venerdì 22 giugno 2018

Idiocracy


L'immagine può contenere: 8 persone, persone che sorridono, persone in piedi
Oggi è la giornata mondiale del Selfie. 
Pensavo mi stessero prendendo in giro al bar e invece no: 
E' la giornata mondiale del selfie. 
Il vino alle 8 del mattino è l'unico rimedio.
Essere in questa società o non essere in questa società, 
questo è il dilemma....
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Selfie o non selfie, questo è il problema: 
se sia più nobile d'animo sopportare le foto, 
i sassi e i calci dell'iniqua fortuna, 
o prender er modello nuovo 
contro un mare di sottomarche e combattendo, disperderle. 
Morire, dormire, selfiegrafare, nulla di più, 
e con un tasto dirsi che poniamo fine al cervello 
e alle infinite miserie, naturale retaggio della società. 
E' soluzione da accogliere a mani giunte.
Morire, dormire, selfiegrafare, sognare forse: 
ma qui é l'ostacolo, quali foto possano assalirci 
in quel cesso del bar quando siamo già sdipanati 
dal groviglio della carta igienica, ci trattiene: 
é la legge questa che di tanto prolunga la vita ai nostri ritratti.
Chi vorrebbe, se no, sopportar le minchiate e le foto continue, 
il sorriso del tiranno, il disprezzo del bastone da selfie, 
le angosce del respinto sorriso, gli indugi delle dita, 
il tremolio della messa a fuoco, i calci in faccia 
che il merito vicino vi dà, come se piovesse, 
quando di mano propria potrebbe fotografare di suo conto, 
con due dita negli occhi? 
Chi vorrebbe caricarsi di grossi bastoni imprecando 
e sudando sotto il peso di tutta una vita di selfie, 
se non fosse il timore di qualche cosa, dopo la morte, 
il vero ritratto inesplorato donde mai non tornò alcun coglione, 
a sgomentare la nostra volontà e a persuaderci 
di sopportare le nostre catene piuttosto che 
correre in cerca d'altri selfie che non conosciamo? 
Così ci fa vigliacchi e brutti il telefono; 
così l'incarnato color seppia della determinazione 
si scolora al cospetto del pallido obiettivo. 
E così imprese di grandi niente e bassorilievo 
sono distratte dal loro naturale corso:
e dell'azione perdono anche la foto.
Selfie o non selfie, questo è il problema...
William Shakespeare Junior



Idiocracy

“Questo è un governo Salvini, che farà di Di Maio il suo Alfano” – Vittorio Sgarbi

There can be only one. Ci può essere soltanto un Re Sòla, e Salvini lo sa bene. Sfruttando come sempre il fascismo endemico degli italiani, la paranoia, l’odio razziale, la patetica predilezione per l’Uomo Sòla al Comando, dopotutto sta avendo davvero gioco facile ad arrogarsi il trono, riducendo Di Maio al ruolo di velino, e i suoi toninelli penduli ad utili idioti della Lega. Conte ovviamente non è neanche in gara. Conte è un calzino.
In realtà Minniti aveva già ridotto gli sbarchi di profughi dell’80% finanziando i lager libici, e ha sulla coscienza finora molti, ma molti più migranti di quanti non ne abbia il suo petulante successore padano, ma come ha detto lo stesso Di Maio, i dati non contano, conta la percezione. Salvini è più bravo ad atteggiarsi a Difensore della Razza Bianca, quindi il popolo acclama lui.
Il M5S ha già perduto qualsiasi identità e dignità, il governo è di fatto un monocolore leghista. Una Mat-teocrazia.
Déjà vu, niente di nuovo sotto il Sòla. Periodicamente gli italiani s’invaghiscono d’un Cazzaro. La reincarnazione farsesca di Mussolini, già tragicamente farsesco di suo.
Saivini è l’erede diretto di Craxi, Berlusconi e Renzi, e il fatto che sia arrivato al potere anche grazie a Beppe Grillo è una nemesi beffarda.
Il vaffanculo è stato un boomerang.
Come ho già detto, non ho voglia di ricordare agli elettori grillini di sinistra la loro idiozia, anche perché in questi giorni tutto gliela ricorda continuamente. E non ho molta voglia neanche d’insultare Salvini, benché se lo meriti. Salvini non è più stronzo di Minniti o Macron, ci tiene a sembrarlo perché gli frutta voti. Non gli manifesterò contro accanto ai renziani, che ora sventolano la carta costituzionale che volevano rottamare. In mano a loro la Costruzione dovrebbe prendere fuoco come una Bibbia in mano a un vampiro.
Salvini non è la causa, è l’effetto.
E anche Salvini cadrà, come tutti i suoi predecessori. Travolto dalla sua stessa vanagloria, dalla sete di potere, dall’invidia vendicativa dei suoi vassalli, dalle manovre occulte dei suoi sponsor, dallo spread, forse dagli scandali, e sicuramente dalle promesse impossibili da mantenere.
E dopo quasi certamente arriverà un altro tetro curatore fallimentare. Un altro repossessore.
Memento Monti.
Stavolta cosa resterà di questo paese tragicamente farsesco?
Impareranno mai gli italiani a non affidarsi ogni volta a un arrogante cazzaro, il cui inevitabile fallimento dia la scusa ai nostri veri padroni di stringere ulteriormente il guinzaglio attorno al nostro collo?
Non ci resta che sperare che lo scioglimento dei ghiacciai alzi il livello del mare abbastanza da trasformare l’Italia in un arcipelago di isolotti indipendenti.
Dobbiamo augurarci la dissoluzione dello Stato italiano, non solo marxiana, ma proprio fisica.
Siamo un popolo di inutili idioti.
L’effetto serra è la nostra unica speranza.

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