Quando la vita è da un pò
che non ti prende a calci in faccia
è perchè sta prendendo la rincorsa.
Solo che la rincorsa non la prende da sola
si fa accompagnare da una moltitudine di imbecilli
per avere la sicurezza matematica
di colpirti per bene, senza sbagliare bersaglio.
Ma, del resto, è estate
tutti bravi e belli al mare o in montagna
tutte sane e sportive al lago o ai musei
tutti a sfogliare giornali da cesso, spensierati
tutte a credere alle fiabe della politica infame
tutti a rincorrere una felicità artificiale
tutte a sputare in faccia al disperato.
E intanto il mondo dei giusti, affoga.
Aveva ragione quel tal poeta:
"Non c'è soluzione ecologista
non c'è salvezza della lepre
fino a quando l'ultimo coglione razzista
non si perderà nei boschi per sempre"
La canonizzazione del sultano
4 anni fa si è suicidata Maria Baratto, una operaia della Fiat. Non ha retto i mesi di cassa integrazione. Non poteva far fronte alle spese minime di sopravvivenza. E si è ammazzata. Nel 2011 aveva scritto un articolo dal titolo "Suicidi in Fiat", in cui raccontava di tanti poveracci che si erano uccisi dopo essere stati licenziati dalla multinazionale italiana. La sua denuncia fece scalpore, ma come tutte le denuncie contro il grattacielo del potere, finì nel dimenticatoio, ben celata. Lo sapete in quanti operai e operaie si sono ammazzate, nel mondo, per colpa della "Fiat Chrysler Automobiles"? Non lo dico il numero, perchè non è una classifica a premi, ma tanti. Solo negli Stati Uniti dall'inizio dell'anno, 8. Ora potete addizionare gli ultimi 50 anni di Fiat e di Chrysler. Anzi, fate pure gli ultimi 100 di anni. Oggi, tutti i giornali, di destra, di sinistra, di centro, di sù e di giù, osannano "l'ultimo imperatore del millennio". I titoli sono a dir poco allucinanti: "il manager illuminato", "il salvatore dei due mondi" (roba da far rivoltare Garibaldi nella tomba), "l'uomo della speranza", e via così, in un susseguirsi di rocambolesche menzogne manipolatorie per spingere, l'opinione pubblica, alla rapida "canonizzazione" del Santo-Re dell'industria. Faranno presto a incoronarne un'altro, anzi, lo hanno già fatto: si chiama Mike Manley. Il capitalismo non può fermarsi, deve necessariamente inghiottire le vite per sopravvivere e autoalimentarsi. Era già successo con Agnelli nel 2003. In quel giorno, migliaia di persone applaudivano il feretro di uno dei massimi responsabili delle condizioni disastrose di centinaia di migliaia di operai nel mondo. E di suicidi. Questo è il Sistema, questo è il capitalismo: indottrinare, inculcare nelle persone, nei cittadini la favola di pinocchio. Ma detto questo, io non esulto della sua morte. Non esulto per una semplicissima ragione: non sono "direttamente" coinvolto. Non sono un operaio sfruttato e portato al suicidio, non sono un figlio di quell'operaio che si è ucciso, non sono il marito o la moglie o la compagna, o la sorella in lutto. Ma riesco a comprendere le decine di migliaia di operaie che oggi, in tutto il mondo, stanno festeggiando, e le posso comprendere perchè mi hanno insegnato, fin da bambino, a solidarizzare, a difendere, a capire da che parte della barricata stare, a tenere per mano tutt# gli sfruttati. Anch'io sfruttato. Oggi, se proprio devo ricordare, voglio ricordare la giovane operaia Maria che, devastata dalla pressa del capitalismo, si è infilata un coltello nello stomaco. Lei si, sola, senza un soldo. I dirigenti della Fiat, quando si è uccisa nel 2014, non hanno neanche aperto bocca, troppo impegnati a bere drink nelle loro terrazze vista duomo. Maria non aveva il panfilo da 50 metri, non aveva le ville sparse nel mondo, non aveva milioni di euro alla settimana, non aveva potere, non aveva la ferrari, non aveva giornali, non aveva cardinali che le baciavano l'anello, non aveva collusioni con la politica, non aveva legami con i criminali. Non aveva niente. Oggi, è morto un Re. E come disse Francesco Saverio Merlino, nel 1900, alla notizia della morte di Umberto I, per mano di Gaetano bresci:
E' morto un Re: Viva la libertà!
Olmo Vallisnera(nella foto la compagna Maria Baratto)
IL DESTINO DEI SERVI DEL PADRONE E QUELLO DEGLI SCHIAVI SALARIATI
Marchionne pare che stia morendo in un ospedale di Zurigo. Elkann (uno dei padroni) presidente del gruppo FCA scrive agli operai: " Saremo eternamente grati a Sergio per i risultati che è riuscito a raggiungere e per avere reso possibile ciò che pareva impossibile. Ci ha insegnato ad avere coraggio, a sfidare lo status quo, a rompere gli schemi e ad andare oltre a quello che già conosciamo". "Sono certo che tutti voi fornirete il massimo supporto a Mike, lavorando con lui e con il team di leadership al raggiungimento degli obiettivi del piano industriale 2018-2022 con lo stesso impegno e la stessa integrità che ci hanno guidato finora",
Noi operai della FCA abbiamo già dato e non dobbiamo essere eternamente grati a nessun servo dei padroni e a nessun padrone.
Grazie al nostro sfruttamento la FCA ha fatto miliardi.
Grazie al nostro sfruttamento Marchionne ha fatto milioni di euro
Marchionne ha chiuso intere fabbriche e licenziato gli operai
Quando a noi operai è andata bene siamo stati buttati in cassa integrazione
Noi operai abbiamo buttato il sangue sulle line di montaggio.
Molti di noi operai FCA non sono mai tornati a casa dai figli e dalla moglie, ma sono morti sulle linee
Quando qualcuno ha osato criticare Marchionne è stato licenziato
Noi schiavi salariati della FCA non siamo grati a nessuno
Un operaio FCA di Mirafiori
Nessun commento:
Posta un commento