domenica 3 aprile 2011

Nucleare e armi di distrazione di massa


In alto: Immagine tratta dal blog http://marinamagri.blogspot.com/


Che cosa c'è di cosi' incredibile nel fatto che Colombo abbia scoperto l'America? E' cosi' grossa, come avrebbe fatto a mancarla?
Leopold Fetchner.

SI RAMMENTA IL CORSO DI ORTO SINERGICO A FRASSINELLO, TUTTI I RIFERIMENTI NEL POST PRECEDENTE!

Nucleare e armi di distrazione di massa

E' stato quantomeno tempestivo ed opportuno l'attacco alla Libia da parte della coalizione formata da Francia, Stati Uniti e Inghilterra tre paesi che guarda caso hanno il nucleare (con la ruota di scorta dell'Italia), non appena le notizie del devastante terremoto/tsunami in Giappone e le apocalittiche conseguenze sulla centrale nucleare di Fukushima cominciavano a delinearsi nella loro brutale realtà, si sono fatti approvare in fretta e furia dall'Onu la risoluzione 1973 e hanno iniziato a bombardare il paese del nord Africa in maniera massiccia e continuativa raggiungendo lo scopo di distrarre l'opinione pubblica dalla terribile realtà dei reattori che esplodevano uno dietro l'altro rilasciando nell'aria, sul territorio e nell'Oceano Pacifico quantità abnormi di radiazioni, oltre a distrarre le notizie dal Giappone alla Libia la coalizione guerrafondaia accamperà diritti sul petrolio e sul gas libico e sulla ricostruzione del paese, come peraltro stanno facendo in Iraq e in Afghanistan, ma la faccenda ancora più aberrante è che stavano pianificando l'attacco già da diversi mesi, il terremoto in Giappone ha solo accelerato la decisione, leggere l'articolo su Megachipdue per conferma:


Tempesta sulla Libia: un War Game profetico



southernmistral2011di Giulietto Chiesa e Pino Cabras – Megachip.

L'attacco franco-britannico contro la Libia pare non avesse niente a che fare con operazioni umanitarie di sorta. Infatti sarebbe stato programmato con larghissimo anticipo non solo rispetto alla rivolta che ha sconvolto la Libia, ma addirittura assai prima della sollevazione egiziana. Questa piuttosto sconvolgente circostanza emerge da un sito ufficiale legato a uno dei comandi dell’«Armée de l'Air», l’Aeronautica militare francese. Sono infatti le pagine del Comando della Difesa Aerea e delle operazioni Aeronautiche (CDAOA), con tanto di logo colorato dell'”Armée de l'Air” in bella vista, a regalarci la descrizione di un “War Game” poi puntualmente ricalcato dallo scenario libico di questi giorni.

Per chi volesse consultare tutte le informazioni che seguono (e sarà meglio farlo prima che il sito venga oscurato), ecco il link indispensabile: http://www.southern-mistral.cdaoa.fr/GB/index.php?option=com_content&view=article&id=54&Itemid=67.

Il titolo e il logo contengono il nome dell'operazione in codice: “Southern Mistral 2011”. Il nome segnato dall’aggettivo inglese è lo stesso sia nelle pagine in inglese del 4 marzo 2011, sia in quelle anteriori del 17 febbraio in francese. I francesi appaiono gl'iniziatori di fatto, oltre che gli “ospitanti”. Come si evince dai testi che qui sotto riportiamo, infatti, sono francesi tutte le basi impegnate nell'operazione “Southern Mistral 2011”.

southernmistral

Nella Presentazione, in homepage, si legge questa fenomenale descrizione che, se non fosse vera (come tutto il resto del sito) sarebbe davvero, come dice un adagio popolare, ben trovata.

«Il 2 novembre 2010 la Francia e la Gran Bretagna hanno firmato un accordo senza precedenti in tema di difesa e sicurezza. Componente di questo accordo è l'esercitazione Southern Mistral. Essa è programmata per il periodo dal 21 al 25 marzo 2011 e coinvolgerà diverse basi francesi.

In questa occasione le forze francesi e britanniche effettueranno operazioni aeree congiunte e uno specifico raid aereo (Southern Storm) che realizzerà una attacco convenzionale a largo raggio d'azione. Questa esercitazione bilaterale coinvolgerà oltre 500 addetti.»

Il sito non si limita a dare questa succosa informazione. Precisa, con dovizia di particolari, corredati di fotografie e dei descrizioni e dettagli tecnici, che proprio nel mese di marzo 2011 sono destinati all'operazione Tempesta del Sud una trentina di velivoli. Tra cui 6 Tornado GR4s della Royal Air Force, accompagnati da un aereo cisterna Vickers-10 e un Boeing E3D, mentre la Francia metterebbe a disposizione i suoi Mirage 2000Ds, 2000Ns, 2000 Cs. I famosi Rafale compaiono non in questo elenco ma nelle fotografie del sito, insieme a diversi tipi di elicotteri.

Viene anche precisato che il centro di comando che guiderà l'intera operazione è situato nella base aerea di Lione Mont-Verdun (sigla BA942). Ma, a quanto pare, non si progettava solo un raid in quota. Si parla di un commando di paracadutisti francesi “Air 20” (CPA20) che deve incontrarsi con un analogo reggimento britannico in quel di Digione, per effettuare operazioni di sincronizzazione e di azioni congiunte future. Parallelamente un altro reggimento britannico è atteso a Captieux per apprestare misure di polizia aerea elitrasportata. Lo scopo- viene precisato – sarà quello di colpire avversari «in lento movimento» a terra. Le immagini che stiamo vedendo in tv, che mostrano il tiro al bersaglio con missili contro i tank di Gheddafi sembrano la rappresentazione precisa di questi documenti.

E, a quanto pare, lo sono. Infatti è dallo stesso sito, sotto la voce in homepage di Conflict Summary, si può leggere il significato di quel “Southern” che compare nel titolo.

Si tratta di un paese immaginario, di nome Southland. Un paese con un governo “specificamente autoritario”, nel quale stanno accadendo cose stranamente vicine ai racconti e analisi che abbiamo letto sui giornali in queste settimane, quasi che chi ha scritto queste righe avesse la possibilità di guardare dentro una sfera di cristallo.

Seguiamo dunque questi lettori franco-britannici di fondi di caffè. «L'ex dittatore si è dimesso, trasmettendo i poteri a suo figlio. Da quel momento la politica del paese è divenuta più aggressiva; operazioni militari sono state lanciate contro il territorio francese. Prove dell'aggressione mostrano chiaramente la responsabilità di Southland in un attacco contro gl'interessi strategici francesi».

Naturalmente chi progetta un'offensiva, sia pure immaginaria, contro un paese immaginario, deve anche dotarsi di prove che “dimostrino” le colpe del nemico. Che deve essere severamente punito in tempi rapidi. Dunque «il presidente francese e il primo ministro britannico decidono di dare un'immediata e congiunta risposta a questa offesa», che si tradurrà in un «attacco convenzionale a lungo raggio contro un obiettivo strategico all'interno di Southland».

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E per tenere viva l'attenzione su quello che succede in Giappone in queste terribili settimane, una serie di articoli sull'argomento, da Libreidee:

Rischio apocalisse: rompiamo il silenzio su Fukushima


Ci sono rumori che servono a depistare e silenzi che servono per occultare. Forse è giunto il momento di rompere il silenzio atomico che ci sta avvolgendo, in una progressione concitata ma inesorabile. Forse è l’ora di iniziare a discernere quello che veramente si cela nel frastuono apparente delle notizie rapsodiche ed epilettiche che ci arrivano (o meglio, che ci fanno arrivare) da Fukushima. E soprattutto da quelle che dietro la favoletta mediatica dell’“agire maldestro”, e degli “errori umani”, non ci fanno arrivare.

Forse dobbiamo combattere con più forza l’ennesimo nefasto effetto collaterale della guerra. Che è quello di modificare l’agenda del mondo, di Fukushima 6distrarre i giornali e le tv, di nascondere con il rombare mortale dei Tomahawk nel deserto africano la pestilenza della contaminazione nel mondo. Esaminate il racconto di Fukushima: nulla di quello che ci hanno detto è vero. Incidente lieve. Eroi indomiti. Azienda di samurai che fa filosofico esercizio di contrizione. Noccioli che fondono solo a metà, fughe di vapore radioattivo, ma controllate.

Tutte balle: gli eroi sono martiri o kamikaze. Le fughe non sono controllate ma letali. Il presidente della Tepco sta male solo perché non sa cosa dire. Le raccomandazioni di tenere chiuse porte e finestre di fronte alla nube sono state criminali e omicide. Il plutonio approda sui tetti di un altro continente. Il premier giapponese, Naoto Kan ha recitato alla perfezione il copione taroccato dell’indignazione. Il livello sette, quello della catastrofe massima, Luca Teleseera inscritto come un destino fin dal primo giorno, nelle crepe degli involucri fessurati.

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Da Il Cambiamento:

Cosa stanno nascondendo a Fukushima

Hirose Takashi, esperto di nucleare e autore di Nuclear Plants for Tokio, intervistato dalla tv Asahi NewStar, il 17 marzo scorso, rilascia importanti dichiarazioni in merito ai segreti e alle bugie che ruotano attorno al disastro di Fukushima e ai suoi reattori.

fukushima
"Se siete sicuri che siano così sicuri, perché non costruire gli impianti nel centro della città, invece che a centinaia di chilometri di distanza provocando la dispersione di metà dell’energia elettrica nel passaggio sui cavi?"

Hirose Takashi ha scritto un intero scaffale di libri, per lo più sul settore nucleare e il settore militare-industriale. Il suo libro più noto è probabilmente Nuclear Plants for Tokio – Impianti Nucleari per Tokio - in cui egli porta la logica dei promotori del nucleare alla sua logica conclusione: se siete sicuri che siano così sicuri, perché non costruire gli impianti nel centro della città, invece che a centinaia di chilometri di distanza provocando la dispersione di metà dell’energia elettrica nel passaggio sui cavi?

Ha rilasciato l'intervista tv, parzialmente tradotta qui di seguito, un po' contro i suoi impulsi presenti. Gli ho parlato al telefono oggi (22 marzo 2011) e mi ha detto che, mentre al tempo della costruzione aveva senso opporsi al nucleare, adesso che il disastro era cominciato egli avrebbe preferito rimanere in silenzio, solo che le bugie che stanno raccontando la radio e la TV sono così gravi che non può stare zitto.

Ho tradotto solo il primo terzo del colloquio (potete vedere tutto, in giapponese, su you-tube), la parte che riguarda in particolare quello che accade negli impianti di Fukushima. Nella seconda parte ha parlato di quanto sia pericolosa radiazione in generale, e anche della minaccia costante dei terremoti.

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Sempre da Il Cambiamento:

Fukushima sta per esplodere? Lo scenario da 'giorno del giudizio'

Sebbene il governo giapponese e i media stiano facendo ogni sforzo per minimizzare il disastro nucleare, nell'impianto di Fukushima la probabilità di un altro incendio, un'altra esplosione mostruosa o una fusione del nocciolo aumenta di giorno in giorno. Il danneggiamento della centrale sta progredendo, esponendo così la salute di decine di migliaia di persone a un rischio incalcolabile.

nucleare giappone
La visuale di una completa fusione del nocciolo o di una catastrofe ambientale di portata incalcolabile si prospetta ora più che mai

La situazione negli impianti nucleari Daiichi di Fukushima sta deteriorandosi e rivela man mano uno scenario apocalittico. Domenica scorsa, i funzionari della Tokyo Electric Power Co. (TEPCO) hanno riferito che i livelli di radiazione fuorusciti nell'acqua di mare presso il reattore 2 erano 100.000 volte superiori al normale e che la radiazione dell'aria superava di 4 volte i limiti di legge previsti. Di conseguenza, i lavoratori sono stati evacuati d'urgenza dall’impianto e trasportati in un luogo sicuro.

La visuale di una completa fusione del nocciolo o di una catastrofe ambientale di portata incalcolabile si prospetta ora più che mai. La crisi sta peggiorando.

Se le barre di combustibile esaurito prenderanno fuoco per mancanza di liquido refrigerante, l'intenso calore alzerà pennacchi di radiazioni fino all'atmosfera più alta interessando tutto il pianeta. Questo è lo scenario da incubo, nubi di materiale radioattivo che innaffiano il pianeta con tossine letali per mesi e mesi. E, secondo l'Istituto Centrale di Meteorologia e Geodinamica di Vienna, il processo mortale è già iniziato. L’Istituto ha detto al New Scientist che:

“L’impianto nucleare danneggiato di Fukushima sta emettendo iodio e cesio radioattivo a livelli prossimi a quelli osservati in seguito all'incidente di Chernobyl del 1986. I ricercatori austriaci hanno utilizzato una rete mondiale di rivelatori di radiazione progettati per rilevare test clandestini di ordigni nucleari per dimostrare che lo iodio-131 è stato rilasciato con livelli giornalieri pari al 73 per cento di quelli osservati dopo il disastro del 1986. Mentre la quantità giornaliera di cesio-137 rilasciato da Fukushima è circa il 60 per cento della quantità rilasciata da Chernobyl”. (Articolo del New Scientist, 24 marzo, di Michael Collins Hanno detto che non era come Chernobyl e hanno sbagliato)

nucleare fukushima
I problemi di un impianto nucleare oggi rappresentano una minaccia diretta per gli esseri umani e le altre specie viventi in tutto il globo

Così, i volatili elementi radioattivi, sono già stati immessi in quota nelle correnti a getto e si sono diffusi sui continenti. Di diverso qui, c’è che le quantità sono molto più grandi di quanto non fossero a Chernobyl, quindi, la minaccia è di gran lunga superiore. Secondo lo stesso gruppo di scienziati “l'impianto di Fukushima ha circa 1.760 tonnellate di combustibile nucleare nuovo ed esausto in loco” (mentre) “nel reattore di Chernobyl c’erano solo 180 tonnellate”.

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E da Agoravox:

Fukushima: ricordarsi sempre di Chernobyl

Fukushima: ricordarsi sempre di Chernobyl

Alla luce del tremendo rischio di catastrofe nucleare che si sta delineando a Fukushima, in Giappone, seguito allo spaventoso tsunami che ha colpito circa 500 km delle sue coste orientali e originatosi al largo dell’Oceano Pacifico, bisognerebbe ricordarsi che l’imprevedibile è sempre in agguato, anche se possono trascorrere decenni prima di manifestarsi, e che quindi non esistono sistemi di sicurezza assoluti per prevenire incidenti e sciagure. Se l’incidente poi riguarda una centrale nucleare, i disastri ambientali e soprattutto i rischi per la salute e la vita delle persone non possono mai essere circoscritti e di lieve entità. Questo di Fukushima per ora è classificato di livello 4, inferiore a quello di Chernobyl che fu di livello 7, il massimo nella scala INES dell’AIEA, e quindi l’incidente più grave nella storia del nucleare per scopi civili. Non possiamo sapere se l’attuale incidente si fermerà al livello 4, ma il livello radioattivo centinaia di volte superiore alla norma desta sicuramente grande preoccupazione, per i giapponesi ma anche per chi è situato a qualche migliaio di chilometro di distanza, come fu per Chernobyl.

Chicco Testa, fondatore di Legambiente negli anni 80 e oggi nuclearista convertito, l’altra sera dagli schermi televisivi accusava gli antinuclearisti di strumentalizzare tale sciagura. Pressappoco diceva che: “Di Pietro si preoccupa solo dell’Italia; la sua non è certo solidarietà per il popolo giapponese!” E ancora: “Il Giappone ormai è l’inferno, ci sono incendi e fuoriuscite inquinanti ovunque, causati da fabbriche chimiche e impianti petroliferi, ma dove ci si sofferma?, su quelli che potrebbero accadere ma non sono ancora accaduti alla centrale nucleare di Fukushima!”. Voglio vedere che dirà ora che già è accaduto e che il livello di radioattività nell’area è centinaia di volte superiore alla norma e che anche il reattore numero tre si sta surriscaldando. In ogni caso, e non so se in buonafede o meno, come può avere confrontato e posto sullo stesso livello di pericolosità i fumi prodotti dal petrolio con l’emissione di radioattività? Cioè l’emissione di particelle atomiche da parte di un nucleo atomico instabile che decade o si trasforma in un altro atomo o isotopo (stesso numero atomico ma differente numero di massa) più stabile ma radioattivo. Radioattivo perché secondo la legge di conservazione dell’energia, un nucleo atomico instabile nel momento in cui si trasmuta in una specie atomica con un contenuto energetico inferiore per raggiungere la stabilità, deve perdere qualcosa della sua massa iniziale: questa è in sintesi la radioattività.

Gli effetti che essa ha sui materiali, trasmutandone la composizione chimica e quindi le caratteristiche per cui erano progettati, e soprattutto rendendoli sempre più radioattivi perché accumulano isotopo instabili, è la ragione per cui una centrale nucleare dopo alcuni decenni deve essere smantellata, con buona pace della sua presunta economicità, che approfondirò più avanti. Gli effetti che ha sulla materia biologica invece sono dovuti alla ionizzazione, cioè all’aggiunta o alla rimozione di uno o più elettroni negli atomi o nelle molecole a causa di collisioni tra particelle. Ciò distrugge i legami fra le molecole danneggiando le cellule e generando i radicali liberi; ma le radiazioni gamma soprattutto, più energetiche e penetranti di quelle alfa e beta, alterano le macromolecole del DNA e dell’RNA provocando danni somatici e genetici.
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Il dodici giugno si avvicina, abbiamo l'opportunità di mettere una pietra tombale sul nucleare in casa nostra andando a votare sui tre referendum, l'appello di Mamma:

se il 12 giugno andiamo al mare affoghiamo

Ci avviamo verso una fase elettorale e forse è utile ricordare che vince le elezioni chi ha la capacità, i soldi, i mezzi di informazione, per convincere una parte delle classi subalterne (salariati, stipendiati, disoccupati, casalinghe, precari, pensionati) a votare contro i propri interessi, aiutato in modo decisivo dalla struttura operativa della Chiesa, che ha sempre spinto i credenti a votare per la destra.

Ma perché chiamiamo democrazia (potere del popolo) un sistema capitalista che concentra nelle sue mani i poteri decisivi: dalle decisioni di chi assumere nell’apparato produttivo, al potere di licenziare, al potere di decidere quali merci produrre e distribuire, al potere di usare i propri apparati mediatici per imporre mode e consumi, a cui va aggiunto il potere delle mafie, che in Sicilia riescono a far vincere le destre in ogni provincia?

A questi “poteri forti”, a cui si aggiungono le varie massonerie e i servizi deviati sempre operanti nella nostra Repubblica, si contrappone il NULLA nelle sembianze di una opposizione divisa, senza identità, che ha perduto il rapporto con il territorio e con quel proletariato profondo, abbandonato e preda ormai dei preti e del lavaggio del cervello delle Tv commerciali.
Sarebbe saggio ricordare che gli operai al Nord hanno votato Lega,i quartieri popolari di Roma sono tutti per la destra, al Sud comandano le mafie che fanno votare PDL.
La RAI, che sulla carta doveva essere “pubblico servizio” e quindi contrappeso antagonista allo strapotere capitalista, è finita miserabilmente per due terzi in mano agli uomini del Caimano ed è l’ufficio di collocamento dei parenti della Casta politica.
L’opposizione politica ha il maggior rappresentante nel PD, partito interclassista di Centro, diviso in correnti, erede della Democrazia Cristiana, che non mette in discussione il capitalismo, né il ruolo del Vaticano, né la proprietà privata monopolista dei mezzi di informazione, né le guerre imperialiste al seguito degli USA e della Nato.

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Sulla drammatica situazione in Giappone alcune interessanti considerazioni da parte di Maurizio Maggiani:

Tsunami, la grande paura: la Terra non è nostra, ci sfratterà


Ieri ho passato gran parte della giornata a fare quello che hanno fatto altre migliaia di persone in questo Paese e, credo, alcune decine di milioni di altri esseri umani nel mondo: sono rimasto appiccicato al computer per sfogliare le migliaia di pagine sul terremoto e sullo tsunami che hanno devastato il Giappone. Cercando con ossessivo puntiglio le immagini più efficaci, ovvero più tragiche, le più descrittive, ovvero le più orripilanti. In preda, e sono ragionevolmente certo allo stesso modo degli altri milioni di compaesani terresti, a forti e contrastanti sentimenti. Meraviglia, sgomento, pietà, paura. Paura, sopra ogni altra cosa.

Sorgiva, primordiale, irragionevole paura. Irragionevole nel senso innanzitutto del suo sovrastare la ragione, del venire prima del Maurizio Maggianiragionamento e occupare la mente senza lasciargli spazio alcuno. Quei filmati senza regia e senza qualità coinvolgono assai di più e più profondamente di un raffinato film catastrofico: sono la verità, sono non quello che accadrà se le cose vanno nel verso sbagliato, ma quello che è già accaduto, perché le cose prendono una brutta piega nella realtà oltreché al cinema. La paura è la bestia più crudele che ti si può mettere alle calcagna, la condizione più debilitante per la vita stessa di un uomo. Ho imparato nel corso delle epoche della mia vita a controllare, dominare, reprimere e rendere il più possibile innocue le mie paure, ma ieri le mie consolidate arti non hanno funzionato. Ho avuto paura e basta.

Paura di che? Paura di uno tsunami? No, so che non vivo in un mare adatto allo svolgersi di un fenomeno del genere. Non paura di un fatto specifico, di una calamità probabile; non paura per me o per la mia famiglia, per la mia città o il mio Paese. No, assai peggio, una paura più radicale e ancestrale: paura del mondo per il mondo. La cosa che ieri mi ha più colpito è stata una notizia del tutto secondaria: il terremoto ha spostato di 10 centimetri l’asse terrestre. Cosa significa? Niente, praticamente. Non è neppure la prima volta che accade che si sappia, visto che già per il grande terremoto del 1960 in Sud America è successo uno spostamento anche più significativo. Solo, il tsunami 4giorno non sarà più quello di ieri l’altro, ma più breve di qualche milionesimo di secondo.

Nessun orologio al polso di un umano potrà prenderne nota, ma solo quei pochi orologi nei centri di ricerca che ticchettano il tempo siderale, misurano per i millenni e oltre a beneficio di scienziati che si occupano di ciò che non vedremo e non vivremo mai. Eppure, a pensarci, è un accadimento di una forza sovrumana inimmaginabile. L’onda terrificante di uno tsunami la vedi e perciò la puoi contenere in uno spazio e in una misura: puoi fartene una ragione. Ma che la terra possa sradicarsi dal suo asse, quello proprio è al di sopra del tuo raziocinio. Ecco, il punto è questo: la Terra non è a misura dell’uomo. A meno che tu non appartenga al più candido e fervido culto creazionista e ti sia convinto che la Terra e l’Universo intero siano lì per te e solo per te, questo te lo devi ficcare bene in testa.

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Il sei aprile ricorre l'anniversario di un altro devastante terremoto, quello che ha colpito l'Abruzzo ormai due anni fa dove sono morte 309 persone, il resoconto da parte di Trentotto Secondi:

L'Aquila, anno II D.T.


L’Aquila, anno II D.T. (dopo terremoto).

Due anni. Abbiamo smesso di contare i giorni, le settimane, i mesi ed ora siamo agli anni. Inizia il terzo.
Il 6 aprile sarà triste, sarà sommesso, sarà doloroso. 309 vittime.
A raccontare l’anno appena trascorso si fa presto, basta leggere uno degli ultimi report della Struttura per la Gestione dell’ Emergenza: quasi 38000 persone non abitano la propria casa. Oppure si può venire a L’Aquila o in qualsiasi altro centro del cratere sismico, di notte: lì dove c’era la vita, è ancora tutto buio.
Chi l’avrebbe mai detto! Due anni! Son pochi o tanti?
Sono giusti, in realtà, per sapere qualcosa del nostro destino, un cronoprogramma, un’idea di città,... Certezze o, almeno, speranze.
Vaghiamo, invece, e resistiamo, incapaci ad andar via.
Descrivere come stiamo è difficile, perché viviamo in una cornice tutta nostra, che esportare è solo illusorio. Insomma, siamo un insieme di persone del tutto peculiare, al punto che sarebbe interessante farne uno studio sociologico.
Questo insieme di persone convive con transenne e militari, da due anni. Al punto che non ci si fa più caso. Una città diroccata, la nostra città; zona rossa, invalicabile, tanto che ai varchi ci sono i militari. Da due anni. A guardia del nulla. E le zone permesse vengono chiuse. All’una di notte, per riaprire l’indomani.
All’interno di questo insieme ci sono svariati sottoinsiemi, ciascuno sottoposto a vessazioni irraccontabili. Gli abitanti dei progetti C.A.S.E. , per esempio (tralasciando il fatto che ancora non sono noti i criteri con i quali si è avuto accesso alle nuove abitazioni), non sono liberi di assentarsi (insieme o anche singolarmente) dall’alloggio per più di tre mesi, pena la revoca dell’alloggio. E se la famiglia cambia, anche per un lutto improvviso, immediatamente si viene trasferiti. La libera interpretazione delle ordinanze commissariali ha fatto sì che un altro sottoinsieme si è visto revocare il piccolo contributo mensile di autonoma sistemazione perché si è osato cambiare residenza, all’interno del cratere sismico, badate bene! O c’è chi, dopo aver abitato in una piccola parte della propria casa inagibile (classificazione E) con l’ottenimento della parziale agibilità, ora, dovendo sgomberare l’appartamento per poter finalmente iniziare i lavori di ripristino, non sa dove andare. E che dire degli eredi di case inagibili? Avranno il contributo per la ristrutturazione solo se il proprio caro è venuto a mancare entro una certa data, altrimenti nulla. E l’assurdo accanimento nei confronti di chi sta ancora in albergo fuori città? E vogliamo anche metterci chi ha casa agibile all’interno delle zone rosse? O gli orfani del terremoto, senza più famiglia, figli senza più niente per ripartire.
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Le prime vittime ufficiali dei bombardamenti in Libia, il racconto di Marco Cedolin:

Sono insorti, le prime 15 vittime “ufficiali” dei bombardamenti NATO

Marco Cedolin

Stando a quanto riportato da giornali e TV, fin dall'inizio dell'insurrezione le truppe di Gheddafi (leggasi esercito libico) bombarderebbero i civili, facendone scempio indiscriminatamente. Nonostante nessuna di queste stragi sia mai stata documentata e contestualizzata oggettivamente e le truppe libiche possiedano un arsenale (oggi privo anche dei pochi caccia ormai distrutti) estremamente modesto, se confrontato con quello messo in campo dalle potenze occidentali.
Gli alleati volenterosi hanno già lanciato centinaia di missili da crociera, dal potere distruttivo enorme, usano cacciabombardieri di ultima generazione, sparano proiettili e missili all'uranio impoverito, ma stampa e TV raccontano che vengono colpiti solo obiettivi strategici militari e soldati dell'esercito libico che in quanto tali non hanno diritto di assurgere allo status di martiri carbonizzati, ma solo quello di appartenere alle infrastrutture militari inanimate.
La TV libica ha a più riprese documentato molti bombardamenti, fra i quali quello di un ospedale, che hanno fatto stragi fra la popolazione civile di ben più ampia portata rispetto a quelle attribuite a Gheddafi. E la cosa non dovrebbe in fondo stupire più di tanto, alla luce dell'armamentario pesante usato dalla coalizione occidentale.....


Ma la TV libica, a differenza di Al Jazeera e della CNN, non è affidabile, fa solo propaganda di regime e dispensa un'informazione faziosa. Come si potrebbe fidarsi di quello che mostra? Oltretutto sul posto c'è solo lei, dal momento che i giornalisti politicamente corretti si tengono lontani da Tripoli non volendo correre il rischio di entrare nel novero degli effetti collaterali, e se c'è solo lei può raccontare tutto quello che vuole.

Per avere notizia di persone ammazzate dalle bombe dei volenterosi si è dovuta attendere la fine della seconda settimana di guerra, quando venerdì nei pressi della città di Brega un attacco aereo alleato ha distrutto una colonna di mezzi di quegli insorti che la guerra dovrebbe proteggere, carbonizzando anche un'ambulanza, insieme ad almeno 15 persone. In questo caso anche i media che stanno dalla “nostra parte” non hanno potuto tacere, dal momento che gli insorti, anche qualora soldati e mercenari rimangono sempre e comunque persone.
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Ancora spunti sui retroscena dell'attacco in Libia da Disinformazione:

Gheddafi, Finmeccanica, petrolio, acqua e Dinaro...

Gheddafi e la Francia
Per circa 3 anni il presidente sionista francese, Nicolas Sarkozy, si è occupato personalmente, assieme al suo staff, di due colossali affari con la Libia: la vendita di una intera flotta aerea da combattimento e un mega investimento per costruire centrali atomiche a Tripoli e dintorni. Tutto ovviamente di marca francese! Stiamo parlando di affari da centinaia di miliardi di euro.
Questi contratti nessuno di noi ovviamente li ha visti, né tantomeno Sarkò.
Di volta in volta infatti il dittatore libico ha sostituito le aziende francesi con aziende russe e anche italiane, facendo schiumare dalla rabbia il presidente francese.
Ecco perché a fine novembre scorso, il presidente francese inizia una controffensiva mediatica verso Gheddafi.
Casualmente, proprio in quei giorni, arriva a Parigi con tutta la famiglia, uno degli uomini più vicini al colonnello libico, Nouri Mesmari, capo del protocollo di Gheddafi.
Mesmari chiedendo asilo politico per sé e la famiglia è diventato, da allora, il più prezioso collaboratore di Sarkò, svelando segreti militari ed economici della Libia…
A guerra iniziata, sempre casualmente, il primo obiettivo dei caccia francesi è stata la flotta aerea libica, composta da 20 aerei tutti russi (Mig21-23 e Sukhol22), come pure da 40 elicotteri, sempre di produzione russa...

Gheddafi e l’oro
Dopo che la Cina ha annunciato il conio dello Yuan d’oro si sono alzate strane voci sul sistema aureo del Medio Oriente.
Non a caso il principale iniziatore e fautore del pagamento senza dollari né euro è stato proprio Gheddafi, il quale ha fatto appello al mondo arabo per adottare una valuta unica: il dinaro d’oro!
Il colonnello libico ha anche proposto di creare uno Sato Africano Unito che conti 200 milioni di persone!
Questo ovviamente non s’ha da fare e infatti secondo il sionista Sarkò: “i libici hanno attaccato la sicurezza finanziaria del genere umano”!
Gheddafi in pratica ha deciso di ripetere i tentativi del generale francese De Gaulle, di abbandonare l’uso della carta igienica americana, chiamata dollaro, e tornare all’oro.
Verso la metà degli anni 60 infatti il generale De Gaulle con l’aiuto di un influente monetarista francese, Jacques Rueff, denunciò la pericolosa egemonia del dollaro, proponendo per questo il ritorno all’oro come mezzo di regolazione delle transizioni internazionali (abbandonò anche la NATO).
Molto probabilmente Gheddafi stava attaccando il principale potere della moderna democrazia sionista: il sistema bancario internazionale!

Gheddafi e l’oro nero
Secondo le ultime ricerche, la Libia risulta avere un capitale incalcolabile di greggio e gas.
Non solo, il petrolio che possiede è di ottima qualità perché raffinarlo costa pochissimo, cosa questa rarissima in natura. Stiamo parlando di circa 44 miliardi di barili.[1]
Inoltre la Libia, a differenza degli altri paesi africani non è indebitata con la Banca Mondiale o con il Fondo Monetario Internazionale, quindi Gheddafi può dettare le condizioni e non subirle.
Il petrolio della Libia finirà nelle mani dell’inglese British Petroleum (che dopo il disastro ambientale non naviga in buone acque), della francese Total e dell’americana Chevron.
L’italiana ENI è fuori! L’Eni infatti perde le concessioni a favore della BP, Chevron e Total.

Gheddafi e l’oro blu
La Libia, oltre all’oro nero e al gas è ricchissima di acqua, l’oro blu.
Sotto i piedi di Gheddafi, sembra esservi un mare grande quanto la Germania, una riserva blu grande almeno 35.000 chilometri cubi.[2]

Gheddafi & Unicredit
La Central Bank of Libya, ha in portafoglio il 4,99% delle azioni dell’Unicredit e insieme alla Libyan Investment Authority – che detiene il 2,59% di Finmeccanica di cui è il secondo azionista - ha raggiunto il 7,58% del capitale di Unicredit[3].
Per tanto oggi, la Libia è il primo azionista di Unicredit![4]

Gheddafi & Finmeccanica
Non tutti sono al corrente che Finmeccanica è una delle principali aziende mondiali che si aggiudica ogni anno miliardi in commesse con i vari governi occidentali.
Nel 2007 il Pentagono, sede della Difesa statunitense, ha commissionato a Finmeccanica la fornitura del valore di 6 miliardi di dollari per la costruzione di 145 velivoli per l’esercito e l’aeronautica.[5] Nel quinquennio 2011-2016 sempre Finmeccanica si è aggiudicata un contratto del valore di circa 570 milioni di sterline con il Ministero della Difesa Britannico.[6]
Dal 2008, dopo l’acquisizione dell’americana Drs, Finmeccanica è uno dei principali fornitori del Pentagono[7] e dal 2009 Gheddafi è entrato nel gioco acquistando le azioni di Finmeccanica.
Gli Stati Uniti d’America sono molto preoccupati per questa pesantissima ingerenza libica nei loro sporchi affari economici e guerrafondai!
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Il nostro è un paese dove vige la democrazia, ma sarà cosi'? Il commento di Byoblu:

In nome del Popolo Sovrano

Marcello Dell'Utri Giuseppe Cruciani La Zanzara Politica Parlamento Senato galera Processi


Democrazia non significa nulla. E' solo una parola vuota, usata come specchietto per le allodole. Se davvero volesse dire qualcosa, allora il popolo sarebbe sovrano. Ad esempio, potrebbe designare direttamente i suoi rappresentanti e mandarli in Parlamento, invece di essere costretto a scegliere fra quelli indicati dai partiti. Io riformulerei così: l'Italia è un paese demagogico fondato sull'ignoranza e sull'incapacità di reagire del suo popolo.
Un popolo che non si accorge neppure che i suoi diritti fondamentali vengono violati tutti i giorni. Un popolo che non alza la testa. Un popolo che assiste distratto e svogliato allo spettacolo offerto da una classe dirigente peggiore dei cittadini che si arroga il diritto di rappresentare. Un popolo morto, in attesa di essere sepolto insieme alla Carta Costituzionale che altri uomini, con la schiena più dritta, con le palle grosse come macigni, hanno preteso e ottenuto, affinchè noi, i figli che avevano in mente, la difendessimo con le unghie e con i denti, insieme a quella libertà cui abbiamo abdicato in nome delle televisioni al plasma e dell'abolizione dell'Ici. Un popolo disposto a barattare la sua dignità con il senso del ridicolo, che esulta se il tiranno che lo giostra compra una casa, l'ennesima, per sè e per i suoi cortigiani, anziché pretendere una più equa redistribuzione della ricchezza che non veda il 90% della popolazione schiacciata da un 10% di super-individui che divorano ogni risorsa e prospera a discapito di intere piantagioni di esseri umani, cui non resta che gioire per il letame che generosamente gli viene elargito. Un popolo che dimentica di avere firmato, a centinaia di migliaia, per un disegno di legge di iniziativa popolare, per chiedere almeno una parvenza di legalità, per chiedere senonaltro di potersi continuare a illudere di vivere in una democrazia, impedendo perlomeno ai condannati, a chi ha dimostrato di non avere rispetto per le leggi, di farsele su misura.
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E' l'ora della cultura e dato che il nostro piccolo premier ha realizzato uno spot per promuovere il nostro paese e le sue bellezze, SuzieQ ha pensato bene di evidenziarlo:


L'ora della Kul-tura



E' inutile che mi guardiate storto, siamo una massa di ignoranti, leggiamo poco, quando andiamo in seduta plenaria in bagno non solo non portiamo più con noi la "Settimana Enigmistica" che almeno teneva allenato il cervello (i più bravi erano gli stitici, avevano più tempo per completare un Bartezzaghi tosto), ma non leggiamo neppure "Chi" o "Vero" che perlomeno aiutano a tenere vigile la soglia di percezione delle lettere dell'alfabeto. No, la tecnologia è arrivata anche al cesso, impugnando il telefonino high-tech, dopo aver calato le mutande, ci sediamo e diamo inizio a battaglie navali, scontri con gli alieni, solitari, poker, scoponi scientifici, sudoku, tetris, Mariobros ecc......ne consegue che, dopo tre ore vi stupite se vedete entrare dalla finestra del bagno un vigile del fuoco che vi chiede preoccupato se state bene. L'hanno chiamato i vostri familiari preoccupati.
E poi è inutile discutere, per noi la cultura è uno sport violento, non apprezziamo abbastanza le bellezze d'Italia, perfino Silvio ha dovuto girare un video per vedere di spingerci ad arricchire il nostro bagaglio culturale.
Così ho deciso di darvi un mano, ma per non andare subito sul difficile vi propongo alcune semplici nozioni di carattere generale, roba terra terra, bassa cultura ma che potrà essere la "base" di partenza per un approfondimento più mirato.
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Sulla pubblicità sessista e sullo sfruttamento del corpo femminile un commento di Arguzia:

"E' colpa delle donne che lo fanno"

L'obiezione che più spesso mi viene rivolta, in particolar modo dagli amici maschi, quando mi incazzo per le migliaia di immagini offensive e svilenti per le donne (e per gli uomini, santa pace! Ma come fate a non sentirvi anche voi umiliati dall'idea che certi pubblicitari/autori hanno del vostro essere "maschi"?) è: "va bene, ma la colpa è della modella che si fa fare le foto nuda e della velina che si lascia riprendere in posizioni ginecologiche".


La colpa, a conti fatti, è delle donne e della televisione. Facile. Così si è data una risposta, ma non si è, forse, colto il problema.

Ora, il vero problema, a mio avviso, non è la modella e non è la velina.
Il problema è che immagini, parole e azioni veicolano messaggi.
E la televisione, più della carta stampata, porta questi messaggi in giro per il paese, raggiungendo la quasi totalità della popolazione ed è proprio per questo che “le femministe” si indignano, parlano, denunciano tanto spesso programmi e spot televisivi.

“Be’, ma basta spegnere la TV!”
Magari.
Chi non guarda la televisione per scelta è chi può permetterselo perché ha delle valide alternative: la musica, il teatro, il cinema, la lettura, lo sport, internet. Cose che costano e che quindi non sono alla portata di tutti.
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Ancora sul corpo femminile e pubblicità, sempre segnalato da Arguzia, dal blog Dissapore:

Una breve storia della fellatio nella pubblicità


Sabato scorso, guardando la pubblicità di Dodaro, azienda calabrese che produce salumi speziati al peperoncino, abbiamo definitivamente compreso l’ossessione dei creativi nei confronti del cosiddetto “tema fellatio”. Realtà con cui prima o poi faranno i conti, più che i clienti, i loro analisti.

Anche perché il caso Dodaro è tutt’altro che isolato. Qualcuno ha scomodato il machismo calabrese messo alla gogna da Antonio Albanese con Cetto La Qualunque, ma la Calabria non c’entra, mi appellerei piuttosto alla mancanza di senso del ridicolo. Scovare le cose che a ogni latitudine i pubblicitari hanno infilato nelle bocche delle olgettine di sempre è impossibile, letteralmente.

Possiamo invece tentare una breve e sicuramente imcompleta storia della fellatio nella pubblicità.

Secondo una certa scuola di pensiero tutto è cominciato (pia illusione) con questa pubblicità anni ‘90 per le caramelle al whisky Baileys, che inconsciamente rappresenterebbe la fellatio.

Un vero classico del genere sono le pubblicità dell’azienda siciliana Zappalà, eccone una alquanto esplicita del 1998.

La pubblicità (poi vietata) per la rivista FHM in versione inglese risale al 2003.

Nel 2005, lo spec work (lavoro preparatoprio) di un’agenzia finisce in rete e diventa rapidamente virale (era possibile anche prima di Facebook).
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A proposito di cultura il nostro governo ha pensato bene di finanziare la cultura aumentando il prezzo della benzina, il commento di Lia Celi:

Ricostruisci Pompei con i punti Esso Extra!

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Reintegrare il Fus rincarando la benzina non è così fuori luogo, visto che arte e cultura sono il nostro vero petrolio. E pieno dopo pieno, ogni consumatore potrà assurgere al ruolo di mecenate, finora riservato a re e potenti. Davanti ai distributori sta crescendo la nuova generazione di patroni delle arti: ecco i più generosi.

GIULIO SECONDO
Parroco di campagna, macina chilometri ogni weekend trasportando in pellegrinaggio il suo gregge (cioè i parrocchiani, ma l’odore che ristagna nel pullman ricorda da vicino un ovile). Benché imparentato con la ricca famiglia dei Della Rover, guida una malconcia corriera d’anteguerra che, letteralmente, beve come un alpino: è stata usata per anni da un prete di Montebelluna che la alimentava a vinassa e fiaschi de vin. Per disintossicarla, don Giulio l’ha adottata e, con grande pazienza, la sta riabituando ai carburanti analcolici. Ma la riabilitazione è lenta: per ora l’automezzo fa solo venti cm con un litro ed emette rutti terrificanti al monossido di Cabernet. Grazie all’aumento della benzina, don Giulio finanzierà il restauro della Casa di Loreto, anche se riterrebbe più pratico comprargli una gabbia nuova.

MARIAPIA GUGHENAIM
Pare che questa sensibile casalinga veneta abbia ereditato il fiuto artistico da certe zie francesi, quattro damigelle di Avignone così all'avanguardia che erano cubiste quando ancora non esistevano le discoteche. Non sorprende che Mariapia sia diventata un’attiva patrona delle arti: con le rette di iscrizione ai venticinque corsi di pittura, scultura, teatro e danza cui manda i suoi due figli, Dada e Dalì, mantiene un esercito di artisti, attori e ballerini che altrimenti morirebbero di fame. L’altra metà del suo stipendio da impiegata la spende nella benzina necessaria per portare i figli da una palestra all’altra a bordo della sua Citroen Picasso, insieme a Braque, il simpatico segugio di casa. Con i denari di Mariapia si potrà rafforzare la sorveglianza nalla Gnam di Roma, dove recentemente alcuni vandali hanno rammendato un quadro di Burri.

LORENZO IL MAGNIFICO
Esponente del ramo povero della famiglia Medici, i Medici di Famiglia, ha abbracciato la professione di autista di Tir perché ritiene meno disonorevole essere pagato dalle aziende farmaceutiche per trasportare medicinali che per prescriverle secondo i loro interessi. Autista infaticabile, con un mese di viaggi sù e giù per l’Italia Lorenzo potrebbe finanziare da solo il restauro della Galleria degli Uffizi, anche se crede che il Parmigianino sia un panino dell’Autogrill e Durer un preservativo. Ma il suo vero sogno sarebbe poter restaurare la galleria Paci II, sulla Salerno-Reggio Calabria: giudicata dalla Ue il tunnel più malmesso d’Europa, secondo il Magnifico andrebbe invece inserita fra i siti Unesco, «perché se c’entro col camion, ‘un esco più».

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Le prossime soluzioni del governo da adottare per lo smistamento dei profughi da Lampedusa in anteprima da Michele Serra:

Amaretti e vecchi merletti

Ogni regione ha la sua ricetta per una calda accoglienza ai profughi. Si va dai vagoni piombati del Veneto alle tovaglie di pizzo spedite dalla Moratti. Intanto non decolla il ponte Lampedusa-Tunisi promesso da Silvio

Silvio Berlusconi a Lampedusa
Silvio Berlusconi a Lampedusa
Lo smistamento dei profughi di Lampedusa sta provocando un vivace dibattito nel mondo politico. Molte le soluzioni allo studio: dall'affondamento dell'isola con tutto il suo contenuto (Borghezio) fino all'adozione di un magrebino per ogni famiglia pugliese (la proposta è della Regione Lombardia). Vediamo nel dettaglio.

Veneto.
La Regione Veneto fa osservare di essere strutturalmente impreparata a ospitare i profughi.
Mancano i vagoni piombati per il trasporto. Utilizzare i normali treni locali italiani viene considerato inaccettabile dal punto di vista umanitario perfino dalla Lega. Più possibilista la Confindustria, che con l'arrivo di migliaia di immigrati prevede un forte incremento in almeno due importanti comparti: quello del filo elettrificato e quello dei randelli di frassino, caratteristica produzione della Val Pestagna.

Lombardia. A sorpresa, la Provincia di Varese ha prenotato 5 mila profughi. Ma si trattava di un equivoco: un funzionario inesperto credeva che i profughi di Lampedusa fossero biscotti tipici, come i baicoli di Venezia e gli amaretti di Saronno. Il sindaco Moratti, con una colletta tra le signore milanesi, ha inviato a Lampedusa 500 tovaglie di pizzo. I profughi le hanno molto apprezzate, pur trovandole un po' coriacee anche dopo una prolungata bollitura. Mobilitata anche la Compagnia delle Opere, che ha vinto la gara d'appalto per costruire a Lampedusa un enorme ospedale per le malattie degenerative della terza età, diretto da don Verzé e convenzionato con la Regione Sicilia, dove un migliaio di immigrati dovrebbe trovare posto come lungodegenti, in attesa di invecchiare.
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Le favolose ricette di Suor Baghi:

Meno nucleare più Onigiri

Lettrici che pulite le sogliole, Lettori che vi pulite le orecchie dal cerume decennale. Qualche giorno fa, galvanizzata dalla primavera e dai primi pollini che volano, ma molto più probabilmente da un ormone scambista che mi gira per il corpo, ho deciso di entrare in cucina dopo 8 mesi che non vi entravo e di cucinare io. Ovviamente ho scelto di fare una stronzata col riporto verticale che per la serie ' le ricette di suor baghi ' ,condividerò con voi.

gli ONIGIRI al salmone

1 procuratevi un riso che rimanga appiccicato a se stesso, salmone affumicato che non puzzi di organo intimo di puma selvatico, un padellino e qualche ciotola ed un'eventuale alga puzzolente di quelle giapponesi che odora di fogna infetta dai ratti grossi come tassi

2 fate finta di lavare il riso

3 accertatevi che tutti credano che avete veramente lavato il riso

4 evitate di buttare 2 kg di riso perché raddoppiando in pentola così facendo,avrete riso da donare agli extraterrestri quando tra 49 anni verranno a trovarci

5 mettete il riso in una casseruola coperto da un dito d'acqua a fuoco basserrimo

6 sfilettate il salmone e gettatene un po' al vostro gatto al quale puzzerà l'alito di salmone per una settimana.

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Le immagini delle amiche blogger, da Oro Fiorentino:

immaginedonnachemandabaciacuoricini.gif picture by albetta19


Da Nadia1946:



Da Iside2012:
Mi rilasso e mi diverto moltissimo nello sperimentare ,mettere alla prova la mia fantasia...come è bello creare .....fantasticare....








Da DalfusodiTaiwan:
Segni sul muro


ape


fiori


ingresso (part)


riflessi

Queste creazioni sono affreschi di una giovane donna
Chiara Stevanella di Padova.
E' laureata in matematica
ma si è avvicinata all'arte grazie ad una sua insegnante
d'Arte delle scuole medie, la professoressa Trulli
Ha trascorso I primi anni della sua vita in Brasile e le sono
rimasti impressi I colori e ricordi di quella terra.
Ha studiato l'arte di molti pittori
ma si lascia affascinare da essi solo per poter
a sua volta creare un mondo personalissimo e ricco di fantasia
vi presento alcune sue opere
ma potrete trovare molto più su di lei al sito
www.artekjara.it
francamente preferisco I suoi soggetti da sogno
che I suoi ritratti

Dal maestro della satira Vauro le ultime opere:









E da Enteroclisma:

C'E' MUMMIA E MUMMIA ...

In questi giorni a Milano si esamina la mummia di un sacerdote dell'antico dio della fertilità Min ( non si capisce bene se il nome finisse con "chia" o "zolini", ma il risultato non cambierebbe ).
TAC, ecografie ed endoscopie. Risonanza magnetica ed analisi dei tessuti ... tutti esami che se dovesse farli un essere vivente qualunque, occorrerebbero mesi di attesa e milioni di Euro.
Oggi come allora i sacerdoti hanno sempre le loro sfacciate risorse di casta !!

ANNUNCIO IMMOBILIARE

FERMI TUTTI ... ARRIVA LUI !!!

Finalmente anche il governo si rende conto che gli immigrati possono essere una risorsa, specialmente se di sesso femminile ...



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