venerdì 19 ottobre 2018

Ministro degli Interni, MI ARRESTI


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Sceneggiate napoletane, commedie degli equivoci, melodrammi consumati in diretta tv a beneficio di social e media. 
Non so voi... ma io sono stufa di questo governo di commedianti, saltimbanchi, giullari, istrioni che ogni giorno urlano ai quattro venti, inscenano complotti a loro uso e consumo (persino insinuando slealtà da parte dei loro compari di governo), e mettono in scena la più feroce delle farse: quella che, per i fondelli (eufemismo), prende proprio noi cittadini (a cominciare da voi che li avete votati).
(Carmela Grasso)


Ministro degli Interni, MI ARRESTI

Venga ad arrestarmi perché oggi, tenendo fede alla Costituzione Italiana e al giuramento d’Ippocrate ho violato le Sue leggi e ho curato il primo clandestino della giornata, senza denunciarlo. Il primo di una lunga serie, come ieri, come l’altro ieri ma, soprattutto, come domani, dopodomani e dopodomani ancora, finché mi lascia a piede libero. Anche perché i clandestini, grazie al suo decreto, cresceranno a dismisura. E grazie all’operazione di pulizia etnica che ha cominciato smembrando e deportando una delle poche realtà di integrazione.
Mi dia i domiciliari o, se crede, mi sbatta in galera. Ma si organizzi perché dovrà riempire le case o costruire immensi lager per contenerci tutti.
Dovrà svuotare gli ospedali, che di medici e infermieri ne hanno già così pochi: siamo medici, siamo infermieri, siamo operatori socio sanitari, siamo i volontari.
Tra di noi troverà pure qualcuno ad appoggiarla, per paura o perché costretto. Pochissimi perché credono in quello che fa: la maggior parte dei suoi seguaci ha trascorso la sua vita fuori da qualsiasi impegno di istruzione e di lavoro. Passa il tempo ad indossare corna di vichingo in riva al fiume e a disprezzare qualsiasi principio umano. Oppure, da vero palestrato, a tatuarsi svastiche, rasarsi i capelli a zero ed esibire le sue foto “mache” sui profili troll che la sua bestia utilizza. Tra i suoi seguaci troverà (ahimè) anche quelli più disperati che, già affamati, patiranno sempre di più, mentre alla faccia loro sbafa le sue piadine, le sue aragoste, gli aperitivi con selfie. Difficilmente ne troverà tra chi è a contatto con la vera sofferenza umana, Chi ha conosciuto lo sguardo di terrore e di vuoto di quanti, sopravvissuti a tanto, devono ricominciare con lei.
Ci arresti tutti, ministro degli interni. Perché siamo disobbedienti. Perché non rispettiamo le sue leggi, ma nel nome della Costituzione Italiana.
E poi... Siamo medici, siamo infermieri, siamo operatori sociosanitari, siamo volontari, siamo la parte sana delle associazioni, siamo gli
Operatori del territorio, siamo le cooperative che operano nel sociale, ma siamo anche gli insegnanti, quelli chiamati ad istruire, siamo i ricercatori, siamo gli storici, siamo la parte sana dei giornalisti, siamo magistrati onesti, siamo la parte sana delle forze dell’ordine che non si piega all’omertà di un sistema marcio; siamo il personale degli asili nido, siamo i dipendenti statali, siamo i genitori di disagiati, siamo gli omosessuali, siamo le mamme e i papà riconosciuti di famiglie che disconoscerai, siamo le donne che scelgono di abortire, siamo i figli dei genitori “bene” di Lodi che prima o poi proveranno orrore per la cattiveria che gira in casa, siamo i “pazienti psichiatrici”, siamo i disoccupati ai quali il tuo governo promette un sussidio assistenzialista tassando tutti, indebitandoli, piuttosto che incentivare una seria politica di programmazione sul lavoro. Siamo i superstiti di ogni disastro, delle alluvioni, dei terremoti, dei ponti che cadono, che il tuo governo, più degli altri, strumentalizza per deviarne l’attenzione; siamo i giovani dei centri sociali, siamo i sindaci disobbedienti, siamo gli studenti. Siamo i cittadini italiani di origine extracomunitaria che contribuiscono al PIL, siamo quelli che muoiono nei campi, siamo le vittime della mafia. Siamo i cittadini europei di origine italiana che rischiano di fare fagotto. Siamo i ROM che hanno cittadinanza Italiana, che piaccia o no, tanti. Siamo le famiglie dei partigiani, siamo gli antifascisti, siamo gli antirazzisti.
Tra quelli fortunati, siamo quelli che lavorano ogni giorno, siamo quelli che reggono l’Italia mentre lei gioca col suo smartphone, siamo stanchi di indignarci soltanto. E siamo tanti.
Ci arresti tutti.
Gloriana Manco




TAP: Un'altra marcia indietro a 5 stelle


A poche settimane dal ribaltone sull'Ilva – quella doveva essere chiusa e l'intera area bonificata e invece... – sembra arrivare il ribaltone definitivo pure sul Tap. Si parla del gasdotto che collegherebbe l'Azerbajian con l'Europa attraverso la Puglia. Una mega opera non voluta dagli abitanti del luogo che da anni si oppongono alla realizzazione.

Ieri sera il sindaco di Melendugno ha ricevuto informazioni rispetto alle conclusioni a cui sono giunti i tecnici che il presidente del consiglio Conte aveva incaricato per lo studio del fascicolo e per gli eventuali scenari alternativi rispetto all'attuale progetto. Alla riunione anche in il Ministro dell'Ambiente Costa, il Ministro per il Mezzogiorno Barbara Lezzi, il sottosegretario allo sviluppo economico Andrea Cioffi e i rappresentanti locali dei 5stelle. A quanto pare i costi per le penali conseguenti allo stop dell'opera ammonterebbero a 20miliardi di euro!!? E anche lo spostamento del punto di arrivo del gasdotto (San Foca) avrebbe le sue ripercussioni in termini economici. Emiliano, governatore della Puglia, aveva pensato a Brindisi.

Questo è quanto viene riportato per giustificare il fatto che sul Tap non si può tornare indietro rispetto alle decisioni prese dai precedenti governi. Infatti, e forse questo è l'aspetto più importante, peserebbero, sulla realizzazione dell'opera, anche gli accordi presi con i governi europei e con gli Stati Uniti. Il gasdotto risulta di interesse strategico per l'approvviggionamento di gas per il continente e determinate per gli equilibri politici occidentali.

Il governo giallo-verde tira dritto, ma la Lega un po di più. Nelle stanze del comando si respira un clima di festa per l'invio della manovra finanziaria a Bruxelles: quota 100 con 38 anni di contributi, flat tax al 15% anche agli autonomi, taglio delle cartelle esattoriali e reddito di cittadinanza. Ancora una volta però il peso della lega negli equilibri di governo sembra superare quello dei 5stelle, e con questo anche il consenso. E se da un lato si festeggia (senza esagerare) dall'altro si cerca di gestire un altro grosso inghippo che i gialli avevano promesso di risolvere immediatamente dopo le elezioni. Un'altra grande opera che i grillini avevano osteggiato dalle prime file delle manifestazioni organizzate dal movimento NoTap. Li ricordiamo ancora quei cortei lunghissimi che si concludevano con, l'ormai turista, Di Battista che alla fine, dal palco, urlava di quanto sarebbe stato facile bloccare il gasdotto previsto nella cittadina pugliese. “Ci vogliono 15 minuti per bloccare il Tap” diceva.

La risposta a mezzo stampa del movimento No Tap non tarda ad arrivare. I 5stelle hanno preso il 67% nella zona in cui verrà realizzata l'opera, e la reazione del porta voce del movimento dice : “Si è arrivati a parlare nuovamente di penali, ma non è stato mostrato nessun contratto con la firma di chi ha accettato queste penali. Ci sarebbe da chiedersi chi si vuole coprire negando al pubblico questi documenti. La battaglia continua, e continua pure la richiesta di dimissioni in blocco degli eletti nel Movimento 5 stelle in caso ricomincino i lavori”.

Quello che fino ad ora registriamo è che il governo del cambiamento su grandi opere e politiche per il mezzogiorno non sta cambiando proprio niente. Nessuna rottura rispetto ai governi precedenti, nessuna rottura rispetto alla salvaguardia degli interessi di lobbies e multinazionali. Come al solito, al sud, si devastano i territori in nome del profitto.

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