sabato 25 agosto 2018

LETTERA DAL MARE un racconto di Olmo Vallisnera

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Presidio antirazzista al porto di Catania

Catania città aperta all'accoglienza. Facciamoli scendere! Apriamo i porti! Dimissioni del Ministro Salvini! 

Da molti giorni 171 donne, bambini e uomini, fuggiti dalla miseria, dalla guerra e dai lager libici dove hanno subito le violenze dei trafficanti di esseri umani, si trovano sulla nave della Guardia Costiera italiana Diciotti.

È inaccettabile la scelta del Governo italiano, e in particolare del Ministro dell'Interno Matteo Salvini, di impedire lo sbarco nel territorio italiano delle 171 persone stremate e in precarie condizioni di salute.

Nessun obiettivo politico del Governo può giustificare l'utilizzo di centinaia di vite umane come arma di ricatto, considerate carne da macello, non vite e speranze ma numeri da distribuire o respingere. 

Catania è città di solidarietà e accoglienza e vogliamo che il nostro porto sia immediatamente aperto e che le autorità lascino sbarcare le 171 persone dalla nave Diciotti.

Nessuna donna e nessun uomo è illegale. Restiamo umani


A proposito della nave Diciotti ed i suoi 177 migranti che il Ministro delle interiora iscritto al Ku Klux Klan si rifiuta di far sbarcare nel porto di Catania, una sonora sberla sotto forma di lettera dall'amico e poeta Olmo Vallisnera...

LETTERA DAL MARE un racconto di Olmo Vallisnera

Mi chiamo Mahmoud e sono un bambino. La mamma mi ha detto che sono nato in un paese bellissimo e grande che si chiama Siria. Ora ho 8 anni ma fra poco ne compio nove, e non vedo l’ora perchè cosi divento grande. Io e la mia famiglia abitavamo in un villaggio in cima a una montagna. C’erano tanti alberi e in estate faceva caldo, ma non era un caldo umido, che dava fastidio, era secco. Tanto secco che qualche volta finiva l’acqua per bere e lavarci. Però il mio papà era bravissimo, si alzava presto la mattina e con due secchi grandi, grandi, andava a prenderla in una bella sorgente, fresca e pulita. Eravamo tanto felici ma, purtroppo, un giorno sono venuti degli uomini cattivi, che ridevano e urlavano. Allora mi sono nascosto con la mia sorellina sotto un ponticello. Non ci hanno visti. Gli uomini cattivi hanno cominciato a bruciare tutto, gli alberi, le case, i negozi. La mattina dopo non c’era più niente, ma ero contento perchè la mia mamma e il mio papà si erano salvati senza neanche un graffio. Il pomeriggio papà ci ha portato via dalla nostra casa distrutta, la casa dov’ero nato. Abbiamo camminato per tanti giorni, io ero stanchissimo, non mi reggevo in piedi e anche la mia sorellina, allora il papà mi ha preso in braccio e la mamma ha preso in braccio la mia sorellina. Dormivamo per terra, con delle belle coperte colorate che aveva cucito la mia mamma, e di giorno camminavamo. Dopo tanto tempo siamo arrivati a una piccola collina e al di là….il mare!. Finalmente! Che bello il mare!. Io ero agitatissimo, non lo avevo mai visto. Vicino al mare c’erano tantissime tende dove abitavano altri bambini come me con i loro genitori. Erano tutti scappati dagli uomini cattivi. Una mattina ci hanno detto di chiudere la tenda perchè saremmo partiti, così io ho aiutato il papà e abbiamo messo la tenda dentro un grande borsone. Poi, siamo saliti su una barca strana, una barca di gomma. Il mio papà ha pagato tanti soldi, perchè il mio papà è tanto generoso. La barca era grande ma continuavano a salire tante persone e cosi dopo poco la barca è diventata piccolina. Io non sapevo dove sedermi, erano tutti vicinissimi e poi mi accorsi che erano tutti tristi. E allora, anche a me mi è venuta un pò di tristezza. Però il mio papà mi ha detto che andavamo in un nuovo paese, dove non c’era la guerra e dove potevamo stare in pace, così, ho comiciato a ridere dalla felicità. Che paura il mare! ho sempre pensato che il mare era bello, caldo, azzurro, ma non credevo che potesse diventare così agitato e grosso. Di giorno ero abbastanza coraggioso perchè si vedeva ma di notte si sentiva solo il vento e il freddo e la barca si muoveva tutta. La notte faceva paura.



La mia mamma mi teneva stretto, stretto, e io tenevo stretta la mia sorellina. Una notte il mare era così grande che la barca ha cominciato a sbattere di quì e di là, le persone cadevano in acqua e tutti urlavano, ero terrorizzato. In acqua non si vedeva niente si sentivano solo le urla. A un certo punto la mamma di un mio amico è caduta e il marito ha cominciato a piangere, allora il mio papà che è molto coraggioso, si è gettato dalla barca per salvarla. Quella notte non la dimenticherò mai. Mia mamma gridava forte, chiamava: Nizar! Nizar! Ma il mio papà non rispondeva perchè era già scomparso tra le onde. La mia mamma mi ha detto che adesso il mio papà è in un posto bello, dove non ci sono le guerre e dove non c’è freddo. Ma io sono triste lo stesso, perchè lo preferivo vicino a me. Ora con chi giocherò a pallone?

Con chi?


Dopo tanti giorni e notti si è avvicinata, una mattina, una barca grandissima con degli uomini che ci hanno lanciato tanti salvagenti, poi ci hanno portati sulla loro barca. Che bella! aveva tante stanze calde e comodissime. Nel pomeriggio siamo arrivati a terra, io ero stanchissimo e anche la mia sorellina e anche tutti i bambini. Invece i grandi erano tutti in piedi e piangevano e ridevano. Io non capivo perché. Io, o piango o rido, ma la mia mamma mi ha detto che piangevano e ridevano perchè erano salvi. Dopo un pò ci hanno portato in una grande casa per alcuni giorni e poi siamo saliti su una grande corriera che ha viaggiato tutta la notte. La mattina siamo arrivati in un paese strano, non si vedeva niente, c’erano come delle nuvole ma, erano per terra. Mi hanno detto che si chiama nebbia. Faceva tanto freddo. A un certo punto siamo scesi dalla corriera e io, ero contento perchè non avevo mai viaggiato su una corriera, anche se, per essere sincero, preferisco i treni. Il mio papà era il più bravo falegname del paese e mi costruiva sempre trenini di legno. Che bravo che era il mio papà. Ora non c’è più, ma il trenino più bello che mi aveva fatto, lo tengo ancora stretto. Anche il trenino ha attraversato il mare senza affogare. Perché l’ho tenuto tanto stretto. Ci hanno fatto entrare in una casa con tante stanze, tutte calde ma, fuori, c’erano tante persone che urlavano. Avevano dei cartelli e delle bandiere, io non capivo niente, la loro lingua è così diversa dalla mia. Noi bambini giocavamo nel salone di sotto e i nostri genitori erano tutti vicino alla porta di ingresso a guardare preoccupati queste persone che urlavano. Mia madre era un pò nervosa, forse non gli eravamo simpatici. Ma noi non volevamo andare lì, noi volevamo stare a casa nostra dove c’erano gli alberi, la frutta, il sole. Solo che la nostra casa ora è crollata con le bombe, non possiamo più tornare. A me spiace che queste persone siano arrabbiate con noi, anche se non ho capito il motivo, io spero che non siano tutti così arrabbiati in questo paese, con me, mia sorella, e la mia mamma. Io sono un bravo bambino e anche la mia mamma e la mia sorellina sono brave. Abbiamo passato tutta la notte svegli per le urla di queste persone poi, la mattina, sono andati via, e allora io ho cominciato a dormire. Erano tanti giorni che non dormivo, pensavo sempre al mio papà. Nel pomeriggio, quando mi sono svegliato, è entrata nella nostra stanza, dove c’eravamo noi e altre famiglie, una signora cicciottella sorridente, vestita con una gonna lunga e colorata. Anche la mia mamma quando ero piccolo, piccolo, era cicciottella, era bellissima. Ora è molto magra, mangia poco, però la mia mamma è sempre la più bella di tutte. Questa signora ha cominciato a parlare piano, con calma, un papà traduceva quello che diceva. Io non capivo molto, tante parole difficili, ma una l’ho sentita bene e la conoscevo già. La signora cicciottella ha detto davanti alla mia mamma con un sorriso bellissimo: Benvenuti!.



Io lo so cosa significa benvenuto. Il mio papà lo diceva sempre a tutte le persone che incontrava. Il papà mi raccontava che la parola benvenuto è la parola più bella del mondo, perchè racchiude altre parole. E’ come una scatola magica dove dentro ci sono tante parole come: amore, solidarietà, amicizia, generosità, aiuto, ospitalità, comprensione, rispetto. La mia mamma sentendo quella parola, la parola del mio papà, ha cominciato a piangere forte. Piangeva tutte le lacrime del mondo e anche le lacrime del mio papà. La signora allora l’ha abbracciata e tutti piangevano in stanza. Tutti dicevano: Benvenuti! benvenuti! benvenuti!. Io voglio imparare la parola “benvenuto” in tutte le lingue del mondo, così quando da grande viaggerò, potro farmi capire da tutti e far capire a tutti che sono una bella persona. Una bella persona come il mio papà. La mamma mi ha detto che questa signora cicciottella che ci ha parlato, dice che non tutti sono arrabbiati con noi, come le persone che urlavano in strada la sera prima, ma che anzi, loro sono pochi. Ha detto la signora cicciottella che sono una piccola minoranza. La mia mamma sentendo queste parole ha sorriso e mi ha abbracciato forte e poi ha abbracciato la mia sorellina. E’ stato in quel momento che ho capito che la gente, in fondo, ci vuole bene. Alcuni non ci vogliono vicino alle loro case, ma, sono molti di più quelli che ci vogliono bene. Ora ho quasi finito il foglio e devo finire la lettera, poi, la infilerò in una bottiglia e la metterò in acqua, cosi un giorno anche il mio papà potrà leggerla e essere contento di me. La signora cicciottella continua a entrare e uscire dalle stanze, sorride sempre. Che bella che è, come una fata. Poi si è avvicinata proprio a me e mi ha dato un pallone. Non mi ha detto nulla ma i suoi occhi parlavano.

Io ho capito tutto.

Dicevano:

Gioca Mahmoud, gioca

corri piccolo, corri

dimentica il freddo Mahmoud

dimentica la violenza

dimentica la cattiveria

io ti sono vicina

Gioca Mahmoud

gioca e basta…



Il racconto: LETTERA DAL MARE è stato pubblicato, nel numero di agosto 2018, dal giornale internazionalista: Sicilia Libertaria





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Tutti noi antispecisti vorremmo che tutti gli animali fossero liberi, ma al momento attuale l'unica soluzione auspicabile sarebbe che l'essere umano sparisse dal pianeta terra, come descritto nella parte iniziale del post, nel frattempo che questa eventualità si concretizzi (e dai cambiamenti climatici in atto, non dovrebbe essere un momento tanto lontano, noi umani siamo seduti sul ramo dell'albero che stiamo segando, e manca pochissimo alla catastrofe), bisogna pensare agli animali liberati dagli allevamenti e dai macelli, in Italia e nel mondo esistono tanti rifugi o santuari per animali liberati, e bisogna aiutarli, a supporto di questi luoghi magici, da qualche mese ho formato un gruppo su Facebook: Canapa e Vegan per I Rifugi di Animali Liberi, al momento siamo oltre quattromila iscritti, vorrei che mi deste una mano a farlo crescere, invitando ed iscrivendo i vostri amici;
I rifugi si possono aiutare in tanti modi, il più semplice è destinare l'otto per mille sulle dichiarazioni dei redditi, oppure organizzare delle cene benefit nelle vostre città a favore dei rifugi in ristoranti e locali solo vegan (Non finanziamo gli sfruttatori di animali), ma soprattutto si possono visitare e conoscere gli umani e non umani ospiti delle strutture.



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