sabato 17 novembre 2018

A letto col nemico di Alessandra Daniele


L'immagine può contenere: 2 persone, barba, cappello e occhiali

Decreto Sicurezza, via lezioni di italiano ai migranti.
Salvini non vuole che facciano sfigurare i leghisti.
(Renata Toniazzo)


A letto col nemico di Alessandra Daniele

Nelle elezioni di medio termine che erano state definite un referendum sulla sua presidenza, Donald Trump ha mantenuto il controllo sul Senato, ma ha perso la Camera. Tecnicamente, adesso l’impeachment è una probabilità meno remota, e i capi d’accusa non mancherebbero. Trump non ha uno scheletro nascosto nell’armadio, ha un armadio sepolto dagli scheletri.
In pratica però tentare di rimuovere un presidente che ha nonostante tutto ancora così tanto seguito sarebbe lacerante per il paese, e controproducente per i Democratici, a cui toccherà quindi adattarsi alla convivenza (letteralmente) armata, finché non troveranno il modo per disinnescarlo prima di rimuoverlo.
L’America è spaccata.
Come sempre.
Come la sua stessa bandiera testimonia. Due pezzi di stoffa diversi cuciti insieme. Il cielo, e la tovaglia. Da una parte le aspirazioni, il sogno, la narrazione. Dall’altra, la pretesa di considerare tutto il mondo un ristorante dove entrare, ordinare, essere serviti.
Fra i camerieri di questo ristorante uno dei più solerti è sempre stato il governo italiano, e il Grilloverde non fa certo eccezione. Se l’Italia è stata esclusa dalle sanzioni commerciali contro l’Iran è infatti perché ha accettato il gasdotto TAP, il MUOS, i famigerati F35, e qualche altra porcheria che scopriremo presto a nostre spese.
Se li ricorda Alessandro Di Battista, il Cazzaro dei Due Mondi, gli anni in cui il Movimento 5 Stelle predicava l’uscita dalla NATO?
Nonostante la continua, compiacente svendita grillina, anche il governo Grilloverde è nato spaccato, e i cocci si tengono insieme solo per restare al potere, sempre pronti all’occorrenza a far saltare tutto dandosi la colpa a vicenda, mentre Salvini con la tovaglia al collo ogni giorno divora un pezzo di cielo pentastellato.
La sceneggiata della prescrizione s’è conclusa con un beffardo rinvio leghista al 2020. Quando anche il Grilloverde sarà prescritto.
Condoni edilizi, condoni fiscali, sanatorie, promesse di sussidi, al netto della propaganda il cui trionfalismo suona sempre più ridicolo, in realtà questo governo si regge esclusivamente sul voto di scambio. Ed è pure uno scambio rateizzato, del quale gli italiani sembrano però rassegnati ad accontentarsi, almeno per adesso.
A questo li hanno ridotti vent’anni di Circo Berlusconi, e sette di Agenda Monti applicata dal PD.
Quando si renderanno conto d’essere ancora una volta a letto col nemico, sarà troppo tardi.


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- Oh, che ci fai qui? Vi ho detto di andare a sgomberare o no?
- Signor ministro, io però volevo dirle.
- Che c'è, ci sono problemi?
- Sì e no. Nel senso, abbiamo un centinaio di persone che vanno a finire per strada.
- Maledetti clandestini.
- No, sono regolari.
- Vabbè. Gliel'ho mica detto io di andare in quella tendopoli.
- Beh, in un certo senso sì. Cioè, alcuni prima stavano negli Sprar. Solo che con il suo decreto li hanno buttati fuori anche da lì. Poi ci sarebbero pure degli italiani, ehm.
- Non possiamo tollerare situazioni di illegalità e basta.
- Il fatto è che stavamo aspettando delle risposte dal comune, per trovare sistemazioni alternative.
- E allora?
- E allora niente, il comune non ha mai risposto, sa com'è, avevano un po' di impicci. Non sarebbe meglio, come dire, aspettare un secondo prima di accendere la ruspa?
- Ma che si muovano le istituzioni, no? Basta con questo buonismo dell'accoglienza.
- Ma ministro. L'istituzione, qui, è lei.
- Ecco, appunto. Allora andate lì, radete tutto al suolo e rimpatriate i clandestini che trovate.
- Se troviamo dei clandestini ci possiamo provare, certo. E speriamo che siano tunisini, dato che abbiamo accordi di rimpatrio solo con loro.
- Ma che, devo fare tutto io qui?
- Ehm, signor ministro, il fatto è che tocca seguire delle procedure, nel senso.
- Bah, le procedure. Andate a sgomberare, via.
- E le cento persone lasciate per strada?
- Si arrangino, io ho da fare. Mi aspettano a un convegno sulle violenze agli arbitri.
- Ma se qualcuno di quelli lasciati per strada dovesse, così, per ipotesi, andare a rubare per procurarsi del cibo o una coperta di lana?
- Meglio ancora, così vedranno che avevo ragione a dire che c'è un'emergenza sicurezza.
- Ma, e l'opinione pubblica?
- A quella ci ha già pensato il mio social media manager. Stai tranquillo che per oggi staranno solo a parlare del bambino con la maglietta rossa. E per domani ce ne inventeremo una nuova.
(Paola Ronco)

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