venerdì 7 settembre 2018

LA CACCIA E’ UNA FORMA SECONDARIA DI MALATTIA MENTALE UMANA

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In un solo anno i fucili dei cacciatori italiani sparano sul territorio nazionale 500 milioni di cartucce. Vengono così disperse ogni anno nell’ambiente 17.500 tonnellate di piombo sotto forma di pallini, un diluvio di frammenti velenosi che si accumulano nei prati e nei boschi, sul fondo di laghi, fiumi e stagni. A tutto ciò vanno aggiunte le tonnellate di plastica dei bossoli che per legge i cacciatori sarebbero tenuti a raccogliere ma che invece lasciano nell'ambiente. La caccia uccide e inquina!



LA CACCIA E’ UNA FORMA SECONDARIA DI MALATTIA MENTALE UMANA
-Theodor Heuss-

I cacciatori non uccidono sparando soltanto a milioni di animali selvatici innocenti ogni anno ma anche a centinaia di migliaia di gatti domestici e a migliaia di cani che capitano sulla loro strada e, a volte, persino al loro collega di caccia o a un passante.

Una parte della popolazione sorprendentemente grande, e per di più in crescita, è critica di fronte all’uccisione degli animali selvatici e chiede addirittura di porre fine alla caccia. I sondaggi degli ultimi 3 anni parlano del 70-80 % degli italiani.

Non c’è da meravigliarsi: gli animali selvatici nei boschi e nei campi vengono perseguitati praticamente durante tutto l’anno.
Ogni anno, più di 150 milioni di uccelli e milioni di altri animali vengono colpiti e uccisi con pallottole, bastoni e presi in trappole da 800.000 cacciatori ( = 1% della popolazione).
In molti casi si tratta di una morte estremamente atroce: i cacciatori onesti ammettono che all’incirca la metà degli animali non muore subito. Caprioli e cinghiali feriti fuggono in preda a grandi dolori, con gli intestini che fuoriescono o con le ossa frantumate fino a quando, ore o giorni più tardi, il cane da caccia trova le tracce di sangue. Le volpi vengono fatte uscire dalla tana con il fumo oppure spinte dal cane davanti al fucile del cacciatore, i volpacchiotti si uccidono a bastonate. Molti animali soffrono nelle trappole per ore e giorni pene strazianti fino a quando muoiono di sete oppure vengono bastonati a morte dal cacciatore.

I cacciatori cacciano, malgrado che ecologi e biologi moderni dimostrino che la natura e gli animali mantengono i loro equilibri attraverso meccanismi naturali di autocontrollo.
In certe regioni d’Europa dove non esiste la caccia non c’é sovrappopolazione e il bosco cresce.

Siccome sempre più persone comprendono che sono solo le scuse dei cacciatori che parlano della necessità di dover “regolarizzare” la selvaggina con il fucile, anche i cacciatori, nelle loro riviste di caccia, lo ammettono apertamente: " la vera motivazione sono la gioia di catturare la preda”, “il piacere di uccidere”, e un apparentemente innato “istinto alla caccia “.

In Italia ogni metro quadro del paese si trova soggetto al diritto di caccia. L’uomo ha tolto agli animali gran parte del loro spazio vitale. Se ora un animale cerca cibo su un campo, è naturale per il coltivatore di chiamare subito il cacciatore e di chiedergli di sparare all’intruso che si trova nella sua proprietà con il risultato di avere un intruso molto più dannoso. (18.000 tonnellate di piombo in un anno vengono disperse nell'ambiente, solo in Italia)

L’uomo ha tolto lo spazio vitale agli animali.

Gli uomini hanno suddiviso tra di loro la terra in proprietà e contestano agli animali che si vengono a trovare sulle loro terre persino il loro diritto di vita, provvedendo a farli uccidere.

Chi è che sconvolge l’equilibrio della natura e della terra?
Non sono gli animali, è l’uomo! E se l’uomo crede di dover intervenire nell’equilibrio della natura, come fa per giustificare la caccia, allora provoca ancora più caos, ancora più sofferenza e morte. Già il prof. Dr. Theodor Heuss, il primo presidente della Repubblica Federale della Germania, ha descritto la caccia in modo univoco, e nessuno lo ha mai denunciato per questo.

Theodor Heuss: “La caccia è soltanto un vile giro di parole con il quale si vuol definire un assassinio particolarmente vile perpetrato nei confronti di un essere nostro compagno della creazione, che non ha la minima possibilità di salvarsi. La caccia è una forma secondaria di malattia mentale umana".

Secondo ciò che Paul Parin, neurologo, pluripremiato psicoanalista e lui stesso cacciatore, scrive nel suo ultimo libro “La passione del cacciatore”, nella caccia si tratta di “sesso e crimine”.
“La vera caccia non può esistere senza uccisione premeditata.
Chi ha la passione della caccia, vuole uccidere. Caccia senza assassinio è un concetto che si annulla da sé (una contraddizione).”

Poter sparare regolarmente e legalmente abbassa la barriera psicologica di poter un giorno sparare forse anche alle persone.

(La Stella Vegan)



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Tutti noi antispecisti vorremmo che tutti gli animali fossero liberi, ma al momento attuale l'unica soluzione auspicabile sarebbe che l'essere umano sparisse dal pianeta terra, come descritto nella parte iniziale del post, nel frattempo che questa eventualità si concretizzi (e dai cambiamenti climatici in atto, non dovrebbe essere un momento tanto lontano, noi umani siamo seduti sul ramo dell'albero che stiamo segando, e manca pochissimo alla catastrofe), bisogna pensare agli animali liberati dagli allevamenti e dai macelli, in Italia e nel mondo esistono tanti rifugi o santuari per animali liberati, e bisogna aiutarli, a supporto di questi luoghi magici, da qualche mese ho formato un gruppo su Facebook: Canapa e Vegan per I Rifugi di Animali Liberi, al momento siamo oltre quattromila iscritti, vorrei che mi deste una mano a farlo crescere, invitando ed iscrivendo i vostri amici;
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