mercoledì 7 novembre 2018

Fracchia contro Dracula di Alessandra Daniele


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"Il maltempo fa strage". Come no.
Manco le avesse costruito lui le case sui torrenti.
Colleghi giornalisti, certe espressioni sono scorrette quanto "delitto passionale" in caso di femminicidio.
(Lia Celi)


Fracchia contro Dracula di Alessandra Daniele

“Non si può votare per abolire la legge di mercato, come non si può votare per abolire la legge di gravità” – Carlo Alberto Carnevale Maffè, Università Bocconi

Dopo aver giurato e spergiurato che non avrebbero mai ceduto, i Grilloverdi naturalmente hanno ceduto, stralciando sia quel che resta del miserrimo Reddito di cittadinanza, che la fantomatica Quota 100 pensionistica dalla manovra finanziaria, per renderla più digeribile ai vampiri dell’UE. Come Fracchia, minacciano sfracelli davanti ai colleghi, per poi cagarsi sotto all’arrivo del capoufficio.
In particolare non c’è promessa solenne o valore fondante che la maggioranza dei grillini non sia disposta a rimangiarsi fino all’ultima briciola, pur di restare aggrappata alla posizione di potere che ha raggiunto, e che si restringe e diventa sempre più scivolosa, come una lastra di ghiaccio in un mare in tempesta, circondata dai pescecani, soprattutto leghisti.
Tutta la fantascientifica rivoluzione del M5S s’è ridotta al bisogno disperato di riuscire a distribuire qualche buono spesa ai suoi elettori, prima che Salvini glieli porti via tutti.
Mentre l’Unione Europea continua a spedire lettere minatorie a raffica come uno spam bot.
Questo match truccato fra cazzari e sanguisughe è avvilente. La nostra unica speranza è il loro annientamento reciproco. Purtroppo però hanno più volte dimostrato d’avere la resilienza degli scarafaggi, specialmente la Lega, che si trova bene in entrambe le categorie, e quando si sarà sgonfiata la bolla populista, conta di tornare fra i “moderati”, i borghesi (post) berlusconiani i cui interessi in realtà non ha mai smesso di tutelare in via prioritaria, alla faccia del popolo.
La democrazia occidentale s’è rivelata la peggiore truffa a schema piramidale del millennio.
Votare è inutile, nella migliore delle ipotesi.
Perché non c’è nessun vero cambiamento politico e sociale possibile senza cambiamento del modello economico.
Questa pantomima è l’unica “democrazia” consentita dal capitalismo.
Intanto il cadavere del PD aspetta d’essere rianimato dal morso di Minniti. Le conduttrici “progressiste” lo adorano, Gruber, Panella, Merlino, Berlinguer, lo intervistano con occhi sognanti, lo supplicano di salvare la nazione dai fascisti impresentabili.
E riconsegnarla a quelli beneducati.



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ALBERT LIBERTAD
L’ora di scegliere i tuoi pastori è suonata di nuovo. Essa riecheggia gravemente alla campana di tutte le politiche, affinché tu non lo scorda:
Tutti alle urne, nessuna astensione.
Ecco il ritornello finale delle diverse suonerie.
Non votare è un peccato, dice il cattolico. Non votare è da cattivi cittadini, dice il repubblicano. Non votare è tradire i propri fratelli, dice il socialista.
Cos’è dunque votare? È scegliere da sé il padrone che vi prenderà a frustate, che vi deruberà.
L’operaio forgia le catene che lo legano, costruisce le prigioni che lo rinchiudono, fabbrica i fucili che lo uccidono. Impasta la brioche che non mangerà, tesse i vestiti che non indosserà. Ma questo non gli sembra sufficiente. Vuole sembrare il padrone, il POPOLO SOVRANO, e sceglie lui stesso coloro che gli toseranno la lana sul dorso. È il bestiame, il gregge che nomina i suoi pastori.
Crede che sia impossibile non essere guidati, tanto vale allora prendersi lo sfizio di scegliere i pastori che colpiranno la sua schiena e i cani che morderanno i suoi talloni.
UOMO CHE VUOI VOTARE, RIFLETTI.
Rifletti bene. I ricchi sono potenti solo grazie ai loro pastori e ai loro cani. Ma la forza dei pastori e dei cani deriva solo dalla tua accettazione, dalla tua obbedienza, dal tuo voto.
Non mettere più la scheda nell’urna. Restatene a casa o vai a zonzo. Fregatene del voto. La tua forza non è in un pezzo di carta. È nel tuo cervello, nel tuo braccio, nella tua volontà, quando saprai impiegarli a fare gli affari tuoi e non quelli degli altri.
Paolo Schicchi

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