venerdì 17 agosto 2018

Libri: Disobbedienza vegana

Disobbedienza Vegana - Adriano Fragano

L'immagine può contenere: cielo e spazio all'aperto


Fuochi d'artificio

La Versilia. Fa sempre un certo effetto la Versilia. Rumorosa, umida, colorata, piatta, con il profumo della resina. In Estate. In Inverno: silenziosa, del blu grigiastro del mare, delle pinete, quasi abbandonate, secca come i rami delle spiagge. Portati, stanchi, dalla risacca. Si, in inverno, e' decisamente meglio. Come del resto, tutte le località, affacciate sul mare, sono meglio in inverno. Cerco sempre di trovare dei motivi per farmi piacere il mare in estate. Non ci sono. Ma il mare, con gli spruzzi addosso agli scogli, con i gabbiani al limite dell'orizzonte, non c'entra. Non e' il mare che rende il mare triste in estate. E' ben altro. Lui, perenne, distratto, compagno di silenzi, e' sempre lo stesso. Che il vento spiri da nord, sdraiandosi sulle Apuane, o che spiri da sud, accarezzando le pinete: e' sempre lo stesso. La Versilia e' un posto strano. Casa natia del Babbo. Straniera al figlio. Sciantosa, ricca, cara, incasinata, in superficie, per i turisti. Solitaria, deserta, malinconica, nelle giornate del novembre. Non passa inosservata la Versilia. Le sue montagne non lo permettono. Pareti bianche, vissute, livide, astratte, di quel marmo rosso dei morti. Bianche come la solitudine. Come la pelle stanca di un vecchio passeggero , passato, quasi per caso. Quasi, passato...



Libri: Disobbedienza vegana

Il veganismo essendo entrato a far parte della cosiddetta narrativa mainstream, è ormai considerato un argomento di tendenza che s’incontra sempre più spesso nei social networkcome pure su giornali e TV. Nonostante ciò – o forse proprio per questo – il concetto che la società ha del fenomeno è profondamente errato.

In genere s’intende per “vegano” banalmente uno stile alimentare elitario, costoso e consumista dovuto a convincimenti salutistici, moda o a fanatismo. L’idea originaria prende invece vita da profonde motivazioni etiche e coinvolge ogni ambito del quotidiano. Il consumismo e la cattiva informazione hanno di fatto stravolto ciò che in realtà propone il veganismo moderno: una pratica di disobbedienza non violenta e di liberazione, in risposta a una società che sfrutta, uccide e trita in nome del profitto, dello specismo e dell’antropocentrismo.

Il libro affronta numerosi argomenti: dalla storia della definizione di “veganismo”, ai principi originari, alle tipologie di veganismo dei giorni nostri. Dai rapporti tra veganismo e l’idea che abbiamo del cibo e il capitalismo, alle implicazioni personali e sociali, ai pregi e difetti delle diverse forme di attivismo.
Un percorso utile a dimostrare che, contrariamente a quanto raccontato per anni, il veganismo non è meramente una pratica immediata e facile, ma una filosofia splendida e completa che richiede una vita etica, impegno, costanza, ed è in grado di produrre un vero progresso morale.

Fonte: Veganzetta



I FEDELI DI GESU' CRISTO

La gente savia, cioè quella normale, quella con le rotelline perfettamente a posto, non vede negli occhi del maiale la presenza di un essere vivente con delle esigenze e dei sentimenti, con la voglia di vivere, di giocherellare e di stringere amicizia con qualcuno, come succede per il cane e per il gatto, che hanno addirittura un giorno del calendario a loro dedicato.

La gente normale vede in quegli occhi soltanto la voglia di cibo per crescere velocemente di peso e finire in tanti bei salumi, tante belle soppresse, tante gambe appese chiamate prosciutti, tanti musetti, tante polmonarie, tanti fegati, tanta pancetta, tanti pezzi di lardo, tante cicciole, ovvero sangue rappreso e dolcificato.

Capito l’andazzo, la Pfizer ha registrato il marchio dell’eparina a livello mondiale, e così le budella pressate di ogni maiale diventano altra fonte preziosa di danaro, visto che non esiste medico che accetti oggi di operare senza il supporto dell’eparina.

Da piccolo mi successe di vedere più di una volta l’agghiacciante scena del porcaro (dotato di anima) col coltellaccio in mano, che insegue il porcellino (senz’anima) fino a bloccarlo contro il primo angolo del cortile.
La scena della lama che penetra profondamente nella gola nuda e improtetta della povera bestiola, con lancinanti urla di dolore e di protesta che salgono verso il cielo e durano per diversi minuti. Un pianto talmente disperato e struggente da perforarti il cuore. Ma non il cuore del boia che, steso al suolo il primo maiale, si mette a inseguire il secondo e il terzo, il quarto e il quinto, che avevano osservato sconvolti ed in piena tachicardia la scena iniziale, rifugiandosi dietro una ruota del camion, o dietro la pianta di limone.
Altro maiale altra scena. Altro sgozzamento e altre urla.
Da creature pensanti e senzienti in salsicce appese al filo

Il più fortunato fu il primo, la cui agonia durò non più di 15 minuti. Il quinto maialino invece ricevette non una ma cinque coltellate, la sua e quella dei suoi malcapitati fratelli.
Alla fine della giornata, dei porcellini nessuna traccia.
Alle urla della mattinata era subentrato un silenzio tombale.
Una fila di salsicce appese a un filo, come si trattasse di biancheria ad asciugare. Una seconda fila di zamponi, una terza di prosciutti, e il pavimento del cortile rosso ed acre, saturo di sangue, di pipì, di escrementi e di sofferenza.
Nessun rimorso e nessun peccato. Si tratta di esseri senz’anima.

E tutto accade con la benedizione della Chiesa Cattolica, la quale garantisce che questi animali non sentono, non pensano e non hanno alcuna parvenza di anima, visto che l’anima è di esclusiva pertinenza umana.

Scene come questa hanno beatificato in continuazione i nostri paesi e le nostre città, e sono avvenute all’ombra protettiva di chiese consacrate, di benedizioni sacerdotali e di campanili imbandierati. Migliaia di sagre paesane, aventi per tema la polenta e il cotechino, la costa e la salsiccia, sono organizzate ogni anno dai pievani e dai monsignori, in nome della devozione e della fede in Gesù Cristo.

Nessun commento: