sabato 22 settembre 2018

Manifestazione contro la caccia a Firenze: un resoconto


L'immagine può contenere: una o più persone, erba, spazio all'aperto e natura

EMPATIA - definizione -

L'empatia è la capacità di comprendere appieno lo stato d'animo altrui, sia che si tratti di gioia, che di dolore, significa sentire dentro. Si tratta di un forte legame interpersonale e di un potente mezzo di cambiamento.

Il concetto può prestarsi al facile riduttivismo mettersi nei panni dell’altro, mentre invece significa andare non solo verso l’altro, ma anche portare questi nel proprio mondo. 
Essa rappresenta, inoltre la capacità di un individuo di comprendere in modo immediato i pensieri e gli stati d'animo di un'altro.

L'empatia è dunque un processo: essere con l'altro.
Costituisce un modo di comunicare nel quale il ricevente mette in secondo piano il suo modo di percepire la realtà per cercare di far risaltare in se stesso le esperienze e le percezioni dell'interlocutore.

È una forma molto profonda di comprensione dell'altro perché si tratta d'immedesimazione negli altrui sentimenti. 
Ci si sposta da un atteggiamento di mera osservazione esterna (di come l'altro appare all'immaginazione) al come invece si sente interiormente, (in quei panni, con quell'esperienza di vita, con quelle origini, cercando di guardare attraverso i suoi occhi).



Manifestazione contro la caccia a Firenze: un resoconto

Un resoconto e una bella galleria fotografica a cura di Francesco Cortonesi sulla Manifestazione nazionale contro la caccia, che si è svolta nel centro della città di Firenze.

Firenze 18 settembre 2018, ore 15 e 35. Scendo dal treno e arrivo in Piazza Indipendenza, luogo indicato dagli organizzatori come punto di ritrovo. Questa manifestazione è un appuntamento fondamentale per tutte le persone umane che vogliono dire basta alla caccia. Sono passati quasi trent’anni dal referendum che avrebbe ridotto drasticamente la caccia in Italia e nel frattempo la situazione è mutata non poco. I cacciatori in Italia sono scesi a circa 500.000 unità1.
L’impatto è buono. Non è mai facile fare una stima della folla ma, a colpo d’occhio, si direbbe non meno di 1000 partecipanti. Striscioni, fischietti, bandiere e slogan urlati. Non è decisamente una manifestazione sotto tono. Nel frattempo la LAC ha anche lanciato una raccolta firme con petizioni-online in cui si chiede al governo lo stop della crudele pratica dei richiami vivi e l’abrogazione dell’articolo 842 C.C. che consente ai cacciatori di entrare a sparare in proprietà privata.

Ore 15 e 40. Il corteo si mette in movimento. Un lungo serpentone tra le strade del centro. Molte le associazioni, ma anche tante persone autonome con cartelli senza sigla. Gli slogan rimbombano tra le mura dei palazzi, le persone si affacciano alle finestre, filmano con il telefonino e applaudono. Pochi quelli che manifestano un qualche disappunto. Firenze è una città di turisti, ne incrociamo di continuo. Anche molti di loro incoraggiano il corteo. L’impressione è che la caccia sia odiata ovunque nel mondo. Un gruppo di giapponesi che filma il corteo fa il segno della vittoria. In Giappone queste manifestazioni sono rare, il governo cerca di impedirle con tutti i mezzi. Comunque anche da noi la questura non scherza. A quanto pare il percorso è stato cambiato più volte. Ogni modifica una strada in meno. Alla fine ne sono rimaste una decina o poco più. In Italia le manifestazioni sono ogni giorno più controllate e difficili da mettere in piedi.
Dovremmo rifletterci seriamente su questo.

Ore 16.00. Le persone umane aumentano. Il corteo è più lungo. Me ne rendo conto percorrendolo avanti e indietro per scattare le fotografie. Tanti quelli che vengono da fuori. Verona, Treviso, Padova, Genova, La Spezia, Bologna, Roma sono solo alcune delle città che si leggono negli striscioni. Contemporaneamente a Brescia un’altra manifestazione, percorre le vie del centro. Altri manifestanti quindi.
Altre voci contro la caccia.

Ore 16 e 30. Il corteo arriva in prossimità del Duomo. Ce lo lasciamo alle spalle perché il percorso prevede una svolta a gomito verso Santa Maria Novella. Le leggi contro il terrorismo impediscono manifestazioni in luoghi ritenuti “sensibili. Nel frattempo qualcuno racconta degli insulti ricevuti da qualche cacciatore frustrato. Normale che siano rabbiosi. Del resto ogni giorno che passa si sentono sempre più emarginati e ripudiati dalla maggior parte delle persone umane. A farli restare in circolazione è solo la lobby della caccia. Individui che in Italia alimentano il mercato delle armi e si spacciano per custodi della natura, perseguitando e massacrando un numero allucinante di Animali.
Perché mai una persona umana mediamente intelligente dovrebbe stare dalla loro parte?

Ore 16 e 45. Si arriva a Santa Maria Novella. Ci riuniamo tutti nel piazzale antistante la chiesa. Non è prevista una qualche scenografia con tutti i manifestanti e questo è un peccato. Ci sono alcuni giornalisti e l’impatto sarebbe stato davvero notevole dal punto di vista mediatico. Vengono comunque letti i nomi delle vittime della caccia. Si ricorda il numero dei morti umani non cacciatori della stagione venatoria passata e naturalmente le milioni di vittime non umane che per molti passano ancora oggi in secondo piano o addirittura non vengono prese in considerazione.

Ore 17.00: la marcia contro la caccia è conclusa.
La stagione venatoria inizia.
Centinaia di milioni di Animali verranno uccisi per divertimento.
Le manifestazioni e le proteste devono continuare.
Non dobbiamo fermarci.
Non dobbiamo fermarci.

Francesco Cortonesi


Note:
1) www.acaccia.com/2017/10/la-triste-fine-dei-cacciatori













Fonte: Veganzetta




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Tutti noi antispecisti vorremmo che tutti gli animali fossero liberi, ma al momento attuale l'unica soluzione auspicabile sarebbe che l'essere umano sparisse dal pianeta terra, come descritto nella parte iniziale del post, nel frattempo che questa eventualità si concretizzi (e dai cambiamenti climatici in atto, non dovrebbe essere un momento tanto lontano, noi umani siamo seduti sul ramo dell'albero che stiamo segando, e manca pochissimo alla catastrofe), bisogna pensare agli animali liberati dagli allevamenti e dai macelli, in Italia e nel mondo esistono tanti rifugi o santuari per animali liberati, e bisogna aiutarli, a supporto di questi luoghi magici, da qualche mese ho formato un gruppo su Facebook: Canapa e Vegan per I Rifugi di Animali Liberi, al momento siamo oltre quattromila iscritti, vorrei che mi deste una mano a farlo crescere, invitando ed iscrivendo i vostri amici;
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