La Grecia è vicina.

In Grecia la situazione si va facendo sempre più esplosiva, la Comunità Europea e il Fondo Monetario Internazionale hanno deciso di elargire 110 miliardi di euro ad Atene in tre anni, in cambio di un piano lacrime e sangue, naturalmente chi ci rimetterà sarà la popolazione, è per questo che da settimane migliaia di cittadini protestano in piazza contro le misure che il governo Papandreou si appresta a varare, dal blog Luogo comune una dettagliata analisi:

In Grecia i cattivi diventano “assassini”

di Marco Cedolin

In Grecia la situazione sta facendosi di giorno in giorno più incandescente.

Il governo di Papandreou ha raggiunto l’accordo con la BCE e l’FMI, per interposta persona attraverso la cancelliera tedesca Angela Merkel. Un accordo che prevede da un lato l’elargizione di una cifra nell’ordine dei 110 miliardi di euro nei prossimi 3 anni (con tutta probabilità destinata ad aumentare) al governo greco, dall’altro l’impegno da parte di Papandreu di varare immediatamente un “piano di risanamento” delle finanze, consistente in un aumento generalizzato della tassazione (IVA, accise sulla benzina ed imposte varie), nel congelamento degli stipendi pubblici, nei tagli delle tredicesime e quattordicesime, nell’aumento dell’età pensionabile, nell’eliminazione di alcune norme che salvaguardano i lavoratori privati dal licenziamento ed altre “regalie” sulla falsariga di quelle elencate. Il tutto sotto la supervisione dei funzionari della BCE e dell’FMI che personalmente controlleranno l’operato del governo greco (di fatto assumendone il controllo), verificando mensilmente che i loro dettami vengano rispettati in maniera certosina.

Domani, giovedì 6 maggio, il piano di risanamento già presentato in parlamento, dovrebbe prendere il via e diventare di fatto esecutivo, permettendo la formalizzazione dell’accordo entro la fine della settimana e lo sblocco della prima tranche di “aiuti”.
Una cospicua parte dei cittadini greci non si manifesta disposta ad accettare la manovra “lacrime e sangue” ...

... destinata, forse, a dare una boccata di ossigeno alle finanze del paese, ma al tempo stesso a scaraventare, con tutta probabilità, nel baratro l’economia delle famiglie, privandole di una consistente parte del proprio reddito.

In conseguenza di ciò la Grecia è bloccata da ieri da uno sciopero generale, con la protesta che monta nelle piazze e rischia di tracimare, mettendo a serio rischio il varo della manovra.

Questa mattina ad Atene la contestazione arriva al proprio acme, con un corteo di oltre centomila persone che assedia il parlamento, scontri con le forze di polizia, lacrimogeni, pietre e bottiglie incendiarie ed un grande rischio che la situazione degeneri in guerriglia urbana incontrollata. E conseguente rischio che il governo si veda costretto a sospendere (almeno temporaneamente) l’approvazione del piano, vanificando o comunque ritardando i tempi dell’accordo.

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