domenica 17 aprile 2011

Cosa succede a Fukushima?

In alto. Immagine di Giovanna Mezzogiorno


Per anni io e mio marito siamo stati a favore delle vacanze separate, ma i nostri figli sono sempre riusciti a trovarci.
Erma Bombeck.


Cosa succede a Fukushima?

Ad oltre un mese dalla catastrofe nucleare in Giappone le notizie che si riescono ad avere nonostante il silenzio stampa generalizzato sono di estrema preoccupazione, la gravità dell’incidente nucleare di Fukushima è stato portato da 5 a 7 dal governo nipponico, il massimo livello della scala internazionale Ines che è anche quello dato al caso più grave, registrato a Cernobyl nel 1986. i commenti e le notizie che circolano in rete sono fondamentali per capire quello che effettivamente sta succedendo, dal blog Blogeko:

Sale alle stelle la radioattività accanto ai reattori. Cosa succede a Fukushima?

E’ salita alle stelle la radioattività accanto ai tre reattori della centrale nucleare di Fukushima, fuori controllo dal terremoto e dallo tsunami dell’11 marzo.

Se n’è accorto Ste, che l’ha segnalato in un commento poco fa. Nelle news non ho visto elementi che aiutino a capire cosa sta succedendo, a parte il timore che le continue, forti scosse di assestamento abbiano causato ulteriori perdite.

Però notizie di questo genere riguardano soprattutto l’acqua che finisce in mare: qui invece si tratta dell’interno della centrale nucleare. Interno si fa per dire, visto che l’edificio è ridotto a un cumulo di macerie e la radioattività ne esce, diciamo, con una certa facilità.

Quando giorni fa la radioattività si è impennata accanto al reattore 1, segnando 100 Siviert/ora (meno comunque di adesso), è arrivata pronta la notizia che lo strumento di misurazione era rotto.

Adesso è un’altra storia: sul sito del ministero giapponese per l’Educazione, che riporta vari dati su Fukushima, c’è scritto chiaro e tondo che nei dry well (i bunker che ospitano i reattori) numero 1 e 3 la radioattività è oggi salita rispettivamente a 121 e a 253 (253!) Siviert/ora.

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Dal blog di Beppe Grillo:

Fukushima forza 7

L'allarme a Fukushima è arrivato al livello 7. Lo stesso di Chernobyl. Lo ha detto la Tepco. Quando lo denunciavano Greenpeace e altre organizzazioni si poteva dubitare. Ora non più. Fukushima ha acceso la spia di sorpasso rispetto a Chernobyl. Ma dopo il livello 7 che altro c'è? Cosa ci aspetta? C'è un livello 8, un livello 9? Lo sapremo solo vivendo. Un disastro nucleare, ambientale di questa portata non è mai successo nella Storia. Ipotesi verosimili prevedono una contaminazione sempre più estesa verso la grande Tokyo. In questo caso si dovrebbero sfollare 35 milioni di persone. Il Giappone si trasformerebbe in una Nuova Atlantide alla luce del sole. Il nocciolo sta fondendo. Sta penetrando nel terreno e se incontrerà delle falde acquifere esploderà rilasciando nell'aria una nuvola da far impallidire "La Nuvola nera" del romanzo di Fred Hoyle. La nuvola andrà dove la porterà il vento, in Corea e in Cina oppure in California dove sono già state trovate tracce di radioattività nel latte. Fukushima non è un problema dei giapponesi, è un problema dell'umanità. L'ONU ha trovato il tempo per far bombardare la Libia, ma non per affrontare le conseguenze di Fukushima. Il mondo è dominato da lobby a scopo di lucro. Il nucleare rende bene, così bene che Fukushima è scomparso dall'informazione. Non sta bene parlare del morto in casa, fa scappare i clienti e gli inserzionisti, come l'ENI e l'Enel, per fare degli esempi, o il codazzo delle imprese che fa riferimento a Scajola e alla Marcegaglia. Una parte del Giappone è morta per sempre. Fa impressione sentire queste parole: "Per sempre", le sentiamo, ma istintivamente le respingiamo, non ci crediamo. Oggi pubblichiamo un video giapponese, un viaggio nell'Inferno intorno a Fukushima, dove tutto è silenzio, un immenso cimitero nucleare senza segni di vita, per decine e decine di chilometri.

Ernesto Burgio e Angelo Baracca mi hanno inviato una lettera contro le affermazioni di Veronesi, l'irresponsabile sponsor del Pdmenoelle del nucleare, nonché suo ex senatore. Veronesi deve dimettersi dall'Agenzia per la sicurezza nucleare italiana. Lo faccia per noi e per il suo passato.
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Le radiazioni stanno arrivando anche in Europa, dal blog L'aria che tira:

Fukushima, il pericolo radiazioni in Europa "non è più negabile"

Il Cambiamento
La comunicazione ufficiale dell'innalzamento al livello 7 della gravità dell'incidente alla centrale di Fukushima ha accresciuto la preoccupazione internazionale circa le conseguenze del disastro nucleare per la popolazione giapponese e per le possibili ripercussioni sul resto del mondo.
A tal proposito l'Ong francese CRIIRAD, specializzata nella sicurezza nucleare, sostiene che “il rischio di radiazioni in Europa non è più negabile”.
In un documento riguardante i principali pericoli per la salute, l'associazione fa riferimento in particolare al possibile contagio da acqua piovana ed invita dunque a non berla e ad effettuare maggiori controlli nel suo utilizzo a fini agricoli e industriali.
Una settimana fa la CRIIRAD e l'Institut de Radioprotection et de Sûreté Nucléaire (IRSN) hanno riscontrato pericolose concentrazioni di Iodio 131 nell'acqua piovana nel sud est della Francia e nei campioni di latte fresco di alcuni allevamenti prelevati il 28 marzo. La contaminazione sarebbe dovuta alla nube contenente radiazioni arrivata sui cieli europei nelle scorse settimane.....

La CRIIRAD ritiene pertanto che le autorità competenti dovrebbero intensificare i controlli sui prodotti alimentari (latte e formaggi fresco, e verdure a foglia larga) più soggetti all'assorbimento dello Iodio 131, sostanza pericolosa contenuta nelle scorie radioattive e rilasciata nell'atmosfera in seguito al disastro di Fukushima.
Il 25 marzo, quando si è avuta la conferma che la catena alimentare giapponese era stata contaminata dalle radiazioni, l'Unione Europea ha aumentato i controlli sulle importazioni da alcune regioni del Giappone. Tuttavia, il Gruppo dei Verdi al Parlamento europeo ha dichiarato che queste misure sono “fin troppo leggere”.
Intanto l'allarme circa una possibile contaminazione al di fuori dei confini del Paese del Sol Levante giunge anche da Sergio Ulgiati, professore di Chimica dell’Università Parthenope di Napoli e membro del Comitato scientifico di WWF Italia, il quale sostiene che il principale pericolo deriva dal commercio globalizzato del cibo.
Inoltre in riferimento al fatto che la nube arrivata in Europa è di “bassa radioattività”, Ulgiati ha spiegato che ciò significa soltanto che “il numero delle persone che sarà colpito da un cancro per radioattività sarà inferiore a quello del Giappone, dove sono stati calcolati circa 4mila morti di cancro entro il 2050 a causa dell’incidente di Fukushima”. Nel lungo periodo dunque, afferma l'esperto, gli effetti dell'incidente nucleare in Giappone riguarderanno anche l'Italia.
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Dal blog Greenreport:


Di nuovo ferme per 50 minuti le pompe per il raffreddamento

Fukushima, un mese dopo. Bulldozer robot per avvicinarsi ai reattori

Allarme arsenico a Kesennuma

LIVORNO. Le pompe di raffreddamento dell'unità 1,2 e 3 di Fukushima Daiichi si sono di nuovo fermate per circa cinquanta minuti dopo il black out elettrico seguito alla nuova potente scossa di assestamento e all'allarme tsunami di oggi. A quanto pare le altre forniture elettriche esterne alle altre centrali nucleari presenti nella regione non si sono interrotte.

La nuova scossa di terremoto di magnitudo 7 si è verificata alle 17,16 ora del Giappone, ad una profondità di 10 km, l'epicentro del sisma è situato vicino alla costa di Fukushima - ken Hamadori un allarme tsunami è stato rilasciato (e poi revocato) per le aree costiere della prefettura di Ibaraki. Le scosse più forti si sono registrate nelle prefetture di Fukushima e Ibaraki e in diversi centri abitati, tra i quali Furudono Town, Nakajima Village e Hokota City. Il sisma è stato avvertito con forza anche nelle regioni di Tohoku e Kanto

L'alimentazione elettrica esterna delle unità 1, 2 e 3 a Fukushima Daichi è saltata in seguito alla scossa di assestamento, bloccando l'iniezione di acqua di raffreddamento per i reattori. Le forniture di acqua sono state ripristinate 50 minuti dopo. I "liquidatori" di Fikushima sono stati evacuati temporaneamente.

Secondo la Nuclear and industry safety agency giapponese (Nisa) non ci sarebbe stata nessun'altra interruzione di corrente all'esterno delle centrali nucleari di Fukushima Daiini e di Tokai, né sono state rilevate variazioni dei livelli di radiazioni in qualsiasi sito.

Ad un mese d al terremoto/tsunami in Giappone, la Tokyo Electric Power Company (Tepco) ed il governo giapponese stanno dunque ancora lottando per recuperare il controllo dei 4 reattori impazziti della centrale nucleare di Fukushima Daiichi e di un'area dove si sono susseguiti incendi, esplosioni, fughe radioattive, fusioni delle barre, sversamenti da acqua contaminata nel suolo e nell'oceano, e poi ancora scosse di terremoto... L'International atomic energy agency (Iaea) continua a ripetere il suo mantra come se fosse un disco incantato: «Nel complesso, la situazione nell'impianto di Fukushima Daiichi rimane molto grave, ma ci sono primi segnali di ripresa in alcune funzioni, come per l'energia elettrica e la strumentazione».

Ieri, durante una conferenza stampa, un funzionario della Tepco ha detto che sarebbe allo studio il raffreddamento ad aria invece che con acqua di mare, ma ha anche detto che viene anche preso in considerazione il raffreddamento dei containment vessels dei reattori con l'acqua: «A questo punto, la società sta ancora esaminando le opzioni praticabili e non possiamo dire quando sarà in grado di raggiungere il raffreddamento stabile e il controllo delle radiazioni». La Tepco dopo 30 giorni sta ancora cercando di ripristinare i sistemi di raffreddamento dei reattori e l'energia elettrica in tutti gli impianti, mentre la centrale continua a rilasciare sostanze radioattive in aria e in mare. Gli edifici delle turbine e un tunnel di cemento sono pieni di acqua altamente radioattiva che ostacola il ripristino e il controllo dei sistemi di pompaggio.

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Dal blog Il Cambiamento:

A un mese da Fukushima, il nostro impegno contro la congiura nucleare

"Le conseguenze di questa tragedia ambientale e umana non dobbiamo immaginarcele, le conosciamo già. Non fanno parte del futuro, ma del passato. Non appartengono alle nostre fantasie catastrofiste e catastrofiche, ma alla nostra memoria storica". A un mese dal disastro, una selezione degli articoli che Il Cambiamento ha dedicato all'incidente nucleare giapponese.

fukushima satellite

Un film già visto 25 anni fa: "Fukushima come Chernobyl". La stampa internazionale stamattina titola così riguardo al disastro nucleare peggiore dopo quello del 1986 in Ucraina. Non c'è rassicurazione che tenga davanti a tale grado di consapevolezza globale rispetto all'incidente avvenuto a Fukushima dopo il terremoto-tsunami dell'11 marzo scorso. Le conseguenze di questa tragedia ambientale e umana non dobbiamo immaginarcele, le conosciamo già. Non fanno parte del futuro, ma del passato. Non appartengono alle nostre fantasie catastrofiste e catastrofiche, ma alla nostra memoria storica.

Ma C'è bisogno dell'apocalisse?, ci chiedevamo già un mese fa, per capire che il nucleare è solo Il problema senza la soluzione, che L'abbraccio nucleare è un abbraccio di morte?

Un dato in particolare, ci fa rabbrividire più degli altri. È la gestione dell'informazione 'istituzionale', 'ufficiale', 'scientifica', 'pubblica'. Vale a dire quella di tutti e che dovrebbe avere la responsabilità di mettere ognuno nella condizione di conoscere cosa accade, in modo da poter essere nelle condizioni di agire di conseguenza, per salvaguardare la propria vita e quella dei propri cari.

Invece, a Fukushima come a Chernobyl, la gestione delle informazioni da parte degli 'apprendisti stregoni' sull'incidente nucleare è stata a dir poco reticente, se non omertosa. Soprattutto per quanto riguarda la continua minimizzazione che dei rischi è stata fatta sia dalla Tepco, la compagnia privata che gestisce i reattori di Fukushima, sia dallo stesso governo giapponese, che nelle ultime settimane ha mantenuto la zona di evacuazione nel raggio dei 30 chilometri, quando esperti internazionali consigliavano l'evacuazione per aree del tutto superiori.

Dopo aver riversato in mare tonnellate di acqua radioattiva la società che gestisce le centrali ha rassicurato dicendo che si trattava di acqua "lievemente radioattiva" e che quella era una "misura di sicurezza". Intanto si stava compromettendo un intero ecosistema: l'Oceano Pacifico e le creature umane e non umane che lo abitano.

Anche rispetto all'impatto che i fumi di Fukushima avranno sul resto del mondo la minimizzazione è stata all'ordine del giorno, come nel caso della nube radioattiva che "non nuoce alla salute".

Per capire Cosa stanno nascondendo a Fukushima, è servito ricercare fonti alternative internazionali di attivisti, scienziati, giornalisti che hanno gratuitamente fornito un servizio importante di copertura sulla vicenda. Un'operazione che non è mai facile, né scontata, in un caso come questo dove anche sul posto si riceverebbero informazioni contrastanti e discontinue.

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E sempre da Il Cambiamento l'appello per i referendum sul nucleare e l'acqua pubblica:

Acqua e nucleare, una guida ai referendum del 12 e 13 giugno

Il 12 e il 13 giugno gli italiani saranno chiamati ad esprimere il loro parere su due temi fondamentali: l'acqua e il nucleare. Di seguito un vademecum per capire quali sono le principali questioni legate ai quesiti referendari e perché sarà di estrema importanza che almeno 25 milioni di persone si rechino alle urne e votino per tre volte sì.

Acqua e nucleare
Il 12 e 13 giugno si voterà su due temi di fondamentale importanza: l'acqua e il nucleare

Di seguito cercheremo di capire perché è importante – ma più che importante fondamentale, essenziale – che il 12 e il 13 giugno prossimi una gran folla di gente vinca l'apatia dell'afa estiva, si stacchi dal ventilatore e si rechi alle urne a votare. Mi scuso fin da subito per i toni un po' più colloquiali e spicci di quanto si dovrebbe che userò nel corso dell'articolo, ma è bene intendersi fin da adesso: qui è in gioco una buona fetta del nostro futuro, e di quello dei nostri figli e nipoti.

Sono quattro i referendum in questione: due riguardano l'acqua, uno il nucleare, uno il legittimo impedimento. Di quest'ultimo non ci occuperemo in questa sede, dato che si tratta di un argomento molto circostanziato, che poco ha a che fare con gli altri due.

Iniziamo col chiarire un aspetto tecnico, che so per esperienza non essere così immediato. Chi vorrà affermare, in sede referendaria, che l'acqua è un bene comune e che il nucleare deve essere messo definitivamente al bando, dovrà votare per tre volte SI. Poi analizzeremo nel dettaglio cosa significa ciascuno di questi sì, ma vorrei fosse chiaro fin da ora che anche per dire no al nucleare va sbarrata la casella del sì. Se infatti è abbastanza intuitivo che si debba votare sì per l'acqua pubblica, potrebbe apparire un controsenso, a chi non abbia qualche nozione giurisprudenziale, barrare il sì per fermare il nucleare.

La ragione di questo apparente controsenso va ricercata nelle regole dell'istituto referendario. Sebbene nel nostro paese siano costituzionalmente previste quattro diverse forme di referendum, l'unica di fatto utilizzata è il referendum abrogativo. Quello cioè che chiede agli elettori se vogliono abrogare – ovvero sopprimere – una determinata legge o parte di essa. Tutti i referendum abrogativi iniziano così: “volete voi che sia abrogato” eccetera eccetera. Ecco quindi che per dire no al nucleare vi sarà chiesto di abrogare la norma che sancisce la sua introduzione nella legislazione italiana. Fatta questa doverosa precisazione andiamo ad analizzare più nel dettaglio i contenuti dei tre referendum.

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Eppure in materia di energia al posto della follia del nucleare la soluzione totalmente ecologica esiste, si tratta della canapa, come racconta Luogocomune nel suo film da non perdere:

Energia: La soluzione esiste

All’inizio degli anni ’30, di fronte all’avanzare della rivoluzione industriale, era nato in America il cosiddetto movimento della “chemurgia”. Questa associazione di chimici, industriali, esperti di agricoltura e filantropi – dei quali faceva parte lo stesso Henry Ford - si proponeva di trovare soluzioni per evitare il completo abbandono dell’agricoltura a favore dell’industria, trasformando la produzione agricola in modo da poter fornire direttamente all’industria gran parte delle materie prime di cui necessitava.

Purtroppo questo concetto (che oggi cadrebbe sotto la definizione di “rinnovabile”) andava a scontrarsi direttamente con le nascenti industrie del petrolio e dei suoi derivati, del tessile sintetico e della stessa industria farmaceutica, che mirava a sostituire tutti i rimedi naturali della farmacopea (a base di erbe) con le pillole prodotte in laboratorio.

A loro, di utilizzare materiali “rinnovabili” interessava ben poco.



Cosa sia andata a finire lo sappiamo tutti, e le conseguenze ci vengono illustrate in modo eccellente dallo storico Gatewood Galbraith nell’estratto che avete visto: “Cento anni fa, il contadino produceva tutta la fibra, tutte le medicine, tutto il combustibile e tutto il cibo che la società consumava. Questa è l'agricoltura. Se coltivi queste 4 categorie, fibra, cibo, medicine e combustibile, e le vendi nelle città, come necessità fondamentali per vivere, i soldi fluiscono dalle città e tornano al proprietario della terra e al produttore. In questo modo la terra resta il mezzo di produzione della ricchezza. E' stato così per migliaia di anni. Oggi, 100 anni dopo, il contadino non produce più nessuna fibra. Al massimo produce cotone, …

che è responsabile del 50% dei pesticidi ed erbicidi usati oggi in agricoltura. Il contadino non produce più medicine, tutto è stato monopolizzato dalle case farmaceutiche. Il contadino non produce più combustibili, è stato tutto monopolizzato dalle società petrolchimiche. E se vai al supermercato, e guardi gli ingredienti sulle scatole del cibo, scopri che il contadino è stato eliminato dalla catena di produzione alimentare. E' stato tutto preso in mano dai produttori di composti sintetici, i quali nel produrre questi composti sintetici creano i rifiuti tossici e i residui pericolosi che fatichiamo così tanto a smaltire. Non solo, ma concentra sempre più ricchezza nelle mani di poche persone, perchè il mezzo per produrre ricchezza non è più la terra, ma sono le fabbriche, gli azionisti, e la gente che detiene il controllo degli interessi di quelle società“.
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A proposito di canapa, con questa pianta è possibile costruire anche le macchine, come dimostra questo articolo tratto da Ditadifulmine:


Kestrel, in arrivo la prima auto realizzata con la canapa
kestrel auto canapaCanapa non vuol dire soltanto droga. Anzi, l'uso ricreativo della canapa, seppure risalente a tempi antichissimi, è solo uno dei molteplici utilizzi delle piante del genere Cannabis.

L'azienda Motive Industries Inc. crede nel potenziale della canapa, tanto da utilizzare questa pianta strordinaria per la realizzazione di un'automobile. Kestrel sarà un veicolo la cui carrozzeria sarà realizzata attraverso fibre di canapa e resine sintetiche, che conferiranno all'automobile un peso ridotto e una resistenza pari a quella della fibra di vetro utilizzata per la costruzione di navi.

Kestrel è un'automobile elettrica del peso di soli 850 kg, peso che contribuirà ad aumentare l'efficienza del motore del 25-30% rispetto alle automobile elettriche tradizionali. Avrà un'autonomia di 160 km e una velocità massima di 135 km/h.

kestrel auto canapaIn realtà, non si tratta del primo prototipo di automobile realizzato con fibre di canapa: già nel 1941 Henry Ford propose la prima autovettura realizzata in fibre vegetali e alimentata da olio di canapa. Ma è solo 70 anni dopo che questa tecnologia è stata rispolverata per la realizzazione di una macchina eco-friendly.

Il primo prototipo della Kestrel uscirà entro il 2011, ma bisognerà attendere il 2012 per la commercializzazione. Il prezzo dell'automobile sarà di circa 25.000$, e l'azienda produttrice prevede di vedere migliaia di canapa-mobili entro la fine del prossimo anno.
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Il piccolo premier continua imperterrito a dare in escandescenze verbali contro i giudici, l'analisi di Micromega:

La profezia del “Caimano”


Quando uscì cinque anni fa “Il Caimano” di Nanni Moretti, a destra fu tutto un “dagli all’untore”, per quel finale in cui il presidente eversore faceva esplodere di fuochi il palazzo di giustizia. Eversivo era solo immaginare che eversore potesse essere Berlusconi, questo il refrain di pasdaran e cheerleader mediatiche del corruttore di Arcore. E anche a sinistra, non nascondiamocelo, molti pensarono che Nanni esagerasse, o andasse metabolizzato come “licenza poetica”: Berlusconi andava contrastato politicamente, programma contro programma, senza scomposte accuse di “regime” o – Dio ne scampi – appelli a scendere in piazza per difendere la democrazia in pericolo.

Da alcune settimane stiamo invece vivendo esattamente il finale di quel film, alla lettera. Proclama eversivo dopo proclama eversivo. Minaccia eversiva dopo minaccia eversiva. Legge eversiva dopo legge eversiva. L’assuefazione delle coscienze al veleno di regime è tale che neppure si misura più l’enormità di un capo di governo che tratta ogni giorno i magistrati da brigatisti, e che dopo aver fatto comprare una sentenza con cui scippava un impero editoriale, accusa di rapina a mano armata l’indagine, il processo e infine la sentenza che ha restituito verità (e forse risarcimento). Basterebbe provare a raccontare detti e fatti dell’ignominia quotidiana berlusconiana, attribuendoli ad un Obama, una Merkel, un Sarkozy, per sentire immediatamente la mostruosità politica in cui viviamo oggi in Italia, visto che nulla, ma proprio nulla, di ciò che qui è normalità, sarebbe in quei paesi immaginabile, e meno che mai tollerabile.
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Le ultime notizie da L'Aquila raccontate da Miss Kappa:


Cazzomifrega


Il terremoto porta anche delle cose buone. Poche. Quali? Nel mio caso le nuove amicizie. E quelle ritrovate. Ho incontrato, o rincontrato, persone a me simili, quelle che decidono di reagire, di non lasciarsi andare, di lottare, di attivarsi per la città,di restare ad essa attaccati. Di amarla. Una di queste è Cristina Rosa: amica nuova, discreta, silenziosa. Entra sempre in punta di piedi: è timida, ma è una donna di grande spessore. Spesso sa farmi sorridere, con le sue battute sarcastiche e sempre al punto giusto. Cristina ha scritto una cosa che vi voglio proporre come post di oggi. Parla degli "altri", di quelli che questa città già l'hanno seppellita. Di quelli che se ne fregano. Quelli che lasciano fare e si adattano, cercando le scorciatoie. Quelli che, se fosse per loro, qui, potrebbero farci di tutto. E di più. Quelli che esistono dappertutto. Quelli che non cambiano le cose.

"Mi fa impressione. Se fosse stato per me non sarei tornato. Poi mi hanno dato la casetta. Cazzomifrega. C'è tutto nella casetta. A casa mia vado poco mi fa impressione. Non so quando la sistemeranno ho firmato la delega all'amministratore. Non vado alle riunioni fa tutto lui. In centro non vado la città è morta mi fa impressione. Mi viene da piangere. Potrebbe venirmi da piangere. Forse mi verrebbe da piangere. Sono stato una volta in piazza e avevo un nodo in gola. Avrei quasi pianto. Mi fa impressione. La città è morta non rinascerà o chissà quando. Spero che i miei figli se ne vadano. Con la liquidazione comprerò una casetta al mare. Ci sono tanti amici al mare. Qui non c'è nessuno non c'è niente che ci sto a fare. Appena possiamo andiamo via. Al mare. Ci sono tanti centri commerciali e poi andiamo a mangiare il pesce. Vado a trovare l'albergatore dell'anno scorso ci sono stato bene mi chiede come va e gli dico tutto apposto e daccordo la città non riparte ma che centra io sto nella casetta. Ho la macchina nuova. Dopo un anno in hotel capirai. Poi non paghiamo affitto e neppure bollette.
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A Roma è esplosa la primavera, nei quartieri di Trastevere e San Lorenzo migliaia di persone girano per locali, il racconto di Gommosa:

Scritto da gommosa alle 16:06


Con l’arrivo delle belle giornate ho finalmente ripreso a respirare un po’ di aria trasteverina.

Due sere di fila immersa in lunghe passeggiate fra piazza Navona e piazza Trilussa.

L’odore che pervade tutti quei vicoli è un misto fra le più svariate marche di sigarette e qualche sigaro ( e pure qualche canna, diciamocelo ). C’è un via vai alcolemico di sorrisi e sguardi sciolti nei bicchieri, che vanno bevuti al massimo sotto la porta dei localetti. Non si può più passeggiare per le strade con i cocktail acquistati nei dintorni.

Salvo poi, vedere gente capeggiare grandi comitive con bottiglie intere di rum, acquistate invece al supermercato. Per risparmiare.

Non è come in zona San Lorenzo dove ci trovi generalmente bande di ragazzini fumati, o di adulti ancora in fase preadolescenziale. A Trastevere si respirara aria meno anarcoinsurrezionalistadistocà e più disordine creativo e anche un po’ freakkettone, un po’ radicalchic, un po’ cosmopolita.

L’età della gente che fa queste nottati è l’età giusta per me e per farmi sentire a mio agio.
Non mi sono mai sentita a mio agio con i miei coetanei, tantomeno con quelli di qualche anno più piccoli di me. Soprattutto se uomini. Hanno una voglia di stupire e di agguantare l’agguantabile (leggi fame di sesso) che un uomo invece non cerca più. O per lo meno, lo ricerca con un’arte più sopraffina.

L’indifferenza.

L’indifferenza per una donna è una sfida.
Ti sono indifferente? IO?
Adesso vedi.

E partono una serie di stuzzicamenti e giochini che possono concludersi nell’arco di poche ore o andare avanti all’infinito.

La maggior parte di questi schemi preda/predatore non si conclude mai. Spesso rimangono punti in sospeso, fini a se stessi, per l’adrenalina che dà la soddisfazioni di aver conquistato qualcuno. O semplicemente perchè poi alla fine dei conti a nessuno va più di giocare. Soprattutto ad una certa età.

Ultimamente io mi sento molto uomo.

Non sono mai stata del tutto donna, e non pensate che all’anagrafe io sia Ugo de Gommis. No sono sempre Gommy, dentro e fuori per essere precisi, ma non sono mai stata femmina.

Ed in questo periodo sono un uomo vestito da donna.

Forse un trans. Più bella di Luxuria, meno grassa di Platinette.

L’indifferenza è l’arma che uso io. Da qualche tempo la uso ancora di più.
Agisco solo per divertirmi, per stuzzicare il mio ego, e coccolare la mia autostima che spesso va a farsi un giro alle Canarie e mi lascia da sola.

E sorrido a tutti. A chiunque mostri un guizzo sberluccicante di empatia.

Un sorriso per lanciare l’amo. Indifferenza per poi mantenere le distanze ed iniziare le danze.

Mentre in bilico fra i sanpietrini accendevo la sigaretta dei miei pensieri e spargevo fumo tra i fumi, mi passa davanti con un incedere lento ed ipnotizzante un uomo.

Un bell’uomo.

Occhi chiari, capelli castani chiari uniti alla barba che gli contornava il viso e le labbra di un rosa pesca. Lo sguardo interessante e malizioso, stretto fra le ciglia anch’esse chiare per sottolineare la profondità del celeste dei suoi occhi.

Mani in tasca, passo scanzonato, pantalone beige largo da safari, camicia e giacca coordinata di un cotone sgualcito. Preciso ma non troppo. Elegante e semplice nella scelta dei colori delle stoffe che facevano pandant con i colori della sua pelle poco ambrata e le pagliuzze dorate della capigliatura.

Seguito da uno stormo di persone decisamente discordanti da lui. Scuri in volto, e col naso all’insù, un po’ storditi e meravigliati dalla gente e dai palazzi. Indicavano questo o quell’angolo come se fosse la prima volta per loro.

Ma non li biasimo. Roma è talmente bella ed affascinante che seppure io ci viva da molti anni ormai, riesco a stupirmi di ogni nuova sfumatura come se fosse la prima volta che la vedo.

Si fermano a pochi passi da me, il biondo mi sfila davanti e stringe gli occhi e mostra un sorriso color del mare, accompagnato da una leggera smorfia di sfida all’angolo della sua bocca.
Lancio i miei occhi scuri nella sua stessa direzione, dritti e paralleli incontrano i suoi.

Distolgo lo sguardo e rido. Non penserai che mi basti così poco, gli faccio capire e volto lo sguardo dall’altra parte. Ecco l’indifferenza.

Lui ci riprova, mentre gli do le spalle e non posso sapere che fa, fa il giro della piazza e mi ricompare di fronte.
Stessa scena, stesso sguardo.

Sorride e stavolta abbassa gli occhi quasi intimidito.

Indifferente, mi guardo attorno per cercare i miei amici ed entrare finalmente in un pub.
Lui ed il suo codazzo ci seguono per la viuzza e si sistemano nel localetto accanto al nostro. Non mostro pietà e mi nascondo ai suoi occhi, sicchè non possa vedermi.
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La tragedia dei migranti dalle zone del Nordafrica raccontate da
Lia Celi:


Migranti a basso consumo: arrivano a Ventimiglia con un litro di minerale

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Addavenì barcone! Per il governo si apre un’altra settimana di fuoco sul fronte immigrazione. Vi anticipiamo gli eventi più significativi.

LUNEDI’
Nuova missione del ministro Frattini in Tunisia per discutere dei rimpatri, ma il premier Essebsi rifiuta di riprendersi i migranti di Lampedusa, sostenendo che in realtà si tratta di un gruppo di imitatori ungheresi reduci dal concorso per la Migliore Imitazione del Disoccupato Tunisino. Regioni, il Viminale mantiene la linea dura: gli stranieri prelevati da Lampedusa vengono distribuiti in tutta l’Italia. Si tratta ovviamente dell’Italia in Miniatura, il parco tematico nei pressi di Rimini ispirato alla statura internazionale del nostro Paese. Molti immigrati scappano per raggiungere la Francia, ma devono mettersi in fila dietro un altro esercito di affamati, i neolaureati e ricercatori italiani che espatriano per trovare lavoro. Intanto il governo Sarkozy mette nuovi paletti sull’ingresso in Francia: sono molto appuntiti e stanno in fondo a buche nascoste da frasche...

MARTEDI’
La bella Afef, tunisina doc, confessa che anche lei, venendo in Italia, ha rischiato il naufragio: «sono rimasta a galla solo aggrappandomi a un Tronchetti». Lampedusa, sbarcano centinaia di immigrate seminude: sono le ballerine per la festa di inaugurazione della nuova villa di Berlusconi. Il premier ha sveltito l’iter dell’acquisto sostenendo che l’edificio è nipote della piramide di Cheope. Conflitto Italia-Francia sugli immigrati, secondo Frattini l’unica soluzione per superare le resistenze dei francesi è vendergli la Parmalat nascondendo i tunisini dentro i cartoni del latte a lunga conservazione. Ma i transalpini si limitano ad applicare integralmente il trattato di Schengen: aprono le frontiere solo ai maghrebini incensurati in possesso dei documenti necessari, che secondo Parigi includono una Visa Gold, la carta di circolazione di una Jaguar e l’atto di proprietà di un castello della Loira.

MERCOLEDI’
Tunisi, Essebsi apre uno spiraglio: l’Italia non può restituire gli immigrati, ma se sono ancora in garanzia può farseli sostituire con immigrati di prezzo equivalente. Frattini chiede aiuto a Lisbona, forse il paese più adatto ad accogliere gli stranieri alla deriva sui barconi è proprio il Portogallo: anche lui sta facendo acqua da tutte le parti. Mestre, tunisino fuggito da Manduria rapina un passante, dimostrando così di essersi perfettamente integrato nel nostro paese. Maroni promette multe agli extracomunitari che annegano in acque italiane: è vietato inabissarsi senza uno straccio di brevetto da sub. Parigi, nuove clausole al trattato di Schengen: ora per entrare gli immigrati devono anche saper cucinare il coq au vin, recitare un brano del Misantropo di Molière e suonare Sous le ciel de Paris con l’accordéon.

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Le prossime elezioni a Milano all'insegna dei manifesti pubblicitari della sindachessa, dalla penna di Michele Serra:

Si vota a Milano tra Expo e risciò

Febbrile vigilia elettorale nella metropoli lombarda. La Moratti annuncia cambiamenti. Ma tutto ruota intorno a don Verzé e ai più affermati creativi milanesi della moda. Come Mara Troller

Il sindaco di Milano Letizia Moratti
Il sindaco di Milano Letizia Moratti

Milano sta vivendo una febbrile vigilia elettorale. Il sindaco Letizia Moratti dispone, per la propaganda, di una somma così esorbitante che il suo avversario Pisapia le ha proposto di finanziare, già che c'è, anche la campagna dell'opposizione.

Strategia. La strategia elettorale di Letizia Moratti è allo studio degli analisti politici di tutto il mondo. Promettendo una Milano finalmente nuova e moderna, induce l'elettore a chiedersi chi è il pirla che l'ha governata fino adesso. Si tratta di un abile stratagemma per mettere la Moratti comunque al centro della scena politica milanese, a poche settimane dalle elezioni. Per perfezionare anche nei minimi dettagli il suo piano, la stessa Moratti straccia i suoi manifesti elettorali davanti ai fotografi e li sostituisce con altri, perfettamente identici.

Expo. E' ovviamente il fiore all'occhiello dell'amministrazione Moratti. Già in avanzato stato di realizzazione l'enorme scritta EXPO, in polistirolo dipinto, che campeggerà sopra un edificio ancora da stabilire. Per non dare adito a polemiche le quattro lettere sono state appaltate a quattro soggetti diversi (il costruttore Ligresti, i figli di Ligresti, la sorella di Ligresti e la Fondazione Ligresti) che però non riescono a mettersi d'accordo tra loro. Ciascuno di loro vorrebbe fare la O, che è la lettera più ambita perché la più facile da realizzare. A parte la scritta, tutto il resto è ancora in fase di discussione. Il progetto iniziale, di stampo ambientalista (trasformare Milano in un'enorme piantagione di fagiolini, e farne la capitale mondiale del fagiolino) ha subito qualche modifica: si faranno 20 nuovi quartieri, ma la tangenziale a sei corsie che li collega si chiamerà, in omaggio allo spirito originario dell'Expo, via del Fagiolino.

San Raffaele. Il devastante buco di bilancio del San Raffaele getta ombre sul futuro di Milano. Così come Torino dipende dalla Fiat, l'economia lombarda dipende in larga parte dal numero di analisi cliniche che il colosso ospedaliero di don Verzé riesce a fatturare alla Regione. I militanti di Comunione e liberazione, molto preoccupati dalla situazione, per sostenere il fatturato del San Raffaele fanno l'analisi delle urine ogni quattro ore. Ci si interroga, nel frattempo, su come abbia fatto don Verzé ad accumulare un debito di quasi un miliardo di euro. Perché, per esempio, ha acquistato una enorme fazenda in Argentina? Lui si difende sostenendo che si tratta, in realtà, del primo centro mondiale per mucche cardiopatiche.
... Continua


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Cuore562:



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Conosco parole
che sostano e riposano nella penombra
rivelazioni stracciate a nenie
in attesa del sonno
so della calma
alle porte di un istante
e il cauto sollevarsi in volo
lo sciogliersi della cera sulle ali
il distacco e le unghie
che si oppongono come artigli alle rocce
la vita in sospeso
e il grido dell'aquila in amore.
Conosco il ristoro del silenzio
l'impetuoso contatto contro il rumore
e la mia solitudine sbiadita in un abbraccio
il vento che fischia alle orecchie
l'oceano gorgogliante
che smuove la superfice del tempo
so le parole e il suono delle lacrime
bevute nel deserto
gli spasimi ed anche tutta la dolcezza
del sangue che si muove nelle vene
il rivesarsi della marea sulla pelle
la corrente che scivola e che mi scorre
e poi soltanto spazio che mi sovrasta.
Conosco il mio sguardo
rapito, denso e remoto
che strappa ardori immersi e affogati
nella più cruda disperazione
e infine so dei miei occhi
che scavano e giocano la luce
rimestandola come creta
per dileguare la paura della notte.

Kay




Da
Vauro le ultime opere sul nostro disastrato paese:










E da
Enteroclisma:


LE ATTIVITA' MANUALI DI SILVIO

Non ci sono più commenti nè limiti
alle boiate deliranti di Silvio.
Fortunatamente ha la destra, che fa tutto ciò che lui vuole
... o quasi.

L'EVERSIONE MASCHERATA

Il piccolo Silvio compare di fronte ai giudici, suoi nemici naturali, raccontando le sue personalissime e fantasiose realtà, difficili da credere per una mente razionale.
Al termine dell'udienza l'uomo di spettacolo non resiste alla tentazione di uno show patetico quanto preoccupante.
Non tutti gli danno il giusto peso ma, fatto da un capo di governo, un comizio contro uno dei poteri dello stato ha tutto il sapore di una manovra eversiva.
Questo tanti italiani faticano a capirlo.

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