davvero eccitante», è stato il commento unanime di Fabrizio Corona e George Clooney. Per una curiosa combinazione, entrambi i boyfriend stanno soggiornando nella suite 401 dell’hotel Ganymedes di Mykonos.

- Molto apprezzata dalla critica Giusi Ferreri, artista che per anni si è divisa fra il mestiere di cantante e quello di cassiera - passato che non ha mai rinnegato, come dimostra il titolo del suo ultimo album, «Avvertiamo la spettabile clientela». Su ogni astuccio, i punti-fedeltà della raccolta Ferreri, grazie ai quali i fan possono aggiudicarsi batterie di pentole, robot da cucina e apparecchi per l’aerosol.
... Continua

Gli immigrati continuano a sbarcare lungo le coste del Belpaese, Michele Serra anticipa i nuovi provvedimenti del governo in materia:

Immigrati, ci pensa la Brambilla

Per reagire agli sbarchi dei tunisini, la ministra del turismo proporrà presto una controinvasione di italiani a Djerba, con buffet tutto compreso. Marchionne invece ha avuto l'idea di assumerli tutti, per farli lavorare 36 ore ore al giorno

Sbarchi a Lampedusa
Sbarchi a Lampedusa

La nuova ondata di migranti pone seri problemi alle autorità italiane. "Sono solo pochi radical chic addestrati nei salotti di Tunisi", ha dichiarato il ministro Gelmini. Ma secondo le prime verifiche i radical chic infiltrati sarebbero solo tre su cinquemila, subito identificati dalla polizia perché erano fradici di sudore a causa del kaftano di cachemire. Secondo indiscrezioni, si tratterebbe di tre latitanti di Mazara del Vallo travestiti, giunti in Italia per partecipare al Festival di Sanremo su invito di Fabrizio Corona.
Quanto agli altri migranti, non chiedono lo status di rifugiati politici ma quello, molto più efficace in Italia, di nipoti di Mubarak, presentando documenti falsi. Alcuni hanno anche ritoccato la fotografia, aggiungendo un paio di tette, considerate il vero lasciapassare per il nostro Paese. Poiché il Parlamento, approvando una proposta del Pdl, ha appena sancito che soccorrere i nipoti di Mubarak è doveroso, il governo italiano si vede costretto a regalare a ogni nuovo immigrato un ciondolo Swarovsky e una busta con settemila euro, trattabili secondo l'uso arabo.

Rapporti con la Tunisia Il ministro Maroni ha reagito indignato alla nota ufficiale del governo tunisino, che l'ha definito "rappresentante della destra razzista". "Io non parlo con gli arabi", la sua secca replica. Per rimediare all'impasse, la Lega ha rilanciato l'idea di inviare in Tunisia forze di polizia italiane: un corpo speciale, con fez e moschetto, è già pronto al porto di Lampedusa, ma a causa dei tagli di Tremonti si dovranno riutilizzare gli stessi gommoni a remi usati dai migranti. L'arrivo degli italiani in Tunisia è previsto per il prossimo Natale.
... Continua

Le immagini delle amiche blogger, da Oro Fiorentino:



v

Da Rosa Rossa_3:

*** A TUTTI GLI INNAMORATI… BUON SAN VALENTINO ***

x-san-valentino-Blog


Da Lady Elly:

Image and video hosting by TinyPic


Da KayBlu:



Guardo ogni cosa con i miei soliti occhi, eppure le palpebre
cadono stanche..ho ciglia che assomigliano a persiane
battono il tempo ai primi segni di luce..
"non cambi mai" dice mia figlia guardando il mio viso riflesso allo specchio..
sapessi amore, come e a che prezzo sono diventata un'altra donna!
Guardami meglio!
Tutto inizia, tutto cambia..
ed ogni mio desiderio sepolto
disegna mappe che mi insegnano a sorridere.
Sono piena di segni del tempo
di lagune, distese di manti di notte
e rocce che si affacciano sul mare.
Ho la mia voglia di gridare
che rimane impigliata tra i denti,
e fotografie di uomini nani
che ho seppellito in buche della memoria,
ho una spada nel cuore
che spacca parole
mentre scivolo ancora
su questa faccia che
di uguale ha soltanto il calore di uno schiaffo
e un vestito di festa che stona.

Kay


Le ultime opere del maestro della satira Vauro sul nostro piccolo premier:










Sempre sullo stesso tema i commenti di Enteroclisma:

TE LO DIAMO NOI IL BUNGA BUNGA !!

Il piccolo Silvio non può fare a meno delle donne.
Nella buona e nella cattiva sorte.

DONNE E BUOI DEI PAESI TUOI

Fino ad ora le aveva viste vestite in tutti i modi, da infermiera, da fruttivendola e da salumiera, ma da giudice mai ... neanche un uomo, se è per questo.
Ma i tempi cambiano.

L'ultima opera di Altan:


Pillola del giorno: Maurizio Crozza a Ballarò




Nessun commento: