martedì 9 ottobre 2018

Quando il legno bacia l’acqua: parole in cammino

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L'immagine può contenere: cielo, nuvola, natura e spazio all'aperto

Fiori di loto

Muore il sole nella terra d'Oriente
i battiti dei suoi raggi delicati
investono come brezza autunnale
sensazioni travolgenti
su corpi distanti ma mai assenti

Giorni brevi solcano
fugaci tocchi di sguardi
passi inespressi 
in alterne espressioni
di profumi di spezie

Terra che degradi al sapore
di meraviglie romagnole
sorrisi genuini, abbracci rari
rimane cosi promessa
di un ritorno di cuore che resta



Quando il legno bacia l’acqua: parole in cammino

Continuare a camminare, voltandosi di tanto in tanto semplicemente per osservare. Osservare le nuvole che sotto di te si allontanano. Il mare di umidità ti lascia andare. Quasi sempre. Un’ultima folata di vento e ti scrolli di dosso giornate di pioggia cariche di pensieri. Pensieri che affollano la mente, senza ragione salgono e poi, improvvisamente precipitano a fondo. Un fondo senza fine. Come gli strappi di un pensiero mai espresso.

Continuare a camminare allontanando il timore di poter incontrare qualcuno. O qualcuna che, insistentemente, ti segue nella speranza di fare quattro chiacchiere. O quattro sguardi in direzione di un luogo ormai perduto. Inconsapevole della distanza infinita che ci separa. Lui o lei in gita tra le rocce di una vacanza annoiata e di breve durata. Noi in viaggio verso una linea di demarcazione che non ha spazio nè tempo, che non ha direzione nè ascolto.

Continuare a camminare alzando il mento al cielo a ogni passo sospinto. Sorridere al bosco, perderlo per poi ritrovarlo. Calando in valloni solitari, unica dimora del passante solitario. Ritrovarlo assopito dalla calma certa che nessuno oggi lo disturberà. Cadere stupidamente distratti, scivolando su ghiaioni resi scivolosi dall’acqua e dalla nostra infinitamente minuscola esperienza del sentiero mai percorso.

Continuare a camminare schiacciando la voglia esistenziale di urlare. Mordere le labbra secche dal sole di altitudine, per questo povero, malato, sfregiato mondo che vigliaccamente continuiamo a depredare. Insultare nel suo immenso sospiro di dignità. Bruciarne ormai la flebile voglia di reagire.

Continuare a camminare asciugando le lacrime che scendono inesorabili perché ancora sensibili alle notizie che giungono da una società infame e razzista, ipocrita e violenta. Assente dalla più elementare solidarietà nei confronti di chi non ha l’armatura di ferro e menzogna.

Continuare a camminare contraendo i muscoli ormai stanchi per non fermarsi a pensare, riflettere, capire. Muscoli tesi da consuetudini maldestre, da frasi conformi, da canzonette per dare false illusioni.

Continuare a camminare speranzosi di una compagnia che non ha doppi fini. Perchè l’unica fine è quella che cerchiamo, inutilmente, per scomparire. Perfezione di una compagnia che curiosa ti osserva da un ramo, da una cresta, da un piccolo prato.

“La solitudine è un concetto che in solitudine non esiste”


Quanta potenza in un’unica frase. Soli, in metropoli immense dal caos, abbiamo provato il vero disagio, la più concreta terrificante paura della solitudine. Nel delicato equilibrio dell’Io, lontano da un inquinamento formato da superficialità e arrivismo, da competizione e arroganza, abbiamo trovato la vera, reale compagnia. Lo sguardo discreto di chi non potrà mai giudicarti, etichettarti, manipolarti. Un piccolo sguardo paziente, quasi interrogativo, curioso e poi via, scomparendo planando nella valle sottostante. Salutandoti con un volo di perfetta armonia.

Continuare a camminare in questo Sistema che ci annienta, disintegra la voglia di respirare. Paure antiche, sicurezze moderne. Cosa scegliere? Nessuna. Dare uno strattone al passato con la stessa forza con cui osserviamo la tenacia e l’amore del nostro cammino. Non esiste un percorso soltanto. Saltare la memoria e bruciare il sentiero già attraversato. Senza più farvi ritorno…





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Tutti noi antispecisti vorremmo che tutti gli animali fossero liberi, ma al momento attuale l'unica soluzione auspicabile sarebbe che l'essere umano sparisse dal pianeta terra, come descritto nella parte iniziale del post, nel frattempo che questa eventualità si concretizzi (e dai cambiamenti climatici in atto, non dovrebbe essere un momento tanto lontano, noi umani siamo seduti sul ramo dell'albero che stiamo segando, e manca pochissimo alla catastrofe), bisogna pensare agli animali liberati dagli allevamenti e dai macelli, in Italia e nel mondo esistono tanti rifugi o santuari per animali liberati, e bisogna aiutarli, a supporto di questi luoghi magici, da qualche mese ho formato un gruppo su Facebook: Canapa e Vegan per I Rifugi di Animali Liberi, al momento siamo oltre quattromila iscritti, vorrei che mi deste una mano a farlo crescere, invitando ed iscrivendo i vostri amici;
I rifugi si possono aiutare in tanti modi, il più semplice è destinare il cinque per mille sulle dichiarazioni dei redditi, oppure organizzare delle cene benefit nelle vostre città a favore dei rifugi in ristoranti e locali solo vegan (Non finanziamo gli sfruttatori di animali), ma soprattutto si possono visitare e conoscere gli umani e non umani ospiti delle strutture.

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