lunedì 25 febbraio 2013

Mobili per Ufficio - Abf e Il Papiro Art i colori e l'arte nel grigio dell'ufficio.

 In alto: Immagine tratta da la Fata Nera

Il proprietario della macchina targata "New York BL 7583674589999999999999473628847456578954125963657784", è pregato di spostarla. La sua targa sta bloccando il traffico.

Mobili per Ufficio -  Abf e Il Papiro Art i colori e l'arte nel grigio dell'ufficio.

Un'azienda storica nel panorama del mobile per ufficio, ABF di Teramo, da oltre cinquanta anni produce arredamenti metallici per gli uffici e l'archiviazione, progetta e realizza pareti divisorie e attrezzate, propone il "Contract" lavori specialistici anche su misura di uffici, sale conferenza, sale multimediali e tutto quello che occorre nella realizzazione di progetti "Chiavi in mano", l'azienda promuove l'introduzione all'interno degli uffici prodotti come armadi e cassettiere metalliche, robusti e affidabili che durano nel tempo, esenti da emissioni di formaldeide ed ecocompatibili poichè una volta dismessi possono essere interamente riciclati, nonostante ciò gli arredi metallici stentano a essere accettati dalla clientela dal momento che vengono recepiti come prodotti freddi, grigi e tristi, da oggi non sarà più cosi'! Abf e Il Papiro Art propongono l'arte e una cascata di colori all'interno dell'ufficio, un progetto ambizioso che muove i primi passi in questi giorni, nelle prossime settimane daremo maggiori dettagli e informazioni su questa colorata e allegra iniziativa, qui di seguito trovate alcuni prodotti da ufficio della Abf e alcune opere de Il Papiro Art, immaginate come potrebbe essere il vostro ufficio con arredi decorati, personalizzati ed esclusivi.




Armadietti metallici

Opera pittorica de Il papiro Art


Cassettiera metallica

Opera pittorica De Il papiro Art

Opera su tavolo de il Papiro Art

I soli de Il Papiro Art

Oggi si chiude la tornata elettorale, si prevede un risultato sorprendente e rivoluzionario, Internet entrerà in Parlamento con il Movimento Cinque Stelle, un fatto senza precedenti nella storia della Repubblica, aldilà delle percentuali che il Movimento riuscirà a ottenere, sarà comunque una piccola rivoluzione, dal blog di Beppe Grillo:

Parole guerriere

Cercavamo una porta per uscire. Eravamo prigionieri del buio. Pensavamo di non farcela. Ci avevano detto che le finestre e le porte erano murate. Che non esisteva un’uscita. Poi abbiamo sentito un flusso di parole e di pensieri che veniva da chissà dove. Da fuori. Da dentro. Dalla Rete, dalle piazze. Erano parole di pace, ma allo stesso tempo parole guerriere. Le abbiamo usate come torce nel buio, come chiavi da girare nella serratura per andare altrove, in posti sconosciuti, verso noi stessi. E ora siamo fuori, siamo usciti nella luce e non ci siamo ancora del tutto abituati. Stringiamo gli occhi e, anche se sappiamo che stiamo percorrendo l’unica via possibile, abbiamo qualche timore, ed è normale. Quello che sta succedendo ora in Italia non è mai successo prima nella storia delle democrazie moderne. Una rivoluzione democratica, non violenta, che sradica i poteri, che rovescia le piramidi. Il cittadino che si fa Stato ed entra in Parlamento in soli tre anni. Abbiamo capito che eravamo noi quella porta chiusa, che le parole guerriere erano da tempo dentro di noi, ma non volevano venire fuori, pensavamo di essere soli e invece eravamo moltitudine. E adesso siamo sorpresi che così tante persone a noi del tutto sconosciute avessero i nostri stessi pensieri, le nostre speranze, le nostre angosce. Ci siamo finalmente riconosciuti uno nell’altro e abbiamo condiviso parole guerriere. Parole che erano state abbandonate da tempo, di cui si era perso il significato, sono diventate delle armi potenti che abbiamo usato per cambiare tutto, per ribaltare una realtà artificiale dove la finanza era economia, la menzogna era verità, la guerra era pace, la dittatura era democrazia. Parole guerriere dal suono nuovo e allo stesso tempo antichissimo, come comunità, onestà, partecipazione, solidarietà, sostenibilità si sono propagate come un’onda di tuono e sono arrivate ovunque annientando la vecchia politica. Siamo diventati consapevoli della realtà. Sappiamo che possiamo contare solo sulle nostre forze, che il Paese è in macerie e che quello che ci aspetta sarà un periodo molto difficile, ci saranno tensioni, problemi, conflitti, ma la via è tracciata. L’abbiamo trovata questa via e ci porta verso il futuro, un futuro forse più povero, ma vero, concreto, solidale e felice. C’è una nuova Italia che ci aspetta. Sarà bellissimo farne parte.

Alcune considerazioni sul Movimento Cinque Stelle, da Informare per Resistere:

Grillo riempie Piazza San Giovanni: l’Italia è cambiata. Bisogna accompagnare il cambiamento

- di Rodolfo Ricci -

Ho assistito via web all’intero evento conclusivo dello Tsunami tour in una stracolma Piazza San Giovanni, a Roma (e insieme a me lo hanno seguito altre 3.000 persone da questo sito che un anno fa è nato con l’incitazione a cambiare il mondo, perchè il mondo cambia, grazie a Dio o nostro malgrado). Più di Grillo, che non è un capo carismatico, ma casomai un capo enzimatico, mi hanno colpito le ragazze e i ragazzi che lo hanno preceduto, in particolare i loro messaggi; messaggi di buon senso, immediatamente comprensibili, quasi ecumenici in buona parte e, per il resto, la maggioranza, rivendicazioni che ricalcavano per filo e per segno quelli dei movimenti degli ultimi 15 anni, passando per Porto Alegre e Genova.
Si può eccepire che essi siano stati pronunciati senza il rigore intellettuale e l’impostazione della voce che ne nobilita i contenuti, ma questa è una considerazione che lasciamo ai puristi della lingua. Si può eccepire il richiamo forse eccessivo alla meritocrazia e alla competenza, ma esso si applica ad ogni contesto e magari il fatto nuovo è che non corrisponde più (vivaddio) al marchio dell’università che si è frequentata e quindi al censo.
Acqua bene comune, no alle grandi opere, approccio al territorio, commercio a km zero e sovranità alimentare, sovranità e sostenibilità energetica ed ecologica, no debito, centralità della piccola impresa come fattore di democrazia economica, costruzione europea sottoposta ai referendum popolari, critica della casta e al contempo della delega che la produce, costruzione partecipata del programma e delle proposte legislative, trasparenza, riduzione della durata del mandato parlamentare e dei relativi emolumenti, uso della rete come nuovo luogo di discussione e partecipazione orizzontale, ed infine reddito di cittadinanza, ecc. ecc., sono argomenti ampiamente condivisi: su uno di questi, l’acqua pubblica, si sono espressi a favore 28 milioni di italiani. (Senza le dovute conseguenze democratiche).
beppe grillo - tsounami tour-2
L’armamentario ideologico del M5S corrisponde in grande parte a quanto i movimenti di critica al neoliberismo e alla globalizzazione hanno saputo elaborare negli ultimi 2 decenni.
Grillo, dal canto suo, esibisce tutta la potenza di fuoco che scaturisce dalla critica alla casta (cosa che fa anche Monti) e alla compenetrazione e subalternità della politica ai grandi potentati economico-finanziari, sintetizzata nella teoria dei maggiordomi (cosa che Monti non fa, ovviamente).
Cosa c’è che non va, da un punto di vista di sinistra ?
Certo, l’attacco indistinto ai sindacati, ma se abbiamo visto Bonanni far parte integrante dell’allegra compagine dei Monti e Montezemoli, qualche riflessione, decisiva, in questo ambito si impone. Difficilissimo fare finta di niente e continuare con la litania di un’unità sindacale a prescindere.
Il problema vero è che a sinistra non vi è stata la capacità (e la volontà) di tradurre a livello politico le lotte di resistenza e le elaborazioni dei movimenti sociali che si sono susseguiti in questi decenni. L’unica vera novità emersa nel paese che era stata in grado di portare in piazza milioni di persone in una trasversalità produttiva e geniale.
... Continua

Sempre sul Movimento Cinque Stelle il commento di Luogocomune:
Beppe Grillo, i media e le «reti di fiducia»
di Gennaro Carotenuto
Il fatto che Beppe Grillo e il Movimento 5 Stelle rifiutassero la stampa ieri a San Giovanni per il trionfo romano, è stato stigmatizzato in tutte le salse. Nella migliore delle ipotesi è stato considerato poco democratico, nella peggiore è stato dato loro del fascista. Da critico di Grillo non solo non condivido tali accuse ma ritengo indispensabile dire la mia in merito.

1) I media mainstream, quelli italiani nel 99% dei casi, rappresentano plasticamente quello che Noam Chomsky chiama «la fabbrica del consenso» e vivono in osmosi con il mondo politico e le classi dirigenti. Per compiere il loro lavoro di squadrismo mediatico (basti pensare a quello che hanno fatto con i movimenti, a Genova, con i NoTav o, allargando il campo, con la sistematica diffamazione dei governi progressisti latinoamericani) credono di poter demonizzare sistematicamente personaggi, movimenti, sistemi culturali per poi pretendere, con un cinismo senza pari, che chi hanno messo alla berlina fino a 30 secondi prima debba subito dopo comportarsi con fair play nei loro confronti. Non funziona così. Non stringerò la mano a chi mi avrà riempito di calci per tutta la partita o colpito sistematicamente sotto la cintura, con l’arbitro che fa finta di non vedere. Non siete neutrali, non siete più il quarto potere, la spina dorsale della democrazia, siete i tutori di un sistema informativo oligopolico chiuso a riccio nella difesa di un sistema di privilegi. Se giocate sporco nei miei confronti -ha detto Grillo- non è scritto da nessuna parte che debba porgere l’altra guancia ...

... anche e soprattutto perché con le nuove tecnologie -ed è il secondo punto- siamo usciti dalla dittatura mediatica per la quale o sono vostro sodale o siete in grado di condannarmi al silenzio. La società, la democrazia, l’opinione pubblica non può fare a meno di comunicare ma, oggi, può fare a meno di voi.

2) Quando l’11 marzo 2004 l’intero complesso mediatico spagnolo, destra e sinistra unite nella lotta, collaborarono a diffondere la menzogna di José María Aznar, che aveva interesse a raccontare che gli attentati di Madrid fossero stati commessi dall’ETA invece che da Al Qaeda, i cittadini si ribellarono ribaltando il risultato delle elezioni politiche della domenica successiva. Lo fecero con i «media personali di comunicazione di massa», utilizzando Internet, i blog, le reti sociali per informarsi, ma soprattutto facendo rete con il più diffuso e semplice di tali media, il telefonino. Lo fecero, secondo Manuel Castells, attivando quelle «reti di fiducia» per le quali «se io mando un SMS a dieci persone e ognuno di loro lo gira a dieci amici, nel giro di pochi minuti potremmo avere lo stesso o addirittura più impatto di quanto ne può avere la televisione perché tali reti sono selettive, si dirigono a persone che si conoscono». Rispetto alla pretesa dei disinformatori di professione di orientare a loro fini l’opinione pubblica, i cittadini spagnoli furono in grado di replicare spostando in poche ore il voto del 21% degli elettori sdegnati dalla manipolazione del governo e della stampa. Quella dell’11-14 marzo 2004, continua Castells «è stata una specie di rivolta etica che ha sorpreso tutti, inclusi gli stessi media. Non è stata una rivolta contro un partito o a favore di un altro. È stata una rivolta per la verità e contro la menzogna».


La consueta ricetta allegra e fantasiosa di VeGaN RioT:
Gnocchi alla Romana ai funghi
autore: Paolo

30 minuti
2 persone
  • 40 g di semolino
  • 300 latte di soia 
  • Funghi secchi
  • Aglio
  • Erba cipollina
  • Sale marino
  • Olio di oliva
Lasciate i funghi secchi a reidratarsi in acqua per una decina di minuti abbondanti. Mettete il latte di soia in una pentola con un pizzico abbondante di sale ed un filo dolio; lasciate riscaldare. Quando il latte sta iniziando a bollire, aggiungete a pioggia il semolino e mescolate con un frusta energicamente fino a che il liquido diventa solido; lasciate cuocere sempre mescolando per qualche minuto quindi levate dal fuoco. Versate il semolino su una teglia umida e livellate aiutandovi con una spatola. Lasciate raffreddare completamente. Nel frattempo scolate i funghi, riscaldate in una padella abbondante olio, rosolatevi lo spicchio d’aglio in camicia lievemente schiacciato, quindi versate i funghi e lasciateli cuocere per una decina di minuti, fino a quando non risulteranno teneri; aggiungete un paio di fili di erba cipollina tagliati finemente.
Con l’aiuto di un coppapasta ricavate dal semolino degli gnocchi. Adagiate gli gnocchi su una placca da forno unta d’olio e spennellatene ulteriormente anche la loro superficie. Passateli al forno ben caldo per un decina di minuti. Servire caldi, accompagnandoli ai funghi.
Gli gnocchi sono tondi ovviamente, ma ci siamo mangiati anche le parti meno artistiche che non compaiono in fotografia…

Le miserie di casa nostra raccontate da Roberto Mangosi:

IL SILENZIO E' D'ORO

C'era da aspettarselo.
Il lupo che ha cambiato il pelo 
non riesce a cambiare il vizio 
e spara insulti alla magistratura, 
prolungando la sua campagna denigratoria 
e diffamatoria ben oltre i limiti consentiti 
dalla legge e dal buon senso.



ESCA VIVA

Le frottole elettorali 
sono il pane quotidiano di certi personaggi che, 
nonostante tutto, riescono ad abbindolare 
un gran numero di persone.
I creduloni, sfortunatamente, 
sono ancora una grande forza in Italia.
E così, grazie all'ultima fantasia 
di un personaggio di cui già conosciamo le gesta, 
tanta gente ha abboccato all'amo 
di una promessa 
chiaramente impossibile da mantenere.
Una sola parola: 
VERGOGNA !!




 

 



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