giovedì 29 marzo 2018

Perché non consumo latte e formaggi da vent'anni



I nostri pronipoti troveranno barbara l'usanza di nutrirsi di animali. Nei prossimi anni milioni di persone sceglieranno di mangiare a un gradino più basso della catena alimentare, così da permettere che milioni di altri possano ottenere quanto occorre per sopravvivere. Se ciò succederà, aumenterà il livello di salute globale - nostra, del Sud del mondo, del pianeta.
- Jeremy Rifkin, autore di "Ecocidio"


Perché non consumo latte e formaggi da vent'anni
di Marina Berati

La sofferenza e le uccisioni di mucche e vitelli provocate dalla produzione di latte (e di conseguenza di formaggi e altri derivati) sono purtroppo ancora oggi poco note alla maggior parte delle persone. Si parla molto di scelta vegan, ma ancora pochi si rendono conto dei motivi per cui questa scelta implica l'eliminazione dei latticini.

Il motivo è semplice e molto triste: non esiste latte senza violenza, angoscia, disperazione, uccisioni cruente degli animali, peraltro giovanissimi (pochi mesi i vitelli, pochi anni le mucche).

La mucca produce latte soltanto dopo il parto, come ogni mammifero, perché il latte è il nutrimento per il cucciolo. Ed è subito dopo il parto che avviene la violenza più grande per mucche e vitelli: il cucciolo viene portato via alla madre poche ore dopo la nascita, causando disperazione in entrambi gli animali. Una sofferenza e angoscia che durano per molto tempo e che per la madre si rinnovano anno dopo anno, perché le mucche vengono nuovamente ingravidate poco dopo ogni parto, in modo da dare alla luce un vitello ogni anno e rimanere sempre "produttive".

Il vitello è più "fortunato", perché viene ucciso a sei mesi, così la sua sofferenza termina presto.

Ma anche le mucche stesse pare diventino più "fortunate" di anno in anno: infatti anche la loro vita si è di molto accorciata. A causa dello sfruttamento sempre più estremo (sono forzate a produrre una quantità di latte che mai in natura sarebbe possibile, né necessaria al nutrimento del cucciolo), oggi le mucche "durano" davvero pochissimi anni - così sono viste dagli allevatori, un bene che ha una certa durata. Dopo 2 o 3 gravidanze sono talmente esauste che non si reggono in piedi e per essere caricate sul camion verso il macello, sono spesso trascinate con l'argano. Così devono piangere i loro cuccioli solo 2-3 volte, anziché 6 o 7 come un tempo. Un vero passo avanti per il benessere degli animali, come no.

Piangere il loro cucciolo, dicevo. Sì, le mucche cercano il loro cucciolo, si lamentano, muggiscono disperate, come racconta anche il dott. Neal Barnard nella sua conferenza sui danni alla salute umana del consumo di latticini. Racconta di quel caso avvenuto a Newbury, Massachusetts, in cui dei nuovi residenti avevano chiamato la polizia perché sentivano giorno dopo giorno delle urla della vicina fattoria. Erano le mucche che avevano appena partorito, angosciate perché non trovavano il loro piccolo. Immaginate la disperazione causata dallo spezzare questo legame madre-figlio, molto forte in ogni specie di mammifero.

Per questo, non appena mi sono resa conto di questa realtà, sono diventata vegan.
E' così in tutti gli allevamenti, anche i rari allevamenti familiari

Non illudiamoci che possa esistere un latte senza crudeltà, è assolutamente impossibile, non ci sono eccezioni. Non esistono allevamenti in cui i vitelli non vengano uccisi, come potrebbero? Ci sarebbe un numero enorme di vitelli improduttivi, devono per forza diventare "carne", dove potrebbero essere messi altrimenti? E lo stesso vale per la mucca: chi mai potrebbe mantenere una mucca improduttiva fino alla fine della sua vita naturale, intorno ai 20 anni? Semplicemente impossibile. E comunque il suo latte è per suo figlio, non per noi.

Perciò, non importa se l'allevamento è intensivo, biologico, familiare, piccolissimo: madre e figlio vegono SEMPRE separati, il cucciolo viene SEMPRE ucciso dopo pochi mesi e la madre dopo pochi anni. Che siano 3 o 5 o 10 non cambia le cose, anzi. Più a lungo vive, più a lungo soffre.
Un invito a non uccidere

Vi invito con tutto il cuore a smettere di consumare, oltre che carne e pesce, anche qualsiasi derivato animale, perché sono sempre ottenuti a prezzo di profonde sofferenze e impietose uccisioni. Sempre. Non ha davvero senso non mangiare carne e poi mangiare formaggio: perché dovrebbe essere sbagliato uccidere un bovino "da carne" e giusto uccidere un vitello e una mucca sottoprodotti dell'industria del latte?

Fate un passo, oltre, non fermatevi alla scelta vegetariana. Lo dico specialmente a chi è vegetariano da anni e si è fermato lì. Persone che magari sono diventate vegetariano 30 anni fa, quando di questi argomenti si parlava molto poco, ma ormai questi sono fatti sui quali si trovano molte informazioni, video, articoli. Bisogna allora rimettere in discussione la propria scelta, non credere di aver già fatto tutto il possibile ed essere soddisfatti così.

Se siete diventati vegetariani perché ritenete sbagliato uccidere animali per ottenere della carne, sicuramente non riterrete giusto ucciderli per il latte o il formaggio... altrimenti significherebbe che per voi la vita di un animale vale più del piacere di mangiare carne, ma meno del piacere di mangiare formaggio e ovviamente non credo sia così.

Oltretutto, il passaggio da vegetariani a vegan e perfino più semplice rispetto a quello da onnivori a vegetariani, quindi se ce l'avete fatta a compiere il primo passo... potete farcela anche col secondo! Oggi poi esistono così tanti ingredienti e prodotti sostitutivi "senza crudeltà" che davvero non ci sono problemi di sorta.
E le uova?

Per il consumo di uova si pongono problemi analoghi: il tipo di patimenti degli animali è diverso, ma non meno intenso e il numero di uccisioni è infinitamente maggiore, quindi la situazione è ancora più tragica. Lo racconterò in un altro articolo, prossimamente. La conclusione è in ogni caso la stessa: per non uccidere, occorre diventare vegan.

Fonte: Agire Ora

Nessun commento: